Dubai: Crescono i turisti che visitano i siti d'interesse storico
La città del futuro ha investito nel suo passato e la scommessa è risultata vincente. L’ufficio centrale del DTCM ha da poco annunciato che sono 1.009.848 i turisti che hanno visitato i siti d’interesse storico della città di Dubai durante il 2008, con un incremento in percentuale del +16% (nel 2007 i visitatori erano stati 873.831).
In particolare; il Dubai Museum ha accolto 649.058 visitatori, mentre la Sheikh Saeed House ha aperto le porte a 45.376 ospiti. Crescente interesse anche per i siti archeologici di Al Quoz (che hanno attratto 92.429 visitatori). Il Dubai Museum occupa l’edificio probabilmente più antico della città stessa, il Forte di Al-Fahid ex costruzione militare, in seguito palazzo residenziale, guarnigione e infine carcere – che è stato restaurato e definitivamente adibito all'uso museale nel 1971.
L’esposizione permanente permette di conoscere le abitudini quotidiane dell'emirato arabo prima dell’era del petrolio: l’arte dei pescatori di perle in primis. Il museo possiede inoltre molti reparti nautici, tra cui anche una shasha - una piccola imbarcazione per la pesca realizzata in fronde di palma simile a quelle che vengono ancora usate sulla costa est degli Emirati Arabi Uniti - e preziosi artefatti di rame, alabastro e terracotta risalenti a 3000-4000 anni fa. Un altro museo cittadino è la Shaikh Saeed Al-Maktoum House.
Per molti anni le trenta stanze dell’edificio hanno ospitato la famiglia regnante Al-Maktoum. La costruzione che è datata 1896 ospita una rara collezione di fotografie storiche, monete, francobolli e documenti che registrano la storia di Dubai. L’edificio è stato costruito utilizzando metodi tradizionali: corallo estratto dal Golfo e rivestito di calce e intonaco, ottimi isolanti che, con la “torre del vento”, permettono di mantenere l’edificio fresco anche con elevate temperature esterne. L’ambizioso progetto di ristrutturazione inizia nel 1986, ed è vincitore di un premio dell’Organizzazione delle Città Arabe (Arab Cities Organization) per la conservazione degli immobili appartenenti al patrimonio culturale.
In particolare; il Dubai Museum ha accolto 649.058 visitatori, mentre la Sheikh Saeed House ha aperto le porte a 45.376 ospiti. Crescente interesse anche per i siti archeologici di Al Quoz (che hanno attratto 92.429 visitatori). Il Dubai Museum occupa l’edificio probabilmente più antico della città stessa, il Forte di Al-Fahid ex costruzione militare, in seguito palazzo residenziale, guarnigione e infine carcere – che è stato restaurato e definitivamente adibito all'uso museale nel 1971.
L’esposizione permanente permette di conoscere le abitudini quotidiane dell'emirato arabo prima dell’era del petrolio: l’arte dei pescatori di perle in primis. Il museo possiede inoltre molti reparti nautici, tra cui anche una shasha - una piccola imbarcazione per la pesca realizzata in fronde di palma simile a quelle che vengono ancora usate sulla costa est degli Emirati Arabi Uniti - e preziosi artefatti di rame, alabastro e terracotta risalenti a 3000-4000 anni fa. Un altro museo cittadino è la Shaikh Saeed Al-Maktoum House.
Per molti anni le trenta stanze dell’edificio hanno ospitato la famiglia regnante Al-Maktoum. La costruzione che è datata 1896 ospita una rara collezione di fotografie storiche, monete, francobolli e documenti che registrano la storia di Dubai. L’edificio è stato costruito utilizzando metodi tradizionali: corallo estratto dal Golfo e rivestito di calce e intonaco, ottimi isolanti che, con la “torre del vento”, permettono di mantenere l’edificio fresco anche con elevate temperature esterne. L’ambizioso progetto di ristrutturazione inizia nel 1986, ed è vincitore di un premio dell’Organizzazione delle Città Arabe (Arab Cities Organization) per la conservazione degli immobili appartenenti al patrimonio culturale.
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Di fianco alla Shaikh Saeed al-Maktoum House, si trovano l’Heritage e il Diving Village, dove sono state ricreate le abitudini di vita dei beduini e dei popoli della costa, attraverso la ricostruzione delle loro tipiche abitazioni fatte di fronde di palma (barasti). Il Diving Village fa parte del più vasto progetto di conversione dell’intera area di Shindagha in un microcosmo culturale che propone un viaggio alla scoperta della Dubai del passato.
Sempre in tema di passato (questa volta remoto) sono da segnalare i tre siti di scavi archeologici più importanti di Dubai: Al Ghusais, Al Sufooh e Jumeirah. I primi due si trovano in corrispondenza di luoghi di sepoltura risalenti a più di 2000 anni fa; a Jumeirah sono invece stati riportati alla luce artefatti dei secoli VII-XV. In origine era un insediamento destinato alla sosta delle carovane sulla rotta commerciale dall’Iran al nord dell’Oman. I siti archeologici sono ora al centro di grandi progetti di recupero e valorizzazione.
Di fianco alla Shaikh Saeed al-Maktoum House, si trovano l’Heritage e il Diving Village, dove sono state ricreate le abitudini di vita dei beduini e dei popoli della costa, attraverso la ricostruzione delle loro tipiche abitazioni fatte di fronde di palma (barasti). Il Diving Village fa parte del più vasto progetto di conversione dell’intera area di Shindagha in un microcosmo culturale che propone un viaggio alla scoperta della Dubai del passato.
Sempre in tema di passato (questa volta remoto) sono da segnalare i tre siti di scavi archeologici più importanti di Dubai: Al Ghusais, Al Sufooh e Jumeirah. I primi due si trovano in corrispondenza di luoghi di sepoltura risalenti a più di 2000 anni fa; a Jumeirah sono invece stati riportati alla luce artefatti dei secoli VII-XV. In origine era un insediamento destinato alla sosta delle carovane sulla rotta commerciale dall’Iran al nord dell’Oman. I siti archeologici sono ora al centro di grandi progetti di recupero e valorizzazione.
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