Le Arche Scaligere, il piccolo cimitero monumentale di Verona

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Condividi Sonja Vietto Ramus

Dante gli dedicò la cantica del Paradiso perché il signore di Verona, Cangrande Della Scala, lo aveva ospitato nei lunghi anni d’esilio. La gratitudine che il sommo poeta nutrì nei confronti del più importante esponente della famiglia scaligera viene celebrata anche in uno dei canti, il XVII°, in cui si narrano le gesta di Cangrande “così illustri che nemmeno i nemici potranno tacerle”.

A fianco della millenaria chiesa di Santa Maria Antica, a pochi passi da Piazza dei Signori e Piazza Erbe, sorge una delle più pregevoli testimonianze dell’arte gotica veronese: le Arche Scaligere, un monumentale sepolcro in cui riposano le spoglie degli antichi signori di Verona.

In questo luogo suggestivo, piccolo cimitero privato, sono conservate le tombe dei principi della famiglia Della Scala. La sepoltura più antica, priva di decorazioni ma di pregevole fattura, è quella che accoglie Mastino I°, capostipite della casata, realizzata nel 1277 e addossata al muro dell’edificio religioso mentre poco più avanti si trova quella del fratello Alberto I° (datata 1301) impreziosita da bassorilievi e simboli araldici. Del 1350 è invece il prezioso monumento funerario di Mastino II° alloggiato al centro di un recinto a forma quadrata: sui pilastri agli angoli poggiano statue femminili mentre in cima, a 4 metri di altezza, si trova il sarcofago del principe ornato da figure di angeli e scene della Crocifissione. Tre semplici sepolture, in ricordo dell’uso romano, sono infine quelle di Bartolomeo I°, Cangrande II° e Bartolomeo II°.

Circondate da una recinzione in ferro battuto in cui spicca il simbolo della casata, le Arche Scaligere sono uno dei più preziosi gioielli architettonici di Verona: con esse i grandi maestri scultorei del tempo (veneti, lombardi e toscani soprattutto) hanno voluto rendere omaggio alla grandezza del personaggio a cui furono destinate. Se i sarcofagi a terra ospitano alcuni illustri componenti scaligeri, le tre tombe a baldacchino, con la statua equestre del defunto sulla sommità, rappresentano il capolavoro di quest’opera di arte gotica realizzata nel XIV° secolo.

La prima delle tre monumentali “arche” è quella di Can Francesco Della Scala, detto Cangrande I°, condottiero italiano e esponente più celebrato della dinastia degli Scaligeri. Grande mecenate e amico di Dante Alighieri, la sua sepoltura, opera del maestro di Sant’Anastasia, si trova davanti all’ingresso della chiesa di Santa Maria Antica: il sarcofago è sorretto da quattro cani (probabilmente per un’allusione al suo nome) e la sua statua vi riposa sdraiata e con il sorriso. Ai lati della tomba sono decorati in bassorilievo alcuni degli episodi più celebri che hanno visto protagonista il signore di Verona: l’incontro con l’imperatore Enrico VII°, la consegna della chiavi di Belluno e l’uscita del suo corpo, dopo la morte, dalle porte di Treviso. Al di sopra del baldacchino, si innalza la statua equestre di Cangrande (quella originale è conservata al Museo di Castelvecchio assieme al corredo funerario) realizzata da Giovanni di Rigino. Raffigurato con l’elmo a testa di cane alato e con indosso una maglia d’acciaio, il condottiero sorride e ripone la spada nel fodero. E’ considerata la più bella scultura equestre del XIV° secolo.

Altrettanto prezioso è il mausoleo di Mastino II° che il signore di Verona si fece costruire ancora in vita. Raffigurato sulla copertura del sarcofago marmoreo ma anche più in basso inginocchiato in preghiera davanti a Maria, Mastino troneggia sul cavallo con indosso l’armatura (l’originale è anch’essa al museo cittadino). Costruita nel 1345 e in origine dipinta e dorata, l’arca di questo scaligero è racchiusa da una cancellata e ai quattro angoli si trovano le sculture delle virtù.

Per via delle condizioni di salute tutt’altro che buone, Cansignorio Della Scala commissionò già nel 1364 ai migliori scultori la costruzione della propria sepoltura: progettata su disegno di Bonino da Campione, il reliquiario in stile gotico è a pianta esagonale. Ai lati del recinto in cui è custodito i pilastri sorreggono sei tabernacoli in cui si trovano sei santi guerrieri mentre sul sarcofago sono incise scene tratte dai Vangeli e l’incoronazione della Vergine Maria. La parte superiore dell’arca di Cansignorio culmina con la statua equestre che lo rappresenta armato di lancia e vestito con un’armatura a maglia che gliene lascia scoperto il volto. Questa tomba è la più maestosa e ornata dell’area seppure, secondo molti critici e studiosi, sia quella meno preziosa dal punto di vista artistico. Pare sia stata anche la più costosa con i suoi 10 mila fiorini.

Dal 1831 il cimitero accoglie anche l’arca pensile di Giovanni Della Scala, datata 1359, realizzata da Andrioli de’ Santi: seppellito inizialmente nella chiesa veronese dei Santi Fermo e Rustico al ponte Navi, il nobile figlio di Francesco Della Scala fu poi traslato alle Arche Scaligere.

Purtroppo già alla fine del XVI° secolo il complesso funerario mostrò segni di degrado; nel corso del 1786 venne effettuato un restauro dell’arca di Mastino II° e poco più di cinquant’anni dopo a essere oggetto di un importante restauro generale fu l’intero mausoleo.

Le Arche Scaligere possono essere visitate da martedì a domenica in orario 10/13 e 15/18. Chiuso il lunedì.
Biglietto: 1€ a persona. Gratuito per chi possiede la VeronaCard.

Maggiori informazioni su: www.turismoverona.eu

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