Le localitą sciistiche pił belle di Slovenia, Croazia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Polonia
Dopo la Scandinavia e le brume del grande nord (le piste da sci più belle del nord-europa), dopo l’Europa centrale, quella della grande tradizione dello sci alpino (dove sciare nel centro Europa), di curve e slalom si potrebbe essere stanchi. Eppure sarebbe un peccato perché la storia del secolo scorso ha contribuito anche ad allargare i confini dell’Europa, regalandoci, oltre che nuovi assetti geopolitici, anche molte, molte altre piste da sci.
E allora ecco il resto del vecchio continente, “at large”, con una serie di paesi emergenti, dall’est del mondo. Se Slovenia e Croazia hanno già buone strutture ed hanno anche espresso grandissimi campioni nello sci alpino - basti pensare a Tina Maze e Jure Kosir e ai fratelli Kostelic -, ve ne sono altri che scalpitano per inserirsi nel calendario di Coppa del Mondo, guadagnandosi così la ribalta mediatica, ingrediente fondamentale per il lancio di ogni nuova località.
Ecco perché, negli ultimi anni, abbiamo assistito a gare di sci in Repubblica Ceca a poche ore da Praga, o in Bulgaria come spieghiamo in prossimo articolo. L’est Europa ha montagne forse meno imponenti delle alpi, ma altrettanto fascinose, basti pensare. Soprattutto se sempre più polacchi, russi ed ucraini scelgono le nostre piste per ribadire che ormai l’Europa ha un unico fronte anche del divertimento, questa può essere una buona occasione per andare, noi a ritroso, a vedere di persona dove abbiano imparato a sciare loro. E restare sorpresi.
Slovenia
I suoi boschi e il puntuto monte Triglav sembrano la naturale prosecuzione della natura austrica. Si parla, però, anche italiano e la storia racconta di quando c’era ancora la Jugoslavia. Benvenuti in Slovenia che allo sci si affaccia come una nazione giovane, forte soprattutto dell’assolo della sua campionessa Tina Maze. Sono almeno quattro i “poli” dove praticare lo sci da discesa, ma Kranjska Gora, una ventina di chilometri da Tarvisio e dal confine italiano, è sicuramente la località più originale per una visita oltreconfine. Kranjska Gora, infatti, è poco più di una piazza con una chiesa in pietra scura, dove ancora si affrettano a pregare nonnine intabarrate in neri foulard. Fuori c’è il mondo che cambia, la gioventù a caccia di emozione e una ventina di impianti da sci. Illuminati anche la sera per chi voglia un’alternativa ai mega hotel con piscina e, soprattutto, casinò. Tutto è molto “friendly”, le piste non sono mai lunghissime e sono semplici. Tranne una, la mitica Podkoren, poco fuori dal centro del paese, a picco sul fiume Sava. Qui la Coppa del Mondo è una tradizione e la storia l’hanno scritta anche tanti italiani, da Alberto Tomba a Manfred Moelgg. Così Kranjska Gora è per tutti l’”italiana”, una pista “nerissima” e bellissima che tutti dovrebbero sciare almeno una volta nella vita, prima di fermarsi a valle per un corroborante piatto di “struccoli” (gnocchetti ndr), tanto buoni. Quando buoni. (www.kranjska-gora.si)
Croazia
Lo sci non è il “core business” di questa giovane nazione, indipendente dal 1991 ed “europea” dal 2013. Eppure anche in Croazia si può sciare. E la cosa più straordinaria è che lo si può fare anche in città, a mezz’ora dalla capitale Zagabria. La località sciistica più famosa ed attrezzata di questo lembo di Balcani è Bjelolasica, a mezza via fra Rjieka e la capitale, ma tutti qui vi additeranno, per lo sci, la collina che protegge Zagabria, la Sljeme, un mondo fatato di boschi odorosi e pendii mozzafiato che abbracciano la grande città, regalandole un “central park”, forse un po’ in salita, ma altrettanto amato. Qui, fra i monti Medvednica, a quota 1600, si viene a passeggiare e far funghi, a guardare il tramonto, a cena al panoramico Tomislavov Dom e, quando nevica, perché no?, anche a sciare. I tracciati sono cinque, serviti da un’unica, leggendaria, seggiovia e da un paio di ski lift. Su una di queste piste, illuminata anche di notte, si corre ogni epifania, lo “Vip Snow Queen Trophy”, slalom di Coppa del Mondo, organizzato per onorare la stella di casa, Janica Kostelic, una delle più forti campionesse di sempre, ritiratasi ormai nove anni fa, dopo aver vinto tutto, a soli 24 anni, e oggi prezioso mentore del fratello Ivica, altrettanto vincente e longevo slalomista di coppa. Forse senza di loro e senza i sacrifici di papà Ante Kostelic, la Croazia non avrebbe mai scoperto il bello dello sci e sarebbe rimasta, nell’immaginario di tutti, una località amata soprattutto dal turismo estivo del mare, per le sue coste frastagliate e ricche di isole incontaminate. Ma un paio di curve sulla collina Sljeme, sono una sorpresa piacevole, almeno quanto una visita alla capitale croata, giovane e vitale, perfetta per un inconsueto dopo sci. (www.sljeme.hr).
E allora ecco il resto del vecchio continente, “at large”, con una serie di paesi emergenti, dall’est del mondo. Se Slovenia e Croazia hanno già buone strutture ed hanno anche espresso grandissimi campioni nello sci alpino - basti pensare a Tina Maze e Jure Kosir e ai fratelli Kostelic -, ve ne sono altri che scalpitano per inserirsi nel calendario di Coppa del Mondo, guadagnandosi così la ribalta mediatica, ingrediente fondamentale per il lancio di ogni nuova località.
Ecco perché, negli ultimi anni, abbiamo assistito a gare di sci in Repubblica Ceca a poche ore da Praga, o in Bulgaria come spieghiamo in prossimo articolo. L’est Europa ha montagne forse meno imponenti delle alpi, ma altrettanto fascinose, basti pensare. Soprattutto se sempre più polacchi, russi ed ucraini scelgono le nostre piste per ribadire che ormai l’Europa ha un unico fronte anche del divertimento, questa può essere una buona occasione per andare, noi a ritroso, a vedere di persona dove abbiano imparato a sciare loro. E restare sorpresi.
Slovenia
I suoi boschi e il puntuto monte Triglav sembrano la naturale prosecuzione della natura austrica. Si parla, però, anche italiano e la storia racconta di quando c’era ancora la Jugoslavia. Benvenuti in Slovenia che allo sci si affaccia come una nazione giovane, forte soprattutto dell’assolo della sua campionessa Tina Maze. Sono almeno quattro i “poli” dove praticare lo sci da discesa, ma Kranjska Gora, una ventina di chilometri da Tarvisio e dal confine italiano, è sicuramente la località più originale per una visita oltreconfine. Kranjska Gora, infatti, è poco più di una piazza con una chiesa in pietra scura, dove ancora si affrettano a pregare nonnine intabarrate in neri foulard. Fuori c’è il mondo che cambia, la gioventù a caccia di emozione e una ventina di impianti da sci. Illuminati anche la sera per chi voglia un’alternativa ai mega hotel con piscina e, soprattutto, casinò. Tutto è molto “friendly”, le piste non sono mai lunghissime e sono semplici. Tranne una, la mitica Podkoren, poco fuori dal centro del paese, a picco sul fiume Sava. Qui la Coppa del Mondo è una tradizione e la storia l’hanno scritta anche tanti italiani, da Alberto Tomba a Manfred Moelgg. Così Kranjska Gora è per tutti l’”italiana”, una pista “nerissima” e bellissima che tutti dovrebbero sciare almeno una volta nella vita, prima di fermarsi a valle per un corroborante piatto di “struccoli” (gnocchetti ndr), tanto buoni. Quando buoni. (www.kranjska-gora.si)
Croazia
Lo sci non è il “core business” di questa giovane nazione, indipendente dal 1991 ed “europea” dal 2013. Eppure anche in Croazia si può sciare. E la cosa più straordinaria è che lo si può fare anche in città, a mezz’ora dalla capitale Zagabria. La località sciistica più famosa ed attrezzata di questo lembo di Balcani è Bjelolasica, a mezza via fra Rjieka e la capitale, ma tutti qui vi additeranno, per lo sci, la collina che protegge Zagabria, la Sljeme, un mondo fatato di boschi odorosi e pendii mozzafiato che abbracciano la grande città, regalandole un “central park”, forse un po’ in salita, ma altrettanto amato. Qui, fra i monti Medvednica, a quota 1600, si viene a passeggiare e far funghi, a guardare il tramonto, a cena al panoramico Tomislavov Dom e, quando nevica, perché no?, anche a sciare. I tracciati sono cinque, serviti da un’unica, leggendaria, seggiovia e da un paio di ski lift. Su una di queste piste, illuminata anche di notte, si corre ogni epifania, lo “Vip Snow Queen Trophy”, slalom di Coppa del Mondo, organizzato per onorare la stella di casa, Janica Kostelic, una delle più forti campionesse di sempre, ritiratasi ormai nove anni fa, dopo aver vinto tutto, a soli 24 anni, e oggi prezioso mentore del fratello Ivica, altrettanto vincente e longevo slalomista di coppa. Forse senza di loro e senza i sacrifici di papà Ante Kostelic, la Croazia non avrebbe mai scoperto il bello dello sci e sarebbe rimasta, nell’immaginario di tutti, una località amata soprattutto dal turismo estivo del mare, per le sue coste frastagliate e ricche di isole incontaminate. Ma un paio di curve sulla collina Sljeme, sono una sorpresa piacevole, almeno quanto una visita alla capitale croata, giovane e vitale, perfetta per un inconsueto dopo sci. (www.sljeme.hr).
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Repubblica Ceca
Due ore per lasciarsi Praga alle spalle ed abbracciare la foresta a caccia di una “rapsodia boema”. Ecco Špindlerův Mlýn, la “capitale” dello sci secondo la Repubblica ceca, culla della campionessa Sarka Strachova che con un mini team – sono lei e il marito – riesce a tenersi dietro spesso le supercampionesse più blasonate dello slalom. Il comprensorio sciistico si estende dai 715 metri del villaggio, tutto a misura di sciatori, fra bar, ristoranti, negozi per il noleggio dell’attrezzatura e alberghi di design, e i 1310 della cima dei monti, immersi nel parco nazionale dei “Giganti”. Da lassù sembra di dominare questo angolo di Mitteleuropa. Una ventina di impianti di risalita servono 25 Km di piste per lo sci alpino, articolate sui quattro versanti: Medvědín, più adatto a famiglie e neofiti della neve e poi Hromovka, Labská, Horní Mísečky. Grande attenzione negli anni è stata riservata alla realizzazione di un half pipe regolamentare e di un vasto snow park declinato su tre aree e dedicato agli amanti dello snowboard e delle evoluzioni con la tavola ai piedi. Il comprensorio ceco è però anche adatto alla pratica dello sci nordico con oltre 85 km di percorsi a collegare diversi villaggi. Fra tutte le piste quella che vale il viaggio è la nera di Svatý Petr (www.czechtourism.com) che in un chilometri di sviluppo si “divora” tutto il bosco a picco sul villaggio.
Slovacchia
Mai provato i Monti Tatra? Al confine fra Slovacchia e Polonia svettano come uno scrigno di meraviglie, su a quota 2600. Cantanti dall’epopea triste dei nostri alpini durante la guerre, oggi, insieme ai Carpazi sono il nuovo “parco giochi” di questo giovane paese. Bratislava con la sua nebbia e i suoi tram lenti, è lontana, ma non così tanto: così un viaggio da queste parti può suggerire di unire l’utile, con una visita alla capitale, al dilettevole, una serpentina sugli sci. L’indirizzo giusto è la valle di Demanova, anzi la “dolina” di Demanova, come si dice da queste parti. Jasna è un villaggio boscoso a quota 1200 metri, accarezzato dai bassi Tatra e dal loro parco nazionale. Il villaggio è sinonimo di mille possibilità: qui come in Repubblica ceca le località sciistiche, infatti, assommano a se la possibilità di fare ogni tipo di sport outdoor. Ce n’è abbastanza da fiaccare anche il più motivato, dai go cart, al bunjee jumping, dalla “rope course” ( come i nostri parchi avventuri con percorsi fra liane e ponti sospesi fra i boschi, spesso agibili anche in inverno) fino alle più classiche escursioni di ogni difficoltà. Restando allo sci a Jasna è possibile sciare su entrambi i versanti del Monte Chopok, sia a nord, il Sever, sia in quello a sud, lo juh. Fra le piste spuntano ampie zone per il free ride e della ventina di tracciati, in maggioranza rosse, metà sono illuminate e servite dall’innevamento artificiale. Su tutte da provare i 1620 metri della Zijazdarska che parte nera e poi plana sulla valle con ampi curvoni rossi. (www.jasna.sk).
Polonia
Dall’alto lato dei Monti Tatra si può andare alla scoperta delle piste che piacevano a papa Giovanni Paolo II. Certo, lui poi si innamorò dei nostri Gran Sasso e Adamello, ma prima di arrivare in Vaticano, i pendii amati da Woitila erano a 100 km a sud di Cracovia, a Zakopane, la più grande area sciistica della Polonia, con oltre 50 km di piste per la discesa e numerosi tracciati per lo sci nordico. Famosa anche per i suoi trampolini dove spesso si disputano gare di coppa del mondo di salto, a soli 23 km dal confine slovacco, la città si trova a 823 metri di quota ma le sue piste sono distribuite su quattro versanti ben distinti e rivolti a nord che arrivano anche a duemila metri. Si può scegliere il Monte Nosal con piste anche certificate dalla Fis, la federsci internazionale, e tracciati per sciatori di medio livello oltre che illuminati di notte. Una funicolare conduce invece al Monte Gubalowka, mentre a Polana Szymoszkowa le piste sono il paradiso degli snowboarder e dei principianti. A valere il viaggio, però ecco il monte Kasprowy Vierch: servito dall’aerea funivia di Kuznice, “consegna” gli sciatori in 20 minuti di viaggio ad un panorama mozzafiato con alcuni dei tracciati più impegnativi, come la Gąsienicowa, 1400 metri di sviluppo per 400 di dislivello, o la Goryczkowa, 2 km di emozione lungo 600 m di dislivello. (www.zakopane.com).
Repubblica Ceca
Due ore per lasciarsi Praga alle spalle ed abbracciare la foresta a caccia di una “rapsodia boema”. Ecco Špindlerův Mlýn, la “capitale” dello sci secondo la Repubblica ceca, culla della campionessa Sarka Strachova che con un mini team – sono lei e il marito – riesce a tenersi dietro spesso le supercampionesse più blasonate dello slalom. Il comprensorio sciistico si estende dai 715 metri del villaggio, tutto a misura di sciatori, fra bar, ristoranti, negozi per il noleggio dell’attrezzatura e alberghi di design, e i 1310 della cima dei monti, immersi nel parco nazionale dei “Giganti”. Da lassù sembra di dominare questo angolo di Mitteleuropa. Una ventina di impianti di risalita servono 25 Km di piste per lo sci alpino, articolate sui quattro versanti: Medvědín, più adatto a famiglie e neofiti della neve e poi Hromovka, Labská, Horní Mísečky. Grande attenzione negli anni è stata riservata alla realizzazione di un half pipe regolamentare e di un vasto snow park declinato su tre aree e dedicato agli amanti dello snowboard e delle evoluzioni con la tavola ai piedi. Il comprensorio ceco è però anche adatto alla pratica dello sci nordico con oltre 85 km di percorsi a collegare diversi villaggi. Fra tutte le piste quella che vale il viaggio è la nera di Svatý Petr (www.czechtourism.com) che in un chilometri di sviluppo si “divora” tutto il bosco a picco sul villaggio.
Slovacchia
Mai provato i Monti Tatra? Al confine fra Slovacchia e Polonia svettano come uno scrigno di meraviglie, su a quota 2600. Cantanti dall’epopea triste dei nostri alpini durante la guerre, oggi, insieme ai Carpazi sono il nuovo “parco giochi” di questo giovane paese. Bratislava con la sua nebbia e i suoi tram lenti, è lontana, ma non così tanto: così un viaggio da queste parti può suggerire di unire l’utile, con una visita alla capitale, al dilettevole, una serpentina sugli sci. L’indirizzo giusto è la valle di Demanova, anzi la “dolina” di Demanova, come si dice da queste parti. Jasna è un villaggio boscoso a quota 1200 metri, accarezzato dai bassi Tatra e dal loro parco nazionale. Il villaggio è sinonimo di mille possibilità: qui come in Repubblica ceca le località sciistiche, infatti, assommano a se la possibilità di fare ogni tipo di sport outdoor. Ce n’è abbastanza da fiaccare anche il più motivato, dai go cart, al bunjee jumping, dalla “rope course” ( come i nostri parchi avventuri con percorsi fra liane e ponti sospesi fra i boschi, spesso agibili anche in inverno) fino alle più classiche escursioni di ogni difficoltà. Restando allo sci a Jasna è possibile sciare su entrambi i versanti del Monte Chopok, sia a nord, il Sever, sia in quello a sud, lo juh. Fra le piste spuntano ampie zone per il free ride e della ventina di tracciati, in maggioranza rosse, metà sono illuminate e servite dall’innevamento artificiale. Su tutte da provare i 1620 metri della Zijazdarska che parte nera e poi plana sulla valle con ampi curvoni rossi. (www.jasna.sk).
Polonia
Dall’alto lato dei Monti Tatra si può andare alla scoperta delle piste che piacevano a papa Giovanni Paolo II. Certo, lui poi si innamorò dei nostri Gran Sasso e Adamello, ma prima di arrivare in Vaticano, i pendii amati da Woitila erano a 100 km a sud di Cracovia, a Zakopane, la più grande area sciistica della Polonia, con oltre 50 km di piste per la discesa e numerosi tracciati per lo sci nordico. Famosa anche per i suoi trampolini dove spesso si disputano gare di coppa del mondo di salto, a soli 23 km dal confine slovacco, la città si trova a 823 metri di quota ma le sue piste sono distribuite su quattro versanti ben distinti e rivolti a nord che arrivano anche a duemila metri. Si può scegliere il Monte Nosal con piste anche certificate dalla Fis, la federsci internazionale, e tracciati per sciatori di medio livello oltre che illuminati di notte. Una funicolare conduce invece al Monte Gubalowka, mentre a Polana Szymoszkowa le piste sono il paradiso degli snowboarder e dei principianti. A valere il viaggio, però ecco il monte Kasprowy Vierch: servito dall’aerea funivia di Kuznice, “consegna” gli sciatori in 20 minuti di viaggio ad un panorama mozzafiato con alcuni dei tracciati più impegnativi, come la Gąsienicowa, 1400 metri di sviluppo per 400 di dislivello, o la Goryczkowa, 2 km di emozione lungo 600 m di dislivello. (www.zakopane.com).