Tour cinematografico a Parigi, nei luoghi dei film pił famosi
Esistono diversi modi di visitare una città, in modi sempre nuovi che esaltino di volta in volta particolaritá, stranezze, curiosità. Un modo originale per visitare Parigi, solo uno dei tanti per intendersi, è quello di seguire un percorso cinematografico. È un binomio indissolubile quello che lega Parigi al cinema, lì dove il cinema stesso è nato e dove ha avuto tra le sue rappresentazioni più sublimi.
La città ancora vive della gloria dei fratelli Lumière, che nel 1895, al Salon Indien del Grand Cafè, al numero 14 di Boulevard des Capucines, diedero vita alla prima produzione cinematografica.
Da quel momento ne é passato di tempo e a Parigi si sono susseguiti di volta in volta registi diversi, di fama internazionale. Ancora oggi la capitale Francese è un luogo privilegiato per la sua location magica, che non ha bisogno di ritocchi ed esagerazioni. Ci sono luoghi della città che il cinema ha esaltato, rendendoli icone della città stessa, delle volte abbassandoli alla mercé di un'arte in po' pop (come il Moulin Rouge), altre volta esaltandoli, nonostante la loro semplicità.
È il caso ad esempio del Ponte Bir-Hakeim (metro Passy o Bir-Hakeim) che collega quindicesimo e sedicesimo arrondissement e dal quale si gode di una delle più belle viste sulla Torre Eiffel. Nel controverso film di Bernardo Bertolucci, ULTIMO TANGO A PARIGI, qui si svolse una delle scene più apprezzate e ricordate del capolavoro, in cui un ubriaco Marlon Brando sussurra: "Let's drink a toast to our life in the country,", "I'll be your cow," risponde un'indimenticabile Maria Schneider.
Sul ponte, affacciafa sulla Senna, la statua di un cavaliere che imbraccia una spada sguainata mentre cavalca un cavallo alato. Se proseguite per la passerella sulla Senna che va dal Ponte di Bir Hakeim al Ponte di Grenelle avrete modo di conoscere uno dei luoghi parigini meno battuti dai turisti, eppure così romantici e nostalgici.
Percorrendo ancora tutta la via sul fiume troverete una riproduzione in miniatura della Statua della Libertà che sovrasta il porto di New York. Si tratta di una versione di dimensioni ridotte, realizzata da Auguste Bartholdi nel 1889 e offerta ai francesi in occasione del centenario della Rivoluzione dai cittadini francesi stabilitisi negli Stati Uniti.
Parigi è una città dalle mille e più sfaccettature, una città che si mostra ogni volta al suo pubblico in una veste nuova. Parigi è ogni singolo arrondissement, ognuno dei quali ha una sua caratteristica, una poesia propria, ineguagliabile ed imprescindibile. Scoprire la città vivendo ogni singolo quartiere sarebbe un po' come visitare città diverse.
C'è un film che più di tutti ha raccontato questi mille volti di Parigi, questa città cangiante e bellissima; si tratta di PARIS VU PAR, una dichiarazione d'amore della città in sei atti, raccontata dai più accreditati registi della Nouvelle Vague.
È a questo vecchio piccolo capolavoro che si sono ispirati venti registi internazionali (fra cui spiccano Steve Buscemi e il nostro Sergio Castellitto) che hanno prodotto la pellicola PARIS JE T'AIME. Il film è un affresco romantico di una città meravigliosa, raccontata ad episodi: venti lettere d'amore per ognuno dei venti quartieri parigini. Ricordiamo uno dei passaggi più belli, "Quai Saint-Bernard", pellicola girata dal regista Gurinder Chadha.
Questo episodio racconta la Parigi umida e fredda che vive in prossimità della Senna, ma anche quella che si accende di colori la sera, con le case dai tetti in ardesia che si specchiano sull'acqua e con un gioco di ponti antichi e moderni che seguono la via del fiume.
Il film, nella semplicità di una storia d'amore tra giovani, vi farà venire voglia di una passeggiata romantica e disincantata ai bordi della Senna, al calare del sole, magari con in mano una bottiglia di un ottimo vino francese.
Il Quai Saint Bernard in precedenza era uno degli accessi portuali di Parigi che Flauber, nelle prime pagine dell'Educazione Sentimentale, ricorda così: "Le 15 septembre 1840, vers six heures du matin, la Ville-de-Montereau, près de partir, fumait à gros tourbillons devant le quai Saint-Bernard".
Fino al XVII secolo era noto come luogo dove era possibile fare il bagno nudi, ma un'opinione pubblica scandalizzata fece abolire tale pratica e il luogo è stato poi riconvertito in un'oasi di pace erbosa in mezzo alla città, meglio conosciuta col nome di Jardin Tino Rossi, in onore dell'amato cantante corso. Il giardino ospita anche un'interessante mostra di sculture, conosciuta come Musée de la Sculpture en Plein Air. Nelle sere d'estate oramai è tradizione ballare il tango sotto le stelle.
Ci sono poi pellicole in cui il film è Parigi stesso, un film che ne racconta tutta l'atmosfera, le musiche, i colori.
È il caso del tenero e divertente ZAZIE NEL METRÓ (Zazie dans le métro), un film del 1960 diretto da Louis Malle e tratto dall'omonimo romanzo di Raymond Queneau.
La piccola Zazie, vispa e curiosa, viene portata a Parigi dalla madre vedova (che deve incontrare il suo amante) ed affidata ad uno zio, Gabriel, che si mantiene facendo la drag queen in un locale notturno. Il film si svolge su uno stesso filo conduttore, ovvero la ricerca, da parte della piccola protagonista, di prendere la tanto agognata e sognata metro che però quel giorno è purtroppo chiusa per sciopero.
La prima stazione del metrò parigino, anche se non vanta una nascita reale come quella londinese di epoca vittoriana, è stata inaugurata nel 1891, in piena Belle Époque, un'epoca che aveva riportato a Parigi lo sfavillio di un tempo, dopo la guerra franco-prussiana e l'assedio della città. Il più bello e antico esempio di art nouveau nelle stazione metropolitane lo troviamo in quella di Abesses (linea 2), con archi verdi in ferro lavorati finemente e luci ambrate.
Crocievia di storie di vita vissuta, di amori e tradimenti, percorre in lungo ed in largo la città, con le sue 14 linee e milioni di passeggeri ogni giorno; per questo non ci stupisce quanto Zazie ne fosse incuriosita. In questo suo continuo girovagare per Parigi, Zazie incontra i personaggi più strani, mostrandoci così una città variegata ed in continua trasformazione. Il film ha poi un'altra grande protagonista: la famosa Torre Eiffel, costruita per l'esposizione universale del 1889.
Sono tanti coloro che hanno imparato ad amare questo monumento proprio grazie al film, in cui ne viene fuori un'immagine tenera, divertente e divertita (come il momento in cui lo zio Gabriel balla con lei). Una costruzione singolare che può essere lecito non amare particolarmente, soprattutto per l'utilizzo smodato che si fa di lei come icona di Parigi. Ma in fondo è la" signora torre", colei che controlla Parigi dall'alto, la sorveglia e la giudica. Osservandola dal basso, dai grandi "piedi" che la sorreggono, si rimane impressionati dall'imponenza, dalla forza e al tempo stesso dalla leggerezza che trasmette.
In Zazie dans le Métro colpisce questa piccola frase ironica: "On représente la ville de Paris comme une femme. Avec un truc comme ça..."
Le truc sarebbe appunto la Tour Eiffel.
Ancora Parigi sono due film di animazione Disney. Come dimenticare l'immagine romantica di Parigi in RATATOUILLE. La città del buon gusto viene osservata dal "petit chef" dall'alto di un piccolo appartamento parigino con vista su una sbriluccicante Torre Eiffel o dal protagonista a bordo di uno scooter che percorre le strade bagnate della città la sera, dopo un'intensa (e non inusuale) giornata di pioggia.
Su 15-17 Quai de la Tournelle (metro 10 Maubert-Mutualité), a pochi passi da Notre Dame (metro 4 Saint Michel), troverete l'antico ristorante Tour D'Argent, colui che ha ispirato il ristorante del film Chef Gusto. Fondato nel 1582, è ancora oggi uno dei più apprezzati (e costosi) ristoranti di Parigi, con una sala panoramica e un museo gastronomico al piano terra. Sito ufficiale.
Per quanti di voi invece, prima di visitare Parigi, l'immagine della città era legata al capolavoro animato IL GOBBO DI NOTRE DAME? La Parigi medioevale di Esmeralda e Quasimodo, una città di giocolieri, giullari e musichi, di taverne e mercati, ed una quotidianità scandita dai rintocchi delle campane della cattedrale più famosa al mondo.
Immancabile è la visita, delle torri di Notre Dame, per scoprire un'inattesa Parigi, guardata a vista dagli occhi pietrificati di un gargoil, lo stesso che, in versione animata, faceva compagnia a Quasimodo nell'osservare dall'alto una città che gli era negata. I 387 gradini della Torre Nord vi condurranno alla galleria delle chimere, incorniciata da numerosi "gargoiulles" ed animali mostruosi, opera dello spirito fantasista di Viollet-le-Duc.
Al secondo livello delle torri un vecchio cimelio: la famosa campana che il gobbo di Notre Dame suonava quotidianamente, dando il ritmo alla vita parigina.
Per quasi unanime riconoscenza c'è un film che ha fatto divertire ed appassionare milioni di sognatori del mondo. È la Parigi dai toni pastello, viva, vivace e divertente, raccontata da una dolce e giovane parigina che sogna, da sola, di mettere a posto le cose che non vanno nel mondo. Un'eroina dei nostri tempi insomma, che con il suo caschetto nero e le sue labbra rosso fuoco pare più uscita da un cartone animato. È come se con Amelie Parigi diventasse piccolissima, a misura d'uomo, una città dai colori forti e contrastanti, dolce e disincantata, tutta o quasi vissuta nel pittoreschi quartiere di Montmartre. IL FAVOLOSO MONDO DI AMÉLIE del 2001, scritto e diretto da Jean-Pierre Jeunet ed interpretato da Audrey Tautou e Mathieu Kassovitz, è oggi un cult per coloro che amano Parigi.
Una Parigi immortalata, rispetto ad altre pellicole, in una veste più familiare, tenera ed ottimistica che ha catturato i cuori di milioni di appassionati. Per addentrarvi alla scoperta dei luoghi che hanno reso il film celebre prendete la metropolitana numero 2, fermata Abesses.
Il quartiere di Montmartre con gli occhi decisi e colorati della giovane Amelie vi sembrerà ancora più bello del solito. Un piccolo villaggio di pittori ed artisti, sormontato dall'imponenza del Sacro Cuore dal quale, con una cannocchiale, proprio come fece Amelie, potrete osservare una vista mozzafiato sulla città.
La città ancora vive della gloria dei fratelli Lumière, che nel 1895, al Salon Indien del Grand Cafè, al numero 14 di Boulevard des Capucines, diedero vita alla prima produzione cinematografica.
Da quel momento ne é passato di tempo e a Parigi si sono susseguiti di volta in volta registi diversi, di fama internazionale. Ancora oggi la capitale Francese è un luogo privilegiato per la sua location magica, che non ha bisogno di ritocchi ed esagerazioni. Ci sono luoghi della città che il cinema ha esaltato, rendendoli icone della città stessa, delle volte abbassandoli alla mercé di un'arte in po' pop (come il Moulin Rouge), altre volta esaltandoli, nonostante la loro semplicità.
È il caso ad esempio del Ponte Bir-Hakeim (metro Passy o Bir-Hakeim) che collega quindicesimo e sedicesimo arrondissement e dal quale si gode di una delle più belle viste sulla Torre Eiffel. Nel controverso film di Bernardo Bertolucci, ULTIMO TANGO A PARIGI, qui si svolse una delle scene più apprezzate e ricordate del capolavoro, in cui un ubriaco Marlon Brando sussurra: "Let's drink a toast to our life in the country,", "I'll be your cow," risponde un'indimenticabile Maria Schneider.
Sul ponte, affacciafa sulla Senna, la statua di un cavaliere che imbraccia una spada sguainata mentre cavalca un cavallo alato. Se proseguite per la passerella sulla Senna che va dal Ponte di Bir Hakeim al Ponte di Grenelle avrete modo di conoscere uno dei luoghi parigini meno battuti dai turisti, eppure così romantici e nostalgici.
Percorrendo ancora tutta la via sul fiume troverete una riproduzione in miniatura della Statua della Libertà che sovrasta il porto di New York. Si tratta di una versione di dimensioni ridotte, realizzata da Auguste Bartholdi nel 1889 e offerta ai francesi in occasione del centenario della Rivoluzione dai cittadini francesi stabilitisi negli Stati Uniti.
Parigi è una città dalle mille e più sfaccettature, una città che si mostra ogni volta al suo pubblico in una veste nuova. Parigi è ogni singolo arrondissement, ognuno dei quali ha una sua caratteristica, una poesia propria, ineguagliabile ed imprescindibile. Scoprire la città vivendo ogni singolo quartiere sarebbe un po' come visitare città diverse.
C'è un film che più di tutti ha raccontato questi mille volti di Parigi, questa città cangiante e bellissima; si tratta di PARIS VU PAR, una dichiarazione d'amore della città in sei atti, raccontata dai più accreditati registi della Nouvelle Vague.
È a questo vecchio piccolo capolavoro che si sono ispirati venti registi internazionali (fra cui spiccano Steve Buscemi e il nostro Sergio Castellitto) che hanno prodotto la pellicola PARIS JE T'AIME. Il film è un affresco romantico di una città meravigliosa, raccontata ad episodi: venti lettere d'amore per ognuno dei venti quartieri parigini. Ricordiamo uno dei passaggi più belli, "Quai Saint-Bernard", pellicola girata dal regista Gurinder Chadha.
Questo episodio racconta la Parigi umida e fredda che vive in prossimità della Senna, ma anche quella che si accende di colori la sera, con le case dai tetti in ardesia che si specchiano sull'acqua e con un gioco di ponti antichi e moderni che seguono la via del fiume.
Il film, nella semplicità di una storia d'amore tra giovani, vi farà venire voglia di una passeggiata romantica e disincantata ai bordi della Senna, al calare del sole, magari con in mano una bottiglia di un ottimo vino francese.
Il Quai Saint Bernard in precedenza era uno degli accessi portuali di Parigi che Flauber, nelle prime pagine dell'Educazione Sentimentale, ricorda così: "Le 15 septembre 1840, vers six heures du matin, la Ville-de-Montereau, près de partir, fumait à gros tourbillons devant le quai Saint-Bernard".
Fino al XVII secolo era noto come luogo dove era possibile fare il bagno nudi, ma un'opinione pubblica scandalizzata fece abolire tale pratica e il luogo è stato poi riconvertito in un'oasi di pace erbosa in mezzo alla città, meglio conosciuta col nome di Jardin Tino Rossi, in onore dell'amato cantante corso. Il giardino ospita anche un'interessante mostra di sculture, conosciuta come Musée de la Sculpture en Plein Air. Nelle sere d'estate oramai è tradizione ballare il tango sotto le stelle.
Ci sono poi pellicole in cui il film è Parigi stesso, un film che ne racconta tutta l'atmosfera, le musiche, i colori.
È il caso del tenero e divertente ZAZIE NEL METRÓ (Zazie dans le métro), un film del 1960 diretto da Louis Malle e tratto dall'omonimo romanzo di Raymond Queneau.
La piccola Zazie, vispa e curiosa, viene portata a Parigi dalla madre vedova (che deve incontrare il suo amante) ed affidata ad uno zio, Gabriel, che si mantiene facendo la drag queen in un locale notturno. Il film si svolge su uno stesso filo conduttore, ovvero la ricerca, da parte della piccola protagonista, di prendere la tanto agognata e sognata metro che però quel giorno è purtroppo chiusa per sciopero.
La prima stazione del metrò parigino, anche se non vanta una nascita reale come quella londinese di epoca vittoriana, è stata inaugurata nel 1891, in piena Belle Époque, un'epoca che aveva riportato a Parigi lo sfavillio di un tempo, dopo la guerra franco-prussiana e l'assedio della città. Il più bello e antico esempio di art nouveau nelle stazione metropolitane lo troviamo in quella di Abesses (linea 2), con archi verdi in ferro lavorati finemente e luci ambrate.
Crocievia di storie di vita vissuta, di amori e tradimenti, percorre in lungo ed in largo la città, con le sue 14 linee e milioni di passeggeri ogni giorno; per questo non ci stupisce quanto Zazie ne fosse incuriosita. In questo suo continuo girovagare per Parigi, Zazie incontra i personaggi più strani, mostrandoci così una città variegata ed in continua trasformazione. Il film ha poi un'altra grande protagonista: la famosa Torre Eiffel, costruita per l'esposizione universale del 1889.
Sono tanti coloro che hanno imparato ad amare questo monumento proprio grazie al film, in cui ne viene fuori un'immagine tenera, divertente e divertita (come il momento in cui lo zio Gabriel balla con lei). Una costruzione singolare che può essere lecito non amare particolarmente, soprattutto per l'utilizzo smodato che si fa di lei come icona di Parigi. Ma in fondo è la" signora torre", colei che controlla Parigi dall'alto, la sorveglia e la giudica. Osservandola dal basso, dai grandi "piedi" che la sorreggono, si rimane impressionati dall'imponenza, dalla forza e al tempo stesso dalla leggerezza che trasmette.
In Zazie dans le Métro colpisce questa piccola frase ironica: "On représente la ville de Paris comme une femme. Avec un truc comme ça..."
Le truc sarebbe appunto la Tour Eiffel.
Ancora Parigi sono due film di animazione Disney. Come dimenticare l'immagine romantica di Parigi in RATATOUILLE. La città del buon gusto viene osservata dal "petit chef" dall'alto di un piccolo appartamento parigino con vista su una sbriluccicante Torre Eiffel o dal protagonista a bordo di uno scooter che percorre le strade bagnate della città la sera, dopo un'intensa (e non inusuale) giornata di pioggia.
Su 15-17 Quai de la Tournelle (metro 10 Maubert-Mutualité), a pochi passi da Notre Dame (metro 4 Saint Michel), troverete l'antico ristorante Tour D'Argent, colui che ha ispirato il ristorante del film Chef Gusto. Fondato nel 1582, è ancora oggi uno dei più apprezzati (e costosi) ristoranti di Parigi, con una sala panoramica e un museo gastronomico al piano terra. Sito ufficiale.
Per quanti di voi invece, prima di visitare Parigi, l'immagine della città era legata al capolavoro animato IL GOBBO DI NOTRE DAME? La Parigi medioevale di Esmeralda e Quasimodo, una città di giocolieri, giullari e musichi, di taverne e mercati, ed una quotidianità scandita dai rintocchi delle campane della cattedrale più famosa al mondo.
Immancabile è la visita, delle torri di Notre Dame, per scoprire un'inattesa Parigi, guardata a vista dagli occhi pietrificati di un gargoil, lo stesso che, in versione animata, faceva compagnia a Quasimodo nell'osservare dall'alto una città che gli era negata. I 387 gradini della Torre Nord vi condurranno alla galleria delle chimere, incorniciata da numerosi "gargoiulles" ed animali mostruosi, opera dello spirito fantasista di Viollet-le-Duc.
Al secondo livello delle torri un vecchio cimelio: la famosa campana che il gobbo di Notre Dame suonava quotidianamente, dando il ritmo alla vita parigina.
Per quasi unanime riconoscenza c'è un film che ha fatto divertire ed appassionare milioni di sognatori del mondo. È la Parigi dai toni pastello, viva, vivace e divertente, raccontata da una dolce e giovane parigina che sogna, da sola, di mettere a posto le cose che non vanno nel mondo. Un'eroina dei nostri tempi insomma, che con il suo caschetto nero e le sue labbra rosso fuoco pare più uscita da un cartone animato. È come se con Amelie Parigi diventasse piccolissima, a misura d'uomo, una città dai colori forti e contrastanti, dolce e disincantata, tutta o quasi vissuta nel pittoreschi quartiere di Montmartre. IL FAVOLOSO MONDO DI AMÉLIE del 2001, scritto e diretto da Jean-Pierre Jeunet ed interpretato da Audrey Tautou e Mathieu Kassovitz, è oggi un cult per coloro che amano Parigi.
Una Parigi immortalata, rispetto ad altre pellicole, in una veste più familiare, tenera ed ottimistica che ha catturato i cuori di milioni di appassionati. Per addentrarvi alla scoperta dei luoghi che hanno reso il film celebre prendete la metropolitana numero 2, fermata Abesses.
Il quartiere di Montmartre con gli occhi decisi e colorati della giovane Amelie vi sembrerà ancora più bello del solito. Un piccolo villaggio di pittori ed artisti, sormontato dall'imponenza del Sacro Cuore dal quale, con una cannocchiale, proprio come fece Amelie, potrete osservare una vista mozzafiato sulla città.
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Un andirivieni di strade acciottolate, di salite e di discese, di scale ripide e piccoli negozietti, proprio come quello al numero 56 di rue des Trois Frères: Au Marche de La Butte è il negozio di alimentari dove il signor Collignon maltratta Lucien, l'apprendista un po' tontolone, di fronte al palazzo in cui vive la protagonista.
Amelie lavorava invece come cameriera al Café des Deux Moulins, al civico numero 15 di Rue Lepic. Questa piccola caffetteria immersa in un colore rosso acceso, ancora riporta le glorie del film: una gigantografia di Amelie e su un tavolino in bagno il famoso nanetto tanto amato dalla protagonista. Se passeggiate invece per rue Lamarck vi sembrerà di ascoltare la voce di Amelie che racconta, all'anziano cieco, l'intera via, descrivendogli le gustose bancarelle con i polli arrosto, i meloni di Peppone e la pasticceria con i leccalecca di Pierrot-Gurmand. Se avete un po' di tempo fate un salto al cinema Studio 28 (10 Rue Tholozé), dove Amelie amava andare. Aperto nel 1928 come cinema d'autore è ad oggi il più antico cinema parigino ancora in funzione. Con le fotografie kitsch di vecchie glorie del cinema appese alle pareti, il suo inconfondibile charme, e quell'aria adorabilmente vintage che richiama un glorioso passato è una tappa immancabile per chi volesse ricostruire Parigi attraverso questo film.
Il film avrebbe potuto intitolarsi anche: Amelie e il piacere delle piccole cose. Lei infatti adorava tre cose nella vita: infilare la mano in un sacco di legumi, spaccare la crème brulée con la punta del cucchiaino e infine far rimbalzare i sassi sull'acqua, seduta sulle sponde del Canal St. Martin.
Rivivete questa sua ultima mania passeggiando lungo tutto il canale, a est della città (Jaurès, linea 5-7-2 del metró). Anche qui una Parigi diversa, poco trafficata e poco turistica, un po'Amsterdam e un po' Dublino, con i suoi negozietti vintage, piccoli e colorati che si affacciano sul fiume.
Facendo un salto indietro dalla Parigi moderna di Amelie a quella ricca e opulente del Settecento, incontriamo un'altra forte e controversa figura femminile. Sofia Coppola, nel suo capolavoro del 2006, ha dipinto la figura di una delle donne più amate ed odiate di Francia, la mondana regina settecentesca Maria Antonietta. Un dipinto in toni accesi e variegati quello di una regina che giunse presso la magnificiente corte di Versailles a soli 14 anni, lasciandosi andare presto ad una vita di eccessi e rimanendo ingabbiata in scandali e scongiure. La Coppola costruisce un ritratto moderno della regina, immersa in un ambiente di colori sgargianti, in cui predilige il rosa shocking, e in una musica dal ritmo rock-punk che contrasta con lo sfarzo austero del Palazzo reale.
Pochi sanno che il palazzo in cui sono state girate le scene del film non è la famosa reggia di Versailles, ma bensì l'Hotel de Soubise, situato al centro di Parigi, al numero 60 di rue de Francs-Bourgeois (metro Rambuteau). l'Hotel de Soubise è un ricco palazzo settecentesco dalla facciata imponente, costruito tra il 1705 ed il 1709 per la principessa di Rohan e riccamente decorato negli anni trenta del settecento da alcuni dei più dotati pittori dell'epoca. Aperto solamente per ricerche, è oggi sede degli archivi nazionali di Francia, in cui è custodito il testamento in cui Napoleone chiede che le sue spoglie siano restituite alla Francia e la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino del 1789.
Nella sala ovale della Principessa sono state girate il maggior numero di scene del film.
Commedia romantica e divertente è invece MIDNIGHT IN PARIS del maestro Woody Allen, un film che si diverte a giocare con finzione e realtà e che vuole in questo modo celebrare Parigi. Forse non il capolavoro del regista, ma comunque un film che fa della città la protagonista indiscussa. Ritroviamo la Parigi romantica, quella che si affaccia sulla Senna, con i librai che vendono antichi libri e vecchie fotografie sbiadite nelle loro buffe casettine verdi. Poco distante la famosa libreria inglese Shakespeare & co.
Se vi inoltrate nel quartiere latino vi imbatterete invece nella chiesa di Saint-Etienne-du-Mont, sui cui gradini, in Midnight in Paris, il protagonista Gil attendeva la macchina che lo avrebbe portato indietro nel tempo, all'epoca di Ernest Emingway, Picasso, Salvador Dalì e tanti altri. La Chiesa, in Place Ste-Genevieve, quasi nascosta dall'imponenza del Pantheon poco distante, offre uno degli scorci parigini più belli.
Montmartre ha fatto da scenario a numerose film cult della storia del cinema internazionale. Ultimo in ordine di tempo il colossal musicale firmato da Luc Besson ed interpretato da una strepitosa, Nicole Kidman. Accompagnata dalla voce di Elton John, la bella e dolce Satin balla nel noto locale di cabaret, il Moulin Rouge, che appare ancora più grande di quanto non sia in realtà e di un rosso così acceso da essere accecante. Un film dal forte design visivo, forse fin troppo legato all'immagine della città, nonostante l'intento del film non sia quello né di celebrare Montmartre né il Moulin Rouge. Questi elementi sono solamente una cornice alla storia d’amore impossibile tra i protagonisti, per un film che è stato girato interamente in Australia in sei studi cinematografici diversi.
Se volete invece celebrare la vera storia del Moulin Rouge, quella danza ipnotica e trasgressiva, come era il Can Can all'epoca e rivivere i fasti del quartiere di Pigalle e Montmartre, allora non potete perdervi FRENCH CAN CAN, un film del 1954 diretto da Jean Renoir. La pellicola ricostruisce la nascita del Moulin Rouge, dello spettacolo di varietà francese, della Parigi della Belle époque e di una ragazza, Nini (Françoise Arnoul) che da semplice lavandaia diventa l’attrazione principale del nuovo locale parigino. Sulle note di Complainte de la Butte, il film dipinge una Pigalle (metro 2 fermata Pigalle) ricca di orgiastica indulgenza, peccaminosa, la Mecca di artisti e scrittori che frequentavano lì bordelli e cabaret.
Costruito nel 1889 il Moulin Rouge è ancora oggi un noto locale di cabaret parigino (situato in boulevard de Clichy, metro 2-blanche), un po' meno stravagante di quanto la più recente versione cinematografica faccia immaginare, ma che conserva ancora quel fascino e quella magia del passato. Oggi come allora le spregiudicate esibizioni delle ballerine incantano gli occhi dei signori con il provocante French Can Can.
Altri luoghi e film celebri:
BASTARDI SENZA GLORIA: per l'unica scena parigina del film, Quantin Tarantino sceglie il ristorante Renaissance, al 112 di Rue Championet a Montmartre. È il luogo in cui Melanie Laurent scopre che Daniel Bruch è l'osannato eroe della propaganda nazista. Il locale, aperto nel 1930, mantiene ancora il suo vecchio stile Art Deco, ornato di lampade riccamente intagliate e specchi a muro.
THE TOURIST: il film americano con Angelina Jolie e Johnny Depp, un misto di azione e commedia, è stato girato inizialmente a Parigi, per poi proseguire le riprese a Venezia. Tanti i luoghi toccati dalla protagonista Elise durante la sua passeggiata mattutina per la città: Place Boieldieu, Opéra Comique e la Galerie Vivienne. La ricordiamo poi seduta all'elegante Café Nemours, in Place Colette, a pochi passi dalla stazione Palais Royal della metropolitana.
Nei weekend, al pomeriggio, deliziati da una ricercata cucina tradizionale, potrete assistere a piccoli concerti live di musica classica.
Questi solo alcuni piccoli suggerimenti cinematografici e di interesse turistico (che sarebbe impossibile racchiudere in poche righe) per una città come Parigi che vive di cinema e che ogni anno si presta come scenario ideale per numerosi registi.
Un andirivieni di strade acciottolate, di salite e di discese, di scale ripide e piccoli negozietti, proprio come quello al numero 56 di rue des Trois Frères: Au Marche de La Butte è il negozio di alimentari dove il signor Collignon maltratta Lucien, l'apprendista un po' tontolone, di fronte al palazzo in cui vive la protagonista.
Amelie lavorava invece come cameriera al Café des Deux Moulins, al civico numero 15 di Rue Lepic. Questa piccola caffetteria immersa in un colore rosso acceso, ancora riporta le glorie del film: una gigantografia di Amelie e su un tavolino in bagno il famoso nanetto tanto amato dalla protagonista. Se passeggiate invece per rue Lamarck vi sembrerà di ascoltare la voce di Amelie che racconta, all'anziano cieco, l'intera via, descrivendogli le gustose bancarelle con i polli arrosto, i meloni di Peppone e la pasticceria con i leccalecca di Pierrot-Gurmand. Se avete un po' di tempo fate un salto al cinema Studio 28 (10 Rue Tholozé), dove Amelie amava andare. Aperto nel 1928 come cinema d'autore è ad oggi il più antico cinema parigino ancora in funzione. Con le fotografie kitsch di vecchie glorie del cinema appese alle pareti, il suo inconfondibile charme, e quell'aria adorabilmente vintage che richiama un glorioso passato è una tappa immancabile per chi volesse ricostruire Parigi attraverso questo film.
Il film avrebbe potuto intitolarsi anche: Amelie e il piacere delle piccole cose. Lei infatti adorava tre cose nella vita: infilare la mano in un sacco di legumi, spaccare la crème brulée con la punta del cucchiaino e infine far rimbalzare i sassi sull'acqua, seduta sulle sponde del Canal St. Martin.
Rivivete questa sua ultima mania passeggiando lungo tutto il canale, a est della città (Jaurès, linea 5-7-2 del metró). Anche qui una Parigi diversa, poco trafficata e poco turistica, un po'Amsterdam e un po' Dublino, con i suoi negozietti vintage, piccoli e colorati che si affacciano sul fiume.
Facendo un salto indietro dalla Parigi moderna di Amelie a quella ricca e opulente del Settecento, incontriamo un'altra forte e controversa figura femminile. Sofia Coppola, nel suo capolavoro del 2006, ha dipinto la figura di una delle donne più amate ed odiate di Francia, la mondana regina settecentesca Maria Antonietta. Un dipinto in toni accesi e variegati quello di una regina che giunse presso la magnificiente corte di Versailles a soli 14 anni, lasciandosi andare presto ad una vita di eccessi e rimanendo ingabbiata in scandali e scongiure. La Coppola costruisce un ritratto moderno della regina, immersa in un ambiente di colori sgargianti, in cui predilige il rosa shocking, e in una musica dal ritmo rock-punk che contrasta con lo sfarzo austero del Palazzo reale.
Pochi sanno che il palazzo in cui sono state girate le scene del film non è la famosa reggia di Versailles, ma bensì l'Hotel de Soubise, situato al centro di Parigi, al numero 60 di rue de Francs-Bourgeois (metro Rambuteau). l'Hotel de Soubise è un ricco palazzo settecentesco dalla facciata imponente, costruito tra il 1705 ed il 1709 per la principessa di Rohan e riccamente decorato negli anni trenta del settecento da alcuni dei più dotati pittori dell'epoca. Aperto solamente per ricerche, è oggi sede degli archivi nazionali di Francia, in cui è custodito il testamento in cui Napoleone chiede che le sue spoglie siano restituite alla Francia e la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino del 1789.
Nella sala ovale della Principessa sono state girate il maggior numero di scene del film.
Commedia romantica e divertente è invece MIDNIGHT IN PARIS del maestro Woody Allen, un film che si diverte a giocare con finzione e realtà e che vuole in questo modo celebrare Parigi. Forse non il capolavoro del regista, ma comunque un film che fa della città la protagonista indiscussa. Ritroviamo la Parigi romantica, quella che si affaccia sulla Senna, con i librai che vendono antichi libri e vecchie fotografie sbiadite nelle loro buffe casettine verdi. Poco distante la famosa libreria inglese Shakespeare & co.
Se vi inoltrate nel quartiere latino vi imbatterete invece nella chiesa di Saint-Etienne-du-Mont, sui cui gradini, in Midnight in Paris, il protagonista Gil attendeva la macchina che lo avrebbe portato indietro nel tempo, all'epoca di Ernest Emingway, Picasso, Salvador Dalì e tanti altri. La Chiesa, in Place Ste-Genevieve, quasi nascosta dall'imponenza del Pantheon poco distante, offre uno degli scorci parigini più belli.
Montmartre ha fatto da scenario a numerose film cult della storia del cinema internazionale. Ultimo in ordine di tempo il colossal musicale firmato da Luc Besson ed interpretato da una strepitosa, Nicole Kidman. Accompagnata dalla voce di Elton John, la bella e dolce Satin balla nel noto locale di cabaret, il Moulin Rouge, che appare ancora più grande di quanto non sia in realtà e di un rosso così acceso da essere accecante. Un film dal forte design visivo, forse fin troppo legato all'immagine della città, nonostante l'intento del film non sia quello né di celebrare Montmartre né il Moulin Rouge. Questi elementi sono solamente una cornice alla storia d’amore impossibile tra i protagonisti, per un film che è stato girato interamente in Australia in sei studi cinematografici diversi.
Se volete invece celebrare la vera storia del Moulin Rouge, quella danza ipnotica e trasgressiva, come era il Can Can all'epoca e rivivere i fasti del quartiere di Pigalle e Montmartre, allora non potete perdervi FRENCH CAN CAN, un film del 1954 diretto da Jean Renoir. La pellicola ricostruisce la nascita del Moulin Rouge, dello spettacolo di varietà francese, della Parigi della Belle époque e di una ragazza, Nini (Françoise Arnoul) che da semplice lavandaia diventa l’attrazione principale del nuovo locale parigino. Sulle note di Complainte de la Butte, il film dipinge una Pigalle (metro 2 fermata Pigalle) ricca di orgiastica indulgenza, peccaminosa, la Mecca di artisti e scrittori che frequentavano lì bordelli e cabaret.
Costruito nel 1889 il Moulin Rouge è ancora oggi un noto locale di cabaret parigino (situato in boulevard de Clichy, metro 2-blanche), un po' meno stravagante di quanto la più recente versione cinematografica faccia immaginare, ma che conserva ancora quel fascino e quella magia del passato. Oggi come allora le spregiudicate esibizioni delle ballerine incantano gli occhi dei signori con il provocante French Can Can.
Altri luoghi e film celebri:
BASTARDI SENZA GLORIA: per l'unica scena parigina del film, Quantin Tarantino sceglie il ristorante Renaissance, al 112 di Rue Championet a Montmartre. È il luogo in cui Melanie Laurent scopre che Daniel Bruch è l'osannato eroe della propaganda nazista. Il locale, aperto nel 1930, mantiene ancora il suo vecchio stile Art Deco, ornato di lampade riccamente intagliate e specchi a muro.
THE TOURIST: il film americano con Angelina Jolie e Johnny Depp, un misto di azione e commedia, è stato girato inizialmente a Parigi, per poi proseguire le riprese a Venezia. Tanti i luoghi toccati dalla protagonista Elise durante la sua passeggiata mattutina per la città: Place Boieldieu, Opéra Comique e la Galerie Vivienne. La ricordiamo poi seduta all'elegante Café Nemours, in Place Colette, a pochi passi dalla stazione Palais Royal della metropolitana.
Nei weekend, al pomeriggio, deliziati da una ricercata cucina tradizionale, potrete assistere a piccoli concerti live di musica classica.
Questi solo alcuni piccoli suggerimenti cinematografici e di interesse turistico (che sarebbe impossibile racchiudere in poche righe) per una città come Parigi che vive di cinema e che ogni anno si presta come scenario ideale per numerosi registi.
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