E’ un viaggio lungo 3500 anni quello che accompagna alla scoperta del Nuraghe Majori, a circa due chilometri da Tempio Pausania, capoluogo geografico della Gallura, in località Conca Marina, dove questa caratteristica fortezza della Sardegna preistorica sorge in prossimità di una collina granitica che si trova a 498 metri di altezza sul livello del mare.
Immerso in un fitto bosco di sughera, leccio, roverella e frassino con fillirea, corbezzolo, erica e pungitopo a impreziosirne il sottobosco, il Nuraghe Majori (così chiamato per via delle grosse dimensioni dei blocchi utilizzati per la sua costruzione) è la preziosa testimonianza di un importante ruolo rivestito nel passato che peraltro lo differenzia dagli altri nuraghi presenti nel territorio sardo della Gallura.
La civiltà nuragica, che vide i suoi albori nell’età del Bronzo Medio (circa 1600 a.C.) per protrarsi sino all’arrivo dei cartaginesi nel VI secolo a.C., prende il suo nome proprio dal monumento più caratteristico che costituisce una costante nel paesaggio della Sardegna dove se ne contano circa 7000, un numero decisamente consistente considerati i 24 mila km quadrati di estensione dell’isola.
Nonostante la mancanza di testimonianze scritte da parte del popolo che diede vita alla civiltà nuragica, i dati archeologici di cui si è entrati in possesso grazie a scavi e ritrovamenti offrono un quadro dettagliato di quell’epoca.
Il monumento situato in una posizione strategica era a controllo del territorio insieme a numerosi altri nuraghi sparsi nelle alture circostanti: dal Majori si possono infatti distinguere facilmente Naracu di Polcu, Budas, Izzana, Naracheddu, Naraconi, Monti di Deu e Bonvicinu.
Costruito interamente in granito con blocchi appena sbozzati e più finemente lavorati solo nella zona d’ingresso rivolta a est-sud-est per ripararsi dal vento maestrale e meglio sfruttare la luce, il Majori ha pianta sub circolare. Dal punto di vista architettonico la sua struttura può essere definita mista in quanto rispecchia sia le caratteristiche del nuraghe “a corridoio” per la forma estremamente irregolare e la presenza di un vero e proprio corridoio che lo attraversa longitudinalmente ma anche alcuni tratti di quelli “a tholos” (falsa cupola) riconoscibili nella copertura dei due ambienti di forma ovoidale che si aprono a destra e a sinistra del corridoio stesso.
L’ingresso architravato del Nuraghe Majori porta ad un corridoio centrale coperto ad ogiva che attraversa tutta la costruzione per poi affacciarsi su un grande cortile semicircolare: ai lati del corridoio ci sono due ambienti coperti con una rudimentale tholos mentre all’interno si apre uno spazio a silos per la conservazione delle derrate.
Fra il muro e la torre sud è incuneata la scala che permette l’accesso al piano superiore della fortezza: il bastione è infatti raggiungibile attraverso una gradinata che diparte dal cortile, delimitato da un muretto costruito con blocchi di granito di dimensioni inferiori rispetto a quelli utilizzati per la costruzione del nuraghe.
Dal piano superiore una vista panoramica spazia sul Monte Limbara a sud est e su Aggius a nord ovest con querce da sughero che circondano la fortezza. Proprio su quella che ora è una sorta di terrazza si conservano i resti di un altro ambiente a tholos di cui rimangono alcune testimonianze e dove si ripropone la presenza di un silos usato all’epoca per lo stivaggio delle derrate alimentari.
Gli scavi effettuati dalla Soprintendenza Archeologica per le province di Sassari e Nuoro, diretti dalla dottoressa Angela Antona, hanno permesso di ricostruire le varie fasi di vita del nuraghe, interventi durante i quali sono stati inoltre rinvenuti materiali ceramici di uso quotidiano fra cui ciotole, olle, teglie e tegami a testimonianza dell’utilizzo civile abitativo.
Alcuni reperti risalirebbero all’epoca dell’Impero Romano come attesta il ritrovamento di una moneta dell’età di Antonino Pio assieme ad alcuni frammenti di anfora e ceramica sigillata mentre altri elementi in cristallo di Rocca evidenzierebbero legami con diversi siti nuragici e con l’industria litica della vicina Corsica.
La visita al sito (accompagnati da Miriam Spano, una delle responsabili della Società Balares che gestisce i servizi turistici del Nuraghe Majori) prosegue all’esterno dell’edificio con un percorso naturalistico realizzato ad hoc che permette di percorrere esternamente la struttura in tutto il suo perimetro ammirando anche la maestosità del costone roccioso su cui si erge il monumento. Per permettere ai molti visitatori di vedere e toccare con mano la cava di granito che ancora oggi conserva gli scarti di roccia derivanti dall’estrazione è stata così realizzata una passeggiata naturalistica che accompagna attorno al nuraghe incorniciato da un rigoglioso manto boschivo con ciclamini e orchidee selvatiche a ravvivare il grigio dei massi.
Fra le particolarità da segnalare, all’interno di uno degli ambienti del nuraghe vive una colonia di “Rinolophus Hipposideros” o ferro di cavallo minore, una fra le specie di chirotteri più piccole al mondo con una lunghezza di 6 cm e apertura alare di 22 cm. Questi piccoli pippistrelli, con pelo bianco grigiastro più scuro sulla parte superiore del corpo, si stabiliscono qui a metà Aprile per poi migrare a Ottobre. Per tutelare la loro preziosa presenza è vietato l’uso di flash fotografici nell’ambiente in cui trovano rifugio dove si può accedere solo a piccoli gruppi e in silenzio.
Il Nuraghe Majori situato sulla SS Tempio Pausania-Palau al km 1.3 è visitabile tutti i giorni dalle 9.30 alle 19.00 (2,50 Euro per la visita semplice e 3,00 per quella guidata).
Per prenotazioni e informazioni +39 347 2995933.