Visto per gli Stati Uniti? Dipenderà da cosa scrivete sui Social Network
***Aggiornamento del 5 giugno 2019*** Da venerdì scorso coloro che vogliono ottenere il visto di ingresso negli USA dovranno fornire tutte le informazioni relative ai propri account social.
In questo modo l'immigrazione potrà controllare, se lo riterrà opportuno, tutte le foto e le località che avete visitato, i gruppi e le pagine social che frequentate, e tutti gli eventi o manifestazioni a cui avete partecipato.
Il nuovo provvedimento dell'amministrazione Trump ha suscitato polemiche, e secondo gli analisti scoraggerà ulteriormente il flusso turistico verso gli USA. ***fine aggiornamento***
Se gli atti terroristici servono, appunto, a creare terrore e panico, si può dire che gli ultimi colpi messi a segno hanno sortito, almeno in parte, l'effetto desiderato. Infatti, sebbene sia ben lontana una vera psicosi, le misure di sicurezza stanno crescendo in tutti i paesi, dall'Europa agli Stati Uniti. Proprio da qui, a causa dei gravi fatti accaduti recentemente a San Bernardino, in California parte una vera crociata contro il terrorismo, restringendo le maglie della sicurezza sulla concessione dei visti e rendendo ancora più scrupolosi i controlli.
Giusto qualche giorno fa sono state votate alla Camera dei Rappresentanti pesanti restrizioni sulla procedura di concessione dei permessi agevolati per un tempo limite di permanenza negli USA di 90 giorni. Questi permessi, chiamati Procedure ESTA, che non necessitano quindi di visto per ben 38 paesi e, come detto, per un periodo di permanenza massima di 90 giorni, erano stati istituiti per incentivare il turismo negli USA, ma dato il clima di sicurezza generale precaria, l'amministrazione Obama ha pensato di ridimensionare il tutto.
In questo modo l'immigrazione potrà controllare, se lo riterrà opportuno, tutte le foto e le località che avete visitato, i gruppi e le pagine social che frequentate, e tutti gli eventi o manifestazioni a cui avete partecipato.
Il nuovo provvedimento dell'amministrazione Trump ha suscitato polemiche, e secondo gli analisti scoraggerà ulteriormente il flusso turistico verso gli USA. ***fine aggiornamento***
Se gli atti terroristici servono, appunto, a creare terrore e panico, si può dire che gli ultimi colpi messi a segno hanno sortito, almeno in parte, l'effetto desiderato. Infatti, sebbene sia ben lontana una vera psicosi, le misure di sicurezza stanno crescendo in tutti i paesi, dall'Europa agli Stati Uniti. Proprio da qui, a causa dei gravi fatti accaduti recentemente a San Bernardino, in California parte una vera crociata contro il terrorismo, restringendo le maglie della sicurezza sulla concessione dei visti e rendendo ancora più scrupolosi i controlli.
Giusto qualche giorno fa sono state votate alla Camera dei Rappresentanti pesanti restrizioni sulla procedura di concessione dei permessi agevolati per un tempo limite di permanenza negli USA di 90 giorni. Questi permessi, chiamati Procedure ESTA, che non necessitano quindi di visto per ben 38 paesi e, come detto, per un periodo di permanenza massima di 90 giorni, erano stati istituiti per incentivare il turismo negli USA, ma dato il clima di sicurezza generale precaria, l'amministrazione Obama ha pensato di ridimensionare il tutto.
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Questa è stata una prima contromisura presa dopo gli attacchi a Parigi di novembre. Le votazioni alla camera hanno riportato una schiacciante vittoria per i favorevoli alle restrizioni con 407 contro 19. In cosa consiste questa misura ulteriore? Sempre in riferimento ai permessi senza visto, e che dunque riguardano una buona parte dell'Europa occidentale, verranno effettuate restrizioni ai viaggiatori che richiedessero di entrare negli Usa e che in precedenza, negli ultimi 5 anni si fossero recati in Siria, Iraq, Iran e Sudan.
Ma non è tutto, perché si sta pensando di inasprire ulteriormente queste misure, estendendole anche a i viaggiatori che si fossero recati negli ultimi 5 anni in paesi quali Colombia, Venezuela, Afghanistan, Egitto, Pakistan. Basterà quindi aver fatto una vacanza in Egitto negli ultimi 5 anni per potersi vedere preclusa la possibilità di entrare senza visto negli Stati Uniti. Attualmente sono circa 20 milioni all'anno i visitatori che possono usufruire del programma Visa Waiver, quello cioè che consente di entrare negli Usa senza visto. Probabilmente anche grazie questa facilitazione si sono verificati i recenti fatti in California.
Sempre in via preventiva è obbligatorio, per chi usufruirà di questo programma, avere un passaporto digitale, ovvero con un chip elettronico che conterrà tutti i dati biometrici del possessore, i più difficili da falsificare.
Una ulteriore misura al vaglio del Governo degli Usa riguarda i profili dei social network. Secondo quanto dichiarato dal portavoce del Dipartimento di Stato John Kirby, a seguito dei tragici fatti di San Bernardino occorrerà verificare i dati social di chi fa richiesta di visto per gli USA. Questo perché uno dei terroristi, che faceva parte della coppia di San Bernardino, avrebbe pubblicato frasi emblematiche su un suo profilo social.
L'idea sarebbe quindi quella di effettuare controlli mirati sui profili facebook, twitter e di altri network di chi fa richiesta per entrare negli Stati Uniti. In realtà esistono già dei controlli che vengono effettuati all'occorrenza sui social, ma solo nei casi in cui si ritenga possano davvero contenere qualcosa di utile per le autorità. D'altro canto sarà comunque una cosa non del tutto affidabile controllare i profili dato che ne esistono fin troppi (sebbene sia proibito) falsi e diversi con restrizioni della privacy tali per cui un controllo completo sarebbe impossibile.
Ma non è tutto, perché si sta pensando di inasprire ulteriormente queste misure, estendendole anche a i viaggiatori che si fossero recati negli ultimi 5 anni in paesi quali Colombia, Venezuela, Afghanistan, Egitto, Pakistan. Basterà quindi aver fatto una vacanza in Egitto negli ultimi 5 anni per potersi vedere preclusa la possibilità di entrare senza visto negli Stati Uniti. Attualmente sono circa 20 milioni all'anno i visitatori che possono usufruire del programma Visa Waiver, quello cioè che consente di entrare negli Usa senza visto. Probabilmente anche grazie questa facilitazione si sono verificati i recenti fatti in California.
Sempre in via preventiva è obbligatorio, per chi usufruirà di questo programma, avere un passaporto digitale, ovvero con un chip elettronico che conterrà tutti i dati biometrici del possessore, i più difficili da falsificare.
Una ulteriore misura al vaglio del Governo degli Usa riguarda i profili dei social network. Secondo quanto dichiarato dal portavoce del Dipartimento di Stato John Kirby, a seguito dei tragici fatti di San Bernardino occorrerà verificare i dati social di chi fa richiesta di visto per gli USA. Questo perché uno dei terroristi, che faceva parte della coppia di San Bernardino, avrebbe pubblicato frasi emblematiche su un suo profilo social.
L'idea sarebbe quindi quella di effettuare controlli mirati sui profili facebook, twitter e di altri network di chi fa richiesta per entrare negli Stati Uniti. In realtà esistono già dei controlli che vengono effettuati all'occorrenza sui social, ma solo nei casi in cui si ritenga possano davvero contenere qualcosa di utile per le autorità. D'altro canto sarà comunque una cosa non del tutto affidabile controllare i profili dato che ne esistono fin troppi (sebbene sia proibito) falsi e diversi con restrizioni della privacy tali per cui un controllo completo sarebbe impossibile.
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