Il Tibet nuovamente chiuso ai turisti stranieri
Rilanciamo la notizia uscita su numerose agenzie estere: le autorità cinesi, come riportato da numerosi tour operator locali, avrebbero chiuso nuovamente i confini del Tibet ai viaggiatori stranieri. Il divieto arriva quindi poco prima della stagione di punta per i viaggi nella magnifica regione dell'Himalaya, e se pensate che è appena iniziato il Saga Dawa Festival che durerà circa un mese, il danno economico al turismo del Tibet sarà veramente pesante.
La situazione in Tibet era comunque tesa da qualche settimana: il mese scorso due tibetani si erano dati fuoco al di fuori del tempio di Jokhang a Lhasa , un santuario buddista che riceve migliaia di visitatori ogni giorno. Anche se non è il primo caso, ad esempio 37 altre persone avevano inscenato simili proteste lo scorso mese di marzo, questo è stato il primo tentativo di auto-immolazione nella città di Lhasa , e questo episodio potrebbe aver convinto le autorità a chiudere temporaneamente le frontiere.
Da qualche giorno le agenzie di viaggio cinesi, con sede Pechino, hanno infatti dichiarato di avere avuto l'ordine dal governo di fermare ogni viaggio di turisti stranieri in Tibet, e non hanno alcuna notizia riguardo alla durata prevista per questo divieto. Di certo non è la prima volta che la Cina chiude il Tibet al turismo, per l'appunto quando succedono disordini e proteste, o in occasione di importanti feste religiose. Accade ad esempio nel 2008, quando la frontiere tibetane rimasero chiuse per mesi dopo violente proteste del popolo tibetano, e il divieto du sollevato unicamente in corrispondenza dei Giochi Olimpici di Pechino.
Ricordiamo comunque che anche quando gli stranieri sono ammessi in Tibet, le visite sono strettamente controllate e sorvegliate: i viaggiatori devono richiedere un visto speciale e poi vengono accompagnati da una guida scelta dal governo, che fa in modo, ovviamente, che sia possibile visitare solo certe parti di questa magnifica destinazione di montagna.
La situazione in Tibet era comunque tesa da qualche settimana: il mese scorso due tibetani si erano dati fuoco al di fuori del tempio di Jokhang a Lhasa , un santuario buddista che riceve migliaia di visitatori ogni giorno. Anche se non è il primo caso, ad esempio 37 altre persone avevano inscenato simili proteste lo scorso mese di marzo, questo è stato il primo tentativo di auto-immolazione nella città di Lhasa , e questo episodio potrebbe aver convinto le autorità a chiudere temporaneamente le frontiere.
Da qualche giorno le agenzie di viaggio cinesi, con sede Pechino, hanno infatti dichiarato di avere avuto l'ordine dal governo di fermare ogni viaggio di turisti stranieri in Tibet, e non hanno alcuna notizia riguardo alla durata prevista per questo divieto. Di certo non è la prima volta che la Cina chiude il Tibet al turismo, per l'appunto quando succedono disordini e proteste, o in occasione di importanti feste religiose. Accade ad esempio nel 2008, quando la frontiere tibetane rimasero chiuse per mesi dopo violente proteste del popolo tibetano, e il divieto du sollevato unicamente in corrispondenza dei Giochi Olimpici di Pechino.
Ricordiamo comunque che anche quando gli stranieri sono ammessi in Tibet, le visite sono strettamente controllate e sorvegliate: i viaggiatori devono richiedere un visto speciale e poi vengono accompagnati da una guida scelta dal governo, che fa in modo, ovviamente, che sia possibile visitare solo certe parti di questa magnifica destinazione di montagna.