L’Alsazia attraverso le sue tradizioni. Tre antiche dimore del primo Seicento accolgono uno dei musei più interessanti e visitati da vedere a Strasburgo: dedicato al folklore e all’arte popolare, il Musée Alsacien raccoglie una bella collezione di mobili, costumi, utensili da cucina, attrezzi agricoli, immagini sacre e profane, giocattoli e ricostruzioni di botteghe artigiane.
Istituita nel 1902 dalla Société du Musée Alsacien con l’obiettivo di affermare l’identità regionale all’epoca dell’annessione all’impero tedesco e aperta al pubblico cinque anni più tardi, quest’area museale si estende oggi su una superficie di poco meno di 2 mila metri quadrati dove sono esposti qualcosa come 5 mila oggetti (in realtà il patrimonio custodito è di ben 50 mila pezzi) che risalgono al XVIII° e XIX° secolo.
Definito a quel tempo come un “covo di francofili”, il museo con le sue importanti testimonianze è stato fortunatamente salvaguardato grazie all’interessamento del Comune di Strasburgo intervenuto nel 1917: ampliato nel 1980 con l’acquisizione di due edifici adiacenti, espone un interessante spaccato della vita rurale del Basso Reno che, a differenza del dipartimento dell’Alto Reno, è stato interessato dal fenomeno dell’industrializzazione solo in epoca successiva.
A essere rappresentata nel museo di Strasburgo – che ha ricevuto donazioni di molti oggetti anche da famiglie dell’alta borghesia locale e dalla contessa di Pourtalès - è anzitutto la vita domestica alsaziana con mobili e utensili tradizionali che rievocano la quotidianità del tempo. Riccamente decorata e abbellita con mazzi di fiori e melograni a simboleggiare la prosperità, l’architettura di questa regione è rappresentata dalle case costruite con i materiali tipici della zona come pietra arenaria e legno. Salotto, sala da pranzo, camera da letto per i genitori e l’ultimo nato erano ad esempio raccolti in un unico ambiente riscaldato grazie alla stufa su cui si cucinava. Curiosando per le sale del percorso museale si possono ammirare questi suggestivi ambienti alcuni dei quali fedelmente riprodotti.
Al secondo piano delle tre residenze rinascimentali collegate fra loro da scale e passerelle in legno sono esposti invece i ricordi personali della vita degli alsaziani: documenti e fotografie di nascite, comunioni, cresime e matrimoni presentati in base alle tradizioni cattoliche, protestanti e ebree. Ma anche iconografia militare e manifestazioni culturali e popolari. Queste importanti testimonianze spiegano inoltre i cambiamenti di nazionalità della popolazione locale: prima del 1918 parlare in alsaziano e scrivere in tedesco era del tutto normale. Solo dopo la fine del primo e soprattutto del secondo conflitto mondiale, con la francesizzazione dell’espressione popolare, il dialetto e la parlata tedesca iniziarono ad essere assimilati a una visione peggiorativa del nemico e della sconfitta.
Una raccolta di oggetti religiosi ricorda inoltre la convivenza in questa terra di Francia delle diverse confessioni religioni così come le sale dedicate ai costumi (soprattutto quelli femminili) illustrano a prima vista il paese di provenienza, lo stato civile e il credo religioso di appartenenza.
Nel museo si può anche ammirare una bella collezione di giocattoli fra cui case di bambole, soldatini e fattorie in miniatura: le prime utilizzate per far apprendere alle bambine le faccende domestiche e la gestione della casa, gli altri per allenare i maschi alla guerra e al lavoro agricolo. Alcuni giochi ottici, come le lanterne magiche, venivano per lo più gestiti dagli adulti per via della loro fragilità mentre altri erano adoperati dai bambini solo in estate. Sviluppatasi in Germania a partire dal terzo decennio del 1800, l’industria del giocattolo con la sua evoluzione ha testimoniato anche i cambiamenti di nazionalità che vi sono stati in terra d’Alsazia.
Le ultime sale del Musée Alsacien sono invece destinate alle tradizioni agricole fra cui la viticultura e la produzione di formaggio Munster, tipico di questa regione e di antica origine medievale. Introdotta in Alsazia dai romani, la cultura della vite ne rappresenta da sempre una grande ricchezza: i setti vitigni locali – Sylvaner, Pinot Bianco, Muscat, Pinot Grigio, Riesling, Pinot Nero e Gewurztraminer –assegnano ai vini i loro stessi nomi. I decori delle botti esposte al Museo Alsaziano raffigurano interessanti testimonianze della mitologia greco romana con le figure di Dioniso-Bacco. Anche il formaggio Munster, che deriva dal termine tedesco Melker, ha il suo spazio espositivo nel percorso museale con la ricostruzione di una tradizionale fattoria estiva.
Informazioni utili per visitare il Museo Alsaziano a Strasburgo
Situato ai civici 23-25 di Quai Saint-Nicolas, il museo è aperto al pubblico tutti i giorni dalle 10 alle 18 tranne il martedì, giorno di chiusura settimanale. Chiuso anche il 1° Gennaio, Venerdì Santo, 1° Maggio, 1° e 11 Novembre e 25 Dicembre.La tariffa d’ingresso è di 6,5 € per gli adulti e 3,5 € per i ridotti (gruppi composti da 25 persone e oltre, studenti sino ai 25 anni, over 60…). Gratuito per tutti la prima domenica di ogni mese, per gli under 18, i portatori di disabilità motorie, gli studenti in arte e storia dell’arte, i disoccupati, i titolari di Pass Museum.
Per raggiungere il Musée Alsacien si può utilizzare il tram con fermata Porte de l’Hopital.
Sito di riferimento www.musees.strasbourg.eu