La Fontana del Nettuno a Bologna

Mostra tutte le foto » Bologna

Condividi Maria Grazia Masotti

È uno dei monumenti più noti di Bologna, e uno dei primi menzionati dalle guide turistiche della città felsinea. Stiamo parlando della Fontana del Nettuno, l’opera dedicata al dio del mare che i bolognesi affettuosamente chiamano “il Gigante”.

La statua del Giambologna - di proporzioni davvero notevoli con i suoi 3.20 metri di altezza e 22 quintali di peso - fa parte di un complesso rinascimentale commissionato nel 1564 dal vicelegato pontificio Pier Donato Cesi e destinato a ornare lo spazio ottenuto dalla demolizione di abitazioni preesistenti. Nacque così l’attuale Piazza del Nettuno, che oggi come allora fungeva da elegante accesso alla piazza principale della città, Piazza Maggiore.

Quest’ultima era la vera protagonista del progetto di rinnovamento urbanistico di Cesi, supportato da Papa Pio IV, che tra i vari interventi prevedeva la realizzazione del porticato di Palazzo dei Banchi, affidata al Vignola, e della nuova sede unificata dell’Università di Bologna, l’Archiginnasio.

Lo scultore fiammingo e gli altri artisti della Fontana del Nettuno

Completata nel 1566, a due anni di distanza dall’inizio dei lavori, la Fontana del Nettuno non è opera di un solo artista bensì di una collaborazione fra tre menti: l’architetto palermitano Tommaso Laurani, cui si deve la progettazione architettonica del complesso; lo scultore fiammingo Jean de Boulogne, più conosciuto in Italia come Giambologna, a cui Laurani affidò la realizzazione della statua del Nettuno e delle altre parti scultoree della fontana; e il fonditore Zanobio Portigiani, che provvide alla fusione del bronzo.

Non era la prima volta che Giambologna si cimentava con il tema del dio del mare. A Firenze, pochi anni prima, aveva partecipato alla gara per la realizzazione della Fontana del Nettuno di Piazza della Signoria, senza però riuscire ad aggiudicarsela. Il progetto bolognese divenne così per lo scultore una vera occasione di riscatto, che mise a frutto creando una figura dinamica e dotata di una perfetta simmetria di forme, in puro stile manierista.

Rappresentato nell’atto di placare le acque del mare con il suo braccio teso, il Nettuno simboleggia il potere del Papa stesso, che esercita il suo governo sul popolo cattolico al pari della divinità romana che regna sui flutti e sugli abitanti del mare. Più in generale, l’opera è volta ad esaltare il governo papale, caratterizzato da generosità e benevolenza. A rimarcare la simbologia della statua sono i quattro punti collocati ai piedi del Nettuno, che raffigurano i grandi fiumi dei quattro continenti all’epoca conosciuti: il Gange, il Nilo, il Rio delle Amazzoni e il Danubio.

Al di sotto della statua si trova un alto basamento in pietra, rivestito da ulteriori corpi scultorei tra cui si scorgono delfini e stemmi araldici, oltre ai putti appena citati. A colpire maggiormente l’attenzione degli osservatori sono però le sirene poste agli angoli del basamento dai cui seni zampillano piccoli getti d’acqua, che assieme agli altri ugelli (38 in totale) creano armonici giochi d’acqua.

Per alimentare la fontana di Piazza Nettuno vennero utilizzate due sorgenti, l’antica fonte Remonda che sgorga nei pressi della collina di San Michele in Bosco, e l’acqua della Conserva di Valverde, costruita appositamente per aumentare il flusso nel frattempo divenuto troppo scarso. Le acque confluivano nella grande vasca posta sui tre gradini della base, costruita in pietra calcarea (precisamente rosso ammonitico veronese) e in marmo bronzetto di Verona, opera degli artisti Giovanni Andrea della Porta, Antonio Fasano e Andrea Riva che si occuparono delle parti in pietra della fontana. Come per la facciata della Basilica di San Petronio, rimasta incompiuta, i colori dei materiali utilizzati si rifacevano a quelli del libero Comune di Bologna.

Sui lati della grande vasca in pietra si leggono inoltre quattro iscrizioni in latino che chiariscono le intenzioni dei committenti e il ruolo della fontana stessa: edificata nel MDLXIIII (1564), l’opera è stata costruita Fori Ornamento (a ornamento della piazza), Aere Publico (con denaro pubblico) e Populi Commodo (ad uso del popolo). Quest’ultima indicazione venne presa alla lettera dal popolo bolognese, che da subito utilizzò le acque della Fontana del Nettuno per uso pratico e personale. C’erano i venditori che mondavano la frutta e la verdura del mercato di Piazza Maggiore, le lavandaie che lavavano i panni e ancora i cittadini che riempivano i secchi per trasportare l’acqua a casa propria, con l’aiuto degli acquaioli. Quando poi si prese a utilizzare la vasca come vespasiano, il Comune di Bologna decise di proteggerla con una recinzione, rimossa soltanto nel 1888.

Gli atti di vandalismo non sono stati gli unici a nuocere alla salute della fontana. Dal ‘700 sino ad oggi, il monumento è stato sottoposto più volte a restauri conservativi per arginare i problemi strutturali di volta in volta emersi (fessure, deterioramenti della superficie ecc.). Sopravvissuta alle due guerre mondiali grazie alla sua rimozione da parte delle autorità, la statua del Gigante si presenta oggi in splendida forma grazie all’ultimo intervento di restauro concluso nel 2017, che ha interessato anche i materiali in pietra e l’impianto idraulico.

Segreti e curiosità sulla fontana

Quando si racconta la storia della Fontana del Nettuno non si può fare a meno di citare il curioso aneddoto del dito del Gigante, che visto in prospettiva ha alimentato la fantasia del popolo.
I bolognesi sanno infatti che, posizionandosi in un punto preciso di Piazza del Nettuno, in direzione via Rizzoli, segnalato da una pietra di colore scuro detta “pietra della vergogna”, il pollice della mano tesa del dio Nettuno appare all’altezza dell’inguine e ricorda un membro in erezione. Secondo la tradizione, quasi una leggenda metropolitana, l’origine di questa prospettiva “piccante” deriverebbe dalla ricerca di un escamotage del Giambologna per far apparire i genitali del Nettuno più grandi, e scavalcare così la censura del Papa.

Tra le curiosità sulla statua del Nettuno citiamo infine il tridente tenuto in mano dalla divinità, che venne scelto nel 1926 dalla casa automobilistica Maserati come simbolo del proprio marchio e che tuttora campeggia sulle auto della celebre ditta bolognese.

Come arrivare

Situata in piena ZTL di Bologna, la Fontana del Nettuno si può raggiungere a piedi dalla stazione con una passeggiata di 20 minuti circa lungo via Indipendenza, ed è raggiungibile anche in autobus.

Seguici anche su
Leggi anche ...