Tour in Kashmir e Ladakh, in India alla scoperta del piccolo Tibet
Kashmir e Ladakh sono due regioni facenti parte dello stesso stato indiano (Jammu e Kashmir), tra di loro confinanti e quindi ideali da affiancare in un viaggio, ma incredibilmente diverse, per storia, paesaggi e gente.
La valle del Kashmir è sempre stata un piccolo Eden, come diceva il sovrano Moghul Shah Jahan: “Se il Paradiso esiste in terra, è qui, è qui, è qui". I maestosi scenari montani di queste lande sono addolciti dal verde dei boschi e dei pascoli, cosa non frequente a queste altitudini dove spesso il colore dominante è il grigio delle rocce, e la sua orgogliosa gente dai caratteristici occhi verdi, animata da un forte spirito indipendente e di confessione islamica sufi, abita iconici villaggi con tetti di lamiera adagiati sopra a verticali risaie.
Purtroppo questa valle non è più un paradiso da quando gli Inglesi hanno lasciato il subcontinente al suo destino. Conteso tra India, Pakistan e Cina, ha vissuto sulla sua pelle tre guerre dal 1947 al 1971. Poi s’è instaurata un’instabile pace che, nonostante le quotidiane sfide a spari di colpi di cannone ai confini, non è mai degenerata in qualcosa di più serio, a parte un episodio nel 2008.
In concreto, è ormai da decenni che il Kashmir non presenta reali pericoli per il turista ma per molti operatori turistici il Kashmir è rimasto poco di moda. Un motivo in più per addentrarsi in questa terra sfortunata ma come poche altre sfuggita all’omologazione che il turismo di massa inevitabilmente porta con sé.
Il Ladakh ha una storia molto diversa. Per quanto a lungo tempo territorio indipendente, da sempre si è ispirata culturalmente al vicino Tibet e alla religione buddhista e, oggi che questo è occupato dalla Cina, ne rappresenta la sua ideale prosecuzione.
Monasteri, monaci, piccola agricoltura e soprattutto allevamento (è da qua che proviene la lana per le pregiate pashmina) sui pascoli ai margini dei ghiacciaci: sono questi gli scenari tipici di questa terra, che vi rimarrà nel cuore soprattutto per la dolcezza della sua gente, famosa per essere sempre sorridente e per affrontare con serenità una vita che spesso è molto dura, se non altro per le temperature polari che si raggiungono in questa che è una delle regioni abitate più alte della Terra.
Leh, antica capitale e crocevia delle vie commerciali tra Kashgar, Tibet e Kashmir, è un piccolo gioiello, costellato di palazzi, monasteri e stupa. Siamo a 3500 metri d’altitudine e nonostante ci voglia qualche giorno per abituarsi all’aria rarefatta ai piedi dei dell’Himalaya e del Karakorum, il turismo, ininterrotto dal 1974, è ora una delle maggiori industrie locali.
Pianeta Gaia Viaggi (tel. 011 546386, www.pianetagaia.it), storica agenzia viaggi torinese che da alcuni anni ha creato un piccolo catalogo di viaggi organizzati in autonomia, propone un viaggio in queste due terre così diverse, dal 3 al 15 agosto prossimi, nel suo stile caratteristico: accompagnatore dall’Italia, dimensione del gruppo contenuta - massimo 14 partecipanti - e il giusto spirito di adattamento richiesto per raggiungere posti non diversamente fruibili.
Si parte dal Kashmir e nell’incantevole Srinagar, come gli Inglesi nell’Ottocento, si godrà il privilegio di dormire nelle caratteristiche house boat.
Spostandosi con auto private, pranzando al sacco quando necessario e sistemandoci talvolta in campi tendati quando non ci sono altre soluzioni, ma sempre dotati di servizi privati, ci si dirigerà verso est e si giungerà nel distretto del Ladakh, attraversando vertiginosi passi montani tra i quali spicca il Kardung, il passo carrabile più alto al mondo, godendo di paesaggi maestosi. Qui sarà un susseguirsi di monasteri, spesso stupendamente arroccati su promontori rocciosi, di paesaggi lunari e di gente col sorriso sulle labbra ma soprattutto nel cuore.
Partenza da Milano, quota di partecipazione di 2.225€ in doppia, prenotazioni preferibilmente entro il 31/05/2015. Tutti i dettagli di questo viaggio sul sito ufficiale.
La valle del Kashmir è sempre stata un piccolo Eden, come diceva il sovrano Moghul Shah Jahan: “Se il Paradiso esiste in terra, è qui, è qui, è qui". I maestosi scenari montani di queste lande sono addolciti dal verde dei boschi e dei pascoli, cosa non frequente a queste altitudini dove spesso il colore dominante è il grigio delle rocce, e la sua orgogliosa gente dai caratteristici occhi verdi, animata da un forte spirito indipendente e di confessione islamica sufi, abita iconici villaggi con tetti di lamiera adagiati sopra a verticali risaie.
Purtroppo questa valle non è più un paradiso da quando gli Inglesi hanno lasciato il subcontinente al suo destino. Conteso tra India, Pakistan e Cina, ha vissuto sulla sua pelle tre guerre dal 1947 al 1971. Poi s’è instaurata un’instabile pace che, nonostante le quotidiane sfide a spari di colpi di cannone ai confini, non è mai degenerata in qualcosa di più serio, a parte un episodio nel 2008.
In concreto, è ormai da decenni che il Kashmir non presenta reali pericoli per il turista ma per molti operatori turistici il Kashmir è rimasto poco di moda. Un motivo in più per addentrarsi in questa terra sfortunata ma come poche altre sfuggita all’omologazione che il turismo di massa inevitabilmente porta con sé.
Il Ladakh ha una storia molto diversa. Per quanto a lungo tempo territorio indipendente, da sempre si è ispirata culturalmente al vicino Tibet e alla religione buddhista e, oggi che questo è occupato dalla Cina, ne rappresenta la sua ideale prosecuzione.
Monasteri, monaci, piccola agricoltura e soprattutto allevamento (è da qua che proviene la lana per le pregiate pashmina) sui pascoli ai margini dei ghiacciaci: sono questi gli scenari tipici di questa terra, che vi rimarrà nel cuore soprattutto per la dolcezza della sua gente, famosa per essere sempre sorridente e per affrontare con serenità una vita che spesso è molto dura, se non altro per le temperature polari che si raggiungono in questa che è una delle regioni abitate più alte della Terra.
Leh, antica capitale e crocevia delle vie commerciali tra Kashgar, Tibet e Kashmir, è un piccolo gioiello, costellato di palazzi, monasteri e stupa. Siamo a 3500 metri d’altitudine e nonostante ci voglia qualche giorno per abituarsi all’aria rarefatta ai piedi dei dell’Himalaya e del Karakorum, il turismo, ininterrotto dal 1974, è ora una delle maggiori industrie locali.
Pianeta Gaia Viaggi (tel. 011 546386, www.pianetagaia.it), storica agenzia viaggi torinese che da alcuni anni ha creato un piccolo catalogo di viaggi organizzati in autonomia, propone un viaggio in queste due terre così diverse, dal 3 al 15 agosto prossimi, nel suo stile caratteristico: accompagnatore dall’Italia, dimensione del gruppo contenuta - massimo 14 partecipanti - e il giusto spirito di adattamento richiesto per raggiungere posti non diversamente fruibili.
Si parte dal Kashmir e nell’incantevole Srinagar, come gli Inglesi nell’Ottocento, si godrà il privilegio di dormire nelle caratteristiche house boat.
Spostandosi con auto private, pranzando al sacco quando necessario e sistemandoci talvolta in campi tendati quando non ci sono altre soluzioni, ma sempre dotati di servizi privati, ci si dirigerà verso est e si giungerà nel distretto del Ladakh, attraversando vertiginosi passi montani tra i quali spicca il Kardung, il passo carrabile più alto al mondo, godendo di paesaggi maestosi. Qui sarà un susseguirsi di monasteri, spesso stupendamente arroccati su promontori rocciosi, di paesaggi lunari e di gente col sorriso sulle labbra ma soprattutto nel cuore.
Partenza da Milano, quota di partecipazione di 2.225€ in doppia, prenotazioni preferibilmente entro il 31/05/2015. Tutti i dettagli di questo viaggio sul sito ufficiale.