Bologna, città di torri, tortellini e dinosauri! Già, perché a Bologna esiste uno dei musei paleontologici più importanti d’Italia: il Museo di Geologia Giovanni Capellini, che all’interno della sua sede ospita una ricca collezione di fossili di piante, invertebrati, una folta raccolta di rocce e alcuni maestosi esemplari fossili di vertebrati, dinosauri appunto.
Storia
Il Museo Geologico di Bologna vanta una storia ultracentenaria. La sua apertura avvenne ufficialmente nel 1881 durante il II° Congresso Geologico Internazionale che si tenne nella città felsinea, su iniziativa di Giovanni Capellini (1833-1922). Eminente geologo e paleontologo di origine spezzina, Capellini ricoprì più volte un ruolo di spicco nel panorama accademico bolognese, quello di rettore dell’ateneo felsineo, ottenendo di fatto la prima cattedra di geologia in Italia, assegnatagli nel 1860 dall'Università di Bologna. Durante la sua lunga e feconda carriera Capellini collezionò però altri primati: fu il fondatore e primo presidente della Società Geologica Italiana (1883), e creò la prima carta geologica d'Italia che raffigurava i diversi tipi di rocce affioranti sul territorio italiano.Concepito in ambito accademico, ancora oggi il Museo Geologico Capellini rientra nel Sistema Museale dell’Ateneo bolognese (SMA) e sorge nella stessa sede in cui fu fondato più di un secolo fa, in piena zona universitaria. Nonostante la sua inaugurazione ufficiale risalga al 1881, la raccolta di reperti destinati al museo ebbe inizio qualche anno prima, nel 1860, per mano dello stesso Capellini, che nei suoi anni bolognesi collezionò circa 30.000 pezzi. Al momento della sua nascita il patrimonio del museo poteva contare inoltre su una parte della collezione del celebre naturalista Ulisse Aldrovandi (1522-1605), su reperti provenienti dalla Wunderkammer del nobiluomo Ferdinando Cospi (1606-1686) e su alcuni pezzi derivanti dall’Istituto delle Scienze di Luigi Ferdinando Marsili, celebre scienziato vissuto a Bologna tra il 1658 e il 1730. Nel corso del II° Congresso Geologico Internazionale il patrimonio museale si arricchì infine di reperti donati dai partecipanti stessi.
La collezione di geologia
Cosa vedere all’interno del Museo di Geologia Capellini? Con una collezione di quasi un milione di reperti, orientarsi può non essere facile.I fossili si possono tuttavia suddividere in quattro macrocategorie: piante, rocce, invertebrati e vertebrati, tutti conservati all’interno degli arredi originali del tardo XIX secolo. Il museo è quindi un viaggio a 360° nel mondo della fauna e della flora fossili: introdotto dalla vasta collezione di rocce al piano terra, il percorso continua con le balene plioceniche, i pesci eocenici provenienti dalla località Bolca sui monti del veronese, e la collezione di Cycadeoidee (un tipo di pianta diffusa tra il Giurassico e il Cretaceo Superiore), che vanta il primato di essere la più grande d’Europa.
I dinosauri del museo: Diplodoco e Tethyshadros
Al primo piano sono custoditi invece gli scheletri colossali di due dinosauri: il Diplodoco di Carnegie, il più imponente del museo con i suoi 26 metri di lunghezza e 4 di altezza, vissuto nell’attuale Nord America al termine dell’era giurassica, e il più grande esemplare di dinosauro rinvenuto in Italia, il Tethyshadros, che visse nel Cretaceo Superiore nella zona di Trieste. Nelle sale del primo piano si trova però anche un mammifero appartenente alla famiglia dei proboscidati, di cui fanno parte anche gli odierni elefanti. È il mastodonte d'Arvernia, presente in Europa tra 10 e 1,5 milioni di anni fa.Non dimenticate Infine di visitare la sala dedicata a Luigi Ferdinando Marsili, che oltre a sedici reperti fossili - la maggior parte appartenenti ad esemplari di elefanti che lui stesso studiò e illustrò - comprende le catene con cui rimase legato per ben due anni quando nel corso della sua carriera militare cadde nelle mani dei turchi (1682).