Ogni domenica a Madrid si ripete l'antica tradizione del mercato: artigiani, venditori e mercanti convergono a sud di Plaza Mayor, nella zona di Plaza Cascorro e nelle strade circostanti, dove in una miscela di modernità e tradizione si svolge il famoso mercato madrileno, universalmente conosciuto come El Rastro. Il nome attuale deriva probabilmente dal “rastro”, ovvero il sentiero (di sangue), che scorreva lungo la pendenza della strada, lasciato dagli animali uccisi nei due macelli di quartiere attivi tra il XVI ed il XIX secolo, trasferiti altrove nel 1928.
Già nel 1697 lo scrittore Armesto y Casto raccontò le storie delle Vendedoras del Rastro in una sua opera, mentre il commediografo Carlos Arniches scrisse alcuni commedie ambientate in questo mercato; i riferimenti al Rastro sono comunque presenti da sempre nella letteratura spagnola, basti pensare a grandi autori come Cervantes o Covarrubias, tra gli altri.
Risalente al Medioevo – per la precisione al XV secolo – El Rastro è uno dei più grandi ed antichi mercati in Europa, ma al contempo anche uno dei più moderni e dinamici. Schiere di venditori e acquirenti, residenti della capitale della Spagna ma anche tantissimi turisti, hanno reso El Rastro uno dei luoghi più frequentati della città, attrazione indicata come imperdibile in tutte le guide di viaggio della capitale nonché dichiarata ufficialmente Patrimonio Cultural del Pueblo de Madrid. Per i madrileni, e non solo, è fantastico vagare su e giù per le sue strade, perdersi tra la folla, divertirsi praticando l'arte del mercanteggiare e godersi questa atmosfera unica ed irripetibile che solo un mercato genuino riesce sempre ad offrire.
Attualmente risulta difficile stabilire i confini del mercato, data la sua enorme estensione; nasce intorno alla calle Ribera de Curtidores che scende il fianco della collina e si snoda a sud della Plaza Cascorro, in una miriade di strade e piazze delimitate, a grandi linee, dalla Calle Embajadores ad est, dalla Ronda de Toledo a sud, e dalla Calle de Toledo ad ovest, ma le bancarelle si susseguono ininterrottamente anche in alcune strade e nelle piazze adiacenti, come la calle San Cayetano e calle Fray Ceferino Gonzalez, fino alla piccola Plaza de Tirso de Molina, nota per ospitare la sede della CNT spagnola.
Nel periodo compreso tra gli anni Ottanta ed il Duemila, i sindaci che si sono succeduti alla guida della capitale sono intervenuti ripetutamente per cercare di riorganizzare El Rastro, diminuendo la sua estensione ed eliminando le postazioni fisse dei giorni lavorativi degli ambulanti, giungendo alla totale eliminazione in favore di posti auto a pagamento. E' stato quello uno dei periodi più duri per il mercato, ma il pubblico non ha mai smesso di frequentarlo ed animarlo come ha sempre fatto per oltre cinque secoli.
La Ribera de Curtidores, la zona dove un tempo si trovavano sia il macello dei suini che le concerie dove venivano trattate le pelli di toro, ospita dunque oggi uno dei mercati più conosciuti al mondo: la domenica ed i giorni festivi convergono qui oltre un migliaio di venditori di strada che aprono le loro bancarelle intorno alle nove di mattina.
Se all'inizio del mercato, nelle prime ore della domenica, sono soprattutto i turisti, le donne di casa ed i reduci della movida notturna ad animare il mercato in cerca di qualche affare, è solo a mezzogiorno che lo spazio di Plaza de Cascorro, dove si trova la statua di Eloy Gonzalo, giunge al culmine dell'affollamento: un flusso continuo di madrileni si mescola a quello dei turisti, emergendo dalle stazioni della metropolitana di Tirso de Molina, La Latina e Puerta de Toledo.
È vero che i tempi sono cambiati da quando El Rastro era conosciuto come un covo di borseggiatori e truffatori, ma ancora oggi è buona norma adottare le comuni precauzioni per evitare di farsi rubare la borsa o il portafogli; anche gli articoli in vendita sono cambiati nel corso degli anni, ma rimane sempre viva l'essenza di un mercato in cui tutto può essere comprato e venduto, come descrivevano illustri scrittori del XIX secolo quali Carlos Cambronero e Hilario Peñasco. L'atmosfera che si respira ha ancora un sapore antico e vagamente romantico, nonostante la folla (sono quasi centomila gli avventori domenicali del mercato) e l'apparente caos, che rende il suo fascino inossidabile al tempo.
Chiunque abbia visitato almeno una volta questo mercato, potrà confermare come non esista merce che non possa essere venduta in queste strade: vestiti di prima e seconda mano, gioielli, frutta, verdura, passando per musica, monete antiche, libri e souvenir, fino ad arrivare all'antiquariato o ad oggetti originali e stravaganti, che mai ci si aspetterebbe di trovare in un mercato. Come spesso accade, vi sono anche strade a tema, come ad esempio la Calle de San Cayetano, nota come la via dei pittori, o la calle Fray Ceferino González, conosciuta come la via degli uccelli; anticamente vi si teneva la vendita ambulante di animali, sostituita oggi da alcuni negozi specializzati.
Nella calle del Carnero e calle de Carlos Arniches, invece, si susseguono ininterrottamente bancarelle che vendono libri antichi.
Anche se il mercato è tendenzialmente caotico, ci sono alcune regole di massima per visitarlo: in cima alla collina (solitamente il punto di partenza, a sud di Plaza Mayor) si trova l'abbigliamento, mentre scendendo le strade sulla sinistra si trovano prevalentemente bancarelle di arte ed artigianato, mentre i vicoli stretti sono dedicati all'antiquariato e agli oggetti di seconda mano; ai piedi della collina è più facile trovare libri, prodotti di informatica e materiale elettrico. In Plaza de Tirso de Molina, infine, si trovano bancarelle che propongono libri e pubblicazioni di controinformazione.
Al termine del giro per il mercato è tradizione concedersi quello che è considerato a tutti gli effetti l'ultimo rito de El Rastro: le tapas in un bar di Plaza Cascorro o nella Ribera de Curtidores.
Qui i numerosi bar vengono presi letteralmente d'assalto, dove tra una caña ed un bocadillo si può assaggiare anche la tradizionale paella, un panino ai calamari, dell'ottimo jamon serrano ed i formaggi, accompagnandoli eventualmente con un calice di vino tinto, un bianco profumato oppure una fresca cerveza.
Informazioni utili
Orari: ogni domenica e festivi dalle 9 alle 15.
Dove: a sud di Plaza Mayor, fermate metro consigliate quelle di La Latina (linea 5), Embajadores (linea 3), Puerta de Toledo e Tirso de Molina.
Precauzioni: è consigliabile tenere sempre d'occhio il portafoglio e, se avete con voi uno zaino, indossarlo sul davanti. I borseggiatori, anche se non numerosi, si mescolano generalmente alla folla cercando di sorprendere i turisti meno attenti.