Recensioni nella bufera? Tripadvisor sotto accusa dagli albergatori
Internet e mondo dei viaggi sono diventati oramai un binomio legato con doppio filo e doppi nodi. Non è più possibile per un vero viaggiatore pensare oggi un qualche obiettivo da raggiungere senza prima avere fatto prima un vero viaggio virtuale, raccogliendo informazioni, analizzando foto e soprattutto raccolti giudizi leggendo le famigerate recensioni di forum e portali dedicati al turismo.
Proprio in quest'ottica negli ultimi anni il portale Tripadvisor ha visto crescere enormemente il suo traffico, e gran parte del suo successo sta nell'interazione che si ha tra utenti, strutture ricettive e località turistiche, e in questo modo i lettori, “scavando” tra decine di recensioni scritte da altri viaggiatori, possono capire se quella meta o quel determinato albergo ha le caratteristiche minime di qualità e decoro per potere soddisfare le proprie esigenze, oltre che dal punto di vista del semplice budget.
Fin qui il ragionamento fila senza alcun problema, ma quando cominciano le recensioni negative, come inevitabilmente poi deve succedere, allora il giocattolino si rompe. L'eterno dilemma è sempre lo stesso: chi ha scritto la recensione negativa? Un vero viaggiatore oppure un concorrente sleale dell'hotel a fianco? Più volte Tripadvisor è stato “accusato” di non poter garantire questa trasparenza finale sulle recensione, e sono anche spuntate delle ricerche su come trovare dei meccanismi automatici per scovare quali recensioni siano state fatte solo per semplice marketing, a favore o contro la determinata struttura.
Se fino a qualche tempo si discuteva sulla cosa in modo informale, ma una sentenza della britannica Advertising Standards Authority ha recentemente ribadito che TripAdvisor non può più rivendicare il fatto che tutte le sue recensioni sono state redatte da "veri viaggiatori". Questa nota ha riacceso gli animi di tantissimi albergatori che ora chiedono a TripAdvisor di ripensare ai meccanismi e i modi in cui vengono autorizzate queste recensioni. Ovviamente il discorso non è legato al solo Tripadvisor, ma la sua posizione dominante lo rende il portale più esposto a questo tipo di accuse.
Proprio in quest'ottica negli ultimi anni il portale Tripadvisor ha visto crescere enormemente il suo traffico, e gran parte del suo successo sta nell'interazione che si ha tra utenti, strutture ricettive e località turistiche, e in questo modo i lettori, “scavando” tra decine di recensioni scritte da altri viaggiatori, possono capire se quella meta o quel determinato albergo ha le caratteristiche minime di qualità e decoro per potere soddisfare le proprie esigenze, oltre che dal punto di vista del semplice budget.
Fin qui il ragionamento fila senza alcun problema, ma quando cominciano le recensioni negative, come inevitabilmente poi deve succedere, allora il giocattolino si rompe. L'eterno dilemma è sempre lo stesso: chi ha scritto la recensione negativa? Un vero viaggiatore oppure un concorrente sleale dell'hotel a fianco? Più volte Tripadvisor è stato “accusato” di non poter garantire questa trasparenza finale sulle recensione, e sono anche spuntate delle ricerche su come trovare dei meccanismi automatici per scovare quali recensioni siano state fatte solo per semplice marketing, a favore o contro la determinata struttura.
Se fino a qualche tempo si discuteva sulla cosa in modo informale, ma una sentenza della britannica Advertising Standards Authority ha recentemente ribadito che TripAdvisor non può più rivendicare il fatto che tutte le sue recensioni sono state redatte da "veri viaggiatori". Questa nota ha riacceso gli animi di tantissimi albergatori che ora chiedono a TripAdvisor di ripensare ai meccanismi e i modi in cui vengono autorizzate queste recensioni. Ovviamente il discorso non è legato al solo Tripadvisor, ma la sua posizione dominante lo rende il portale più esposto a questo tipo di accuse.
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TripAdvisor si difende affermando di usare sistemi avanzati (ed efficaci) di rilevamento delle recensioni false, e di dedicare notevoli risorse per identificare e ridurre al minimo i contenuti non propriamente, originali. Al tempo stesso sottolinea, che chiunque voglia basarsi su delle recensioni, dovrebbe evitare di considerare i voti e giudizi troppo estremi, in un senso o nell'altro, e concentrarsi sulle recensioni che appaiono più equilibrate.
Il giornale britannico The Telegraph riporta in questi giorni di alcune indagini e ricerche condotte dai propri giornalisti che evidenziano molti dei problemi che sorgono quando si utilizzano le recensioni degli utenti, in modo così massiccio. Questa crociata del Telegraph vuole puntare il dito sul problema intrinseco di questo sistema. Ad esempio i giornalisti spiegano di aver letteralmente inventato un hotel, e fa forza di recensioni positive, di averlo inserito fino alla top 70 degli alberghi di Londra di Tripadvisor, prima che venisse scoperto circa 10 giorni dopo.
Secondo il giornale, che di fatto sostiene il parere degli albergatori, è perciò insostenibile che gestori e personale delle strutture possano venire accusati, con i propri nomi e cognomi in piazza, mentre chi scrive la recensione può rimane nell'anonimato. Viene quindi richiesta una rivoluzione nel mondo dei viaggi: chi scrive un parere deve dimostrare di essere stato in quel posto, ci vuole una ricevuta, un biglietto, una prova che testimoni chi sta scrivendo la recensione e metta a pari visibilità struttura e utente.
Una vera rivoluzione quindi ci aspetta nel futuro di Trpadvisor o siti analoghi? Di certo la battaglia è all'inizio, e d'altra parte con i suoi 50 milioni di visitatori unici ogni mese, Tripadvisor domina il mercato e muove un tale flusso di interessi, che questa torta non può che fare gola a molti, e suscitate strascichi di polemiche e recriminazioni.
Il giornale britannico The Telegraph riporta in questi giorni di alcune indagini e ricerche condotte dai propri giornalisti che evidenziano molti dei problemi che sorgono quando si utilizzano le recensioni degli utenti, in modo così massiccio. Questa crociata del Telegraph vuole puntare il dito sul problema intrinseco di questo sistema. Ad esempio i giornalisti spiegano di aver letteralmente inventato un hotel, e fa forza di recensioni positive, di averlo inserito fino alla top 70 degli alberghi di Londra di Tripadvisor, prima che venisse scoperto circa 10 giorni dopo.
Secondo il giornale, che di fatto sostiene il parere degli albergatori, è perciò insostenibile che gestori e personale delle strutture possano venire accusati, con i propri nomi e cognomi in piazza, mentre chi scrive la recensione può rimane nell'anonimato. Viene quindi richiesta una rivoluzione nel mondo dei viaggi: chi scrive un parere deve dimostrare di essere stato in quel posto, ci vuole una ricevuta, un biglietto, una prova che testimoni chi sta scrivendo la recensione e metta a pari visibilità struttura e utente.
Una vera rivoluzione quindi ci aspetta nel futuro di Trpadvisor o siti analoghi? Di certo la battaglia è all'inizio, e d'altra parte con i suoi 50 milioni di visitatori unici ogni mese, Tripadvisor domina il mercato e muove un tale flusso di interessi, che questa torta non può che fare gola a molti, e suscitate strascichi di polemiche e recriminazioni.
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