Una delle biblioteche più frequentate e importanti di Bologna, Salaborsa è un luogo unico in città. Da un lato perché si affaccia sulla piazza che ospita la Fontana del Nettuno e occupa quindi una posizione centralissima e di facile accesso. Dall’altro perché al suo interno non si trova soltanto una biblioteca, ma un mosaico di spazi diversi che riflettono la sua natura polivalente e in continua mutazione.
La storia della biblioteca Salaborsa inizia a fine 2001, in seguito ai lavori di ristrutturazione che portarono alla riapertura di questo enorme edificio nel cuore della città. Da quel momento Bologna ha acquisito un nuovo centro culturale a libero accesso, molto attento ai temi della contemporaneità e alla multimedialità delle sue collezioni, che comprendono libri (più di 255.000), cd, dvd, giornali, riviste e mappe per lo più a scaffale aperto.
La struttura si dispone su 4 piani (di cui uno interrato) dalle funzioni diverse. Entrando nella cosiddetta piazza coperta, che richiama nel nome e nel ruolo le limitrofe Piazza Maggiore e del Nettuno, si apre un ampio padiglione, molto luminoso, caratterizzato dal pavimento in cristallo e ghisa attraverso il quale si scorgono gli scavi archeologici sottostanti. La piazza funge anche da spazio espositivo, oltre ad ospitare una parte della biblioteca vera e propria e una caffetteria. La sezione dedicata ai bimbi e ai ragazzi si trova sia su questo piano che nel piano interrato, mentre il secondo e il terzo accolgono rispettivamente ulteriori sale lettura e l’Urban Center di Bologna.
La storia della Salaborsa
I resti archeologici visibili nella piazza coperta rappresentano il primo capitolo dell’antichissima storia che Salaborsa ha da raccontare. Scendendo nei sotterranei scopriamo infatti che l’attuale biblioteca si innalza su rovine di edifici appartenuti a grandi civiltà del passato: quella etrusco-villanoviana risalente al VII secolo a.C., e quella degli antichi romani, che fondarono la città di Bononia nel 189 a.C. Traccia della dominazione romana si ritrovano ad esempio nelle fondamenta di un enorme edificio (70 metri di lunghezza per circa 20 di larghezza), probabilmente i resti della basilica civile all’epoca situata all’interno del foro, rinvenuti tra il 1989 e il 1990. Già in epoca romana l’area della Salaborsa coincideva dunque con il fulcro della vita pubblica e politica di Bologna.Dopo le depredazioni e la rovina attraversate tra il V e il VII secolo d.C., il Medioevo segnò un momento di rinascita per questa zona del centro cittadino. Fu proprio nel Duecento che sorsero le prime abitazioni private, tra cui ricordiamo la dimora di Francesco Accursio, figlio del celebre giurista bolognese da cui prende il nome Palazzo d’Accursio, attiguo alla Salaborsa. Sulle rovine romane si eresse dapprima un palazzo merlato in stile tardo-romanico (1245), poi una cittadella fortificata (sotto i Visconti), trasformata nel 1360 in un giardino recintato da mura fortificate per volere del vicario pontificio Androino de la Roche, che venne conservato per più di quattro secoli.
Nel XVI secolo l’area verde del viridarium (così erano chiamati i giardini delle case patrizie romane) venne sostituita con un orto botanico o Orto dei Semplici, per mano del naturalista bolognese Ulisse Aldrovandi. Prendendo a modello l’orto botanico di Padova, nato soltanto pochi anni prima, nel 1568 dal precedente giardino vennero ricavate quattro aiuole rettangolari destinate alla coltivazione di semplici - nel gergo medioevale, i principi curativi estratti direttamente dalla natura -, di specie esotiche e acquatiche, di cui Aldrovandi si prese cura fino all'anno della sua morte. Non a caso nell’esperienza di Aldrovandi si rintraccia l’origine della botanica moderna.
Oggi scomparso, possiamo però osservare i resti della vasca utilizzata per le piante acquatiche visitando gli scavi archeologici sotto il pavimento di Salaborsa. Nel 1765 l’orto botanico venne infatti smantellato e trasferito nella sua sede odierna su via Irnerio. Ciò che ne rimase fu soltanto un prato erboso, che fino al 1883 fu riservato alle esercitazioni militari e del corpo pompieri.
In quell’anno Salaborsa cambiò ancora una volta la sua destinazione d’uso. Un gruppo di imprenditori bolognesi riuniti in un comitato promotore decise infatti di riconvertire il giardino in una sala borsa vera e propria, uno spazio dedicato a contrattazioni, agli scambi e ad altre operazioni di mercato. Ne risultò una struttura in ferro, realizzata in tre anni dalla ditta di Alfredo Cottrau e da Paolo Boubée, esperto nelle lavorazioni metalliche. Dal punto di vista architettonico, la sala borsa si inseriva da un lato nel movimento modernista allora diffuso in altre città italiane, e dall’altro grazie al suo impianto decorativo anticipava il gusto Liberty che si sarebbe diffuso di lì a poco in Italia.
La sala borsa tardo-ottocentesca non è dissimile dall’edificio che vediamo ancora oggi: un padiglione in ghisa e vetro, con un luminoso lucernario aperto sulla tettoia in metallo a quattro spioventi, e un porticato sorretto da sottili colonne di ghisa. Il secondo e terzo ballatoio furono invece edificati nel 1924 dall’ingegnere Francesco Tassoni.
Il 1903 fu l’anno della svolta. Fallito il progetto della sala borsa a causa del crollo delle operazioni commerciali, da quel momento il nuovo palazzo eretto nel centro di Bologna mutò vocazione in maniera molto frequente, ospitando talvolta anche più attività sotto allo stesso tetto. È il caso degli anni 1917-1920, quando al suo interno si installarono una mensa, una banca (la Cassa di Risparmio) e l’agenzia dell'Ente Nazionale Turismo. Per una cinquantina d’anni, poi, Salaborsa tornò ad ospitare la Cassa di Risparmio, sfruttando peraltro la cisterna dell’orto botanico di Aldrovandi come caveau (ancora visibile nel piano interrato).
Prima di assumere a pieno titolo il ruolo di biblioteca e polo culturale cittadino, l’edificio passò attraverso altre, quasi impensabili destinazioni. Pur rimanendo di fatto una banca, tra il secondo Dopoguerra e gli anni ‘60 Salaborsa venne utilizzata addirittura come palazzetto dello sport, e la piazza coperta fu teatro di partite di pallacanestro e incontri di boxe. In seguito accolse prima il Teatro Stabile dei Burattini e poi gli uffici amministrativi del Comune di Bologna; nel 2001 inaugura infine la Biblioteca Salaborsa.
Informazioni utili per organizzare una visita
Orari di aperturaLa biblioteca Salaborsa è aperta al pubblico dal lunedì al sabato, con gli orari seguenti:
lunedì: 14.30 - 20:00
martedì-venerdì: 10:00 - 20:00
sabato: 10:00 - 19:00
Gli scavi archeologici sono visitabili liberamente e gratuitamente, oppure tramite visita guidata. Per maggiori informazioni consultare il sito della Salaborsa.