Dietrofront: i coffee shops di Amsterdam non chiuderanno ai turisti
Continua la “telenovela” sui coffee shop di Amsterdam! Ne abbiamo parlato più volte, il governo conservatore olandese stava perseguendo, da quasi un paio di anni, una politica proibizionista, e già nel 2011 aveva annunciato che dalla fine del 2012 i coffee shop sarebbero stati vietati agli stranieri. Una decisione controversa, con cittadini favorevoli ma anche molti contrari, dato che il turismo per droga è comunque un business non indifferente per i Paesi Bassi. I gestori delle caffetterie che vendono anche cannabis avevano intentato un ricorso per vie legali, cercando di evitare la nuova legge, che di fatto li trasformava in dei circoli provati, accessibili solo ai residenti in Olanda. Il ricorso era stato respinto, e oramai il destino dei coffee shop sembrava segnato...
Ma...mai dire mai! A fine aprile 2012, dopo 584 giorni di durata, il governo di Mark Rutte, il primo ministro di "ferro" olandese, era caduto e dopo una fase di transizione a settembre si sono svolte le nuove elezioni politiche: il crollo dell'estrema destra ha di fatto aperto la strada ad una coalizione più ampia, che ha espresso la volontà di voler ridiscutere il provvedimento della “Cannabis Card”, relativo ai coffee shop, e cioè sulla possibilità di chiudere o meno questi locali ai non residenti.
Questo spiega la posizione del sindaco di Amsterdam, Eberhard van der Laan, che in una recente intervista ha dichiarato che i 220 coffee shop della città continueranno a vendere le droghe leggere ai propri clienti, anche se non risiedono nei Paesi Bassi. Questa svolta radicale è proprio una conseguenza dell'insediamento del nuovo governo di coalizione olandese, che unisce progressisti e conservatori, e che ha appena presentato il suo nuovo programma di governo. Secondo le proposte presentate, la legge proibizionista portata avanti dal governo precedente, e che dal 1 gennaio 2013 verrà applicata a tutto il paese, rimarrebbe nella sostanza confermata. Tuttavia la norma specifica, relativa alla cittadinanza dei frequentatori dei coffee shop, potrà essere applicata a discrezione dalle singole città, cioè competerà alle varie municipalità se applicarla o meno. Di sicuro Amsterdam non l'applicherà e quindi minimo 1/3 dei coffee shop olandesi verrà ancora frequentato dai turisti.
Anche se la cannabis è tecnicamente illegale nei Olanda, il paese dal 1976 ha depenalizzato il possesso di meno di cinque grammi della sostanza. Questa decisione di 36 anni fa aveva fatto esplodere un vero e proprio turismo della marijuana in Olanda, con molti giovani che venivano ad Amsterdam con il miraggio di trovare facilmente la droga. Il provvedimento entrato in vigore il primo maggio scorso, in tre province del sud, era stato introdotto per frenare tutti quei fenomeni collegati al turismo per droga, come gli schiamazzi notturni, l'arrivo di gente poco raccomandabile nei quartieri ed un aumento della micro criminalità.
Ora però Amsterdam accoglierà nuovamente a braccia aperte i frequentatori di coffee shops, e non sono pochi dato che sembra che almeno 1 milione e mezzo di turisti, dei 7 milioni che giungono ad Amsterdam ogni anno, facciano almeno una sosta in uno dei coffee shops. Fate il vostro conto di quanto possa essere il fatturato del “turismo per droga” e forse capirete meglio perchè, tutto sommato, si continerà a chiudere un occhio su questo mercato particolare...
Ma...mai dire mai! A fine aprile 2012, dopo 584 giorni di durata, il governo di Mark Rutte, il primo ministro di "ferro" olandese, era caduto e dopo una fase di transizione a settembre si sono svolte le nuove elezioni politiche: il crollo dell'estrema destra ha di fatto aperto la strada ad una coalizione più ampia, che ha espresso la volontà di voler ridiscutere il provvedimento della “Cannabis Card”, relativo ai coffee shop, e cioè sulla possibilità di chiudere o meno questi locali ai non residenti.
Questo spiega la posizione del sindaco di Amsterdam, Eberhard van der Laan, che in una recente intervista ha dichiarato che i 220 coffee shop della città continueranno a vendere le droghe leggere ai propri clienti, anche se non risiedono nei Paesi Bassi. Questa svolta radicale è proprio una conseguenza dell'insediamento del nuovo governo di coalizione olandese, che unisce progressisti e conservatori, e che ha appena presentato il suo nuovo programma di governo. Secondo le proposte presentate, la legge proibizionista portata avanti dal governo precedente, e che dal 1 gennaio 2013 verrà applicata a tutto il paese, rimarrebbe nella sostanza confermata. Tuttavia la norma specifica, relativa alla cittadinanza dei frequentatori dei coffee shop, potrà essere applicata a discrezione dalle singole città, cioè competerà alle varie municipalità se applicarla o meno. Di sicuro Amsterdam non l'applicherà e quindi minimo 1/3 dei coffee shop olandesi verrà ancora frequentato dai turisti.
Anche se la cannabis è tecnicamente illegale nei Olanda, il paese dal 1976 ha depenalizzato il possesso di meno di cinque grammi della sostanza. Questa decisione di 36 anni fa aveva fatto esplodere un vero e proprio turismo della marijuana in Olanda, con molti giovani che venivano ad Amsterdam con il miraggio di trovare facilmente la droga. Il provvedimento entrato in vigore il primo maggio scorso, in tre province del sud, era stato introdotto per frenare tutti quei fenomeni collegati al turismo per droga, come gli schiamazzi notturni, l'arrivo di gente poco raccomandabile nei quartieri ed un aumento della micro criminalità.
Ora però Amsterdam accoglierà nuovamente a braccia aperte i frequentatori di coffee shops, e non sono pochi dato che sembra che almeno 1 milione e mezzo di turisti, dei 7 milioni che giungono ad Amsterdam ogni anno, facciano almeno una sosta in uno dei coffee shops. Fate il vostro conto di quanto possa essere il fatturato del “turismo per droga” e forse capirete meglio perchè, tutto sommato, si continerà a chiudere un occhio su questo mercato particolare...
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