Eventi, tradizioni e sapori in Appenzello, Svizzera
Tradizione è la vera parola d’ordine che traspira da ogni singolo angolo dell’Appenzello Interno, la regione agricola che si sviluppa nel Nord-Est della Svizzera. Allevamento e lavorazione del latte sono le attività prevalenti sviluppate attraverso secoli di storia, richiamati e valorizzati dalle cerimonie che scandiscono ogni momento dell’anno.
Le salite agli alpeggi in primavera, le feste dei malgari durante l’estate, le mostre-mercato del bestiame in autunno e i «Chlausezüüg», le sfilate degli uomini-albero (Silvesterklausen), nel periodo natalizio. Tutti eventi che esprimono il profondo attaccamento al territorio da parte dei residenti e che, nell’ambito della globalizzazione attuale tesa a omogeneizzare, rappresentano un richiamo turistico importante. Le campagne pubblicitarie hanno trovato in tre abitanti non più giovanissimi, vestiti con i costumi tradizionali e dalle espressioni enigmatiche i loro testimonial d’eccezione. In silenzio, oppongono la loro coriaceità alle lusinghe dei turisti intenzionati a carpire i segreti del territorio – come l’ingrediente che rende il formaggio irresistibile – e che restano pertanto, inviolati.
Per comprendere le tradizioni dell’Appenzello occorre andare a ritroso nel tempo e scavare nelle radici agricole e profondamente religiose delle comunità che vivono nel cantone e che ancora oggi si riuniscono nella piazza della sua capitale – Appenzello - ogni ultima domenica di aprile per la Landsgemeinde (l'assemblea generale), dove si votano le leggi e si elegge il Consiglio di Governo. Fino alla decisione del Tribunale Federale Svizzero datata 1990, le donne non avevano, nell’ambito del Cantone, il diritto di voto. Una nota conservatrice che rafforza l’attaccamento alle tradizioni.
Un’importante festività del culto cattolico celebrata nell’Appenzello dieci giorni dopo la Pentecoste è, ad esempio, il Corpus Domini, chiamata «Ösehegottstag», con riferimento al Sacramento dell’Altare, l’Eucarestia. La processione che si sviluppa nel cantone è la più grande della Svizzera orientale. Oltre alle personalità religiose, ad attirare gli sguardi sono soprattutto i Tracht, i costumi tradizionali indossati dalle donne.
La vistosità è offerta soprattutto dall’ampio copricapo tipo cuffia, impreziosito da vari ricami realizzati a mano. Nei mesi di maggio e giugno le alpi nell’Alpstein brulicano di mucche e malgari, fino all’autunno. Mentre in molte località della Svizzera la salita verso gli alpeggi avviene con i camion ed i rimorchi usati per trasportare il bestiame, nella regione dell’Appenzello capita spesso di imbattersi in un variopinto corteo in ascesa, soggetto privilegiato di un’arte pittorica particolarmente diffusa in regione. L’evento comporta enormi sforzi. Le mucche vengono «tirate a lucido» mentre i malgari indossano il Tracht maschile («Sennehääss»), il costume tradizionale. Per essere ligi alla tradizione, il corteo deve essere guidato da un giovane in costume tradizionale insieme ad un gregge di capre bianche dell’Appenzello spesso incitato da una ragazza in Tracht “da lavoro”, seguita dal capo malgaro («Vorsenn») in Tracht maschile e pantaloncini in cuoio (Lederhose) gialli, «de Geele».
Il malgaro trasporta sulla spalla sinistra il secchio da viaggio intagliato con il fondo intercambiabile formato da un piatto in legno rotondo decorato da un soggetto d’ispirazione rurale. Dietro di lui, le prime tre mucche, gravate da altrettanti campanacci intonati, poi altri quattro malgari, uno nel Tracht di festa con pantaloncini gialli e tre accompagnatori con pantaloncini marroni, camicia bianca e panciotto rosso brillante («Liibli») ed infine la mandria seguita dal proprietario degli animali insieme al suo cane pastore appenzellese che chiude il corteo. Talvolta un bracciante conduce un toro tenendolo per l’anello infilato nel naso. Un altro elemento classico è il “Ledi”, un veicolo trainato da cavalli che trasporta tutte le attrezzature della malga. Da 600 anni, nel corso dell’estate, sul calar del sole, i malgari attraverso un particolare strumento, la “„Folle“, imbuto di legno e metallo, lanciano il «Betruf», una preghiera che implora la protezione e l’intercessione di Dio, di Maria e dei Santi protettori che rimbalza di vallata in vallata nella quiete delle Alpi rendendo ogni tramonto ancor più suggestivo. In autunno il processo si inverte con la discesa delle mandrie dagli alpeggi alle fattorie e le varie esposizioni di animali con relativa premiazione.
Legata alla tradizione è la produzione artigianale dei costumi, dei gioielli filigranati, dei secchi da viaggio intagliati o ricamati, delle cinture. Botteghe di secchiai, orafi e argentieri o ricamatrici a mano si trovano a breve distanza l’una dall’altro nel capoluogo, Appenzello, che offre negozi specializzati, accoglienti ristoranti e alberghi a gestione familiare. In quanto alla gastronomia, la gamma di specialità offerte dal cantone va oltre il celebre formaggio Appenzeller o l’amaro Alpenbitte. I dolci rappresentano un asso nella manica dell’Appenzello con il Biber appenzellese, pasta al miele farcita di un ripieno morbido e chiaro a base di mandorle, disponibile in diversi motivi e formati ed il «Landsgmeendschrempfli», ricetta a base di uova e zucchero con farcitura di nocciole tritate finemente e che rappresentava il dolcetto per eccellenza che gli uomini riunitisi per la Landsgemeinde – l’assemblea generale - erano soliti portare a casa per i propri cari. Una delle ghiottonerie è la Siedwurst appenzellese, una salsiccia scottata prevalentemente di carne di manzo, tradizionalmente servita accompagnata da maccheroni conditi con formaggio e patate. Per domare la sete, il territorio offre la birra Appenzeller oppure il «Flauder» – una bevanda dolce aromatizzata con fiori di sambuco e melissa.
Le salite agli alpeggi in primavera, le feste dei malgari durante l’estate, le mostre-mercato del bestiame in autunno e i «Chlausezüüg», le sfilate degli uomini-albero (Silvesterklausen), nel periodo natalizio. Tutti eventi che esprimono il profondo attaccamento al territorio da parte dei residenti e che, nell’ambito della globalizzazione attuale tesa a omogeneizzare, rappresentano un richiamo turistico importante. Le campagne pubblicitarie hanno trovato in tre abitanti non più giovanissimi, vestiti con i costumi tradizionali e dalle espressioni enigmatiche i loro testimonial d’eccezione. In silenzio, oppongono la loro coriaceità alle lusinghe dei turisti intenzionati a carpire i segreti del territorio – come l’ingrediente che rende il formaggio irresistibile – e che restano pertanto, inviolati.
Per comprendere le tradizioni dell’Appenzello occorre andare a ritroso nel tempo e scavare nelle radici agricole e profondamente religiose delle comunità che vivono nel cantone e che ancora oggi si riuniscono nella piazza della sua capitale – Appenzello - ogni ultima domenica di aprile per la Landsgemeinde (l'assemblea generale), dove si votano le leggi e si elegge il Consiglio di Governo. Fino alla decisione del Tribunale Federale Svizzero datata 1990, le donne non avevano, nell’ambito del Cantone, il diritto di voto. Una nota conservatrice che rafforza l’attaccamento alle tradizioni.
Un’importante festività del culto cattolico celebrata nell’Appenzello dieci giorni dopo la Pentecoste è, ad esempio, il Corpus Domini, chiamata «Ösehegottstag», con riferimento al Sacramento dell’Altare, l’Eucarestia. La processione che si sviluppa nel cantone è la più grande della Svizzera orientale. Oltre alle personalità religiose, ad attirare gli sguardi sono soprattutto i Tracht, i costumi tradizionali indossati dalle donne.
La vistosità è offerta soprattutto dall’ampio copricapo tipo cuffia, impreziosito da vari ricami realizzati a mano. Nei mesi di maggio e giugno le alpi nell’Alpstein brulicano di mucche e malgari, fino all’autunno. Mentre in molte località della Svizzera la salita verso gli alpeggi avviene con i camion ed i rimorchi usati per trasportare il bestiame, nella regione dell’Appenzello capita spesso di imbattersi in un variopinto corteo in ascesa, soggetto privilegiato di un’arte pittorica particolarmente diffusa in regione. L’evento comporta enormi sforzi. Le mucche vengono «tirate a lucido» mentre i malgari indossano il Tracht maschile («Sennehääss»), il costume tradizionale. Per essere ligi alla tradizione, il corteo deve essere guidato da un giovane in costume tradizionale insieme ad un gregge di capre bianche dell’Appenzello spesso incitato da una ragazza in Tracht “da lavoro”, seguita dal capo malgaro («Vorsenn») in Tracht maschile e pantaloncini in cuoio (Lederhose) gialli, «de Geele».
Il malgaro trasporta sulla spalla sinistra il secchio da viaggio intagliato con il fondo intercambiabile formato da un piatto in legno rotondo decorato da un soggetto d’ispirazione rurale. Dietro di lui, le prime tre mucche, gravate da altrettanti campanacci intonati, poi altri quattro malgari, uno nel Tracht di festa con pantaloncini gialli e tre accompagnatori con pantaloncini marroni, camicia bianca e panciotto rosso brillante («Liibli») ed infine la mandria seguita dal proprietario degli animali insieme al suo cane pastore appenzellese che chiude il corteo. Talvolta un bracciante conduce un toro tenendolo per l’anello infilato nel naso. Un altro elemento classico è il “Ledi”, un veicolo trainato da cavalli che trasporta tutte le attrezzature della malga. Da 600 anni, nel corso dell’estate, sul calar del sole, i malgari attraverso un particolare strumento, la “„Folle“, imbuto di legno e metallo, lanciano il «Betruf», una preghiera che implora la protezione e l’intercessione di Dio, di Maria e dei Santi protettori che rimbalza di vallata in vallata nella quiete delle Alpi rendendo ogni tramonto ancor più suggestivo. In autunno il processo si inverte con la discesa delle mandrie dagli alpeggi alle fattorie e le varie esposizioni di animali con relativa premiazione.
Legata alla tradizione è la produzione artigianale dei costumi, dei gioielli filigranati, dei secchi da viaggio intagliati o ricamati, delle cinture. Botteghe di secchiai, orafi e argentieri o ricamatrici a mano si trovano a breve distanza l’una dall’altro nel capoluogo, Appenzello, che offre negozi specializzati, accoglienti ristoranti e alberghi a gestione familiare. In quanto alla gastronomia, la gamma di specialità offerte dal cantone va oltre il celebre formaggio Appenzeller o l’amaro Alpenbitte. I dolci rappresentano un asso nella manica dell’Appenzello con il Biber appenzellese, pasta al miele farcita di un ripieno morbido e chiaro a base di mandorle, disponibile in diversi motivi e formati ed il «Landsgmeendschrempfli», ricetta a base di uova e zucchero con farcitura di nocciole tritate finemente e che rappresentava il dolcetto per eccellenza che gli uomini riunitisi per la Landsgemeinde – l’assemblea generale - erano soliti portare a casa per i propri cari. Una delle ghiottonerie è la Siedwurst appenzellese, una salsiccia scottata prevalentemente di carne di manzo, tradizionalmente servita accompagnata da maccheroni conditi con formaggio e patate. Per domare la sete, il territorio offre la birra Appenzeller oppure il «Flauder» – una bevanda dolce aromatizzata con fiori di sambuco e melissa.
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Le tradizioni non sono l’unico richiamo dell’Appenzello. Insieme a loro la natura, i panorami, la scoperta di località e itinerari inediti da affrontare utilizzando i treni e soprattutto la possibilità di fare escursioni, completano la capacità attrattiva del cantone. L’Alpstein che rappresenta uno dei gruppi montuosi più pittoreschi delle Prealpi Svizzere, grazie soprattutto alla presenza del Säntis, la vetta più alta con i suoi 2.501 metri della regione offre innumerevoli sentieri per escursioni – dagli itinerari più semplici a quelli più impegnativi in alta quota, ognuno dei quali raggiungibili da moderni impianti di risalita. I percorsi possono essere spezzati dal ristoro in 28 accoglienti locande di montagna.
A chi pernotta per un minimo di tre notti presso la stessa struttura ricettiva nell’Appenzello viene consegnata gratuitamente la Carta vacanze Appenzello, che consente agli ospiti di beneficiare di oltre 20 offerte gratuite: corse gratuite in 12 zone delle Ferrovie dell’Appenzello, corse gratuite con le ferrovie di montagna (Kronberg, Hoher Kasten ed Ebenalp),nonché ingressi a musei, piscine e altre attrazioni turistiche.
Per ulteriori informazioni
Appenzellerland Tourismus
Hauptgasse 4, CH-9050 Appenzello
Tel. +41 (0)71 788 96 41; tel. diretto +41 (0)71 788 96 40, fax +41 (0)71 788 96 50
www.appenzell.ch
Le tradizioni non sono l’unico richiamo dell’Appenzello. Insieme a loro la natura, i panorami, la scoperta di località e itinerari inediti da affrontare utilizzando i treni e soprattutto la possibilità di fare escursioni, completano la capacità attrattiva del cantone. L’Alpstein che rappresenta uno dei gruppi montuosi più pittoreschi delle Prealpi Svizzere, grazie soprattutto alla presenza del Säntis, la vetta più alta con i suoi 2.501 metri della regione offre innumerevoli sentieri per escursioni – dagli itinerari più semplici a quelli più impegnativi in alta quota, ognuno dei quali raggiungibili da moderni impianti di risalita. I percorsi possono essere spezzati dal ristoro in 28 accoglienti locande di montagna.
A chi pernotta per un minimo di tre notti presso la stessa struttura ricettiva nell’Appenzello viene consegnata gratuitamente la Carta vacanze Appenzello, che consente agli ospiti di beneficiare di oltre 20 offerte gratuite: corse gratuite in 12 zone delle Ferrovie dell’Appenzello, corse gratuite con le ferrovie di montagna (Kronberg, Hoher Kasten ed Ebenalp),nonché ingressi a musei, piscine e altre attrazioni turistiche.
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