E' da sempre il cuore di questa città, sia quando sotto Roma si chiamava Costantinopoli, sia quando era conosciuta come Bisanzio, e lo è stata anche sotto l'Impero Ottomano, nell'Istanbul storica. Oggi come centro popolare cittadino l'Ippodromo è stato sopravanzato dalla piazza Taksim, nel quartiere di Beyoglu, ma per i turisti rimane uno dei luoghi imperdibili della città, se non fosse che su questa piazza si aprono due dei più mirabili monumenti cittadini, il museo di Santa Sofia e la Moschea Blu.
L'Ippodromo fu costruito dall'imperatore romano Settimio Severo nel 203 dopo Cristo, mentre l'imperatore Costantino lo allargò ed ornò con bellissime opere, che furono portate là da luoghi diversi dell'impero romano quando fu scelta questa città come sua nuova capitale, Costantinopoli. L'Ippodromo non era usato solo per le gare, ma anche per incontri pubblici. Le stesse gare avevano comunque una valenza politica: i carri trainati da 2 o 4 cavall che correvano qui, rappresentavano i quattro gruppi politici, con ogni gruppo rappresentato da un colore. Più tardi questi quattro gruppi furono riuniti in due sole fazioni: i Blu e i Verdi.
I Blu erano le classi medie ed aristocratiche, diciamo i conservatori, mentre i Verdi erano più popolari e radicali. Le gare erano quindi anche competizioni politiche ed erano quindi molto importanti nella città. Poi nel 531 dopo Cristo L'ippodromo fu teatro di una rivolta congiunta tra Blu e Verdi contro le tasse di Giustiniano: fu il primo massacro effettuato all'Ippodromo, con 30.000 persone che furono trucidate dai soldati dell'Imperatore che soffocò nel sangue la ribellione di Nika. Altre volte l'Ippodromo fu teatro di tensioni, scontri e massacri: per esempio fu qui che i Giannizzeri del Sultano furono eliminati definitivamente da Mahmud II nel 1826.
Oggi rimangono in evidenza solamente l'Obelisco Egizio di Teodosio, la colonna Serpentina e poco altro. In base agli scavi effettuati, l'ippodromo doveva avere una larghezza di 117 ed una lunghezza di 480 metri, con una capacità complessiva di circa 100.000 spettatori. L'ippodromo fu distrutto e saccheggiato in massima parte nel 1204 dai Crociati. Anche se Costantinopoli era una città cristiana, i Crociati la misero a ferro e fuoco, trafugando parecchio materiale dell'Ippodromo. La celebre quadriga in bronzo fu trafugata, ed ora due cavalli di quel gruppo si trovano a Venezia nella Basilica di San Marco. Con la dominazione turca l'Ippodromo perse la sua popolarità e soprattutto con la costruzione della Moschea Blu, l'antico ippodromo cambiò nome e divenne un luogo in cui gli ottomani addestravano i loro cavalli. Molte colonne delle gallerie, sopravvissute ai vari saccheggi furono poi sottratte ed utilizzate per la costruzione della moschea Suleymaniye Camii.
Chi arriva ora ad Istanbul può ammirare gli unici tre monumenti rimasti dalla costruzione originale: spettacolare è sicuramente l'Obelisco di Teodosio, che il governatore romano di Alessandria inviò all'imperatore Teodosio I nel 390 dopo Cristo. L'obelisco in granito poggia su di un basamento in marmo, su cui sono scolpite scene riguardanti la vita di Teodosio. Non perdetevi la particolare Colonna Serpentina (o Tripode di Platea), che era stata eretta di fronte al Tempio di Apollo a Delfi, ed è stata portata qui da Costantino nel 330 dopo cristo. Le 3 teste di serpente sono però andate perse, un frammento è visibile ai Musei archeologici di Istanbul.
Infine all'estremità meridionale dell'Ippodromo si trova un secondo obelisco, in pietra grezza: un tempo era rivestito da placche di bronzo dorato, trafugate dai Crociati che le scambiarono per oro. Ricordiamo che sul lato ovest della piazza si trova il Museo di Arti Turche ed Islamiche. L'ippodromo assume una magia particolare alla sera, quando i profili illuminati di Santa Sofia e la Moschea Blu assumono una connotazione da fiaba, e durante il mese di Ramadan, quando alla sera si anima con grandi folle, bancarelle e stand gastronomici per festeggiare la fine del digiuno giornaliero.
Sito ufficiale: non disponibile
Indirizzo: Centro di Sultanahmet
Ingresso: gratuito
Orari: sempre accessibile