Sulle tracce di Leonardo da Vinci a Milano, itinerario tra i suoi luoghi
E' nel capoluogo lombardo che le teorie sul disegno e sul valore della pittura di Leonardo hanno preso forma concreta, grazie ai suoi scritti.
Ed è sempre a Milano che il genio del Rinascimento ha realizzato alcuni dei suoi capolavori: il capoluogo lombardo diventa allora meta privilegiata dove compiere un interessante itinerario sui luoghi di Leonardo da Vinci.
Non abbiamo la Gioconda, la Dama con l’ermellino è a Cracovia, il Louvre e gli Uffizi possono vantare più quadri firmati da Leonardo. Eppure se dei (soli) venti quadri su tela che Leonardo siglò, solo uno è a Milano, quel “Musico” ospitato dall’Ambrosiana, Milano custodisce uno dei dipinti (inamovibili) e più conosciuti, tanto da non avere bisogno di presentazione: il Cenacolo.
Cenacolo Vinciano
Mai mensa o refettorio furono così famosi: eppure in Santa Maria delle Grazie Leonardo ha fatto bingo, realizzando un’opera, tanto fragile nei colori quanto longeva nella fama. Monitorato costantemente, oggi, dopo gli ultimi importanti e ventennali restauri curati da Pinin Brambilla fino al 1999, sembra di essere riusciti nell’intento di arrestare il tempo per questo affresco “non affresco” che proprio per sperimentare, Leonardo volle dipingere “ a secco” su intonaco già asciutto, regalandogli bellezza effimera e precarietà. Solo con la certezza di un’esperienza unica ci si reca in corso Magenta e si sopportano meglio le procedure di prenotazione e le code per la visita.
E con lo stesso spirito ci si fanno bastare quei 15 minuti concessi, a rigorosi scaglioni di 30 persone alla volta, per ammirarne tutti i dettagli, dai ricami della tovaglia, alle leccornie imbandite, fino alla geometria che domina la posizione degli apostoli. Oggi grazie ad Expo le maglie si sono un poco allargate: fino a fine ottobre l’”Ultima cena” allunga l’apertura alle 22 da giovedì a domenica ed apre anche lunedì pomeriggio, dalle 16.30 alle 22. La prima domenica del mese, come ogni museo statale, la visita è gratis, ma va comunque prenotata ( 8 euro tel 02 92 800 360, circuito Vivaticket).
Un codice, due case
Anche il Codice atlantico, uno dei principali “taccuini” dove Leonardo appuntava ogni suo pensiero, schizzo o studio, è sempre stato di casa a Milano, nella Biblioteca ambrosiana di Piazza Pio XI, non lontano dalla Borsa e da Piazza Cordusio. Detto “atlantico” per le sue dimensioni ( 66x44) è la più grande raccolta di disegni e scritti leonardeschi. Più ampia del codice Windsor (600 fogli), oggi di proprietà della Sua maestà la Regina Elisabetta II (alcuni fogli, quelli blu, sono esposti a Milano). Più ricca del codice Trivulziano, anch’esso conservato a Milano ( 55 fogli, non visibili) al castello Sforzesco nella Biblioteca trivulziana. Più varia del codice Leicester – Hammer (36 fogli) acquistato da Bill Gates nel 1994 per 31 milioni di dollari.
Voluto e rilegato in questa forma di codice e suddiviso in 12 volumi, da Pompeo Leoni alla fine del Cinquecento, meno di dieci anni fa, per il timore che le muffe potessero intaccarlo, si decise di sfascicolarlo. E anche di renderlo visibile, pur con tutte le cautele richieste da fogli così antichi e preziosi, dando vita ad un’operazione di marketing, certamente, ma anche di divulgazione di un tesoro altrimenti invisibile se non agli studiosi. Le muffe si rivelarono, poi, vapore di mercurio emerso dalle colle utilizzate proprio per legare i fogli. Anche il peso dei fogli sovrapposti cominciava ad essere un problema. Dal 2009 a rotazione i 1119 fogli di questo Codex sono stati esposti in due “case”, sia nella sala Federiciana della Biblioteca ambrosiana sia nella “sacrestia” detta “del Bramante” che lavorò qui e alla celebre Basilica delle Grazie. Questa sacrestia, cui si accede da via Caradosso, è un ambiente di gran fascino che si trova proprio alle spalle del Cenacolo nella zona di Corso Magenta, nello stesso complesso conventuale voluto da Ludovico il Moro.
Castello Sforzesco, sala delle "asse"
Anche al Castello sforzesco Leonardo ha lasciato la sua mano. E non poteva che essere così, dato il sodalizio professionale ed umano che si realizzò con Ludovico il Moro. Risale al 1498 il lavoro di Da Vinci per la volta delle sale al primo piano del torrione Nord del castello. Qui Leonardo immaginò intrecci vegetali, radici ed una fitta vegetazione come di un pergolato che allarga il campo visivo fra le rocce: ciò che nei suoi dipinti rappresentava “lo sfondo”, diventa ora protagonista in primo piano con una effetto di grande suggestione. Il suo affresco finì “perduto” sotto ad altri intonaci successivi e poi perfino parzialmente ricoperto da una “perlinatura” in legno, da cui deriva appunto il nome di Sala delle “asse”, assi cioè, che nascosero la mano del maestro.
Dopo restauri di vario (e scarso) valore filologico, da fine aprile 2015 la sala è tornata al massimo del suo splendore possibile, anche grazie ad un nuovo percorso multimediale che illustra le fasi del recupero. La sala si visita durante il normale percorso espositivo del castello www.saladelleassecastello.it.
Su www.milanocastello.it le informazioni anche per prenotare il biglietto. Ingresso 5 euro. Entrata gratis da martedì alle 14 e da mercoledì a domenica nell’ultima ora di visita (9 -19.30) e giovedì fino alle 23.30.
Le macchine del Museo della Scienza e della Tecnologia
Leonardo le studiò e le penso tutte. Per lui venivano prima esperienza, sperimentazione ed esperimenti. E da questo, semmai e successivamente, traeva una teoria. Fece tesoro di tutto quanto fosse già stato detto, studiato e scritto anche da ingegneri e studiosi che potevano avere avuto accesso a testi - greci, latini o arabi -, che lui, invece, non aveva potuto consultare. E ne trasse le “conseguenze”, armato solo della sua immensa fantasia e dei sui prodigiosi intuito e talento. Voleva far volare l’uomo, lo voleva mandare sott’acqua, si domandava come funzionassero le macchine da guerra e il movimento di acque e maree. A tutto Leonardo cercava una risposta. E quando non se la seppe dare, potremmo dire, oggi, che la “colpa” non fu sua: semplicemente i tempi non erano maturi per arrivare a quelle scoperte che Leonardo però aveva già investigato. Per capire, in modo tridimensionale, la portata dell’intelligenza e delle intuizioni leonardesche, ancora un volta l’indirizzo giusto è Milano.
Nella zona di Sant’Ambrogio, in via San Vittore, a due passi dal carcere cittadino, il Museo della scienza e della tecnologia è un baluardo che libera la mente. Una grande sezione espositiva è dedicata alle macchine di Leonardo, realizzate proprio a partire dai suoi disegni e dai suoi codici, negli anni Cinquanta da un pool di esperti che intendevano così celebrare il cinquecentenario della nascita di Da Vinci. Strettamente legati a queste macchine sono gli studi che Leonardo dedicò alle opere idrauliche ed i canali per la città di Milano, non solo nella zona dei Navigli, ma fino all’ ”hinterland” di allora con i rilievi effettuati nella campagne di Vigevano, l’altra grande città amata da Ludovico Il Moro. Il museo propone periodici appuntamenti guidati, adatti anche ai bambini, per meglio comprendere come funzionassero le macchine pensate da Leonardo.
Biglietto intero 10 euro www.museoscienza.org.
Leonardo si fa in tre
E’ l’ultima esperienza nata, pochi anni fa, sotto la Madonnina per celebrare il genio di Da Vinci. E dal Duomo non dista che pochi passi: in Galleria Vittorio Emanuele II, all’ingresso opposto, quello della piazza del Teatro alla Scala, ecco Leonardo 3 - Il Mondo di Leonardo un nuovo centro multimediale che, al posto di opere, disegni, codici o macchine, utilizza la tecnologia moderna - proprio quella che è mancata a Leonardo - per immaginare quanto Da Vinci avesse già capito e progettato. L’esposizione si rivolge anche al pubblico straniero e muove anche da un centro di studi e produzione che lavora sul “brand” Leonardo amalgamando l’accuratezza scientifica al grande impatto per il pubblico. Molte le mostre prodotte ed esportate in varie parti d’Italia e all’estero. In “galleria” a Milano, invece, si parte dalla ricostruzione degli ambienti del castello sforzesco dove ha operato Leonardo e delle sue macchine, permettendo al visitatore una full immersion nella sua opera e nei suoi atelier. In un’opera di “Edutainment” che unisca l’aspetto educativo dell’educational, appunto, a quello ludico dell’entertainment. Un approccio internazionale che Leonardo avrebbe guardato sicuramente con curiosità. www.leonardo3.net Ogni giorno 10-23.
Ed è sempre a Milano che il genio del Rinascimento ha realizzato alcuni dei suoi capolavori: il capoluogo lombardo diventa allora meta privilegiata dove compiere un interessante itinerario sui luoghi di Leonardo da Vinci.
Non abbiamo la Gioconda, la Dama con l’ermellino è a Cracovia, il Louvre e gli Uffizi possono vantare più quadri firmati da Leonardo. Eppure se dei (soli) venti quadri su tela che Leonardo siglò, solo uno è a Milano, quel “Musico” ospitato dall’Ambrosiana, Milano custodisce uno dei dipinti (inamovibili) e più conosciuti, tanto da non avere bisogno di presentazione: il Cenacolo.
Cenacolo Vinciano
Mai mensa o refettorio furono così famosi: eppure in Santa Maria delle Grazie Leonardo ha fatto bingo, realizzando un’opera, tanto fragile nei colori quanto longeva nella fama. Monitorato costantemente, oggi, dopo gli ultimi importanti e ventennali restauri curati da Pinin Brambilla fino al 1999, sembra di essere riusciti nell’intento di arrestare il tempo per questo affresco “non affresco” che proprio per sperimentare, Leonardo volle dipingere “ a secco” su intonaco già asciutto, regalandogli bellezza effimera e precarietà. Solo con la certezza di un’esperienza unica ci si reca in corso Magenta e si sopportano meglio le procedure di prenotazione e le code per la visita.
E con lo stesso spirito ci si fanno bastare quei 15 minuti concessi, a rigorosi scaglioni di 30 persone alla volta, per ammirarne tutti i dettagli, dai ricami della tovaglia, alle leccornie imbandite, fino alla geometria che domina la posizione degli apostoli. Oggi grazie ad Expo le maglie si sono un poco allargate: fino a fine ottobre l’”Ultima cena” allunga l’apertura alle 22 da giovedì a domenica ed apre anche lunedì pomeriggio, dalle 16.30 alle 22. La prima domenica del mese, come ogni museo statale, la visita è gratis, ma va comunque prenotata ( 8 euro tel 02 92 800 360, circuito Vivaticket).
Un codice, due case
Anche il Codice atlantico, uno dei principali “taccuini” dove Leonardo appuntava ogni suo pensiero, schizzo o studio, è sempre stato di casa a Milano, nella Biblioteca ambrosiana di Piazza Pio XI, non lontano dalla Borsa e da Piazza Cordusio. Detto “atlantico” per le sue dimensioni ( 66x44) è la più grande raccolta di disegni e scritti leonardeschi. Più ampia del codice Windsor (600 fogli), oggi di proprietà della Sua maestà la Regina Elisabetta II (alcuni fogli, quelli blu, sono esposti a Milano). Più ricca del codice Trivulziano, anch’esso conservato a Milano ( 55 fogli, non visibili) al castello Sforzesco nella Biblioteca trivulziana. Più varia del codice Leicester – Hammer (36 fogli) acquistato da Bill Gates nel 1994 per 31 milioni di dollari.
Voluto e rilegato in questa forma di codice e suddiviso in 12 volumi, da Pompeo Leoni alla fine del Cinquecento, meno di dieci anni fa, per il timore che le muffe potessero intaccarlo, si decise di sfascicolarlo. E anche di renderlo visibile, pur con tutte le cautele richieste da fogli così antichi e preziosi, dando vita ad un’operazione di marketing, certamente, ma anche di divulgazione di un tesoro altrimenti invisibile se non agli studiosi. Le muffe si rivelarono, poi, vapore di mercurio emerso dalle colle utilizzate proprio per legare i fogli. Anche il peso dei fogli sovrapposti cominciava ad essere un problema. Dal 2009 a rotazione i 1119 fogli di questo Codex sono stati esposti in due “case”, sia nella sala Federiciana della Biblioteca ambrosiana sia nella “sacrestia” detta “del Bramante” che lavorò qui e alla celebre Basilica delle Grazie. Questa sacrestia, cui si accede da via Caradosso, è un ambiente di gran fascino che si trova proprio alle spalle del Cenacolo nella zona di Corso Magenta, nello stesso complesso conventuale voluto da Ludovico il Moro.
Castello Sforzesco, sala delle "asse"
Anche al Castello sforzesco Leonardo ha lasciato la sua mano. E non poteva che essere così, dato il sodalizio professionale ed umano che si realizzò con Ludovico il Moro. Risale al 1498 il lavoro di Da Vinci per la volta delle sale al primo piano del torrione Nord del castello. Qui Leonardo immaginò intrecci vegetali, radici ed una fitta vegetazione come di un pergolato che allarga il campo visivo fra le rocce: ciò che nei suoi dipinti rappresentava “lo sfondo”, diventa ora protagonista in primo piano con una effetto di grande suggestione. Il suo affresco finì “perduto” sotto ad altri intonaci successivi e poi perfino parzialmente ricoperto da una “perlinatura” in legno, da cui deriva appunto il nome di Sala delle “asse”, assi cioè, che nascosero la mano del maestro.
Dopo restauri di vario (e scarso) valore filologico, da fine aprile 2015 la sala è tornata al massimo del suo splendore possibile, anche grazie ad un nuovo percorso multimediale che illustra le fasi del recupero. La sala si visita durante il normale percorso espositivo del castello www.saladelleassecastello.it.
Su www.milanocastello.it le informazioni anche per prenotare il biglietto. Ingresso 5 euro. Entrata gratis da martedì alle 14 e da mercoledì a domenica nell’ultima ora di visita (9 -19.30) e giovedì fino alle 23.30.
Le macchine del Museo della Scienza e della Tecnologia
Leonardo le studiò e le penso tutte. Per lui venivano prima esperienza, sperimentazione ed esperimenti. E da questo, semmai e successivamente, traeva una teoria. Fece tesoro di tutto quanto fosse già stato detto, studiato e scritto anche da ingegneri e studiosi che potevano avere avuto accesso a testi - greci, latini o arabi -, che lui, invece, non aveva potuto consultare. E ne trasse le “conseguenze”, armato solo della sua immensa fantasia e dei sui prodigiosi intuito e talento. Voleva far volare l’uomo, lo voleva mandare sott’acqua, si domandava come funzionassero le macchine da guerra e il movimento di acque e maree. A tutto Leonardo cercava una risposta. E quando non se la seppe dare, potremmo dire, oggi, che la “colpa” non fu sua: semplicemente i tempi non erano maturi per arrivare a quelle scoperte che Leonardo però aveva già investigato. Per capire, in modo tridimensionale, la portata dell’intelligenza e delle intuizioni leonardesche, ancora un volta l’indirizzo giusto è Milano.
Nella zona di Sant’Ambrogio, in via San Vittore, a due passi dal carcere cittadino, il Museo della scienza e della tecnologia è un baluardo che libera la mente. Una grande sezione espositiva è dedicata alle macchine di Leonardo, realizzate proprio a partire dai suoi disegni e dai suoi codici, negli anni Cinquanta da un pool di esperti che intendevano così celebrare il cinquecentenario della nascita di Da Vinci. Strettamente legati a queste macchine sono gli studi che Leonardo dedicò alle opere idrauliche ed i canali per la città di Milano, non solo nella zona dei Navigli, ma fino all’ ”hinterland” di allora con i rilievi effettuati nella campagne di Vigevano, l’altra grande città amata da Ludovico Il Moro. Il museo propone periodici appuntamenti guidati, adatti anche ai bambini, per meglio comprendere come funzionassero le macchine pensate da Leonardo.
Biglietto intero 10 euro www.museoscienza.org.
Leonardo si fa in tre
E’ l’ultima esperienza nata, pochi anni fa, sotto la Madonnina per celebrare il genio di Da Vinci. E dal Duomo non dista che pochi passi: in Galleria Vittorio Emanuele II, all’ingresso opposto, quello della piazza del Teatro alla Scala, ecco Leonardo 3 - Il Mondo di Leonardo un nuovo centro multimediale che, al posto di opere, disegni, codici o macchine, utilizza la tecnologia moderna - proprio quella che è mancata a Leonardo - per immaginare quanto Da Vinci avesse già capito e progettato. L’esposizione si rivolge anche al pubblico straniero e muove anche da un centro di studi e produzione che lavora sul “brand” Leonardo amalgamando l’accuratezza scientifica al grande impatto per il pubblico. Molte le mostre prodotte ed esportate in varie parti d’Italia e all’estero. In “galleria” a Milano, invece, si parte dalla ricostruzione degli ambienti del castello sforzesco dove ha operato Leonardo e delle sue macchine, permettendo al visitatore una full immersion nella sua opera e nei suoi atelier. In un’opera di “Edutainment” che unisca l’aspetto educativo dell’educational, appunto, a quello ludico dell’entertainment. Un approccio internazionale che Leonardo avrebbe guardato sicuramente con curiosità. www.leonardo3.net Ogni giorno 10-23.
- HOTEL SCONTATI Milano
- Meteo Milano
- Mappa Milano
- Guida Milano
- Da vedere Milano
- Nei dintorni Milano
- Foto Milano
- News Milano