E’ il primo in Italia e uno dei pochi al mondo. Ad ospitarlo, un edificio storico del XVI° secolo, Patrimonio Mondiale dell’Unesco dal 1994: la basilica Palladiana di Vicenza, progettata dall’architetto rinascimentale Andrea Palladio a cui deve il nome. Nelle sue sale si possono ammirare “capolavori” della maison Cartier e di Van Cleef & Arpelfs, amuleti e talismani, orecchini e spille; bijoux in oro, diamanti e ottone, lavorati a mano a fuoco e martello oppure stampati in 3D.
Siamo al Museo del Gioiello di Vicenza, in Veneto, aperto al pubblico nel Dicembre 2014 con il principale obiettivo di far conoscere storia, tecnica e fruizione di questo oggetto di design che ha origini antichissime. Progetto ideato e gestito da Italian Exhibition Group SpA, in collaborazione con il Comune di Vicenza, questo spazio museale è gestito dal Direttore Alba Cappellieri, fra le principali studiose e esperte di gioielli in Italia, e si sviluppa attraverso un percorso allestito dalla designer Patricia Urquiola.
Il piano terra del museo accoglie ingresso, biglietteria, bookshop (con testi nazionali e internazionali) e una sala per le esposizioni temporanee mentre il primo piano, su un’area di circa 410 metri quadrati, si articola in un percorso di nove sale espositive ad iniziare da quella “Simbolo” dove si possono ammirare, fra l’altro, la tiara della regina Maria di Serbia, uno splendido diadema in oro bianco, argento e diamanti della collezione Van Cleef & Arpels e una spilla con l’Arco di Trionfo del 1919 (oro, platino, zaffiri, smeraldi e rubini) di Cartier Paris.
La sala dedicata alla “Magia” espone i primi oggetti ornamentali della storia dell’uomo indossati per allontanare influenze negative e maligne e attirare quelle curative e propiziatorie: amuleti e talismani come la collana scaramantica in perle a occhi proveniente dall’Egitto o dalla Siria (collezione Augusto Panini) e datata XII° secolo oppure il grazioso monile a forma di campanello della metà del XVII° secolo in oro e smalto giunto dal Museo Regionale Agostino Pepoli di Trapani.
Le teche ospitate nello spazio dei gioielli “funzionali” dimostrano come sia sbagliata l’idea che i monili siano solo opulenti e ornamentali: sigilli o manufatti indossati dai guerrieri hanno ad esempio una funzione specifica. Proveniente dalla civiltà dell’Asia centro-meridionale, il sigillo a stampo circolare in steatite cotta ad alta temperatura (collezione privata) mostra immagini di 4 mila anni fa con animali mitologici e il tulipano selvatico, tipico dell’Afghanistan. Fra gli altri oggetti esposti vi è una coppia di bracciali qasli bilezik di inizio XX° secolo realizzati in argento dorato con amalgama a mercurio e cornalina, indispensabili corredo delle donne nelle tribù turcomanne.
La spilla a forma di bulldog con monocolo (Francia, 1957) in oro giallo, smalto e topazio, e il trittico di orecchini “Sereno Variabile” (2018) in alluminio e ottone fanno parte delle collezioni Van Cleef & Arpels e Laura Cadelo-Bertrand, e sono solo alcuni dei gioielli che si possono vedere nella “Sala Bellezza” dove manifattura, tecniche, forme e materiali si armonizzano fra di loro.
Dedicato alla “Moda” lo spazio in cui il gioiello rappresenta l’evoluzione dei costumi attraverso pittura, musica, danza e arti in genere. Ecco allora un set di 4 spille in bachelite del 1935 (USA) che rappresentano suonatori di strumenti (banjo, viola, tamburo e sassofono) per rivivere le atmosfere della musica jazz oppure la spilla coccarda francese del 1970 prodotta dall’azienda britannica Sphinx in metallo dorato e perle simulate.
La “Sala Arte” è una collezione di oggetti in oro 18 carati di grande prestigio e dal valore simbolico: i pezzi più apprezzati? Un amuleto con un uccellino dorato sopra una gabbia in ottone (ricordo di una mostra assieme ad altri 49 amuleti realizzati da artisti di tutto il mondo) e una collana a forma di cane con la bocca rossa (Collezione Museo CODA di Apeldoorn, Paesi Bassi) dal design “caotico” con anelli martellati sino a ottenere forme differenti.
Gli ambienti espositivi “Design” e “Futuro” ospitano gioielli dedicati ai designer italiani e a come saranno con il trascorrere del tempo questi preziosi ornamenti. Si possono vedere una collana in oro 750 con diamanti taglio brillante che ricorda un viaggio in Giappone fatto da Daniela Vettori, la spilla “Vibrations 12” che gioca su sfumature di colore, una collezione di oro e biopolimero stampato in 3D o ancora un anello di sale (con filo e argento 925) dell’artista Iona Brown.
Se poi anche fra i monili cercate quelli divenuti icone lo specifico spazio (Sala Icone per l’appunto) espone, fra gli altri, un ciondolo con topazio centrale intagliato e smaltato con il ritratto della Vergine con il Bambino (Mellerio Dit Mellers, 1890); una croce del XVII° secolo, oggetto devozionale portoghese, piuttosto raro; una parure in platino con diamanti del 1920: anello, bracciale e spilla con piccole sculture di divinità egiziane.
Informazioni utili, orari e prezzi biglietti del museo
Indirizzo: Piazza dei Signori – 36100 Vicenza – telefono +39 0444 320799, mail info@museodelgioiello.itTariffe d’ingresso: intero 8€; ridotto 6€; scuole 2€; residenti 5€; associazioni 6€.
Orario di apertura: da martedì a venerdì dalle 15 alle 19; sabato e domenica dalle 11 alle 19. Aperture straordinarie: 21/22/25 Aprile, 1° Maggio, 2 Giugno e 8 Dicembre dalle 11 alle 19; dal 7 all’11 Settembre dalle 11 alle 20; 24 e 26 Dicembre dalle 15 alle 19. Chiuso il 25 e 31 Dicembre.
Sito ufficiale www.museodelgioiello.it