Per come la conosciamo oggi, Perugia è la città che forse meglio rappresenta il patrimonio culturale della regione in cui s’incastona armoniosamente, l’Umbria. Realtà urbane quali Gubbio e Spoleto sapientemente incorniciano il capoluogo distribuendosi le meraviglie architettoniche e artistiche della suggestiva storia medievale.
Perugia ha le sue personali gemme eternamente splendenti, edifici magnetici regali che si traducono principalmente nella spettacolare Cattedrale di San Lorenzo e nel Palazzo dei Priori, entrambi affacciati sulla significativa Piazza IV Novembre, punto di incontro per cittadini e turisti, ed eccellenze assolute tra tutte le attrazioni cittadine.
Ciò che, tuttavia, più colpisce di questa pindarica anima perugina è l’elegante Fontana Maggiore, considerata all’unanimità la più bella, o per lo meno la più famosa dell’intero periodo medievale.
La sua nascita si attesta intorno al 1275 in conformità alla sua funzione di punto conclusivo dell’Acquedotto di Monte Pacciano: è un miracolo scultoreo a tutti gli effetti, frutto dell’estro creativo e dell’abilità di Nicola e Giovanni Pisano, diretti a suo tempo da Fra Bevignate, supervisore del cantiere allora in atto. Vale proprio la pena soffermarsi su una descrizione che sappia render merito all’estetica dirompente della sontuosa fontana, divenuta con estrema facilità un’attrattiva senza rivali che possano contenderle lo scettro.
Consta di due vasche poligonali a pietra bicroma bianca e rosa, su cui s’impone una tazza bronzea che incentra un trittico di ninfe (intese anche come virtù teologali) nell’atto di sorreggere un’anfora da cui sgorga l’acqua.
I quattro grifoni che un tempo s’adagiavano sui capi di queste statue sono esposti alla Galleria Nazionale dell’Umbria. La vasca inferiore è dotata di formelle raffiguranti scene peculiari del Vecchio Testamento ma anche della mitica fondazione di Roma, ed è poi visibile un ciclo calendaristico di lavori agricoli inframezzato dai segni zodiacali, dalle arti liberali e da quelle meccaniche.
Prendono inoltre posto il grifone – simbolo araldico di Perugia – e il leone indicante l’antica appartenenza di Perugia alla fazione guelfa. La formella che reca la firma di Giovanni Pisano è scandita da una copia di aquile, simbolo araldico di Pisa.
Che dire della vasca superiore? Splendida come quella inferiore se non più, poggiante su un gruppo di 24 colonnine a loro volta sovrastate ciascuna da una statua a ¾ di tondo che raffigura un personaggio biblico legato all’origine della città.
Dal 1948 si sono succeduti incisivi restauri che hanno reso la fontana ancora più bella e ammirabile da tutti specialmente nelle febbrili occasioni di festa e ritrovo collettivo.