Tour di New York City sotterranea e segreta
New York City baciata dal sole è uno degli spettacoli più belli ai quali si può assistere. Lo stupore si ripete in qualsiasi angolo, dalle strade con la luce che si infrange sulle finestre degli altissimi grattacieli, passeggiando pigramente lungo i sentieri di Central Park mentre i raggi fanno capolino dagli alberi, o comodamente seduti in qualche locale più o meno modaiolo.
Le attrazioni di New York City non sono soltanto quelle che si vedono alla luce del sole. Esiste anche una New York City segreta, fatta di piccoli dettagli che solo in pochi conoscono ma che val la pena scoprire per comprendere ancor meglio l'anima della città che non dorme mai. Partiamo dalla metropolitana, la vecchia subway fatta costruire agli inizi del 1900. Alcune fermate sono state nel tempo chiuse ma non cancellate. La loro presenza è simile a quella dei fantasmi. Ci sono ma nessuno se ne accorge. Il segreto per farli diventare visibili è cercare di intercettarne i segnali, dopo averne scoperto l'esistenza. Per le tre fermate "fantasma" della metro di New York City, tutte collocate sulla linea 6, ma visibili anche prendendo i treni n. 4 e n. 5, il percorso è simile. Sapendo a che punto della linea sono collocate, premendo bene la faccia contro il finestrino per sfidare l'oscurità e stando davvero molto attenti è possibile intuirne e vederne i contorni.
La prima è accanto alla vecchia fermata di Worth Street, nel tratto compreso fra Brooklyn Bridge e Canal Street. Si tratta di poco più di una piattaforma. Poco più a nord sulla stessa linea c'è la stazione abbandonata della 18° strada. E qui, davvero, lo scenario che si apre non ha nulla a che invidiare ad un set da film horror. Vecchi pilastri precariamente ancorati ai soffitti che scendono come stalattiti, vecchie scale solitarie che si perdono nel buio.
Le leggende metropolitane collocano proprio in questo punto l'origine dei mostri che popolano gli incubi dei newyorkesi, dagli inquietanti cannibali che di umano hanno ben poco, agli alligatori albini, al re dei topi. Ma lo spettacolo vero è la fermata fantasma della City Hall. E' lì che il 27 ottobre del 1904 si tenne la cerimonia di inaugurazione della prima metropolitana di New York City, l'Interborough Rapid Transit. Al taglio del nastro parteciparono più di 100.000 persone che diedero vita ad una delle più gloriose manifestazioni. Gli architetti Heins & LaFarge, chiamati a progettare la stazione della City Hall vollero fare le cose in grande costruendo non una piattaforma di servizio ma un vero e proprio monumento. Scritte colorate, volte alla Guastavino, lampadari importanti hanno contribuito a renderla in assoluto la più bella delle stazioni. Un titolo che sopravvive tutt'ora nonostante sia chiusa dal 1945, quando la linea venne implementata. La fermata si trova infatti su una curva stretta al punto tale da non essere adatta a treni con più di cinque vagoni. Purtroppo le esigenze che vennero a crearsi dal 1945 in poi, imponevano treni più lunghi. Così la City Hall venne sottratta al gusto di chi, soprattutto esponenti della upper class, amava sedersi al suo interno dopo una cena importante. La sua visione appare prima che il treno n. 6 giunga a capolinea per poi tornare verso uptown. Quando la voce annuncia la fine del percorso e invita a uscire bisogna prendere possesso del lato destro del treno e schiacciare la faccia contro il vetro. City Hall vi apparirà come per magia. Periodicamente, circa un paio di volte al mese, il New York City Transit Museum organizza delle visite guidate alla stazione della City Hall. Per partecipare però occorre diventare soci della struttura.
Volete fare un gioco interessante quanto curioso? Bene, basta spostarsi nella stazione ferroviari Grand Central Terminal, sulla 42th Street. Si tratta della più grande stazione al mondo, con le sue 44 banchine ed i suoi 67 binari. Di fronte all'Oyster Bar & Restaurant, laddove il passaggio porta verso la Vanderbilt Avenue, c'è la "Whispering Gallery", la galleria del sussurro. Basta appoggiarsi ad uno degli angoli delle bellissime arcate costruite seguendo lo stile dell'architetto spagnolo Rafael Guastavino e stare il più vicino possibile ai mattoni. Il vostro compagno potrà sentire in modo sorprendentemente chiaro ciò che voi direte. L'importante è che lui si collochi nell'angolo diagonalmente opposto al vostro, non in quello a fianco. L'effetto riprodotto è quello del "telegrafo". La voce, mentre percorre le volte, cambia, assume dei connotati spettrali, come se fosse emessa da chi non è più del mondo oppure da una tecnologia antiquata. E questo aumenta il fascino di questo sbalorditivo effetto che si può ottenere anche in altri palazzi costruiti con la stessa tipologia di arcata, usata per connotare ad esempio la Cattedrale di San Giovanni, la stanza dei registri a Ellis Island e la Federal Reserve Bank.
Torniamo a seguire i binari della metropolitana, nel cuore sotterraneo di New York City. Sotto il Riverside Park fra la 122ma e la 72ma Strada scorre il Freedom Tunnel, chiuso negli anni 1980 ma abitato per un oltre un decennio dai senzatetto che preferivano il buio del sottosuolo alla luce spietata del giorno e di quanti potevano far loro del male. Nel 1991 il tunnel è stato riaperto e la comunità sciolta. Ora nessuno vive là sotto anche se è possibile ammirare ancora le testimonianze lasciate, come i graffiti di Chris "Freedom" Pape, da cui deriva il nome del Tunnel, eseguiti fra gli anni '80 e '90. Percorrere il tunnel è una impresa da affrontare con molta cautela visto che la linea è attiva e passano i treni. Vi si può accedere tramite un varco che si apre nella recinzione costeggiando la linea verso St.Clair Place sulla 129ma strada, in direzione ovest verso la rampa di uscita dell'Henry Hudson Parkway. Per raggiungere il punto, prendere la linea 1 uscita 125ma strada.
Pronti ad un'altra bizzaria? Basta spostarsi sulla Avenue A nell'East Village, fra la 5a e la 6a strada. Scendendo una bruttissima scala sul lato ovest, verso un muro pieno di graffiti, appena sotto la punta di una freccia costellata di lampadine, ecco emergere una targa esattamente uguale, per colore e dimensioni, a quelle commemorative. Anche in questo caso si tratta di una targa a ricordo, ma di qualcosa che non c'è mai stato se non nell'universo parallelo di Kymaerica. Ad inventarlo, anzi a definirsi un vero geografo di quel mondo, al punto da pubblicare anche una guida - la Discover Kymaerica - è stato Eames Demetrios, nipote dei designersi Charles e Ray Eames. I confini di Kymaerica corrispondono, nella sua visione fantastica, a quelli del Nord America anche se potrebbero includere altri territori. In ogni caso, il progetto ha prodotto la diffusione nell'area degli Stati Uniti di queste targhe o placche. Quella sulla Avenue A, intitolata "La svendita di Manhattan" offre un capitolo della storia di Kymaerica ambientato proprio sull'isola. "Vicino a questo luogo - vi si legge - fu completata la transazione destinata a trasformare per sempre la città, la cultura e la gente di Manhattan. Per estinguere un debito di gioco di 24 dollari, da restituire all'Algounquin Round Table Casino, Pieter van Amsterdam cedette i diritti di proprietà dell'intera isola. Il Capo Langtion Suhioan, del Manhattan Future Nation, accettò giurando di rispettare i nativi pur dando vita ad un nuovo futuro". Per chi non lo sapesse, la leggenda della "svendita di Manhattan" - the Sale of Manhattan - esiste realmente. La versione corretta è che i primi olandesi giunti a Manhattan riuscirono ad ottenere l'isola dai nativi barattandola con una manciata di perline del valore di 24 dollari. Nell'universo di Kymaerica - dove i personaggi citati rappresentano la personificazione di simboli - i termini risultano invertiti.
Trasferiamoci a Chinatown. Doyers Strett, un tempo sede della prima Opera House cinese di tutti gli Stati Uniti d'America è stata al centro delle lotte intestine fra le varie organizzazioni. A testimoniarlo è il nickname della strada, Bloody Angle. Il suo tracciato per nulla lineare, ha favorito gli "scambi" di attenzioni fra i clan che puntualmente cercavano una via di fuga nei tunnel sotterranei della metropolitana. Qualche anno fa questi spazi sono stati in un certo senso ripuliti. Uno di loro, in particolare, il tunnel di entrata al 5 di Doyers Street con uscita su Chatham Square è stato trasformato in una sorta di centro commerciale dove si addensano varie attività, da centri per l'impiego e di reclutamento a cliniche nelle quali si eseguono trattamenti di riflessologia. L'aspetto è di piccole cabine. I turisti che si avventurano laggiù non sono moltissimi. Meglio però visitare quel tunnel piuttosto che gli altri che si diramano da Pell Street, sede un tempo del quartier generale dell'organizzazione Hip Sing. Cosa ci sia là sotto è, per i più, ancora un mistero.
Le attrazioni di New York City non sono soltanto quelle che si vedono alla luce del sole. Esiste anche una New York City segreta, fatta di piccoli dettagli che solo in pochi conoscono ma che val la pena scoprire per comprendere ancor meglio l'anima della città che non dorme mai. Partiamo dalla metropolitana, la vecchia subway fatta costruire agli inizi del 1900. Alcune fermate sono state nel tempo chiuse ma non cancellate. La loro presenza è simile a quella dei fantasmi. Ci sono ma nessuno se ne accorge. Il segreto per farli diventare visibili è cercare di intercettarne i segnali, dopo averne scoperto l'esistenza. Per le tre fermate "fantasma" della metro di New York City, tutte collocate sulla linea 6, ma visibili anche prendendo i treni n. 4 e n. 5, il percorso è simile. Sapendo a che punto della linea sono collocate, premendo bene la faccia contro il finestrino per sfidare l'oscurità e stando davvero molto attenti è possibile intuirne e vederne i contorni.
La prima è accanto alla vecchia fermata di Worth Street, nel tratto compreso fra Brooklyn Bridge e Canal Street. Si tratta di poco più di una piattaforma. Poco più a nord sulla stessa linea c'è la stazione abbandonata della 18° strada. E qui, davvero, lo scenario che si apre non ha nulla a che invidiare ad un set da film horror. Vecchi pilastri precariamente ancorati ai soffitti che scendono come stalattiti, vecchie scale solitarie che si perdono nel buio.
Le leggende metropolitane collocano proprio in questo punto l'origine dei mostri che popolano gli incubi dei newyorkesi, dagli inquietanti cannibali che di umano hanno ben poco, agli alligatori albini, al re dei topi. Ma lo spettacolo vero è la fermata fantasma della City Hall. E' lì che il 27 ottobre del 1904 si tenne la cerimonia di inaugurazione della prima metropolitana di New York City, l'Interborough Rapid Transit. Al taglio del nastro parteciparono più di 100.000 persone che diedero vita ad una delle più gloriose manifestazioni. Gli architetti Heins & LaFarge, chiamati a progettare la stazione della City Hall vollero fare le cose in grande costruendo non una piattaforma di servizio ma un vero e proprio monumento. Scritte colorate, volte alla Guastavino, lampadari importanti hanno contribuito a renderla in assoluto la più bella delle stazioni. Un titolo che sopravvive tutt'ora nonostante sia chiusa dal 1945, quando la linea venne implementata. La fermata si trova infatti su una curva stretta al punto tale da non essere adatta a treni con più di cinque vagoni. Purtroppo le esigenze che vennero a crearsi dal 1945 in poi, imponevano treni più lunghi. Così la City Hall venne sottratta al gusto di chi, soprattutto esponenti della upper class, amava sedersi al suo interno dopo una cena importante. La sua visione appare prima che il treno n. 6 giunga a capolinea per poi tornare verso uptown. Quando la voce annuncia la fine del percorso e invita a uscire bisogna prendere possesso del lato destro del treno e schiacciare la faccia contro il vetro. City Hall vi apparirà come per magia. Periodicamente, circa un paio di volte al mese, il New York City Transit Museum organizza delle visite guidate alla stazione della City Hall. Per partecipare però occorre diventare soci della struttura.
Volete fare un gioco interessante quanto curioso? Bene, basta spostarsi nella stazione ferroviari Grand Central Terminal, sulla 42th Street. Si tratta della più grande stazione al mondo, con le sue 44 banchine ed i suoi 67 binari. Di fronte all'Oyster Bar & Restaurant, laddove il passaggio porta verso la Vanderbilt Avenue, c'è la "Whispering Gallery", la galleria del sussurro. Basta appoggiarsi ad uno degli angoli delle bellissime arcate costruite seguendo lo stile dell'architetto spagnolo Rafael Guastavino e stare il più vicino possibile ai mattoni. Il vostro compagno potrà sentire in modo sorprendentemente chiaro ciò che voi direte. L'importante è che lui si collochi nell'angolo diagonalmente opposto al vostro, non in quello a fianco. L'effetto riprodotto è quello del "telegrafo". La voce, mentre percorre le volte, cambia, assume dei connotati spettrali, come se fosse emessa da chi non è più del mondo oppure da una tecnologia antiquata. E questo aumenta il fascino di questo sbalorditivo effetto che si può ottenere anche in altri palazzi costruiti con la stessa tipologia di arcata, usata per connotare ad esempio la Cattedrale di San Giovanni, la stanza dei registri a Ellis Island e la Federal Reserve Bank.
Torniamo a seguire i binari della metropolitana, nel cuore sotterraneo di New York City. Sotto il Riverside Park fra la 122ma e la 72ma Strada scorre il Freedom Tunnel, chiuso negli anni 1980 ma abitato per un oltre un decennio dai senzatetto che preferivano il buio del sottosuolo alla luce spietata del giorno e di quanti potevano far loro del male. Nel 1991 il tunnel è stato riaperto e la comunità sciolta. Ora nessuno vive là sotto anche se è possibile ammirare ancora le testimonianze lasciate, come i graffiti di Chris "Freedom" Pape, da cui deriva il nome del Tunnel, eseguiti fra gli anni '80 e '90. Percorrere il tunnel è una impresa da affrontare con molta cautela visto che la linea è attiva e passano i treni. Vi si può accedere tramite un varco che si apre nella recinzione costeggiando la linea verso St.Clair Place sulla 129ma strada, in direzione ovest verso la rampa di uscita dell'Henry Hudson Parkway. Per raggiungere il punto, prendere la linea 1 uscita 125ma strada.
Pronti ad un'altra bizzaria? Basta spostarsi sulla Avenue A nell'East Village, fra la 5a e la 6a strada. Scendendo una bruttissima scala sul lato ovest, verso un muro pieno di graffiti, appena sotto la punta di una freccia costellata di lampadine, ecco emergere una targa esattamente uguale, per colore e dimensioni, a quelle commemorative. Anche in questo caso si tratta di una targa a ricordo, ma di qualcosa che non c'è mai stato se non nell'universo parallelo di Kymaerica. Ad inventarlo, anzi a definirsi un vero geografo di quel mondo, al punto da pubblicare anche una guida - la Discover Kymaerica - è stato Eames Demetrios, nipote dei designersi Charles e Ray Eames. I confini di Kymaerica corrispondono, nella sua visione fantastica, a quelli del Nord America anche se potrebbero includere altri territori. In ogni caso, il progetto ha prodotto la diffusione nell'area degli Stati Uniti di queste targhe o placche. Quella sulla Avenue A, intitolata "La svendita di Manhattan" offre un capitolo della storia di Kymaerica ambientato proprio sull'isola. "Vicino a questo luogo - vi si legge - fu completata la transazione destinata a trasformare per sempre la città, la cultura e la gente di Manhattan. Per estinguere un debito di gioco di 24 dollari, da restituire all'Algounquin Round Table Casino, Pieter van Amsterdam cedette i diritti di proprietà dell'intera isola. Il Capo Langtion Suhioan, del Manhattan Future Nation, accettò giurando di rispettare i nativi pur dando vita ad un nuovo futuro". Per chi non lo sapesse, la leggenda della "svendita di Manhattan" - the Sale of Manhattan - esiste realmente. La versione corretta è che i primi olandesi giunti a Manhattan riuscirono ad ottenere l'isola dai nativi barattandola con una manciata di perline del valore di 24 dollari. Nell'universo di Kymaerica - dove i personaggi citati rappresentano la personificazione di simboli - i termini risultano invertiti.
Trasferiamoci a Chinatown. Doyers Strett, un tempo sede della prima Opera House cinese di tutti gli Stati Uniti d'America è stata al centro delle lotte intestine fra le varie organizzazioni. A testimoniarlo è il nickname della strada, Bloody Angle. Il suo tracciato per nulla lineare, ha favorito gli "scambi" di attenzioni fra i clan che puntualmente cercavano una via di fuga nei tunnel sotterranei della metropolitana. Qualche anno fa questi spazi sono stati in un certo senso ripuliti. Uno di loro, in particolare, il tunnel di entrata al 5 di Doyers Street con uscita su Chatham Square è stato trasformato in una sorta di centro commerciale dove si addensano varie attività, da centri per l'impiego e di reclutamento a cliniche nelle quali si eseguono trattamenti di riflessologia. L'aspetto è di piccole cabine. I turisti che si avventurano laggiù non sono moltissimi. Meglio però visitare quel tunnel piuttosto che gli altri che si diramano da Pell Street, sede un tempo del quartier generale dell'organizzazione Hip Sing. Cosa ci sia là sotto è, per i più, ancora un mistero.
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