A nord del corso del Liffey si allunga O’Connell Street, un tempo focolaio della resistenza, nonché uno dei viali più belli di Dublino. Sebbene l’apertura di decine di fast-food e di insulsi negozi di souvenir ne abbia in parte compromesso fascino e atmosfera , O’Connell St ha conservato un sapore del tutto particolare, diverso da ogni altro luogo della capitale irlandese. Qui si trovano cinema, teatri, pub ed il pittoresco Moore Street Market, oltre ad una serie di statue in bronzo raffiguranti alcuni dei maggiori protagonisti della storia locale. La collocazione di queste opere d’arte non è affatto casuale, dato che O’Connell St è stata per anni centro nevralgico della resistenza, nonché teatro di eventi sanguinosi che hanno segnato profondamente la storia del paese.
Partendo da sud, dalle sponde del Liffey, la prima cosa da vedere è l’O’Connell Bridge. Il ponte, che stupisce per la sua larghezza, fu costruito sul finire del XVIII secolo e offre begli scorci panoramici sull’Half Penny Bridge, sull’imponente Custom House e sui docks. A sud di O’Connell Bridge si estende il quartiere di Trinity College, mentre a nord si apre la prospettiva dell’alberata O’Connell St. Camminando per qualche decina di metri, all’incrocio con Abbey Street Middle, si arriva all’Eason’s (aperta da lunedì a mercoledì e il sabato dalle 8.30 alle 18.45, giovedì dalle 8.30 alle 20.45, venerdì dalle 8.30 alle 19.45 e domenica dalle 12.00 alle 17.45), una grande libreria-cartoleria ideale per acquistare souvenir, seguita dal General Post Office (aperto da lunedì a sabato dalle 8.00 alle 20.00). Con le sue colonne enormi più che una posta l’edificio assomiglia a un tempio, fatto costruire nel XIX secolo e assaltato dai ribelli nel 1916. A ricordare l’evento sono alcuni quadri appesi all’interno e la statua del leggendario Cú Chulainn agonizzante.
Dall’altro lato di O’Connell Street, proprio di fronte al grande magazzino Clery’s, si trova un’altra statua: quella del leader sindacale Jim Larkin (1876-1947), vero e proprio fautore dello sciopero generale del 1913; Larkin è qui raffigurato con le braccia sollevate al cielo intento ad esortare i lavoratori a combattere per i propri diritti. Accanto alla statua si erge la Spire, la gigantesca guglia progettata dall’architetto Ian Ritchies nel 2003 per sostituire l’antica colonna di Nelson. Il monumento, dall’alto dei suoi 120 metri di altezza, domina tutta la città e negli anni è diventato uno dei luoghi d’incontro preferiti da abitanti e turisti.
A questo punto si può scegliere se svoltare a destra, in Henry St, o a sinistra in North Earl St. Nel primo caso a pararvisi davanti sarà il pittoresco Moore Street Market, mentre all’imbocco della pedonale North Earl St si trovano la statua di James Joyce (1882-1941) e lo storico pub Madigan’s. Il mercato, aperto tutte le mattine, è lo specchio della Dublino di un tempo e consente di apprezzare usi e costumi ormai scomparsi a causa del boom economico moderno. Lo stesso legame col passato traspare entrando al Madigan’s, all’interno del quale la gente del quartiere si ritrova ogni giorno per chiacchierare e scolarsi qualche pinta di Guinness in un ambiente caldo e accogliente. Infine resta da vedere la solitaria statua bronzea di James Joyce, che pare osservare con aria perplessa questa versione un po’ frenetica della O’Connell St del XXI secolo.
Più avanti, parallela a North Earl St, ha inizio Cathedral St, dal cui nome si intuisce la presenza di una grande chiesa. L’edificio in questione è la St Mary’s Pro-Cathedral (aperta al pubblico da lunedì a sabato dalle 7.30 alle 18.45, domenica dalle 9.00 alle 13.45 e dalle 17.30 alle 19.30 a ingresso libero), l’ottocentesca cattedrale cattolica somigliante a un tempio greco. Prevista inizialmente lungo O’Connell St, si è preferito collocarla un po’ in disparte rispetto al viale principale per non urtare la sensibilità dei cittadini protestanti; una curiosità è legata al suo nome, preceduto da “Pro” in quanto il titolo di cattedrale era già stato assegnato dal Papa alla Christ Church nel XII secolo.
O’Connell St termina all’incrocio con Parnell St, ma prima restano da vedere altre due statue. La prima è quella di Padre Theobald Mathew (1790-1856), il cosiddetto “apostolo della temperanza”, che nel 1840 diede il via ad un’energica campagna contro il “demone dell’alcool” riuscendo nell’impresa apparentemente impossibile di far smettere di bere birra a migliaia di irlandesi. La seconda, posta proprio in fondo alla via, raffigura Charles Stewart Parnell (1846-1891), il “re d’Irlanda senza corona”, convinto sostenitore dell’autogoverno che fu vittima dell’intolleranza irlandese.