Il British Museum, il più famoso museo di Londra

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Condividi Enrico Montanari

L’attrazione turistica più popolare d’Inghilterra è ufficialmente il British Museum, il più celebre dei musei della capitale, visitato ogni anno da più di 5 milioni di persone. Si tratta di uno dei musei più antichi e interessanti del mondo, essendo stato aperto nel 1749 come “gabinetto di rarità” dal medico di corte Hans Sloane che, dopo la morte, decise di lasciarlo in eredità alla nazione. Attualmente l’immensa collezione comprende circa 7 milioni di reperti, accumulati nel corso degli anni grazie ai saccheggi compiuti nelle terre dell’impero britannico e a varie acquisizioni. Sebbene la provenienza dei pezzi sia per così dire discutibile, visitando il British Museum si avrà modo di compiere un’entusiasmante carrellata culturale a partire dall’antico Egitto fino alle antichità medievali.

L’ingresso principale è il magnifico portico di Great Russell Street, mentre quello posteriore in Montague Place è molto più tranquillo e meno utilizzato dai visitatori. Il museo è enorme, perciò è meglio decidere in partenza su cosa concentrarsi e cosa tralasciare, contando magari su una seconda visita nel proseguo del soggiorno. Se preferite potrete avvalervi di 9 visite guidate alle singole gallerie da 50 minuti ciascuna, oppure di semplici audioguide acquistabili al banco informazioni pagando 3,50 £. Da qualche tempo è disponibile anche il Compass, un sistema multimediale accessibile grazie a 50 terminali sparsi per il museo che vi condurrà in una sorta di visita virtuale del museo, consentendovi di stilare un vostro circuito personalizzato e fornendovi ulteriori informazioni su particolari esposizioni.

L’edificio attuale è un prodigio neoclassico costruito nel 1847 da Robert Smirke, tra i pionieri dello stile neoellenico in Gran Bretagna. Da allora la principale modifica è stata l’aggiunta della Great Court, la più grande corte coperta d’Europa, progettata dall’architetto Norman Foster nel 2000. Questo intervento da 100 milioni di sterline circonda la Reading Room, utilizzata dalla British Library prima del trasloco in King’s Cross, in cui negli anni hanno lavorato personaggi del calibro di Karl Marx, Mahatma Gandhi, Lenin, Charles Dickens, Thomas Hardy e Charles Darwin solo per citare i più noti.

La visita ha inizio proprio dalla Great Court, presso la quale è esposto uno dei reperti più conosciuti: la stele di Rosetta. Scoperta nel 1799, la stele è una grande pietra (114 x 72 cm) di basalto nero incisa in tre tipi di scrittura, due in uso nell’antico Egitto e in greco antico, che ha permesso agli studiosi di decifrare i geroglifici egizi. Prima di passare alla seconda importantissima attrattiva rappresentata dai marmi del Partenone, si possono visitare le nuove Sainsbury African Galleries, situate all’estremità settentrionale della parte inferiore del cortile, che offrono un’interessante panoramica sulla cultura e le tradizioni delle società africane dall’antichità ai giorni nostri. Da non perdere poi la King’s Library, un vero e proprio gioiello di architettura neoclassica costruito nel 1820 che ospita una mostra permanente intitolata “Enlightenment: Discovering the World in the 18th Century” (L’Illuminismo: la scoperta del mondo nel XVIII secolo).

Nella sala 18 si trovano i marmi del Partenone, le splendide decorazioni che in passato ornavano le pareti del Partenone di Atene. Gli archeologi sono concordi nel ritenere che metope, triglifi e fregio illustrino la grande processione al tempio che si svolgeva in occasione delle feste panatenaiche, uno tra gli eventi più importanti del mondo greco, che celebrava il giorno della nascita della dea Atena. Queste magnifiche sculture, realizzate da Fidia e la sua bottega, sono conosciute come Elgin Marbles (Marmi di Elgin), dal nome di Lord Elgin, l’ambasciatore inglese presso l’impero ottomano che nel 1806 le fece trasportare dal Partenone in Inghilterra. Tuttavia, tale denominazione è da ritenersi politicamente scorretta, dato che il governo greco ha ufficialmente chiesto al museo la restituzione delle sculture, ricevendo in cambio un no che ha aperto una controversia ancora in corso.
Ai piedi dello scalone orientale, presso la sala 27, si trova la Mexican Gallery, all’interno della quale è in mostra la macabra e terribilmente affascinante maschera di Tezcatlipoca, il cosiddetto “Teschio dello Specchio Fumante”, un manufatto cerimoniale azteco quattrocentesco composto da un mosaico di pietre preziose incastonate su un teschio umano. A seguire si accede alla cosiddetta collezione Stein sull’Asia centrale, che raggiunge l’apice con le magnifiche sculture di Amaravati, statue raffiguranti divinità femminili indiane collocate nella sala 33. Molto belle sono anche le rappresentazioni in rame e pietra di Shiva danzanti e imperturbabili Buddha.

Nella sala 52 è esposto lo straordinario tesoro di Oxus, una raccolta di oggetti di valore persiani databili tra il VII e il IV secolo a.C.. I reperti provengono quasi tutti da Persepoli, l’antica capitale persiana, e si narra che il tesoro fu oggetto di un tentativo di furto sventato dagli inglesi che decisero di trasportare l’intera collezione al museo. Da non perdere, nella sala 50, lo spettacolare uomo di Lindow, una mummia di palude vissuta nell’Età del ferro rivenuta nel 1984 in una torbiera in località Lindow Moss, non lontano da Wilmslow, nel Cheshire. Dalla conformazione del cadavere si è stabilito che la morte è sopraggiunta a causa di un colpo alla testa, probabilmente di un’ascia, seguito da un tentativo di strangolamento.
Sempre al piano superiore ci sono altre antichità greche, la galleria celtica e la Wellcome Gallery of Ethnography, dove sono esposti una statua e le insegne regali dell’Isola di Pasqua portate in Inghilterra dal capitano Cook. Nel resto del museo sono trattate inoltre l’archeologia, la scienza e il regno della natura, con pezzi che vanno dalle marionette indonesiane ad un accurato plastico del sistema solare. Impossibile vedere tutto in un solo giorno, il consiglio è quello di destinare al museo almeno un paio di giornate o, in alternativa, di scartare a priori le sezioni che interessano meno.

Le gallerie del British Museum sono aperte da sabato a mercoledì dalle 10.00 alle 17.30, fino alle 20.30 il giovedì e il venerdì, mentre gli orari della Great Court vanno dalle 9.00 alle 18.00 da domenica a mercoledì, fino alle 23.00 da giovedì a sabato. L’ingresso è libero, ma si consiglia di fare un’offerta di almeno un paio di sterline. Per raggiungere il museo in metropolitana si può scendere a Tottenham Court Rd o a Russell Sq. Per maggiori info visitate www.thebritishmuseum.ac.uk o chiamate il numero 7323 8000

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