Il mondo della fotografia, soprattutto con l'avvento del digitale, consente di sperimentare tecniche, effetti ed elaborazioni sempre nuove.
Tra le innumerevoli opportunità offerte dalla gamma di prodotti disponibili oggi sul mercato, vi è quella di cimentarsi con la cosiddetta fotografia Tilt-shift, una particolare tecnica nata già negli anni Sessanta, ma che ha visto crescere il proprio numero di appassionati ed amatori negli ultimi anni.
In sostanza, la fotografia Tilt-shift è utilizzata soprattutto dai professionisti per le fotografie architettoniche, nei casi in cui questi vogliano fotografare un intero edificio scattando dal suolo e non in posizione sopraelevata. Scattando da terra occorre infatti inclinare la macchina fotografica, causando la convergenza di linee invece parallele nella realtà. È qui che entrano in gioco le lenti Tilt-shift, cioè obiettivi decentrabili e basculanti, che consentono al fotografo di controllare il grado di inclinazione della lente per mantenere rette e parallele tutte le linee della struttura.
Un'altra grande applicazione di questa tecnica, forse la più popolare, è quella che sfrutta queste particolari lenti per rendere l'effetto di una scena in miniatura, il cosiddetto “miniature-faking”, giocando sulla profondità di campo e su alcune scelte tecniche.
Ovviamente i software odierni consentono di ottenere gli stessi effetti usando un programma di grafica come potrebbe essere ad esempio Photoshop, e quindi sfuocando in maniera selettiva i contorni delle foto, ma qui vogliamo darvi qualche informazione su come conseguire con la macchina fotografica questi risultati.
Le speciali lenti Tilt-shift sfruttano due movimenti essenziali: la rotazione del piano perpendicolare all'immagine e quello di traslazione della lente, in modo parallelo al piano dell'immagine, lasciando immobile il corpo macchina. Questo, combinato con una grande apertura del diaframma, consente di ottenere una profondità di campo molto corta sia davanti che dietro l'oggetto a fuoco. Per perfezionare l'effetto del “miniature-faking” occorre tenere presente alcuni accorgimenti, come il luogo da dove si scatta: la foto deve essere presa dall'alto e da posizione defilata (non esattamente da sopra in verticale, per non perdere la possibilità di giocare con la profondità di campo), scegliendo scene semplici ma interessanti (le miniature sono infatti generalmente molto semplici) e assicurandosi di avere un'ottima illuminazione.
Ovviamente il soggetto della foto deve essere perfettamente a fuoco e, se si tratta di persone, accertarsi che esse appaiano sufficientemente scure e piccole, ossia non troppo dettagliate.
I colori molto saturi, nei casi di post-produzione digitale, contribuiscono infine a dare il tocco finale alla vostra foto.
Se l'argomento vi appassiona e siete interessati a provare questa tecnica, l'unica grande controindicazione da considerare è il costo dell'attrezzatura: una lente Tilt-shift per una fotocamera reflex può facilmente arrivare a costare 1000 euro ed oltre, per gli obiettivi professionali.
Tra le innumerevoli opportunità offerte dalla gamma di prodotti disponibili oggi sul mercato, vi è quella di cimentarsi con la cosiddetta fotografia Tilt-shift, una particolare tecnica nata già negli anni Sessanta, ma che ha visto crescere il proprio numero di appassionati ed amatori negli ultimi anni.
In sostanza, la fotografia Tilt-shift è utilizzata soprattutto dai professionisti per le fotografie architettoniche, nei casi in cui questi vogliano fotografare un intero edificio scattando dal suolo e non in posizione sopraelevata. Scattando da terra occorre infatti inclinare la macchina fotografica, causando la convergenza di linee invece parallele nella realtà. È qui che entrano in gioco le lenti Tilt-shift, cioè obiettivi decentrabili e basculanti, che consentono al fotografo di controllare il grado di inclinazione della lente per mantenere rette e parallele tutte le linee della struttura.
Un'altra grande applicazione di questa tecnica, forse la più popolare, è quella che sfrutta queste particolari lenti per rendere l'effetto di una scena in miniatura, il cosiddetto “miniature-faking”, giocando sulla profondità di campo e su alcune scelte tecniche.
Ovviamente i software odierni consentono di ottenere gli stessi effetti usando un programma di grafica come potrebbe essere ad esempio Photoshop, e quindi sfuocando in maniera selettiva i contorni delle foto, ma qui vogliamo darvi qualche informazione su come conseguire con la macchina fotografica questi risultati.
Le speciali lenti Tilt-shift sfruttano due movimenti essenziali: la rotazione del piano perpendicolare all'immagine e quello di traslazione della lente, in modo parallelo al piano dell'immagine, lasciando immobile il corpo macchina. Questo, combinato con una grande apertura del diaframma, consente di ottenere una profondità di campo molto corta sia davanti che dietro l'oggetto a fuoco. Per perfezionare l'effetto del “miniature-faking” occorre tenere presente alcuni accorgimenti, come il luogo da dove si scatta: la foto deve essere presa dall'alto e da posizione defilata (non esattamente da sopra in verticale, per non perdere la possibilità di giocare con la profondità di campo), scegliendo scene semplici ma interessanti (le miniature sono infatti generalmente molto semplici) e assicurandosi di avere un'ottima illuminazione.
Ovviamente il soggetto della foto deve essere perfettamente a fuoco e, se si tratta di persone, accertarsi che esse appaiano sufficientemente scure e piccole, ossia non troppo dettagliate.
I colori molto saturi, nei casi di post-produzione digitale, contribuiscono infine a dare il tocco finale alla vostra foto.
Se l'argomento vi appassiona e siete interessati a provare questa tecnica, l'unica grande controindicazione da considerare è il costo dell'attrezzatura: una lente Tilt-shift per una fotocamera reflex può facilmente arrivare a costare 1000 euro ed oltre, per gli obiettivi professionali.