Dopo il Van Gogh Museum, il Rijksmuseum è il museo più visitato di Amsterdam. L’edificio, che rappresenta la vera e propria porta di ingresso al Quartiere dei Musei, è stato progettato nel 1885 dal noto architetto Pierre Cuypers, autore tra l’altro della Centraal Station. A rendere celebre il Rijksmuseum a livello internazionale è la sua sterminata collezione di arte fiamminga, probabilmente la più ricca e completa del mondo, della quale fanno parte Jan Steen, Rembrandt van Rijn, Jan Vermeer, Frans Hals e Jacob Van Ruisdael, solo per citarne alcuni. Altrettanto nobile è la collezione d’arte asiatica, senza dimenticare la presenza di qualche celebre dipinto italiano come la “Madonna col Bambino” di Cima da Conegliano.
La fondazione del Rijksmuseum risale al 1800, quando fu inaugurata la prima mostra a L’Aia per esporre le collezioni degli statolder olandesi. All’epoca il museo era noto come Nationale Kunst-Gallerij (Galleria Nazionale d’Arte), ma dal 1808, anno del suo definitivo trasferimento ad Amsterdam per ordine dello stesso Luigi Napoleone, nipote di Napoleone Bonaparte, assunse il nome attuale. Nel 1863 fu indetto il concorso per la progettazione della nuova sede del Rijksmuseum, ma nessuna delle soluzioni proposte fu ritenuta abbastanza valida. Nel 1876 fu bandita una nuova competizione, al termine della quale fu scelto il progetto di Pierre Cuypers (1827-1921) che, il 1° ottobre delle stesso anno, diede il via al cantiere.
Lo stile del museo, che ostenta una eccezionale somiglianza con la Centraal Station, coniuga il neogotico con elementi tipici del Rinascimento olandese. Alcuni aspetti di questo neogoticismo, come le torri e le vetrate colorate, furono aspramente criticate dalla comunità protestante; tra i maggiori oppositori figurava anche lo stesso monarca dell’epoca, che soprannominò l’edificio “il palazzo dell’arcivescovo”. Il Rijksmuseum fu pensato per ospitare diverse collezioni nazionali, tra cui quella collocata in precedenza nel palazzo di piazza Dam e poi nella Trippenhuis di Kloveniersburgwal, affermandosi perciò come un punto di riferimento per l’arte olandese, nonché come tappa obbligata per ogni turista che visiti la capitale dei Paesi Bassi.
Al suo interno sono esposti più di 5.000 dipinti suddivisi in oltre 200 sale, perciò occorre selezionare in anticipo cosa vedere e cosa no, per evitare di perdersi. Acquistato il biglietto (14 € per gli adulti, gratuito per i minori di 18 anni), munitevi di piantina e cominciate la visita. Ci sono cinque collezioni principali: la raccolta più affollata è quella dei dipinti, che comprende i maestri olandesi e fiamminghi dal XV al XIX secolo. Il vanto di questa sezione è l’enorme “Ronda di notte” dipinto da Rembrandt van Rijn nel 1650, ma sono tante le opere del maestro di Leiden da vedere. Nella sala 211, ad esempio, si trovano i dipinti giovanili di Rembrandt, accomunati da un utilizzo di colori decisamente più vivaci rispetto agli ultimi. Sempre al primo piano ci sono “La sguattera di cucina” e “Donna in blu che legge una lettera” di Jan Vermeer, “L’allegro bevitore” di Frans Hals, “La famiglia felice” di Jan Steen, una “Natura morta” di Barthélemy d'Eyck, e “Corteggiamento gentile” di Willem Buytewech.
Le altre collezioni riguardano: la scultura e le arti applicate, tra cui figurano le maioliche di Delft, le magnifiche case di bambole, le porcellane e i mobili; la storia olandese, ma se siete interessati a questo argomento è meglio recarsi all’Amsterdam Historisch Museum o al Nederlands Scheepvaartmuseum; l’arte asiatica, che comprende il famoso “Shiva danzante” del XII secolo; e le stampe, sviscerate mediante mostre a rotazione che spaziano tra gli oltre 800.000 disegni e stampe di proprietà del museo. Del complesso fa parte anche la Rijksmuseum Research Library, la più grande libreria pubblica incentrata sull’arte di tutti i Paesi Bassi.
Sito ufficiale: www.rijksmuseum.nl