Qual buon vento vi porta a Trieste? Beh, non certo la Bora, che nella città capoluogo del Friuli Venezia Giulia ha sempre rappresentato un fenomeno di estemporanea impetuosità le cui raffiche sono ancora oggi in grado di raggiungere un’inaudita intensità. È pur vero che i triestini rimangono in qualche modo affezionati al loro particolarissimo vento, un tratto distintivo di un territorio che si divide fra un mare caldo e un entroterra piuttosto freddo, dicotomia dalla quale ha origine il flusso borico.
Tanto affezionati da pensare di fondare il Museo della Bora e del Vento, mete ideale per una gita fuori porta in Friuli Venezia GIulia, che il linguaggio futuristico rinomina Progetto Bora Museum nell’ottica di uno spazio continuamente in divenire, un work in progress che al momento incanala tutta la curiosità ne Il Magazzino dei Venti, un laboratorio ma al contempo la vetrina di un’idea, una piccola stanza che concentra tutta la passione di un autentico esperto del vento.
Per meglio comprendere l’intento, ci si deve focalizzare su un vestibolare percorso intitolato 20 indizi per un museo che biforca in due direzioni, memoria e creatività, punti di analisi che arrembanti mostrano l’uno il passato e l’altro il futuro in una dimensione astratta, nella quale il vento si percepisce ma non si sente né si vede, quasi fosse un’entità estranea alla realtà e molto più connessa alla sfera dell’immaginario.
Insomma, si raccolgono spunti per imbastire un’area museale vera e propria, per adesso intangibile ma di prossima realizzazione. Contribuiscono a “sondare il terreno” numerose iniziative didattiche, laboratori ed esperienze ludiche votate alla conoscenza della materia vento. Il Magazzino dei Venti agglomera una serie di collezioni ad alto valore illustrativo: L’Archivio dei Venti del Mondo si fa deposito di scatolette dal bizzarro contenuto, spedite o portate direttamente al museo dagli stessi visitatori. Cosa contengono? Che domande, il vento, catturato e “inscatolato” durante una giornata di vacanza, una passeggiata nel bosco, una corsa sul lungomare. La collezione vanta al momento 130 venti giunti da tutto il mondo, alcuni imbottigliati, altri impacchettati, molti appunto inscatolati.
La Collezione Artistica Museale si traduce in una piccola galleria del vento contenente opere tematiche realizzate da artisti di riconosciuto talento, si citino Pascutto, Pastrovicchio e Spigai. Più canonico risulta l’Archivio di Silvio Polli, caleidoscopio ordinato di fotografie, saggi scientifici, giornali e strumenti appartenuti a uno degli studiosi per antonomasia della Bora. Nel settore Curiosità di Bora e di Vento sono infilati reperti originali e tal altri creati per l’occasione, ad esempio la Finestra di Stendhal in cui si riporta una definizione della bora da parte dello scrittore estasiato dalle opere d’arte ma atterrito dalla potenza devastante del vento triestino, da lui considerato abominevole.
Il Magazzino dei Venti si fa inoltre Centro di Documentazione Eolica, bacino di materiale bibliomultimediale che sintetizza l’influenza indiretta del tema vento nella letteratura e nel cinema.
In breve, gli input per estrarre dallo stato di ibridazione il Museo della Bora e del Vento ci sono tutti, ma è ancora tanto il lavoro da fare, tante le idee da raccogliere per regalare a Trieste quello che potrebbe presto diventare uno degli spazi obiettivamente più innovativi e pittoreschi del pianeta.
Informazioni utili, date, orari e prezzo biglietti per la visita
Nome: Museo della Bora e del VentoDove: Via Belpoggio, 9 – Trieste.
Orari di apertura: visite su prenotazione.
Biglietto: offerta libera.
Contatti: per informazioni e prenotazioni telefonare al numero 040/307478 o inviare una e-mail all’indirizzo museo bora@iol.it.
Maggiori informazioni: consultare il sito ufficiale o la pagina Facebook dedicata.