La Piazza Jamaa El Fna a Marrakech, Patrimonio dell'UNESCO
Il concetto di “patrimonio orale e immateriale” è emerso al termine di un incontro tenutosi nel 1997 a Marrakech fra gli specialisti invitati dall’UNESCO e le autorità locali, quale punto culminante di una lunga riflessione svoltasi principalmente negli anni Ottanta. La nuova categoria “patrimonio culturale immateriale” venne preferita alla precedente “cultura tradizionale e popolare”. La definizione ufficiale racchiude:
“Vengono riconosciuti parte del Patrimonio culturale immateriale le tradizioni orali, le lingue, le arti, le pratiche sociali e rituali, le conoscenze e le pratiche che riguardano la natura e l’universo, le conoscenze e le abilità artigianali e gli spazi ad essi associati, così come la comunità, i gruppi e gli individui.”
Come la Piazza Jamaa El Fna è diventata patrimonio immateriale
Il Marocco ha avanzato nel 2000 la sua prima candidatura per ottenere il riconoscimento della Piazza Jamaa El Fna quale patrimonio dell’UNESCO, in quanto luogo simbolo della nuova sensibilità internazionale nei confronti dei così detti patrimoni immateriali e, al contempo, punto d’unione fra due anime della città, quella antica e quella moderna. La proclamazione da parte dell’UNESCO è arrivata nel 2001, consacrando il ruolo particolare che la Piazza Jamaa El Fna ha assunto sia a livello nazionale sia a livello internazionale.
Le ragioni della proclamazione
La Piazza è da secoli considerata il cuore della città, fusione di antico e moderno. Situata nel cuore della medina di Marrakech, si estende in forma triangolare ai piedi del minareto della Koutoubia ed è circondata da boutiques, caffè, ristoranti, hotel e uffici amministrativi. La sua ricchezza e complessità risiede nel variopinto ed animato spettacolo che la moltitudine dei suoi frequentatori offre ad ogni ora del giorno e della notte. La piazza è diventata un luogo d’incontro di etnie, lingue, tradizioni d’impronta araba, berbera e sub sahariana. Il caos ordinato che vi prevale promuove un’etica di tolleranza e di uguaglianza che si respirano nel mescolio di identità sociali, economiche e religiose, ma non solo, che si incontrano in questo luogo. La piazza regala dunque spettacoli di ogni genere, dai più diversi generi musicali – arabi e berberi - accompagnati da canti e danze nei costumi tradizionali, al teatro umoristico che prende di mira sia la vita quotidiana che la politica e la cultura. Non mancano gli acrobati, gruppi originari della pianura di Souss, che si ispirano alle tradizioni mistiche e spirituali della piazza stessa, i narratori, gli erboristi - custodi dei saperi della medicina tradizionale sahariana, le veggenti e le cartomanti.
“Vengono riconosciuti parte del Patrimonio culturale immateriale le tradizioni orali, le lingue, le arti, le pratiche sociali e rituali, le conoscenze e le pratiche che riguardano la natura e l’universo, le conoscenze e le abilità artigianali e gli spazi ad essi associati, così come la comunità, i gruppi e gli individui.”
Come la Piazza Jamaa El Fna è diventata patrimonio immateriale
Il Marocco ha avanzato nel 2000 la sua prima candidatura per ottenere il riconoscimento della Piazza Jamaa El Fna quale patrimonio dell’UNESCO, in quanto luogo simbolo della nuova sensibilità internazionale nei confronti dei così detti patrimoni immateriali e, al contempo, punto d’unione fra due anime della città, quella antica e quella moderna. La proclamazione da parte dell’UNESCO è arrivata nel 2001, consacrando il ruolo particolare che la Piazza Jamaa El Fna ha assunto sia a livello nazionale sia a livello internazionale.
Le ragioni della proclamazione
La Piazza è da secoli considerata il cuore della città, fusione di antico e moderno. Situata nel cuore della medina di Marrakech, si estende in forma triangolare ai piedi del minareto della Koutoubia ed è circondata da boutiques, caffè, ristoranti, hotel e uffici amministrativi. La sua ricchezza e complessità risiede nel variopinto ed animato spettacolo che la moltitudine dei suoi frequentatori offre ad ogni ora del giorno e della notte. La piazza è diventata un luogo d’incontro di etnie, lingue, tradizioni d’impronta araba, berbera e sub sahariana. Il caos ordinato che vi prevale promuove un’etica di tolleranza e di uguaglianza che si respirano nel mescolio di identità sociali, economiche e religiose, ma non solo, che si incontrano in questo luogo. La piazza regala dunque spettacoli di ogni genere, dai più diversi generi musicali – arabi e berberi - accompagnati da canti e danze nei costumi tradizionali, al teatro umoristico che prende di mira sia la vita quotidiana che la politica e la cultura. Non mancano gli acrobati, gruppi originari della pianura di Souss, che si ispirano alle tradizioni mistiche e spirituali della piazza stessa, i narratori, gli erboristi - custodi dei saperi della medicina tradizionale sahariana, le veggenti e le cartomanti.
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Le conseguenze della proclamazione
La proclamazione della piazza come patrimonio mondiale dell’UNESCO ha reso il Marocco custode di una ricchezza considerata appartenente all’umanità. Ciò ha dato origine ad una responsabilità nuova che ha generato una riflessione profonda sulle misure da adottare al fine di conservarne l’autenticità. Si tratta pertanto di preservare, salvaguardare, valorizzare e trasmettere il “sapere” e il “saper fare” di cui sono depositari gli attori che popolano questo spazio, affinché le generazioni future ne possano godere.
Le conseguenze della proclamazione
La proclamazione della piazza come patrimonio mondiale dell’UNESCO ha reso il Marocco custode di una ricchezza considerata appartenente all’umanità. Ciò ha dato origine ad una responsabilità nuova che ha generato una riflessione profonda sulle misure da adottare al fine di conservarne l’autenticità. Si tratta pertanto di preservare, salvaguardare, valorizzare e trasmettere il “sapere” e il “saper fare” di cui sono depositari gli attori che popolano questo spazio, affinché le generazioni future ne possano godere.
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