“Torino mi sembrava la città più graziosa d’Italia e, per quel che credo, d’Europa, per l’allineamento delle strade, la regolarità delle costruzioni e la bellezza delle piazze…”. A descrivere così l’antica Julia Augusta Taurinorum fu il francese Charles de Brosses quando nel 1740 rientrò in patria dopo un viaggio in terra sabauda.
E come dar torto al giovane Vittorio Alfieri che nel 1773 scelse di prender casa proprio nel “salotto bene” di Torino trasferendosi in quella “bellissima” Piazza San Carlo, in un palazzo storico vicino alla chiesa dedicata all’omonimo santo?
Inaugurata nel 1638 (prima di questa data non esisteva in quanto la città di Torino si trovava all’interno della mura romane e l’espansione verso sud arrivò solo successivamente), nel corso dei secoli Piazza San Carlo ha assunto diversi nomi fra cui Piazza Reale e Piazza d’Armi sino a Place Napoléon.
Dal 1618 è dedicata all’arcivescovo di Milano, poi divenuto santo, Carlo Borromeo, così come una delle due chiese gemelle che vi si affacciano (l’altra è quella di Santa Cristina). Qualche decennio prima, nel 1578, Emanuele Filiberto portò la Sindone a Torino in modo che Carlo Borromeo, che per il sacro telo aveva una particolare devozione, non dovesse recarsi sempre in pellegrinaggio sino a Chambery. Molti anni più tardi, quasi per uno scambio di cortesie, il 4 Novembre 1838, in occasione della festa in onore dell’arcivescovo, Piazza San Carlo ospitò l’inaugurazione della statua equestre di Emanuele Filiberto di Savoia, il famoso “Caval ed Bronz” opera del Carlo Marochetti che prima di essere collocato nel cuore di Torino era stato esposto al Louvre di Parigi riscuotendo grandi consensi.
Considerata una delle piazze più storiche del capoluogo piemontese, tanto da esserne definita “il salotto”, si estende per quasi 12.800 metri quadrati sviluppandosi con una forma rettangolare per una lunghezza di 168 metri e una larghezza di 76 metri, dimensioni queste che la rendono la sesta più grande della città. Via Roma, uno dei più importanti assi viari di Torino, collega Piazza San Carlo a Piazza Castello e a Piazza Carlo Felice.
Scelta nel 2006 dalla NBC per i collegamenti live in occasione dei XX Giochi Olimpici Invernali, Piazza San Carlo è sempre stata palcoscenico di eventi culturali e storici di grande importanza fra cui concerti, dirette televisive e manifestazioni di ogni genere sino a festeggiamenti sportivi e comizi elettorali.
Fu però anche protagonista di un episodio cruento della storia della città quando nel Settembre 1864 i cittadini decisero di manifestare proprio in Piazza San Carlo per protestare contro la decisione del ministro Minghetti di spostare la capitale del Regno d’Italia da Torino a Firenze. Stando a quanto riportato, la repressione della protesta fu alquanto eccessiva tanto da causare la morte di 184 persone.
Nonostante gli interventi di riqualificazione che hanno interessato questo spazio urbano prima delle Olimpiadi Invernali, l’aspetto con cui ancora oggi si presenta Piazza San Carlo è quello del progetto realizzato da Carlo di Castellamonte a cui, un secolo più avanti, si aggiunsero alcune modifiche di Benedetto Alfieri.
Per esattezza nei primi anni del 2000 l’Amministrazione Comunale del capoluogo piemontese ha optato per rendere completamente pedonale la piazza andando così ad eliminare il traffico viario e i parcheggi sui lati più lunghi dell’area. A renderla ancora più suggestiva, il pavè di porfido che è andato ad affiancare la bella illuminazione con lampioni in stile impero. Grazie poi ai lavori per la realizzazione di un parcheggio nel sottosuolo, nella piazza sono stati riportati alla luce preziosi reperti di epoca romana fra cui i resti di un antico ponte.
Cuore storico di Torino, Piazza San Carlo si è però anche trasformata nel salotto moderno della città grazie ad alcune tecnologie all’avanguardia che l’hanno resa decisamente più fruibile dal grande pubblico: dal sistema di connessione wifi a quello di illuminazione basato su parametri astronomici e alla videosorveglianza, questa piazza attira ogni anno decine di migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo.
Se ad affacciarvisi sono dimore importanti come Palazzo Turinetti di Pertengo che si trova al numero 156 e che ospita Intesa Sanpaolo e il Goethe Institut, non mancano certo prestigiosi edifici sacri ad iniziare dalle chiese barocche di San Carlo e Santa Cristina: la prima costruita nel 1619 con facciata esterna rimaneggiata dall’architetto lombardo Caronesi nel 1836, la seconda progettata dal Castellamonte nel 1639 e con facciata ridisegnata interamente dallo Juvarra nel 1715. Entrambe sul lato sud della piazza, conferiscono al cuore della città quel tocco di religiosità sempre tanto cara ai regnanti diseghiamo casa Savoia.
E se sacro e storia sono stati più volte protagonisti degli avvenimenti di Piazza San Carlo anche la politica non ha fatto certo eccezione vista la frequentazione di reali e personaggi importanti come artisti e nobili in questo angolo della Torino che contava. Ecco allora che i caffè ospitati nella piazza si sono trasformati nel corso dei secoli in luoghi d’incontro in cui scambiarsi importanti opinioni. Splendido esempio è il Caffè San Carlo, primo locale in Italia a poter vantare un’illuminazione a gas (serviva a rendere ben visibili gli splendidi affreschi che ne decoravano le sale), ritrovo per personalità del calibro di Giacomo Noventa, Giacomo Debenedetti e Filippo Burzio. Non meno importante il Caffè Torino, che si trova sotto i portici fatti costruire da Maria Cristina di Francia, vedova di Vittorio Amedeo I°, che nella bella stagione permette di sedersi piacevolmente in un tavolino all’aperto. E ancora il Neuv Caval’d Brons con la sua scalinata maestosa che porta al piano superiore dove i torinesi (da sempre) e i turisti (su consiglio dei torinesi!) hanno a disposizione un panorama davvero unico sul cuore della città. E poi come non ricordare la famosa Confetteria Stratta che dal 1836 è apprezzata in tutt’Italia per i suoi confetti che mantengono alto il nome dell’arte dolciaria del Piemonte.
In Piazza San Carlo, esattamente al centro, si eleva imponente il Caval ed Bronz, il monumento equestre in onore di Emanuele Filiberto. Considerata da molti come il simbolo stesso della città, quest’opera del Marochetti è talmente maestosa da essere stata paragonata a quella del Gattamelata. La statua, che ritrae Emanuele Filiberto mentre infodera la spada dopo la brillante vittoria a San Quintino, è stata fusa a Parigi mentre il basamento in granito rosso è opera del Bonsignore che lo realizzò a Torino. Le luci che alla sera illuminano il monumento creano un’atmosfera ancora più leggendaria attorno alla vicenda rappresentata.
Ma Torino, come è ben risaputo, è anche una città di misteri, leggende e aneddoti curiosi che non potevano certo esulare da ciò che si racconta su Piazza San Carlo. Come la tradizione secondo cui sfiorare con le scarpe, quasi senza essere visti, l’effigie del toro in bronzo incastonato nel marciapiede di fronte all’ingresso del Caffè Torino porterebbe fortuna. Dimenticavamo, il gesto che da sempre fanno i torinesi e che è diventato frequente anche fra i turisti è quello di calpestare lo scalpitante toro nelle parti intime…Buona passeggiata!