Di sagittabonde meraviglie Siena è piena ed è proprio questo, unitamente a un contesto urbano estremamente civile e tranquillo, a fare della città una delle mete predilette dal turismo culturale. La Pinacoteca Nazionale costituisce una ragione in più per avvicinarsi al complessivo patrimonio toscano, che annovera splendidi palazzi, rocche medievali entusiasmanti, edifici rappresentativi e, in particolar modo, opere pittoriche riunite in un sol colpo nelle innumerevoli sale dell’antico Palazzo Bonsignori – Brigidi in via San Pietro, dove la Pinacoteca ha la propria sede: uno dei luoghi da non perdere in città.
La storia della Pinacoteca
Fu nel ‘700 l’abate Giuseppe Ciaccheri a gettare le basi per raccogliere i grandi capolavori autoctoni del Trecento e Quattrocento, agglomerati in un unicum espositivo inaugurato dopo tanta operosa dedizione nel 1932, in quella che dapprima era la dimora del patrizio senese Niccolò Bonsignori, poi ceduta all’Amministrazione provinciale in linea con l’intento di istituirvi l’attuale museo. La bellezza di questa elegante costruzione ben si confà a ciò che l’interno conserva, introdotto da scale d’accesso ai piani in prossimità del cortile rinascimentale.Il Museo è distribuito su due livelli e il percorso di fatto comincia dal secondo piano a scendere per seguire la cronologia autoriale dei dipinti, pezzi autentici di un pindarico viaggio nella storia dell’arte senese in equilibrio fra Medioevo e Rinascimento.
La visita alle sale e le opere principali
Le sale iniziatiche sfoggiano opere dei secoli XII e XIII a rappresentanza dell’estro creativo e del genio sopraffino di forbite maestranze locali: la perla della Sala 1 è certamente la fine Madonna con Bambino di Duccio Buoninsegna, assurta a uno dei principali simboli dell’intera esposizione museale.Con squisita tecnica cromatica è stata realizzata la Madonna della Misericordia di Simone Martini campeggiante in Sala 3 e contrastata nella sala successiva da un altro ineguagliabile capolavoro del Buoninsegna, la Madonna dei Francescani, dinanzi alla quale urge soffermarsi prima di proseguire il tour immersivo.
La Vergine e il neonato Gesù sembrano determinare molte delle scelte soggettuali compiute da diversi artisti, vedesi la Madonna con Bambino del Martini ma anche l’omonima opera di Lippo Memmi, ch’è autore peraltro del San Ludovico da Tolosa. Opulento fulgore traspira da una delle più significative ed esteticamente impareggiabili pale d’altare senesi firmata da Pietro Lorenzetti, ovverosia la Madonna in trono con il Bambino e Santi e predella raffigurante Il sogno di Sobach, Eremiti carmelitani alla fonte di Elia, Papa Onorio III approva la regola carmelitana, Concessione del nuovo abito ai monaci carmelitani.
Sala da percorrere con sinuosa lentezza è la 14, cruciale assiepamento qualitativamente notevole di espressioni relative alla corrente quattrocentesca capace di mettere in risalto la Madonna con Bambino e Santi di Neroccio di Bartolomeo accostata alla Madonna col Bambino di Matteo di Giovanni. Grandi polittici a pervasione mariana si ritrovano in Sala 17, contestualmente all’ubicazione di statue di evidente pregio artigianale come L’Angelo e la Vergine dell’Annunciazione, Santa Caterina e La Pietà di Jacopo della Quercia.
Inebriati da quanto visto ci si catapulta entro un morbido sogno nel sogno al primo piano, ed è subito stupore con la Resurrezione di Giorgio Vasari che troneggia incontrastata in Sala 22. La 23 non è da meno perché può vantare la presenza inossidabile della Sacra Famiglia con San Giovannino, emblematica opera del Pinturicchio che tanto ricorda gli sfondi leonardeschi a far da degna cornice paesaggistica ai personaggi immortalati.
La Sala 27 introduce al tardo Rinascimento, accarezzato dalla grazia potente della Stimmate di Santa Caterina da Siena realizzata da Domenico Beccafumi, autore anche del Trittico della Trinità e di opere che monopolizzano l’attenzione in Sala 29, gravida di magnificenze quali la Natività della Vergine e l’ancor più sensazionale Incoronazione della Vergine. Il motivo religioso giunge al roboante apice incarnato dal Cristo alla colonna, sofferto dipinto di Giovanni Antonio Bazzi antecedente alla Deposizione dalla Croce dello stesso Bazzi e figlia del primo Cinquecento.
Domenico Beccafumi chiude il percorso popolando la Sala 37 di eccezionalità artistiche quali il Cristo porta croce e l’appagante quanto coreografico San Michele scaccia gli angeli ribelli, grandioso esempio di sapiente gioco di luci e ombre messo in opera nel 1528. La Pinacoteca così si conclude, ma al terzo piano il suggello ha il prestigio della Collezione Spannocchi, che si divide fra la sede del museo e gli interni del Palazzo Pubblico. Da citare il capofila, il suggestivo San Geronimo di Albrecht Dürer.
Come arrivare
In auto da sud uscire dalla tangenziale a Siena sud e raggiungere il parcheggio a pagamento Il Campo (per inizio ztl), da nord uscire a Siena ovest fino al parcheggio a pagamento Il Duomo (per inizio ztl); in autobus servirsi della linea 54 con fermate in via Tito Sarrocchi (da Piazza Indipendenza) e Piazza Sant’Agostino (da Coroncina).Informazioni utili per visitare la pinacoteca
Pinacoteca Nazionale di SienaDove: Palazzo Bonsignori – Brigidi, Via San Pietro 29 – Siena
Orari di apertura: dal martedì al sabato con orario 8.15 – 19.15; domenica, lunedì e festivi con orario 9.00 – 13.00
Contatti: c/o Polo Museale della Toscana, tel. 0577/281161 o mail pm-tos.pinacoteca-si@beniculturali.it
Direttrice: Anna Maria Guiducci, tel. 0577/286143 o mail annamaria.guiducci@beniculturali.it
Costo biglietti: intero € 4.00, ridotto € 2.00, gratuito la prima domenica del mese