Arrivano le Spa con trattamenti alla cannabis, tra i trend benessere emergenti
Prevenire è meglio. Ma a volte anche curarsi può essere un piacere. Almeno se per farlo si possono scegliere trattamenti da spa di lusso, coccole assortite e carezze per il corpo. E non solo.
A sancirlo la classifica stilata dal sito a stelle e strisce “SpaFinder Wellness 365” che fotografa il mondo del benessere stabilendo cosa sia “in” e cosa mestamente “out”. E le sorprese non mancano visto che si passa dalla riscoperta del latte di cammello alle passeggiate tra gli abeti, dai cosmetici su misura come l’abito di uno stilista alle suite da mille e una stella. Passando, guarda un po’, per i trattamenti a base di marijuana.
Al primo posto, comunque, c’è quello che è chiamato “bagno nella foresta”. Il nome non inganni: non ci si bagna neppure i piedi. L’idea è quella infatti di puntare sugli effetti benefici della passeggiata nella natura. Camminando tra tronchi e foglie ci si purifica. Pure la depressione guarisce e gli hotel di lusso di mezzo mondo, come il “Trout Point Lodge” in Nova Scotia, fanno affari d’oro. E oltre alla banale piscina ora è trendy la foresta privata.
Non amate sgambare nel sottobosco? Nessun problema. Potete dedicarvi a riscoprire la tradizione medica che va dal Maghreb al più lontano Oriente. E farvi massaggiare negli hamman con trattamenti all’olio di argan, latte di cammello e altre stranezze. Nel cibo, poi, imperdibili le spezie esotiche: mai più senza bacche di goji e assaggi di quinoa. Per alcuni un seme può cambiarti la vita.
Ma lo studio è made in Usa: e allora ecco le tendenze tipicamente americane come il wellness che tiene conto del lavoro: c’è quello per impiegati di medio livello e per chi lavora con le mani. Gli altri, i top manager, evidentemente hanno altri problemi. E altri redditi. Per loro, nella classifica si pensa piuttosto a case progettate per regalare benessere. Se si abita a Miami, vista mare, o in un attico nell’upside di Manhattan pare sia meglio.
Per gli altri, ecco la cura della tribù: ognuno ha la propria. Quella del pilates e quella del brunch, quella dei patiti dello yoga o quella di chi non si perde per nessun motivo un affollato party all’alba. Pare siano perfetti per i singles e che vadano fortissimo a Francoforte e Washington D.C.. Se si stia meglio dopo non si sa: ma ci si fanno un sacco di nuove conoscenze.
Più convenzionale invece la posizione numero sette della classifica: la coccola dopo il viaggio. Stressati da voli e decolli a orari antelucani ecco arrivare comode postazioni per trattamenti di benessere nelle lounge degli aeroporti. I servizi sono i più vari: dai massaggi alle saune passando per i trattamenti per una pelle da top model. Il diktat è chiaro: sono imperdonabili ciuffi scomposti e occhi arrossati. E a Singapore, nel mitico Changi Airport, c’è persino una piscina sul tetto. Tra i servizi più famosi, la catena Xpres-Spa nella foto.
E poi ecco l’ideale di wellness che punta sullo slogan “tu sei unico”. Quindi per te, e per te solamente, nasce la nuova moda dei cosmetici personalizzati, studiati su misura da esperti che ti analizzano la pelle. Ci sono anche questionari da riempire e carte di identità della cute da elaborare. Vi sembra un po’ una violazione della vostra privacy? E’ ancora nulla rispetto a quello che attende al numero 9 della classifica dove “SpaFinder Wellness 365” piazza lo slogan “ascolta la tua pancia”. Non è un modo di dire: il benessere passa per l’intestino, la flora batterica garantisce benessere e se si vuole essere belli e sani occorre coccolarla. Microbi e probiotici saranno i nostri nuovi amici. Anche qui però è questione di gusti: c’è chi ai fermenti lattici preferisce il lusso.
A sancirlo la classifica stilata dal sito a stelle e strisce “SpaFinder Wellness 365” che fotografa il mondo del benessere stabilendo cosa sia “in” e cosa mestamente “out”. E le sorprese non mancano visto che si passa dalla riscoperta del latte di cammello alle passeggiate tra gli abeti, dai cosmetici su misura come l’abito di uno stilista alle suite da mille e una stella. Passando, guarda un po’, per i trattamenti a base di marijuana.
Al primo posto, comunque, c’è quello che è chiamato “bagno nella foresta”. Il nome non inganni: non ci si bagna neppure i piedi. L’idea è quella infatti di puntare sugli effetti benefici della passeggiata nella natura. Camminando tra tronchi e foglie ci si purifica. Pure la depressione guarisce e gli hotel di lusso di mezzo mondo, come il “Trout Point Lodge” in Nova Scotia, fanno affari d’oro. E oltre alla banale piscina ora è trendy la foresta privata.
Non amate sgambare nel sottobosco? Nessun problema. Potete dedicarvi a riscoprire la tradizione medica che va dal Maghreb al più lontano Oriente. E farvi massaggiare negli hamman con trattamenti all’olio di argan, latte di cammello e altre stranezze. Nel cibo, poi, imperdibili le spezie esotiche: mai più senza bacche di goji e assaggi di quinoa. Per alcuni un seme può cambiarti la vita.
Ma lo studio è made in Usa: e allora ecco le tendenze tipicamente americane come il wellness che tiene conto del lavoro: c’è quello per impiegati di medio livello e per chi lavora con le mani. Gli altri, i top manager, evidentemente hanno altri problemi. E altri redditi. Per loro, nella classifica si pensa piuttosto a case progettate per regalare benessere. Se si abita a Miami, vista mare, o in un attico nell’upside di Manhattan pare sia meglio.
Per gli altri, ecco la cura della tribù: ognuno ha la propria. Quella del pilates e quella del brunch, quella dei patiti dello yoga o quella di chi non si perde per nessun motivo un affollato party all’alba. Pare siano perfetti per i singles e che vadano fortissimo a Francoforte e Washington D.C.. Se si stia meglio dopo non si sa: ma ci si fanno un sacco di nuove conoscenze.
Più convenzionale invece la posizione numero sette della classifica: la coccola dopo il viaggio. Stressati da voli e decolli a orari antelucani ecco arrivare comode postazioni per trattamenti di benessere nelle lounge degli aeroporti. I servizi sono i più vari: dai massaggi alle saune passando per i trattamenti per una pelle da top model. Il diktat è chiaro: sono imperdonabili ciuffi scomposti e occhi arrossati. E a Singapore, nel mitico Changi Airport, c’è persino una piscina sul tetto. Tra i servizi più famosi, la catena Xpres-Spa nella foto.
E poi ecco l’ideale di wellness che punta sullo slogan “tu sei unico”. Quindi per te, e per te solamente, nasce la nuova moda dei cosmetici personalizzati, studiati su misura da esperti che ti analizzano la pelle. Ci sono anche questionari da riempire e carte di identità della cute da elaborare. Vi sembra un po’ una violazione della vostra privacy? E’ ancora nulla rispetto a quello che attende al numero 9 della classifica dove “SpaFinder Wellness 365” piazza lo slogan “ascolta la tua pancia”. Non è un modo di dire: il benessere passa per l’intestino, la flora batterica garantisce benessere e se si vuole essere belli e sani occorre coccolarla. Microbi e probiotici saranno i nostri nuovi amici. Anche qui però è questione di gusti: c’è chi ai fermenti lattici preferisce il lusso.
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Le mega spa degli hotel, tutti marmi e eccesso, sono il rifugio per chi non sa rinunciare a vivere bene. I servizi sono sfarzosi, le saune e le sale degne di un sultano. E dal “Burj Al Arab Jumeirah” di Dubai al “Six Senses MontBlanc” sulle Alpi francesi, dal “CA Grand Hotel Del Mar” in California al “The Four Seasons Tented Camp” in Thailandia i ricchi del mondo trovano sempre nuove mirabolanti offerte tra cui scegliere. Per i nababbi del futuro pare che sette stelle saranno anche poche.
Ma la tendenza più curiosa fotografata dalla classifica è quella che sta al secondo posto: l’hanno chiamata “Cannabis spa”. Sta andando forte. E la Narcotici si rassegni. D’altra parte il trend è globale: scordatevi i tetri coffee shop di Amsterdam. Ora la marijuana è di moda e fa rima con trattamenti di bellezza: massaggi, candele, scrub esfolianti. E cannabis per finire.
Negli Usa poi è una rivoluzione: gli stati del Colorado, di Washington, dell’Oregon e dell’Alaska ne hanno legalizzato l’uso ricreativo. A breve dovrebbe arrivare il “si” anche dal Distretto di Columbia e, nel 2016, dalla California. Il risultato è un nuovo tipo di turismo. A Denver sono nati pacchetti in hotel a 4 stelle, con corso di cucina, visite al museo e massaggi. Gli olii? Tutti a base di marijuana. Una moda quindi. E che rende. Nel 2014 il Colorado ha fatto il pieno: le vendite di cannabis per il 44% sono andati a turisti in visita. Tra Aspen e Vail la quota sale al 90%. A San Francisco poi è nato un sito che mette in contatto i turisti con una catena di selezionati appartamenti “canna-friendly” in affitto. La beffa è che sono proibite le sigarette.
Ma non solo gli States hanno scoperto che il business va in fumo. Anche la vecchia Europa ha colto la tendenza. A Barcellona, in un regolarissimo cannabis club come l’AIRAM i soci hanno l’imbarazzo della scelta: compreso nel prezzo della tessera visite mediche, yoga, pilates. E canne a go-go. Un iberico caso isolato? Per nulla: se i club come questo, in Spagna, sono più di settecento a Londra sono giù settantacinque. E oltre quattrocento in Francia. Il futuro? Tutto da scrivere. Lo sa bene il titolare del forno Amore di Denver. Il suo cavallo di battaglia sono i croissant con bacon, olio e marijuana. Per qualcuno è la nuova tendenza del wellness. Per molti un imperdibile sballo.
Le mega spa degli hotel, tutti marmi e eccesso, sono il rifugio per chi non sa rinunciare a vivere bene. I servizi sono sfarzosi, le saune e le sale degne di un sultano. E dal “Burj Al Arab Jumeirah” di Dubai al “Six Senses MontBlanc” sulle Alpi francesi, dal “CA Grand Hotel Del Mar” in California al “The Four Seasons Tented Camp” in Thailandia i ricchi del mondo trovano sempre nuove mirabolanti offerte tra cui scegliere. Per i nababbi del futuro pare che sette stelle saranno anche poche.
Ma la tendenza più curiosa fotografata dalla classifica è quella che sta al secondo posto: l’hanno chiamata “Cannabis spa”. Sta andando forte. E la Narcotici si rassegni. D’altra parte il trend è globale: scordatevi i tetri coffee shop di Amsterdam. Ora la marijuana è di moda e fa rima con trattamenti di bellezza: massaggi, candele, scrub esfolianti. E cannabis per finire.
Negli Usa poi è una rivoluzione: gli stati del Colorado, di Washington, dell’Oregon e dell’Alaska ne hanno legalizzato l’uso ricreativo. A breve dovrebbe arrivare il “si” anche dal Distretto di Columbia e, nel 2016, dalla California. Il risultato è un nuovo tipo di turismo. A Denver sono nati pacchetti in hotel a 4 stelle, con corso di cucina, visite al museo e massaggi. Gli olii? Tutti a base di marijuana. Una moda quindi. E che rende. Nel 2014 il Colorado ha fatto il pieno: le vendite di cannabis per il 44% sono andati a turisti in visita. Tra Aspen e Vail la quota sale al 90%. A San Francisco poi è nato un sito che mette in contatto i turisti con una catena di selezionati appartamenti “canna-friendly” in affitto. La beffa è che sono proibite le sigarette.
Ma non solo gli States hanno scoperto che il business va in fumo. Anche la vecchia Europa ha colto la tendenza. A Barcellona, in un regolarissimo cannabis club come l’AIRAM i soci hanno l’imbarazzo della scelta: compreso nel prezzo della tessera visite mediche, yoga, pilates. E canne a go-go. Un iberico caso isolato? Per nulla: se i club come questo, in Spagna, sono più di settecento a Londra sono giù settantacinque. E oltre quattrocento in Francia. Il futuro? Tutto da scrivere. Lo sa bene il titolare del forno Amore di Denver. Il suo cavallo di battaglia sono i croissant con bacon, olio e marijuana. Per qualcuno è la nuova tendenza del wellness. Per molti un imperdibile sballo.
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