Bucarest in due giorni, ecco cosa vedere
Non sono molte le città che possono dire di essere sopravvissute a se stesse. Fra queste c’è Bucarest che naviga nel terzo millennio con la consapevolezza del suo passato, alla ricerca di un grande futuro. Bella, vivibile ed interessante, oggi ancora più vicina al resto d’Europa, grazie a strategici collegamenti con i voli low cost (www.ryanair.com vedi dettaglio nella scheda), Bucarest si è lasciata alle spalle i tanti capitoli bui della storia recente del Paese.
Istruzioni per il week end
Ecco che cosa vedere in due giorni a zonzo per la capitale della Romania. Con buona pace anche di uno dei suoi più celebri abitanti, quel Dracula, le cui feroci gesta permeano ancora i castelli e le molte dimore che gli vengono attribuite, fra le montagne e le alture fuori città. E che, invece, la capitale rumena ricorda con un solo sinistro busto in pietra, nel cuore della città, in Curtea Veche, quartiere storico di Lipscani. Lui è Vlad Tepes, il “conte”, uno dei brand più famosi (e discussi) del paese, e scruta ancora tutti quelli che gli passano vicini, turisti incuriositi, rumeni affaccendati. Si perché la Romania ha sempre ricordato ed accettato i suoi “miti”, negativi o positivi che fossero.
Miti e riti
Così, in un paio di giorni di visita si può seguire un filone molto eterogeneo di grandi “vip” rumeni. C’è il poeta latino Ovidio che morì in esilio proprio a Tomi, la moderna Costanza. Poi c’è l’imperatore romano Traiano che conquistò il Paese, scolpendo nel marmo della colonna più celebre di Roma – la colonna traiana appunto - proprio le gesta del suo esercito in Dacia. Già, di “quella” Dacia oggi è rimasta, più che altro, la “Duster”, la vettura su cui la moderna Romania ha puntato per risvegliare la produzione industriale di un’intera nazione.
Fra gli eroi moderni ci sono anche le tante glorie sportive del paese, come Nadia Comaneci, il cui 10 perfetto nella ginnastica artistica alle Olimpiadi di Montreal, compie, proprio quest’anno, 40 anni. Nel mezzo, però, c’è un passato recente anche doloroso, quello del periodo del regime di Nicolae Ceausescu: i luoghi della rivolta e della repressione del 1989 sono oggi gli indirizzi della memoria, ma anche della voglia di ricominciare.
Primo giorno
E da qui che deve prendere spunto un tour della città, magari da spalmare lungo il week end. Si comincia il primo giorno da “Piata Revolutjiei”, piazza rivoluzione lungo via della Vittoria, “calea Victoriei”. Sotto al monumento alla Rinascita – un semplice obelisco bianco su cui è “infilzata” una corona – si può provare a capire, chiudendo gli occhi, che cosa significarono quelle ore del dicembre ‘89, quando il dittatore proprio dal palazzo di fronte, sede del partito comunista, pronunciò il suo folle discorso, terminato fra gli spari sulla folla e con la sua fuga in elicottero. Riaprite gli occhi: perché davanti a voi oggi sono una città nuova e il suo futuro.
Istruzioni per il week end
Ecco che cosa vedere in due giorni a zonzo per la capitale della Romania. Con buona pace anche di uno dei suoi più celebri abitanti, quel Dracula, le cui feroci gesta permeano ancora i castelli e le molte dimore che gli vengono attribuite, fra le montagne e le alture fuori città. E che, invece, la capitale rumena ricorda con un solo sinistro busto in pietra, nel cuore della città, in Curtea Veche, quartiere storico di Lipscani. Lui è Vlad Tepes, il “conte”, uno dei brand più famosi (e discussi) del paese, e scruta ancora tutti quelli che gli passano vicini, turisti incuriositi, rumeni affaccendati. Si perché la Romania ha sempre ricordato ed accettato i suoi “miti”, negativi o positivi che fossero.
Miti e riti
Così, in un paio di giorni di visita si può seguire un filone molto eterogeneo di grandi “vip” rumeni. C’è il poeta latino Ovidio che morì in esilio proprio a Tomi, la moderna Costanza. Poi c’è l’imperatore romano Traiano che conquistò il Paese, scolpendo nel marmo della colonna più celebre di Roma – la colonna traiana appunto - proprio le gesta del suo esercito in Dacia. Già, di “quella” Dacia oggi è rimasta, più che altro, la “Duster”, la vettura su cui la moderna Romania ha puntato per risvegliare la produzione industriale di un’intera nazione.
Fra gli eroi moderni ci sono anche le tante glorie sportive del paese, come Nadia Comaneci, il cui 10 perfetto nella ginnastica artistica alle Olimpiadi di Montreal, compie, proprio quest’anno, 40 anni. Nel mezzo, però, c’è un passato recente anche doloroso, quello del periodo del regime di Nicolae Ceausescu: i luoghi della rivolta e della repressione del 1989 sono oggi gli indirizzi della memoria, ma anche della voglia di ricominciare.
Primo giorno
E da qui che deve prendere spunto un tour della città, magari da spalmare lungo il week end. Si comincia il primo giorno da “Piata Revolutjiei”, piazza rivoluzione lungo via della Vittoria, “calea Victoriei”. Sotto al monumento alla Rinascita – un semplice obelisco bianco su cui è “infilzata” una corona – si può provare a capire, chiudendo gli occhi, che cosa significarono quelle ore del dicembre ‘89, quando il dittatore proprio dal palazzo di fronte, sede del partito comunista, pronunciò il suo folle discorso, terminato fra gli spari sulla folla e con la sua fuga in elicottero. Riaprite gli occhi: perché davanti a voi oggi sono una città nuova e il suo futuro.
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A nord della piazza ci sono le vetrine della moda, ricavate anche nel famigerato palazzo “Athenee”, vecchia sede del KGB, e l’Ateneo romeno (POI). A sud, oltre al museo Nazionale di Arte (POI), ecco il salotto buono della città che si addentra verso il quartiere storico. Dove è bello perdersi a zonzo a caccia delle mille suggestioni di questa città: scegliete il boulevard regina Elisabetta se volete continuare a pensare in “grande” e alla storia. Arriverete così in piazza Università. È qui che Bucarest vi stupisce con una teoria di palazzi monumentali da “piccola Parigi” sede dei vari dipartimenti, ma è sempre qui che, nuovamente, la storia anche recente ha lasciato i suoi segni. La mole dell’hotel Inter Continental si riconosce subito: oggi è uno degli indirizzi del business della città, ma è da qui, complice l’altezza dell’edificio, che la stampa di tutto il mondo ha raccontato la rivoluzione del 1989.
Nella piazza sottostante un monumento alla rivolta dei minatori, che seguì nel 1990, ricorda gli eventi insieme ad altri due simboli inequivocabili. Una pietra miliare colorata con scritto “Democratie” e una serie di croci che oggi fanno da spartitraffico al guazzabuglio moderno delle auto, rammentano, invece, a tutti con quale prezzo oggi Bucarest è finalmente una città libera. Addentrandovi, invece, verso le piccole vie trasversali di Ghica, Lipscani e Stavropoleos la città cambia ancora e si fa piccola ed insieme giovane.
Piccola, come si addice al quartiere più antico che oggi, curiosamente, però è anche scelto dai giovani per la loro movida. Rimodernato e bonificato, qui la notte si cena in un mix di sapori che vanno dai pub irlandesi, ai locali latini, alle delizie di casa. Poi si balla come si ballerebbe in ogni capitale del mondo, fanciulle al “palo” ed in vetrina compresa.
Secondo giorno
Ma quando tornano l’alba e la luce del giorno, la città si accomoda, si riveste e riscopre il suo cuore antico, fra gallerie coperte, come la Villacrese e il passaggio Macca, dove alternare negozi di antiquari ad una buona tazza di te o ad una pinta di bionda locale, fino ad “inciampare” di nuovo nella storia, stavolta antichissima delle chiese più belle di Bucarest.
C’è sempre gente nel cortile della Biserica di San Giorgio. Immersa nella zona della Corte vecchia (POI), non lontano proprio dalla statua del conte Dracula, questa chiesa è la più antica della città, risale al 1699 ed ospita le spoglie di Constantin Brancoveanu, principe di Valacchia che si rifiutò di prendere parte alla guerra russo – turca del 1711. Il fumo delle candele sghembe di cera ocra è intenso, ma non ha annerito la bellezza dell’edificio e le nonnine del chiosco ve ne venderanno un po’ volentieri.
Ecco un “derby” di bellezza che si consuma in poche centinaia di metri, con l’altro simbolo cristiano della città, quella chiesa di Stavropoleos che è solo un poco più “giovane” – risale al 1724 – e con i suoi affreschi, si contende la scena, senza rischio di sembrare blasfemi, con una delle birrerie più storiche e frequentate del centro, la Caru’ cu bere (www.carucubere.ro). Sacro e profano, maestoso e curato. Eppure non avete ancora visto tutto: servono buone scarpe e tanta energia per spingersi fino a piazza “Unirii”.
Il Palazzo
E’ qui, oltre il fiume Dambovita, che lo vedrete per la prima volta: gigantesco, cupo, imponente. E’ il palazzo del Parlamento, l’ultimo sogno di Ceausescu e a lungo l’incubo degli abitanti di Bucarest che, però, oggi hanno fatto di questo simbolo anche negativo di un passato che talvolta ancora pesa un’opportunità, perché no, anche per il turismo e l’occupazione dato che da lavoro a centinaia di persone. L’idea di grandezza intendeva realizzare in questa zona un nuovo quartiere della Bucarest socialista: via le case vecchie, spazzate via anche le chiese, che oggi invece si torna a ricostruire nella zona. Un boulevard immenso, ancora oggi incompiuto, doveva ricordare gli Champs Elysees parigini.
Poi quel palazzo: con 3100 stanze e 12 piani, è l’edificio più grande al mondo dopo il Pentagono di Washington. Avrebbe dovuto ospitare il parlamento e tutti gli organi di governo, ma rimase incompiuto nel 1989 e a lungo ci si domandò se terminarlo. Poi fu proprio reagendo alla propria storia che questi luoghi divennero non più il simbolo dell’oppressione, ma il senso di rivalsa e di presa di coscienza della possibilità di avere un futuro diverso. Così oggi un tour (www.cdep.ro) al suo interno è fondamentale non solo per capire i tanti suoi record - dal tappeto più grande al mondo, cucito già in loco e srotolato periodicamente da 70 persone alle leggende che avvolgono la sua edificazione e gli immensi cunicoli dei suoi sotterranei - ma anche l ‘orgoglio per un monumento realizzato esclusivamente con materiale made in Romania. All’uscita avrete un solo desiderio: restare all’aperto per un po’ e respirare aria fresca.
Quale miglior luogo di un parco? Soprattutto se è bello come il Cismigiu, il giardino della città. Panchine verdi, sempre in stile francese, formano delle file come a teatro, ma qui lo spettacolo è la natura e la pace che vi si respira. D’inverno il laghetto ghiacciato, d’estate un po’ d’ombra e isole attrezzate per fare ginnastica oltre ai grandi viali dove ognuno corre. In pace, al proprio ritmo. Tranquillo. Anche questa è libertà.
Come andare
Ryanair da Milano Malpensa, Bergamo Orio, Bologna e Roma Ciampino da 24 euro a tratta circa
Dove Dormire
Hotel Grand Hotel Continetal continentalhotels.ro/Grand-Hotel-Continental-Bucuresti/
Hotel Ibis gara de Nord www.ibishotels.ro
Dove Mangiare
Vacamuuu, steak house www.vacamuuu.com
Caru’ Cu bere, pub birreria www.carucubere.ro
Gambrinus, pub gourmand restaurantgambrinus.ro/
A nord della piazza ci sono le vetrine della moda, ricavate anche nel famigerato palazzo “Athenee”, vecchia sede del KGB, e l’Ateneo romeno (POI). A sud, oltre al museo Nazionale di Arte (POI), ecco il salotto buono della città che si addentra verso il quartiere storico. Dove è bello perdersi a zonzo a caccia delle mille suggestioni di questa città: scegliete il boulevard regina Elisabetta se volete continuare a pensare in “grande” e alla storia. Arriverete così in piazza Università. È qui che Bucarest vi stupisce con una teoria di palazzi monumentali da “piccola Parigi” sede dei vari dipartimenti, ma è sempre qui che, nuovamente, la storia anche recente ha lasciato i suoi segni. La mole dell’hotel Inter Continental si riconosce subito: oggi è uno degli indirizzi del business della città, ma è da qui, complice l’altezza dell’edificio, che la stampa di tutto il mondo ha raccontato la rivoluzione del 1989.
Nella piazza sottostante un monumento alla rivolta dei minatori, che seguì nel 1990, ricorda gli eventi insieme ad altri due simboli inequivocabili. Una pietra miliare colorata con scritto “Democratie” e una serie di croci che oggi fanno da spartitraffico al guazzabuglio moderno delle auto, rammentano, invece, a tutti con quale prezzo oggi Bucarest è finalmente una città libera. Addentrandovi, invece, verso le piccole vie trasversali di Ghica, Lipscani e Stavropoleos la città cambia ancora e si fa piccola ed insieme giovane.
Piccola, come si addice al quartiere più antico che oggi, curiosamente, però è anche scelto dai giovani per la loro movida. Rimodernato e bonificato, qui la notte si cena in un mix di sapori che vanno dai pub irlandesi, ai locali latini, alle delizie di casa. Poi si balla come si ballerebbe in ogni capitale del mondo, fanciulle al “palo” ed in vetrina compresa.
Secondo giorno
Ma quando tornano l’alba e la luce del giorno, la città si accomoda, si riveste e riscopre il suo cuore antico, fra gallerie coperte, come la Villacrese e il passaggio Macca, dove alternare negozi di antiquari ad una buona tazza di te o ad una pinta di bionda locale, fino ad “inciampare” di nuovo nella storia, stavolta antichissima delle chiese più belle di Bucarest.
C’è sempre gente nel cortile della Biserica di San Giorgio. Immersa nella zona della Corte vecchia (POI), non lontano proprio dalla statua del conte Dracula, questa chiesa è la più antica della città, risale al 1699 ed ospita le spoglie di Constantin Brancoveanu, principe di Valacchia che si rifiutò di prendere parte alla guerra russo – turca del 1711. Il fumo delle candele sghembe di cera ocra è intenso, ma non ha annerito la bellezza dell’edificio e le nonnine del chiosco ve ne venderanno un po’ volentieri.
Ecco un “derby” di bellezza che si consuma in poche centinaia di metri, con l’altro simbolo cristiano della città, quella chiesa di Stavropoleos che è solo un poco più “giovane” – risale al 1724 – e con i suoi affreschi, si contende la scena, senza rischio di sembrare blasfemi, con una delle birrerie più storiche e frequentate del centro, la Caru’ cu bere (www.carucubere.ro). Sacro e profano, maestoso e curato. Eppure non avete ancora visto tutto: servono buone scarpe e tanta energia per spingersi fino a piazza “Unirii”.
Il Palazzo
E’ qui, oltre il fiume Dambovita, che lo vedrete per la prima volta: gigantesco, cupo, imponente. E’ il palazzo del Parlamento, l’ultimo sogno di Ceausescu e a lungo l’incubo degli abitanti di Bucarest che, però, oggi hanno fatto di questo simbolo anche negativo di un passato che talvolta ancora pesa un’opportunità, perché no, anche per il turismo e l’occupazione dato che da lavoro a centinaia di persone. L’idea di grandezza intendeva realizzare in questa zona un nuovo quartiere della Bucarest socialista: via le case vecchie, spazzate via anche le chiese, che oggi invece si torna a ricostruire nella zona. Un boulevard immenso, ancora oggi incompiuto, doveva ricordare gli Champs Elysees parigini.
Poi quel palazzo: con 3100 stanze e 12 piani, è l’edificio più grande al mondo dopo il Pentagono di Washington. Avrebbe dovuto ospitare il parlamento e tutti gli organi di governo, ma rimase incompiuto nel 1989 e a lungo ci si domandò se terminarlo. Poi fu proprio reagendo alla propria storia che questi luoghi divennero non più il simbolo dell’oppressione, ma il senso di rivalsa e di presa di coscienza della possibilità di avere un futuro diverso. Così oggi un tour (www.cdep.ro) al suo interno è fondamentale non solo per capire i tanti suoi record - dal tappeto più grande al mondo, cucito già in loco e srotolato periodicamente da 70 persone alle leggende che avvolgono la sua edificazione e gli immensi cunicoli dei suoi sotterranei - ma anche l ‘orgoglio per un monumento realizzato esclusivamente con materiale made in Romania. All’uscita avrete un solo desiderio: restare all’aperto per un po’ e respirare aria fresca.
Quale miglior luogo di un parco? Soprattutto se è bello come il Cismigiu, il giardino della città. Panchine verdi, sempre in stile francese, formano delle file come a teatro, ma qui lo spettacolo è la natura e la pace che vi si respira. D’inverno il laghetto ghiacciato, d’estate un po’ d’ombra e isole attrezzate per fare ginnastica oltre ai grandi viali dove ognuno corre. In pace, al proprio ritmo. Tranquillo. Anche questa è libertà.
Come andare
Ryanair da Milano Malpensa, Bergamo Orio, Bologna e Roma Ciampino da 24 euro a tratta circa
Dove Dormire
Hotel Grand Hotel Continetal continentalhotels.ro/Grand-Hotel-Continental-Bucuresti/
Hotel Ibis gara de Nord www.ibishotels.ro
Dove Mangiare
Vacamuuu, steak house www.vacamuuu.com
Caru’ Cu bere, pub birreria www.carucubere.ro
Gambrinus, pub gourmand restaurantgambrinus.ro/
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