E’ il centro storico ideale di Palermo, una sorta di punto d’incontro fra le due grandi arterie cittadine – via Vittorio Emanuele e via Maqueda - e divide il capoluogo siciliano in 4 cantoni chiamati anche “mandamenti”: Palazzo Reale, Castellammare, Tribunali e Monte di Pietà.
Siamo ai Quattro Canti, la piazza voluta dal viceré spagnolo Villena (proprio a lui si deve l’altro nome con cui è conosciuta) realizzata su progetto di Mariano Smiriglio. Qui, dove oggi assieme ai calessi sostano le più moderne “lape” (la simpatica motoape con calesse), un tempo c’era il nucleo centrale della Palermo in cui, conclusa la dominazione feudale, i viceré spagnoli fecero costruire edifici barocchi, chiese e residenze padronali.
Gli altri nomi della piazza
Seppure il nome esatto della piazza sia quello che deriva per l’appunto dal marchese Juan Fernandez Pacheco de Villena y Ascalon, quest’area urbana a forma ottagonale è nota anche come Ottangolo (per via della forma geometrica) e Teatro del Sole perché sempre illuminata almeno in parte durante le ore del giorno.Simbolo di una importante rivoluzione urbanistica, questa piazza rappresenta il centro della Palermo barocca. Le facciate convesse che formano i Quattro Canti sono adornate da statue che raffigurano i fiumi cittadini (Papireto, Oreto, Kemonia e Pannaria), l’allegoria delle stagioni, i regnanti storici della città e le patrone palermitane.
Il risultato è una suggestiva scenografia cittadina che trasforma i quattro eleganti edifici all’incrocio delle vie in una quinta teatrale che alterna sapientemente opere scultoree e stili architettonici.
I cantoni della piazza
Il cantone sud, nel quartiere dell’Albergheria, è impreziosito da Venere (a rappresentare la primavera), Carlo V° e Santa Cristina mentre quello nord (quartiere La Loggia) accoglie Bacco (autunno), Filippo IV° e Sant’Oliva. Appartenente al quartiere del Capo, nel cantone ovest ci sono Cerere (estate), Filippo II° e Santa Ninfa; infine quello est (quartiere Kalsa) è adornato con Eolo (l’inverno), Filippo III° e Sant’Agata.Le sculture sono collocate nelle nicchie degli edifici settecenteschi suddivisi architettonicamente in tre livelli (oltre al piano terra) caratterizzati dall’ordine dorico, ionico e infine corinzio. Al centro del piano inferiore, in ogni cantone, vi è una fontana che rappresenta i fiumi della città; poi si susseguono le allegorie delle 4 stagioni, le statue dei regnanti e più in alto quelle delle sante patrone.
Ideata inizialmente dall’architetto di Firenze Giulio Lasso che s’ispirò alle Quattro Fontane di Roma, la piazza subì un cambiamento del programma decorativo originario su suggerimento dell’ingegnere del Senato Mariano Smiriglio (le statue dei sovrani e delle patrone si scambiarono di posizione). Ogni prospetto fu inoltre impreziosito da tre stemmi: al centro quello reale e agli angoli quelli senatorio e viceregio.
Curiosità sulla piazza
Questo luogo di Palermo è ricordato anche per via dell’impiccagione avvenuta nel luglio 1789 di un’assassina seriale, tale Giovanna Bonanno, nota come “La vecchia dell’Aceto”. La donna venne infatti giustiziata sulla forca proprio in piazza Villena, accusata di aver avvelenato con massicce dosi di aceto i mariti di molte palermitane che a lei si erano rivolte per risolvere matrimoni infelici.Per gli appassionati di cinematografia un’ultima curiosità sui Quattro Canti: qui, nel 2008, sono state ambientate le scene principali di Palermo Shooting, film drammatico che narra la storia di un fotografo di successo che per fuggire a una vita disordinata decide di abbandonare tutto e trasferirsi a Palermo, città che gli cambierà l’esistenza.