Il Museo Civico di Cabras
Costruito sulle rive dello Stagno di Cabras, questo museo č un'ottima occasione per scoprire la storia della Sardegna grazie ai numerosi reperti archeologici raccolti su vari siti della Penisola del Sinis.
Il Museo Civico “Giovanni Marongiu” di Cabras, in provincia di Oristano, è stato inaugurato nel 1997. Sorge sulle rive dello Stagno di Cabras, all’ingresso della Penisola del Sinis, di cui custodisce e racconta la storia millenaria delle popolazioni che l’hanno abitata. Sulla penisola, infatti gli scavi archeologici hanno rinvenuto negli anni centinaia di siti nuragici, necropoli e antiche città abbandonate, tuttora in fase di studio.
Il museo è un po’ una sintesi dalla storia del Sinis, utile per contestualizzare i siti e il territorio, ed eccezionale per il patrimonio materiale e culturale che ospita. Si può esplorare da soli (in alcune sale sono disponibili anche servizi multimediali) oppure accompagnati da una guida che fornisce informazioni più dettagliate.
Il museo ospita materiali provenienti dagli scavi del villaggio, dove le abitazioni e i pozzi hanno restituito resti di pasto, ceramiche, strumenti, ossa, semi d’uva e di fico che consentono agli studiosi di ricostruire le attività produttive del territorio.
La parte più antica risale circa al 1050-950 a.C., ovvero alla fine dell’Era del Bronzo ed è costituita da una fila di sepolture a pozzetto cilindrico non troppo profondo (originariamente di circa 80 cm, ma oggi ne rimangono visibili solo 25 cm) allineate lungo una via cerimoniale.
Successivamente la necropoli cambiò aspetto e venne resa visivamente più impressionante: di quell’epoca sono stati recuperati ad oggi 5178 pezzi di statue che, grazie a meticolosi interventi di restauro, sono state in parte ricostruite. Nello specifico sono statue di arcieri, pugilatori e guerrieri alti fino a 2,50 metri, oggi comunemente chiamati “Giganti”. Si tratta della più antica rappresentazione monumentale del Mediterraneo occidentale e queste figure sono ormai considerate un simbolo della civiltà nuragica e dell’intera Sardegna. Assieme ai Giganti di Mont’e Prama sono emersi anche modellini in dimensioni ridotte di nuraghe: visto che questi edifici non venivano più costruiti da secoli, gli studiosi ritengono fossero un omaggio alla passata grandezza della civiltà.
Il Museo Civico di Cabras ospita oggi una selezione di queste statue e materiali (altri Giganti sono esposti al Museo Archeologico di Cagliari), in attesa che il previsto ampliamento dell’edificio permetta di riunire il complesso statuario. Gli scavi di Mont’e Prama sono ancora in corso ed è attualmente in programma la prossima realizzazione di un museo a cielo aperto nel sito archeologico.
L’esposizione è in parte dedicata proprio al tofet di Tharros, situato sul colle di Su Murru Mannu, dove erano deposte le urne cinerarie contenenti resti incinerati di bambini e di piccoli animali, stele funerarie in pietra e corredi funerari – mentre uno spazio riguarda i risultati delle campagne di scavo nel vicino quartiere metallurgico, dove sono emersi frammenti delle pareti delle fornaci e scorie di fusione, oltre a materiali di risulta provenienti da contesti abitativi e sacri.
All'esterno, nell’area antistante il museo, è visibile un piccolo edificio funerario romano che si trovava nel fossato delle fortificazioni punico-romane di Murru Mannu, scavato e smontato nel 1981 per essere successivamente trasferito a Cabras. Nella sua posizione originale, il defunto era deposto all’interno di un sarcofago collocato sotto al pavimento dell’edificio e, secondo gli studi, la datazione della struttura risale a un periodo compreso tra la fine del I secolo e gli inizi del II d.C.
Ciò che più colpisce del relitto è il suo carico interamente costituito da lingotti di piombo (circa 1000, ciascuno del peso di 33 kg), unico caso finora conosciuto per il mondo antico. I lingotti presentano un cartiglio epigrafico con il nome dei produttori: la maggior parte (oltre 700) è prodotta da Caio e Marco della famiglia dei Pontilieni. Le analisi effettuate sui lingotti hanno stabilito che la provenienza del piombo fosse riconducibile alle miniere spagnole di Cartagena.
Oltre al carico, presso la nave sono stati recuperati anche materiali della dotazione di bordo come ceppi di ancora e contromarre in piombo, scandagli, alcune macine in basalto, anfore da trasporto e altro, così come parti riferibili allo scafo come numerosi chiodi.
Indirizzo: via Tharros, Cabras (Oristano).
Periodo di apertura: aperto tutto l’anno tranne il 25 dicembre, l’1 gennaio e il lunedì dal 10 gennaio al 31 marzo.
Orari: da novembre a marzo ore 10-18 (ultimo ingresso alle 17:15).
Da aprile a ottobre ore 10-19 (ultimo ingresso alle 18:15).
Prezzo: al momento della nostra visita l’ingresso costava 6,50 euro, ma esistono anche soluzioni combinate che comprendono la visita al sito di Tharros e/o l’ingresso alla Torre di San Giovanni. La tabella completa dei prezzi è disponibile qui.
Il biglietto si può acquistare sul posto oppure online sul sito di CoopCulture.
Come arrivare: da Cagliari si percorre la SS 131 in direzione Sassari. Si esce dalla SS131 a Oristano Sud/Santa Giusta, si attraversa Oristano (Via Cagliari, direzione nord), e poi si prende la SP 56 seguendo le indicazioni per Cabras, da dove si seguono ulteriormente i cartelli per il museo.
Per chi arriva da nord (Alghero, Sassari), SS 131 in direzione Cagliari, uscire a Oristano Nord e seguire le indicazioni per Cabras.
Sito web: www.museocabras.it e www.penisoladelsinis.it
Contatti: tel. 0783 290636.
Il museo è un po’ una sintesi dalla storia del Sinis, utile per contestualizzare i siti e il territorio, ed eccezionale per il patrimonio materiale e culturale che ospita. Si può esplorare da soli (in alcune sale sono disponibili anche servizi multimediali) oppure accompagnati da una guida che fornisce informazioni più dettagliate.
Cosa vedere nel Museo Civico di Cabras
Il percorso di visita del museo si sviluppa in ordine cronologico e topografico attraverso le sale dedicate ai siti più importanti del territorio: tra questi ci sono il villaggio preistorico di Cuccuru is Arrius, l’insediamento di Sa Osa, la necropoli nuragica Mont’e Prama, la città di Tharros e il relitto di Mal di Ventre.Cuccuru is Arrius
La sezione dedicata al sito preistorico di Cuccuru is Arrius accoglie reperti provenienti dalla necropoli del Neolitico medio (V millennio a.C.), dove assieme ai defunti, dentro alle tombe, erano poste statuine, vasi, monili e strumenti in pietra e in osso di animale. Ci sono anche ceramiche e oggetti di uso quotidiano, statuine e strumenti risalenti all’Età del Rame del successivo abitato neolitico, ma il sito è stato frequentato anche in epoca nuragica e romana, come testimoniano alcuni materiali raccolti sul posto ed esposti al museo.Sa Osa
Il sito di Sa Osa, localizzato nel territorio attuale del Comune di Cabras, è fondamentale per la comprensione e lo studio dell’economia e delle attività produttive nuragiche nella Penisola del Sinis. L’insediamento è stato scoperto nel 2008, quando gli archeologici hanno rinvenuto un sito nuragico abitato dal Età del Bronzo Medio al Primo Ferro (1500-700 a.C.), seppure con testimonianze di una frequentazione già dal III millennio a.C.Il museo ospita materiali provenienti dagli scavi del villaggio, dove le abitazioni e i pozzi hanno restituito resti di pasto, ceramiche, strumenti, ossa, semi d’uva e di fico che consentono agli studiosi di ricostruire le attività produttive del territorio.
Mont’e Prama
La necropoli tardo-nuragica di Mont’e Prama si trova a circa 2 km dallo Stagno di Cabras, lungo la strada che da San Salvatore di Sinis conduce a Riola Sardo. La sua scoperta casuale negli anni ‘70 ha portato alla luce un sito unico in Sardegna.La parte più antica risale circa al 1050-950 a.C., ovvero alla fine dell’Era del Bronzo ed è costituita da una fila di sepolture a pozzetto cilindrico non troppo profondo (originariamente di circa 80 cm, ma oggi ne rimangono visibili solo 25 cm) allineate lungo una via cerimoniale.
Successivamente la necropoli cambiò aspetto e venne resa visivamente più impressionante: di quell’epoca sono stati recuperati ad oggi 5178 pezzi di statue che, grazie a meticolosi interventi di restauro, sono state in parte ricostruite. Nello specifico sono statue di arcieri, pugilatori e guerrieri alti fino a 2,50 metri, oggi comunemente chiamati “Giganti”. Si tratta della più antica rappresentazione monumentale del Mediterraneo occidentale e queste figure sono ormai considerate un simbolo della civiltà nuragica e dell’intera Sardegna. Assieme ai Giganti di Mont’e Prama sono emersi anche modellini in dimensioni ridotte di nuraghe: visto che questi edifici non venivano più costruiti da secoli, gli studiosi ritengono fossero un omaggio alla passata grandezza della civiltà.
Il Museo Civico di Cabras ospita oggi una selezione di queste statue e materiali (altri Giganti sono esposti al Museo Archeologico di Cagliari), in attesa che il previsto ampliamento dell’edificio permetta di riunire il complesso statuario. Gli scavi di Mont’e Prama sono ancora in corso ed è attualmente in programma la prossima realizzazione di un museo a cielo aperto nel sito archeologico.
Tharros
La sala dedicata a Tharros, una delle più antiche e importanti città della Sardegna, fondata dai Cartaginesi circa nel VII secolo a.C. nel luogo dove già si era insediata une precedente civiltà nuragica, espone alcuni materiali provenienti dalle necropoli fenicie e puniche, dal tofet (tophet) – il santuario dei bambini nati morti o deceduti in tenerissima età – e dal quartiere metallurgico punico.L’esposizione è in parte dedicata proprio al tofet di Tharros, situato sul colle di Su Murru Mannu, dove erano deposte le urne cinerarie contenenti resti incinerati di bambini e di piccoli animali, stele funerarie in pietra e corredi funerari – mentre uno spazio riguarda i risultati delle campagne di scavo nel vicino quartiere metallurgico, dove sono emersi frammenti delle pareti delle fornaci e scorie di fusione, oltre a materiali di risulta provenienti da contesti abitativi e sacri.
All'esterno, nell’area antistante il museo, è visibile un piccolo edificio funerario romano che si trovava nel fossato delle fortificazioni punico-romane di Murru Mannu, scavato e smontato nel 1981 per essere successivamente trasferito a Cabras. Nella sua posizione originale, il defunto era deposto all’interno di un sarcofago collocato sotto al pavimento dell’edificio e, secondo gli studi, la datazione della struttura risale a un periodo compreso tra la fine del I secolo e gli inizi del II d.C.
Relitto di Mal di Ventre
Una sala del museo ospita alcuni materiali provenienti dal relitto di una nave da carico romana individuato nel 1989 nel braccio di mare tra alcune delle spiagge più belle del Sinis e l’isola di Mal di Ventre, affondata nel I secolo a.C. e adagiata sul fondale a una profondità di circa 30 metri.Ciò che più colpisce del relitto è il suo carico interamente costituito da lingotti di piombo (circa 1000, ciascuno del peso di 33 kg), unico caso finora conosciuto per il mondo antico. I lingotti presentano un cartiglio epigrafico con il nome dei produttori: la maggior parte (oltre 700) è prodotta da Caio e Marco della famiglia dei Pontilieni. Le analisi effettuate sui lingotti hanno stabilito che la provenienza del piombo fosse riconducibile alle miniere spagnole di Cartagena.
Oltre al carico, presso la nave sono stati recuperati anche materiali della dotazione di bordo come ceppi di ancora e contromarre in piombo, scandagli, alcune macine in basalto, anfore da trasporto e altro, così come parti riferibili allo scafo come numerosi chiodi.
Informazioni utili per la visita al Museo Civico
Nome: Museo Civico “Giovanni Marongiu”Indirizzo: via Tharros, Cabras (Oristano).
Periodo di apertura: aperto tutto l’anno tranne il 25 dicembre, l’1 gennaio e il lunedì dal 10 gennaio al 31 marzo.
Orari: da novembre a marzo ore 10-18 (ultimo ingresso alle 17:15).
Da aprile a ottobre ore 10-19 (ultimo ingresso alle 18:15).
Prezzo: al momento della nostra visita l’ingresso costava 6,50 euro, ma esistono anche soluzioni combinate che comprendono la visita al sito di Tharros e/o l’ingresso alla Torre di San Giovanni. La tabella completa dei prezzi è disponibile qui.
Il biglietto si può acquistare sul posto oppure online sul sito di CoopCulture.
Come arrivare: da Cagliari si percorre la SS 131 in direzione Sassari. Si esce dalla SS131 a Oristano Sud/Santa Giusta, si attraversa Oristano (Via Cagliari, direzione nord), e poi si prende la SP 56 seguendo le indicazioni per Cabras, da dove si seguono ulteriormente i cartelli per il museo.
Per chi arriva da nord (Alghero, Sassari), SS 131 in direzione Cagliari, uscire a Oristano Nord e seguire le indicazioni per Cabras.
Sito web: www.museocabras.it e www.penisoladelsinis.it
Contatti: tel. 0783 290636.