Cosa vedere all'Expo 2015 Milano. I padiglioni da non perdere e perchè...
Novantaquattro per cento. Come dire: non ci saranno proprio tutti ma quasi. All’Esposizione universale di Milano (che cos'è l'Expo 2015), parteciperanno, tranne rare eccezioni, praticamente tutti i Paesi del mondo. E dal 1° maggio al 31 ottobre nella sterminata area di un oltre un milione di metri quadri di Rho, ben più del doppio dell’estensione della Città del Vaticano, si concentrerà l’attenzione del pianeta. Oltre che una folla di almeno venti milioni di visitatori.
Ecco perchè, per non finire tramortiti dalla stranchezza e smarriti dalle dimensioni di questo evento planetario, che torna in Italia, anzi proprio a Milano, dopo il lontano 1906, occorre avere le idee chiare e scegliersi un proprio percorso. Ricordando che in onore del tema “Nutrire il Pianeta, energia per la vita” verrà proposto un calendario infinito di sei mesi di convegni, incontri, eventi di ogni tipo. Ma anche show cooking, laboratori didattici e occasioni di assaggio. Insomma, c’è materia per tutti i gusti. E visto l’argomento non è solo un modo di dire.
La prima cosa da tenere presente è la piantina dell’esposizione: siamo in Italia ed ecco allora la forma a croce di un accampamento romano. Due strade che si intersecano quindi con al centro una piazza intitolata , - potrebbe essere altrimenti? - al nostro Paese. Sul decumano, la via principale di oltre un chilometro e mezzo, i padiglioni delle varie nazioni. Sull’altra strada, il cardo, le proposte italiane. Ai confini, si fa per dire, di questa città grande come il mondo le altre strutture da non perdere come l’Open air Theatre, per concerti da diecimila persone, e la Lake Arena, una spianata grande una volta e mezzo quella del Duomo di Milano. Sopra, e intorno, spettacoli, fuochi d’artificio e giochi d’acqua.
E i padiglioni? Saranno 54 quelli cosiddetti “self built”, ovvero progettati e costruiti da un singolo stato mentre gli altri Paesi che non hanno un proprio mega stand confluiscono nei “cluster”, parola oscura per definire spazi multinazionali dedicati, ciascuno, ad un tipologia di cibo o ad un modello alimentare. Un esempio? Il cluster del riso che raccoglie Bangladesh, Cambogia, Sierra Leone, Myanmar e Laos. O quello dedicato alle zone aride dove sotto un’ideale tempesta di sabbia si possono trovare Eritrea, Gibuti, Mauritania, Mali, Palestina, Senegal e Somalia.
Un'altra domanda che sorge spontanea è "ma si mangia all'Expo?". Sì, ci saranno più di 100 ristoranti proveniente da tutte le parti del mondo, più aree assaggi dei prodotti tipici.
Un giro del globo che iniziamo ora quando in molte delle strutture si sta ancora lavorando. Per costuire un spazio che, è la scommessa di molti, dovrà lasciare a bocca aperta.
Il più grande: la Germania
Quasi 5.000 metri quadrati di campi e prati simil campagna bavarese racchiusi in una struttura che cita la tradizione. Ma con impianti modernissimi per il risparmio energetico. La Germania gioca la carta della tecnologia per abbinare il tema della natura all’immagine più classica del suo territorio. E così ogni visitatore avrà a disposizione uno strumento da fantascienza per interfacciarsi con il futuro. Non solo: per coccolare la gola anche ristoranti ed un’area assaggi. Per cancellare i pregiudizi sulla cucina tedesca.
Sito ufficiale: www.messefrankfurt.it
Il più riciclato: Estonia
Giovane, tecnologica e proiettata al domani. L’Estonia vuole proporre questa immagine anche grazie al suo padiglione all’Expo. Si tratta di una struttura composta al 50% di materiali di recupero dove a fianco delle bellezze naturali - non a caso si privilegia il legno delle foreste nordiche - si abbina la proverbiale attenzione alla tecnologia di questa repubblica baltica. E non a caso Skype è nato qui. In più, per chi non rinuncia a una merenda, ci sono anche due take away: perché non di solo wifi vive l’uomo.
Il più scenografico: Francia
L’idea alla base del padiglione di oltre 3500 mq è la più classica: il mercato coperto. Uno dei simboli della Francia gastronomica ricostruito a Rho in legno – pronto per essere smontato e trasportato altrove – che racchiude in sè la proverbiale attenzione dei transalpini per tutto ciò che è gourmand. Ed ecco allora all’interno anche la boutique dei sapori, la brasserie e il ristorante di gran classe: volti diversi per raccontare la stessa passione. Quella che ha inventato le “stelle” per la tavola.
Sito ufficiale: france-milan-2015.fr
Il più verde: Israele
Un paese decisamente semidesertico che si propone con una parete di fiori. Israele all’ Expo punta a rivoluzionare la propria immagine spingendo sul tema dei “campi di domani”, ovvero la scommessa da vincere per ottimizzare le risorse naturali e ottenere nuove aree coltivabili. Lo scopo? Evidente: trovare sempre nuove risorse contro la fame e le crisi ecologiche. E per chi ama la tecnologia non mancano gli effetti speciali: ovviamente in 3D.
Il più spirituale: Il Nepal
Ha la forma di un mandala, la rappresentazione tradizionale del circolo della vita. Il Nepal partecipa con un padiglione che ricostruisce quella che è la struttura classica delle case delle valli himalayane. Ma lo fa per parlare di acqua e di sviluppo sostenibile: quello che ancora manca nelle sue verdissime vallate dove la produzione alimentare non basta a placare la fame dei suoi figli. Ma non temete: a Milano il cibo ci sarà. E anche gli assaggi. Per scoprire come si mangia ai piedi delle montagne degli dei.
Il più 2.0: Stati Uniti d’America
L’America è sempre l’America: la riprova è nel loro padiglione dove, la promessa è del progettista, l’archistar James Biber, ci saranno raccolti quotidiani di prodotti. Un simbolo di prosperità? Certo ma gli States sanno bene che contano anche i simboli che non si mangiano. Ed allora ecco un pezzo del mitico Luna park di Coney Island e zone Vip. Dove gli americani, che i talent show li hanno inventati, proporranno eventi ad alto tasso di spettacolarità.
Il più educativo: la Svizzera
I nostri vicini, appena sopra le Alpi, primo paese ad avere aderito all’Expo, partecipano con un padiglione votato all’educazione. L’idea? Semplice ma non troppo. Il cibo c’è. Ma non per tutti. Per spiegarlo quattro torri e un percorso dove prelevare alimenti. Ma attenzione a esagerare: si rischia di restare a mani, e bocca, vuoti. La lezione dovrebbe arrivare. Ma per non attoscare troppo lo spirito dei visitatori c’è anche una più rassicurante mostra di prodotti. Rigorosamente con al croce della Confederazione.
Il più duraturo: l’Italia
Giochiamo in casa. E si vede. L’Italia in pratica non avrà un solo spazio. Ma due: il Cardo e Palazzo Italia. Il primo, un ciclope di oltre 300 metri riprende l’immagine di un borgo tricolore dove trovano spazio le regioni e i simboli del made in Italy. L’idea che vuole passare è che si scrive Italia e si legge eccellenze. Il Palazzo invece, che ricorda un albero, offre un percorso su vari livelli e la dimostrazione che l’inquinamento si può battere. Grazie a particolari materiali i muri catturano lo smog e lo bloccano rendendolo inerte. Un miracolo? Pare di no. E infatti il palazzo resterà anche dopo Expo. Come simbolo di innovazione.
Sito ufficiale: www.padiglioneitaliaexpo2015.com
E il più bello? Per quello bisognerà attendere l'apertura....
Leggi anche cosa visitare all'Expo2015 oltre ai padiglioni, gli eventi da non perdere nel Fuori Expo, Expo in un giorno, Expo cosa fare il secondo giorno, cosa e dove mangiare, Expo con i bambini e come arrivare.
Ecco perchè, per non finire tramortiti dalla stranchezza e smarriti dalle dimensioni di questo evento planetario, che torna in Italia, anzi proprio a Milano, dopo il lontano 1906, occorre avere le idee chiare e scegliersi un proprio percorso. Ricordando che in onore del tema “Nutrire il Pianeta, energia per la vita” verrà proposto un calendario infinito di sei mesi di convegni, incontri, eventi di ogni tipo. Ma anche show cooking, laboratori didattici e occasioni di assaggio. Insomma, c’è materia per tutti i gusti. E visto l’argomento non è solo un modo di dire.
La prima cosa da tenere presente è la piantina dell’esposizione: siamo in Italia ed ecco allora la forma a croce di un accampamento romano. Due strade che si intersecano quindi con al centro una piazza intitolata , - potrebbe essere altrimenti? - al nostro Paese. Sul decumano, la via principale di oltre un chilometro e mezzo, i padiglioni delle varie nazioni. Sull’altra strada, il cardo, le proposte italiane. Ai confini, si fa per dire, di questa città grande come il mondo le altre strutture da non perdere come l’Open air Theatre, per concerti da diecimila persone, e la Lake Arena, una spianata grande una volta e mezzo quella del Duomo di Milano. Sopra, e intorno, spettacoli, fuochi d’artificio e giochi d’acqua.
E i padiglioni? Saranno 54 quelli cosiddetti “self built”, ovvero progettati e costruiti da un singolo stato mentre gli altri Paesi che non hanno un proprio mega stand confluiscono nei “cluster”, parola oscura per definire spazi multinazionali dedicati, ciascuno, ad un tipologia di cibo o ad un modello alimentare. Un esempio? Il cluster del riso che raccoglie Bangladesh, Cambogia, Sierra Leone, Myanmar e Laos. O quello dedicato alle zone aride dove sotto un’ideale tempesta di sabbia si possono trovare Eritrea, Gibuti, Mauritania, Mali, Palestina, Senegal e Somalia.
Un'altra domanda che sorge spontanea è "ma si mangia all'Expo?". Sì, ci saranno più di 100 ristoranti proveniente da tutte le parti del mondo, più aree assaggi dei prodotti tipici.
Un giro del globo che iniziamo ora quando in molte delle strutture si sta ancora lavorando. Per costuire un spazio che, è la scommessa di molti, dovrà lasciare a bocca aperta.
Il più grande: la Germania
Quasi 5.000 metri quadrati di campi e prati simil campagna bavarese racchiusi in una struttura che cita la tradizione. Ma con impianti modernissimi per il risparmio energetico. La Germania gioca la carta della tecnologia per abbinare il tema della natura all’immagine più classica del suo territorio. E così ogni visitatore avrà a disposizione uno strumento da fantascienza per interfacciarsi con il futuro. Non solo: per coccolare la gola anche ristoranti ed un’area assaggi. Per cancellare i pregiudizi sulla cucina tedesca.
Sito ufficiale: www.messefrankfurt.it
Il più riciclato: Estonia
Giovane, tecnologica e proiettata al domani. L’Estonia vuole proporre questa immagine anche grazie al suo padiglione all’Expo. Si tratta di una struttura composta al 50% di materiali di recupero dove a fianco delle bellezze naturali - non a caso si privilegia il legno delle foreste nordiche - si abbina la proverbiale attenzione alla tecnologia di questa repubblica baltica. E non a caso Skype è nato qui. In più, per chi non rinuncia a una merenda, ci sono anche due take away: perché non di solo wifi vive l’uomo.
Il più scenografico: Francia
L’idea alla base del padiglione di oltre 3500 mq è la più classica: il mercato coperto. Uno dei simboli della Francia gastronomica ricostruito a Rho in legno – pronto per essere smontato e trasportato altrove – che racchiude in sè la proverbiale attenzione dei transalpini per tutto ciò che è gourmand. Ed ecco allora all’interno anche la boutique dei sapori, la brasserie e il ristorante di gran classe: volti diversi per raccontare la stessa passione. Quella che ha inventato le “stelle” per la tavola.
Sito ufficiale: france-milan-2015.fr
Il più verde: Israele
Un paese decisamente semidesertico che si propone con una parete di fiori. Israele all’ Expo punta a rivoluzionare la propria immagine spingendo sul tema dei “campi di domani”, ovvero la scommessa da vincere per ottimizzare le risorse naturali e ottenere nuove aree coltivabili. Lo scopo? Evidente: trovare sempre nuove risorse contro la fame e le crisi ecologiche. E per chi ama la tecnologia non mancano gli effetti speciali: ovviamente in 3D.
Il più spirituale: Il Nepal
Ha la forma di un mandala, la rappresentazione tradizionale del circolo della vita. Il Nepal partecipa con un padiglione che ricostruisce quella che è la struttura classica delle case delle valli himalayane. Ma lo fa per parlare di acqua e di sviluppo sostenibile: quello che ancora manca nelle sue verdissime vallate dove la produzione alimentare non basta a placare la fame dei suoi figli. Ma non temete: a Milano il cibo ci sarà. E anche gli assaggi. Per scoprire come si mangia ai piedi delle montagne degli dei.
Il più 2.0: Stati Uniti d’America
L’America è sempre l’America: la riprova è nel loro padiglione dove, la promessa è del progettista, l’archistar James Biber, ci saranno raccolti quotidiani di prodotti. Un simbolo di prosperità? Certo ma gli States sanno bene che contano anche i simboli che non si mangiano. Ed allora ecco un pezzo del mitico Luna park di Coney Island e zone Vip. Dove gli americani, che i talent show li hanno inventati, proporranno eventi ad alto tasso di spettacolarità.
Il più educativo: la Svizzera
I nostri vicini, appena sopra le Alpi, primo paese ad avere aderito all’Expo, partecipano con un padiglione votato all’educazione. L’idea? Semplice ma non troppo. Il cibo c’è. Ma non per tutti. Per spiegarlo quattro torri e un percorso dove prelevare alimenti. Ma attenzione a esagerare: si rischia di restare a mani, e bocca, vuoti. La lezione dovrebbe arrivare. Ma per non attoscare troppo lo spirito dei visitatori c’è anche una più rassicurante mostra di prodotti. Rigorosamente con al croce della Confederazione.
Il più duraturo: l’Italia
Giochiamo in casa. E si vede. L’Italia in pratica non avrà un solo spazio. Ma due: il Cardo e Palazzo Italia. Il primo, un ciclope di oltre 300 metri riprende l’immagine di un borgo tricolore dove trovano spazio le regioni e i simboli del made in Italy. L’idea che vuole passare è che si scrive Italia e si legge eccellenze. Il Palazzo invece, che ricorda un albero, offre un percorso su vari livelli e la dimostrazione che l’inquinamento si può battere. Grazie a particolari materiali i muri catturano lo smog e lo bloccano rendendolo inerte. Un miracolo? Pare di no. E infatti il palazzo resterà anche dopo Expo. Come simbolo di innovazione.
Sito ufficiale: www.padiglioneitaliaexpo2015.com
E il più bello? Per quello bisognerà attendere l'apertura....
Leggi anche cosa visitare all'Expo2015 oltre ai padiglioni, gli eventi da non perdere nel Fuori Expo, Expo in un giorno, Expo cosa fare il secondo giorno, cosa e dove mangiare, Expo con i bambini e come arrivare.
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