Le 10 piste da sci pił belle d'Italia, secondo noi
Eccoci qui a descrivere quelle che secondo noi sono le dieci piste da sci più belle d’Italia; ovviamente sottolineiamo il “secondo noi”, perchè ogni sciatore ha i proprio gusti che sono legati sia alla tecnica che all’ambiente.
Cominciamo dalla regina, la Stelvio di Bormio (foto in alto), parte del comprensorio sciistico di Bormio.
I dati tecnici di questa pista sono di tutto rispetto, quasi mille metri di dislivello (987 m per la precisione) e una lunghezza che supera i 3 km. Lungo questo tracciato si sono corse due edizioni dei campionati mondiali di sci alpino, 1985 e 2005 altrettante finali di coppa del mondo e numerose gare.
Un potente impianto d’innevamento programmato che consente di percorrerla anche a stagione avanzata e l’illuminazione per lo sci notturno completano le dotazioni di questa magnifica pista.
A Cervinia troviamo invece un’altra classica discesa che non si può assolutamente dimenticare in un elenco di questo tipo: la discesa del Ventina, una pista che partendo dalla vetta della Testa Grigia (3480 m) scende fino ai 2000 m della conca del Breuil.
L’ambiente in cui si sviluppa il tracciato è decisamente maestoso soprattutto nella parte iniziale, quando corre lungo l’omonimo ghiacciaio.
Qui la pendenza è piuttosto marcata e l’alta quota richiedono di sciare con impegno; più sotto dopo la stazione della grande funivia che costituisce il terzo tronco di risalita, iniziano dei tratti più vari dove si alternano passaggi pianeggianti a punti dove bisogna riprendere il controllo degli sci, in molti punti si possono imboccare varianti, che comunque tutte riportano a valle.
Particolare attenzione la richiede l’ultimo cambio di pendenza, non tanto per la difficoltà, quanto perchè siamo in vista dell’arrivo e complice la fatica di tanti chilometri di discesa portano spesso gli sciatori a sottovalutare questo tratto.
Arrivati a destinazione si può immediatamente risalire e decidere se percorrere nuovamente questo tracciato oppure spostarsi sul versante del Teodulo e affrontare altri dislivelli importanti.
Un’altra pista creata per la discesa libera e il Super-G è la Kahndahar-Giovanni Nasi sulla Banchetta di Sestriere, dove si è gareggiato sia per campionati del mondo che le Olimpiadi del 2006.
La pista inizia con il brivido: all’arrivo della sciovia Motta a 2807 m si parte subito con una picchiata mozzafiato, resa all’apparenza più complicata dall’essere ancora freddi e dal fatto che la neve si presenta spesso dura e levigata dal vento, ma questi timori terminano presto quando si inizia a intravedere il primo pianoro punto di arrivo della seggiovia Chisonetto-Banchetta.
Qui inizia il traverso che conduce fino all’ingresso del bosco, da qui un susseguirsi di curvoni e schuss conduce fino alla esse finale che con un lungo salto (ma solo per gli atleti) porta nel piazzale d’arrivo.
Questa discesa offre un dislivello di 957 m dipanati lungo un pendio vario e divertente con un fondo sempre ben tenuto.
Lasciamo per un attimo le piste agonistiche per raccontare una pista famosa per essere l’unico collegamento tra la skiarea di Cortina d’Ampezzo e il carosello del Sella Ronda: la discesa dell’Armentarola.
Si parte dalla stazione d’arrivo della funivia del Lagazuoi, in un ambiente decisamente di alta montagna e vale sicuramente la pena dedicare qualche momento di riflessione al pensiero di quanti un secolo fa hanno aspramente combattuto.
L’inizio ripido della discesa non deve trarre in inganno, complessivamente si tratta di una pista di media difficoltà, sempre ben mantenuta e innevata. Lungo la discesa inoltre sono presenti alcuni rifugi dove sostare a mangiare o rilassarsi sdraiati al sole.
La discesa termina in una zona pianeggiante; qui per raggiungere lo skilift che ci conduce al carosello dell’Alta Badia e del Sella Ronda è possibile usufruire di un servizio di traino effettuato da cavalli.
Cosa rara negli ultimi anni è la nascita di una nuova pista; dal 2010 con l’apertura di un secondo arroccamento al Doss del Sabion sopra Pinzolo è stata disegnato questo nuovo tracciato che si è immediatamente affermato tra gli sciatori della zona come uno dei preferiti arrivando persino a essere definito come uno dei più interessanti, dal punto di vista tecnico, di tutte le Dolomiti.
Due sono le possibili opzioni per la Dolomitica: una più facile denominata Tour, mentre quella più difficile si chiama Star, punto di partenza e punto d’arrivo sono coincidenti.
Si parte dal Doss del Sabion, 2100 m di quota e punto panoramico unico sul Gruppo di Brenta e sull’Adamello-Presanella, la discesa prosegue piuttosto tranquilla fino ad arrivare a Malga Cioca. Qui inizia la parte più interessante, il taglio nel bosco prosegue tra picchiate e tratti meno pendenti, dando il meglio sotto il profilo dell’impegno richiesto allo sciatore.
La risalita è possibile mediante la telecabina Tulot, che con un solo balzo ci riporta a Malga Cioca; data la bassa quota di arrivo (800 m). La pista è attrezzata con un potentissimo impianto di produzione neve.
In Friuli ogni appassionato di sci ha sempre sentito parlare della pista Di Prampero, ma fino a pochi anni fa questo tracciato, a causa della non comoda collocazione della telecabina che saliva al Monte Lussari, Tarvisio, era poco frequentato.
Oggi, con la realizzazione di un impianto che parte da Camporosso - proprio al termine della pista e del collegamento con il versante del Priesnig - questi problemi non esistono più e i quasi 4 km di discesa sono percorribili anche più volte al giorno.
Quando si arriva in cima ci si trova al bordo del borgo che contorna il santuario della Madonna del Lussari: si comincia la discesa con un primo muro non troppo impegnativo, poi qualche tratto di falsopiano fino alla stazione intermedia continuando sempre con curvoni fino al termine. Questo secondo tratto è servito da un impianto d’illuminazione per la pratica dello sci in notturna, mentre tutta la pista è coperta da innevamento programmato.
Un’altra grande pista storica molto famosa, pur senza ospitare competizioni di richiamo, è la Sylvester, nata proprio all’inizio dello sfruttamento sciistico del Plan de Corones dal versante che guarda a Brunico.
I numeri di questa discesa sono di tutto rispetto, quasi 5 km di lunghezza per 1296 m di dislivello che contribuiscono a classificarla come pista nera.
Il tracciato inizialmente non troppo ripido corre in terreno aperto e, mano a mano che si perde quota e si entra nel bosco, comincia un’appassionante alternanza muri, curvoni e tratti più rilassanti fino ad arrivare nella piana di Riscone, dove le ultime centinaia di metri sono pianeggianti e consentono ai muscoli delle gambe di rilassarsi.
L’esposizione a nord, la presenza di un efficientissimo impianto d’innevamento e la grande cura dei gattisti ne consentono la sciabilità durante quasi tutto l’arco della stagione invernale. L’unica accortezza se vogliamo goderci questa pista in condizioni ottimali è percorrerla al mattino perchè, essendo anche una pista di rientro a fondovalle, il pomeriggio può risultare molto affollata.
Sempre nell’ambito delle piste “storiche” rientra anche la Paradiso al Passo del Tonale.
Questa pista che ha conosciuto continui miglioramenti, non è più lo spauracchio degli inizi, quando il tratto iniziale metteva i brividi per pendenza e scarsa larghezza, ma rimane un bellissima discesa la cui l’esposizione totalmente a nord garantisce una qualità della neve unica e una sciabilità che in qualche inverno particolarmente nevoso può arrivare fino ai primi di giugno.
La discesa è possibile cominciarla all’arrivo delle sciovie sul ghiacciaio del Presena, con questo primo tratto tecnicamente sempre interessante. Dopo la Capanna Presena inizia una parte di scorrimento che porta al passo Paradiso. Qui inizia la pista Paradiso vera e propria ed è proprio il punto che in passato era più complicato, ora invece importanti lavori di livellamento l’hanno reso ben sciabile.
La pista prosegue con pendenze interessanti fino al bivio con la variante che scende all’intermedia della cabinovia che sale da Pontedilegno; dopo poco si passa a fianco alla partenza della vecchia funivia per lasciare correre gli sci fino all’arrivo, ora posto alla stazione di partenza dell’impianto che risale verso il ghiacciaio.
Ora il nostro viaggio ci porta ad occuparci di una delle piste più famose d’Italia, anche perchè è sede di una gara assurta oramai a classica dello sci alpino: la Gran Risa. Questo spettacolare tracciato da slalom gigante è una tappa obbligata per qualunque sciatore o snowboarder trascorra una vacanza in Val Badia.
Una comoda cabinovia bifune ci conduce in pochi minuti sulla vetta del Piz la Villa; da qui si inizia prima con pendenze moderate che ci permettono di scaldare le gambe; dopo il bivio con la pista Alting (più facile ma non meno divertente) cominciano una serie di muri inframezzati da un paio di curvoni lasciandoci anche alla destra la casetta che ospita la partenza della gara, per poi imboccare il lunghissimo muro finale la cui pendenza va addolcendosi fino al falsopiano terminale.
Come in tutti i casi di piste molto popolari il vero appassionato effettua la sua discesa di mattina, prima che il numero dei passaggi ne rovini il fondo, nonostante l’ottimo lavoro notturno dei gattisti. L’innevamento viene completato ai primi di dicembre in vista della gara di Coppa: questo lascia un ottimo fondo che le nevicate successive contribuiscono a perfezionare.
Il nostro viaggio tra le dieci piste di sci più belle d’Italia non poteva che terminare sul bordo dell’Altipiano delle Cinquemiglia, sull'Appenino nella zona di Roccaraso.
È doveroso raccontare la pista Direttissima del Monte Pratello, che con i suoi 631 m di dislivello offre emozioni “alpine”: il tracciato parte subito impegnativo, poi alcuni cambi di pendenza rendono la discesa varia e divertente, nella seconda metà le pendenze tendono ad addolcirsi fino al termine della piste all’unione con gli altri tracciati più facili che scendono dalla montagna.
Ti piace sciare? Visita il nostro canale con tutti i comprensori sciistici in Italia suddivisi per regione.
Cominciamo dalla regina, la Stelvio di Bormio (foto in alto), parte del comprensorio sciistico di Bormio.
I dati tecnici di questa pista sono di tutto rispetto, quasi mille metri di dislivello (987 m per la precisione) e una lunghezza che supera i 3 km. Lungo questo tracciato si sono corse due edizioni dei campionati mondiali di sci alpino, 1985 e 2005 altrettante finali di coppa del mondo e numerose gare.
Un potente impianto d’innevamento programmato che consente di percorrerla anche a stagione avanzata e l’illuminazione per lo sci notturno completano le dotazioni di questa magnifica pista.
A Cervinia troviamo invece un’altra classica discesa che non si può assolutamente dimenticare in un elenco di questo tipo: la discesa del Ventina, una pista che partendo dalla vetta della Testa Grigia (3480 m) scende fino ai 2000 m della conca del Breuil.
L’ambiente in cui si sviluppa il tracciato è decisamente maestoso soprattutto nella parte iniziale, quando corre lungo l’omonimo ghiacciaio.
Qui la pendenza è piuttosto marcata e l’alta quota richiedono di sciare con impegno; più sotto dopo la stazione della grande funivia che costituisce il terzo tronco di risalita, iniziano dei tratti più vari dove si alternano passaggi pianeggianti a punti dove bisogna riprendere il controllo degli sci, in molti punti si possono imboccare varianti, che comunque tutte riportano a valle.
Particolare attenzione la richiede l’ultimo cambio di pendenza, non tanto per la difficoltà, quanto perchè siamo in vista dell’arrivo e complice la fatica di tanti chilometri di discesa portano spesso gli sciatori a sottovalutare questo tratto.
Arrivati a destinazione si può immediatamente risalire e decidere se percorrere nuovamente questo tracciato oppure spostarsi sul versante del Teodulo e affrontare altri dislivelli importanti.
Un’altra pista creata per la discesa libera e il Super-G è la Kahndahar-Giovanni Nasi sulla Banchetta di Sestriere, dove si è gareggiato sia per campionati del mondo che le Olimpiadi del 2006.
La pista inizia con il brivido: all’arrivo della sciovia Motta a 2807 m si parte subito con una picchiata mozzafiato, resa all’apparenza più complicata dall’essere ancora freddi e dal fatto che la neve si presenta spesso dura e levigata dal vento, ma questi timori terminano presto quando si inizia a intravedere il primo pianoro punto di arrivo della seggiovia Chisonetto-Banchetta.
Qui inizia il traverso che conduce fino all’ingresso del bosco, da qui un susseguirsi di curvoni e schuss conduce fino alla esse finale che con un lungo salto (ma solo per gli atleti) porta nel piazzale d’arrivo.
Questa discesa offre un dislivello di 957 m dipanati lungo un pendio vario e divertente con un fondo sempre ben tenuto.
Lasciamo per un attimo le piste agonistiche per raccontare una pista famosa per essere l’unico collegamento tra la skiarea di Cortina d’Ampezzo e il carosello del Sella Ronda: la discesa dell’Armentarola.
Si parte dalla stazione d’arrivo della funivia del Lagazuoi, in un ambiente decisamente di alta montagna e vale sicuramente la pena dedicare qualche momento di riflessione al pensiero di quanti un secolo fa hanno aspramente combattuto.
L’inizio ripido della discesa non deve trarre in inganno, complessivamente si tratta di una pista di media difficoltà, sempre ben mantenuta e innevata. Lungo la discesa inoltre sono presenti alcuni rifugi dove sostare a mangiare o rilassarsi sdraiati al sole.
La discesa termina in una zona pianeggiante; qui per raggiungere lo skilift che ci conduce al carosello dell’Alta Badia e del Sella Ronda è possibile usufruire di un servizio di traino effettuato da cavalli.
Cosa rara negli ultimi anni è la nascita di una nuova pista; dal 2010 con l’apertura di un secondo arroccamento al Doss del Sabion sopra Pinzolo è stata disegnato questo nuovo tracciato che si è immediatamente affermato tra gli sciatori della zona come uno dei preferiti arrivando persino a essere definito come uno dei più interessanti, dal punto di vista tecnico, di tutte le Dolomiti.
Due sono le possibili opzioni per la Dolomitica: una più facile denominata Tour, mentre quella più difficile si chiama Star, punto di partenza e punto d’arrivo sono coincidenti.
Si parte dal Doss del Sabion, 2100 m di quota e punto panoramico unico sul Gruppo di Brenta e sull’Adamello-Presanella, la discesa prosegue piuttosto tranquilla fino ad arrivare a Malga Cioca. Qui inizia la parte più interessante, il taglio nel bosco prosegue tra picchiate e tratti meno pendenti, dando il meglio sotto il profilo dell’impegno richiesto allo sciatore.
La risalita è possibile mediante la telecabina Tulot, che con un solo balzo ci riporta a Malga Cioca; data la bassa quota di arrivo (800 m). La pista è attrezzata con un potentissimo impianto di produzione neve.
In Friuli ogni appassionato di sci ha sempre sentito parlare della pista Di Prampero, ma fino a pochi anni fa questo tracciato, a causa della non comoda collocazione della telecabina che saliva al Monte Lussari, Tarvisio, era poco frequentato.
Oggi, con la realizzazione di un impianto che parte da Camporosso - proprio al termine della pista e del collegamento con il versante del Priesnig - questi problemi non esistono più e i quasi 4 km di discesa sono percorribili anche più volte al giorno.
Quando si arriva in cima ci si trova al bordo del borgo che contorna il santuario della Madonna del Lussari: si comincia la discesa con un primo muro non troppo impegnativo, poi qualche tratto di falsopiano fino alla stazione intermedia continuando sempre con curvoni fino al termine. Questo secondo tratto è servito da un impianto d’illuminazione per la pratica dello sci in notturna, mentre tutta la pista è coperta da innevamento programmato.
Un’altra grande pista storica molto famosa, pur senza ospitare competizioni di richiamo, è la Sylvester, nata proprio all’inizio dello sfruttamento sciistico del Plan de Corones dal versante che guarda a Brunico.
I numeri di questa discesa sono di tutto rispetto, quasi 5 km di lunghezza per 1296 m di dislivello che contribuiscono a classificarla come pista nera.
Il tracciato inizialmente non troppo ripido corre in terreno aperto e, mano a mano che si perde quota e si entra nel bosco, comincia un’appassionante alternanza muri, curvoni e tratti più rilassanti fino ad arrivare nella piana di Riscone, dove le ultime centinaia di metri sono pianeggianti e consentono ai muscoli delle gambe di rilassarsi.
L’esposizione a nord, la presenza di un efficientissimo impianto d’innevamento e la grande cura dei gattisti ne consentono la sciabilità durante quasi tutto l’arco della stagione invernale. L’unica accortezza se vogliamo goderci questa pista in condizioni ottimali è percorrerla al mattino perchè, essendo anche una pista di rientro a fondovalle, il pomeriggio può risultare molto affollata.
Sempre nell’ambito delle piste “storiche” rientra anche la Paradiso al Passo del Tonale.
Questa pista che ha conosciuto continui miglioramenti, non è più lo spauracchio degli inizi, quando il tratto iniziale metteva i brividi per pendenza e scarsa larghezza, ma rimane un bellissima discesa la cui l’esposizione totalmente a nord garantisce una qualità della neve unica e una sciabilità che in qualche inverno particolarmente nevoso può arrivare fino ai primi di giugno.
La discesa è possibile cominciarla all’arrivo delle sciovie sul ghiacciaio del Presena, con questo primo tratto tecnicamente sempre interessante. Dopo la Capanna Presena inizia una parte di scorrimento che porta al passo Paradiso. Qui inizia la pista Paradiso vera e propria ed è proprio il punto che in passato era più complicato, ora invece importanti lavori di livellamento l’hanno reso ben sciabile.
La pista prosegue con pendenze interessanti fino al bivio con la variante che scende all’intermedia della cabinovia che sale da Pontedilegno; dopo poco si passa a fianco alla partenza della vecchia funivia per lasciare correre gli sci fino all’arrivo, ora posto alla stazione di partenza dell’impianto che risale verso il ghiacciaio.
Ora il nostro viaggio ci porta ad occuparci di una delle piste più famose d’Italia, anche perchè è sede di una gara assurta oramai a classica dello sci alpino: la Gran Risa. Questo spettacolare tracciato da slalom gigante è una tappa obbligata per qualunque sciatore o snowboarder trascorra una vacanza in Val Badia.
Una comoda cabinovia bifune ci conduce in pochi minuti sulla vetta del Piz la Villa; da qui si inizia prima con pendenze moderate che ci permettono di scaldare le gambe; dopo il bivio con la pista Alting (più facile ma non meno divertente) cominciano una serie di muri inframezzati da un paio di curvoni lasciandoci anche alla destra la casetta che ospita la partenza della gara, per poi imboccare il lunghissimo muro finale la cui pendenza va addolcendosi fino al falsopiano terminale.
Come in tutti i casi di piste molto popolari il vero appassionato effettua la sua discesa di mattina, prima che il numero dei passaggi ne rovini il fondo, nonostante l’ottimo lavoro notturno dei gattisti. L’innevamento viene completato ai primi di dicembre in vista della gara di Coppa: questo lascia un ottimo fondo che le nevicate successive contribuiscono a perfezionare.
Il nostro viaggio tra le dieci piste di sci più belle d’Italia non poteva che terminare sul bordo dell’Altipiano delle Cinquemiglia, sull'Appenino nella zona di Roccaraso.
È doveroso raccontare la pista Direttissima del Monte Pratello, che con i suoi 631 m di dislivello offre emozioni “alpine”: il tracciato parte subito impegnativo, poi alcuni cambi di pendenza rendono la discesa varia e divertente, nella seconda metà le pendenze tendono ad addolcirsi fino al termine della piste all’unione con gli altri tracciati più facili che scendono dalla montagna.
Ti piace sciare? Visita il nostro canale con tutti i comprensori sciistici in Italia suddivisi per regione.