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Preparare la valigia: consigli ed ovvietà per il bagaglio perfetto

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Per la serie “fammi vedere la valigia, e ti dirò che viaggiatore sei”. Meticolosi, sportivi, apprensivi, calcolatori o amanti dell’improvvisazione… di viaggiatori ce n’è di tutti i tipi, accompagnati da valigie di ogni genere e misura. Molto dipende dalla destinazione e dalla durata del viaggio, ma anche l’indole del turista condiziona la dose di vestiti e oggetti più o meno utili stipati nel bagaglio, così come il modo di disporli all’interno del proprio armadio viaggiante. Forse la valigia perfetta non esiste. Volare dall’altra parte del globo e accorgersi, una volta atterrati, che ci si è dimenticati sul tavolo della cucina proprio quella cosuccia indispensabile, è un grande classico, anche per i più attenti. Ma preparare i bagagli a caso o, ancor peggio, con ansie e nervosismi in circolo, toglie il gusto della vacanza e aumenta il rischio dimenticanze.

Ecco qualche semplice trucco per essere padroni e non vittime della propria valigia: perché sia agile da preparare, trasportare e controllare al checkin in aeroporto, perché contenga tutto quello che serve, e si riveli un’efficiente compagna di esplorazioni.

La scelta della valigia
Impossibile illustrare tutti i tipi di valigie disponibili sul mercato. Morbide o rigide, grandi o piccole, economiche o in materiale tecnico, tutte hanno pro e contro e sono soggette alle mode. Qualche piccolo suggerimento, tuttavia, è valido in generale, e può essere utile prima di acquistare il bagaglio.

Avete presente quei dietologi che dicono di mettere in tavola piatti piccoli? I piatti piccoli contengono meno cibo, ma ci sembrano subito pieni e anche la pancia si sente subito appagata. Per la valigia il principio è lo stesso: lasciate perdere quei vagoni a rotelle grandi quanto la vostra cabina armadio, ma dirigetevi subito verso un bagaglio ridotto. Sarà un incentivo a economizzare, ragionando bene su cosa sia utile e cosa no, e eviterete un altro grande classico: tornare a casa senza aver usato la metà delle cose che avevate con voi. Allo stesso tempo, però, scegliete una valigia capiente. Le migliori sono quelle semirigide a forma di parallelepipedo, dalla linea il più possibile squadrata. Curve e angoli smussati, studiati per far sembrare la valigia aerodinamica, non fanno che rubare spazio all’interno… senza però togliere centimetri alla valigia nell’insieme, che sarà misurata al checkin.

Vestiti, scarpe e beauty-case
Per quanto riguarda i vestiti, le questioni sono due: se ne portano spesso troppi, e durante il viaggio si stropicciano irrimediabilmente.

La soluzione al primo dilemma non è semplice, soprattutto se si ha a che fare con una donna visceralmente attaccata alle sue tenute da città. Razionalmente si sa come bisogna agire: prevedere un abbigliamento a strati, pensare in anticipo agli abbinamenti, sfruttare uno stesso capo in situazioni diverse adattandolo via via con degli accessori, bla bla bla… poi però ci si fa prendere dal fatidico interrogativo (“e se poi va a finire che mi serve?”) e si pigia tutto nella valigia senza pietà, rischiando di far saltare le cerniere al momento della chiusura. Un buon modo per contenersi è mettersi in testa, serenamente, che una volta in vacanza si potrà lavare qualcosa. Poi, come sempre, puntare all’essenziale: solitamente bastano un capo elegante e alcune tenute sportive, che hanno anche il pregio di sgualcirsi di meno, e con meno danni.

Altro dilemma è la piegatura dei vestiti. Su un punto, ormai, i viaggiatori esperti sono d’accordo: piegare ogni pezzo singolarmente e impilare il tutto è un metodo diffuso ma inefficace, garanzia di brutte pieghe e plissettature indesiderate. Le alternative sono due. Qualcuno suggerisce di arrotolare ogni capo su sé stesso, e disporre i vari rotolini in verticale nella valigia, uno accanto all’altro. In questo modo non si fanno pieghe ai vestiti. Tuttavia questo metodo non combatte le grinze, e c’è chi dice di aver trovato un sistema ancora migliore. Non è facile spiegarlo a parole (sul sito www.onebag.com c’è un illuminante disegno), ma consiste nel ripiegare tutti gli abiti intorno a un “corpo rigido” centrale, che potrebbe essere un’agenda o una scatola. Prima si adagiano maglie e pantaloni sul fondo della valigia, senza piegarli: in questo modo maniche e gambe sporgono oltre i bordi. Poi sopra i vestiti, al centro, si appoggia l’oggetto scelto, e lo si avvolge nei lembi che sporgono, tirandoli abbastanza perché “si stirino”. Si crea così un pacchettino di vestiti che all’uscita dalla valigia – provare per credere – dovrebbero essere perfettamente lisci, o quasi.
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Le scarpe possono essere disposte lungo i bordi della valigia, lasciando lo spazio per i vestiti al centro, e possono essere usate come piccoli porta oggetti. Calzini appallottolati, biancheria, prodotti cosmetici e gioielli staranno comodi all’interno di sneakers e ballerine, dopo essere stati insacchettati. Per quanto riguarda i contenitori da scarpe, dimenticate quelli ingombranti: sono perfetti i copri scarpe in plastica, usati ad esempio dai ciclisti per tenere i piedi all’asciutto dalla pioggia, che non occupano spazio ma allo stesso tempo separano le calzature dagli indumenti, proteggendoli. Un vecchio trucco, non sempre realizzabile, è indossare le scarpe più pesanti durante il viaggio per alleggerire il bagaglio.

Anche il beauty-case può essere un vero macigno. Preferite i campioncini e le confezioni da viaggio di shampoo e sapone, e ricordate che all’arrivo, se alloggerete in albergo, li troverete probabilmente già in camera. I barattoli delle creme sono spesso molto pesanti: meglio travasare una parte di prodotto in un contenitore di plastica più piccolo e leggero.

Per un checkin senza stress
Prima regola per un checkin veloce: al momento dell’imbarco tenete i documenti in una tasca comoda, senza cerniere e bottoni complicati, per non dover rovistare affannosamente giacche o marsupi, magari con una mano occupata e una lunga coda di persone alle vostre spalle.

Il controllo del bagaglio a mano è sempre una noia, ma diventa una tortura se ci viene chiesto di aprirlo e sconvolgerne il contenuto. Una possibilità sempre in agguato, alla quale è bene prepararsi, scegliendo bene cosa portare. Il modo migliore per fare un rapido checkin è non farsi notare con “oggetti proibiti”, come bottiglie d’acqua, altri flaconi di liquido o potenziali “armi” quali forbicine per unghie. Leggete bene il regolamento della compagnia aerea e non sfidate la sorte: rallentare la procedura per colpa di un colluttorio sarebbe una scocciatura, così come dover abbandonare qualcosa che avevate deciso di tenere in valigia.

Un altro rischio è superare il peso massimo consentito. Solitamente il bagaglio da stiva può pesare una ventina di chili, quello a mano 5 o 10. In un piccolo trolley da 10 kg, in realtà, si riescono a riporre molte cose, tanto che, nel caso di una vacanza breve, potete valutare di portare solo quello. Specialmente se andate al mare, dove servono abiti leggeri e poco ingombranti. All’arrivo non dovrete aspettare la vostra valigia al nastro trasportatore, e sarete subito liberi di entrare nel clima vacanziero!

All’andata, in genere, è facile mantenersi entro i limiti di peso, perché si ha modo di scegliere con calma cosa portare e fare più volte la prova della bilancia. Ma al ritorno, con qualche souvenir in più, come si fa a stare tranquilli? Se non volete procurarvi un secondo bagaglio a mano, potete fornirvi di un piccolo gadget, il pesa valigia portatile. Potrete portarlo dappertutto e controllare sempre che il vostro bagaglio sia regolare: eviterete di pagare sovrattasse o di dover abbandonare all’aeroporto parte dei vostri beni, senza rinunciare a qualche souvenir per voi o per gli amici.

 Pubblicato da il 11/10/2012 - - ® Riproduzione vietata

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