L'immigrazione a Melbourne, la metropoli sullo Yarra River
Siamo nel 1835 e la regione conosciuta oggi come Victoria era serenamente popolata dalla tribù indigena dei Kulin, fino all’arrivo di un gruppo di imprenditori provenienti dalla Tasmania, che avviarono in quella che oggi è chiamata Williamstown, il primo insediamento della città di Melbourne. Il territorio però fu inizialmente abbandonato perché mancava di acqua potabile. I fondatori quindi si spostarono risalendo lo Yarra e raggiunsero il posto ora occupato dalla city. Nel 1851 fu costituita la colonia di Victoria, con capitale Melbourne, e proprio negli stessi anni fu scoperto l'oro che cambiò la faccia a entrambe.
L'oro portò un grande flusso di immigrati da tutto il mondo, e il benessere che apportava fece crescere la città sproporzionatamente: in 30 anni gli architetti cittadini, la manodopera dei commercianti europei e la decisione di destinare grandi aree della città a parco pubblico costituirono quella che allora era nota come 'Marvellous Melbourne - the Paris of Antipodes'. Questo sviluppo venne però temporaneamente interrotto nel 1890 dalla prima delle numerose crisi finanziarie che hanno da allora colpito la fragile economia della città.
La mescolanza etnica della popolazione di Melbourne ha influenzato molto l'aspetto della città: sia i cercatori d'oro cinesi e irlandesi arrivati nel XIX secolo, sia i rifugiati e gli immigrati del dopoguerra europeo (giunti soprattutto da Grecia, Italia, Jugoslavia, Turchia e Polonia), sia ancora i più recenti arrivi dal Vietnam e dalla Cambogia, hanno tutti portato con sé caratteristiche culturali del paese di provenienza che hanno modificato la mentalità conservatrice e tutt'altro che passionale della società inglese. Questi immigrati hanno incrementato la popolazione fino a oltre 3,6 milioni e hanno contribuito al vibe che la città sa trasmettere: 90 etnie differenti che convergono in un’anima vivace, creativa e avvincente, che non a caso la rende una delle città più vivibili al mondo.
Melbourne è un trendsetter per tradizione. Solo a 17 anni dalla fondazione la corsa all’oro portava, ogni settimana, quasi 2.000 abitanti nel paese e, fra irlandesi e inglesi, scozzesi e gallesi sono arrivati anche americani e cinesi. Dopo il 1945 sono affluiti a Melbourne immigranti innanzitutto dall’Europa, ma in seguito anche da tutte le regioni dell’Asia. Il loro destino è raccontato nell’Immigration Museum, che invita a stendersi nella stretta cuccetta di un 3 alberi, per provare in prima persona le agonie di questi lunghi viaggi per mare fino all’approdo in terra nuova e sconosciuta. Maggiori informazioni: sito ufficiale
L'oro portò un grande flusso di immigrati da tutto il mondo, e il benessere che apportava fece crescere la città sproporzionatamente: in 30 anni gli architetti cittadini, la manodopera dei commercianti europei e la decisione di destinare grandi aree della città a parco pubblico costituirono quella che allora era nota come 'Marvellous Melbourne - the Paris of Antipodes'. Questo sviluppo venne però temporaneamente interrotto nel 1890 dalla prima delle numerose crisi finanziarie che hanno da allora colpito la fragile economia della città.
La mescolanza etnica della popolazione di Melbourne ha influenzato molto l'aspetto della città: sia i cercatori d'oro cinesi e irlandesi arrivati nel XIX secolo, sia i rifugiati e gli immigrati del dopoguerra europeo (giunti soprattutto da Grecia, Italia, Jugoslavia, Turchia e Polonia), sia ancora i più recenti arrivi dal Vietnam e dalla Cambogia, hanno tutti portato con sé caratteristiche culturali del paese di provenienza che hanno modificato la mentalità conservatrice e tutt'altro che passionale della società inglese. Questi immigrati hanno incrementato la popolazione fino a oltre 3,6 milioni e hanno contribuito al vibe che la città sa trasmettere: 90 etnie differenti che convergono in un’anima vivace, creativa e avvincente, che non a caso la rende una delle città più vivibili al mondo.
Melbourne è un trendsetter per tradizione. Solo a 17 anni dalla fondazione la corsa all’oro portava, ogni settimana, quasi 2.000 abitanti nel paese e, fra irlandesi e inglesi, scozzesi e gallesi sono arrivati anche americani e cinesi. Dopo il 1945 sono affluiti a Melbourne immigranti innanzitutto dall’Europa, ma in seguito anche da tutte le regioni dell’Asia. Il loro destino è raccontato nell’Immigration Museum, che invita a stendersi nella stretta cuccetta di un 3 alberi, per provare in prima persona le agonie di questi lunghi viaggi per mare fino all’approdo in terra nuova e sconosciuta. Maggiori informazioni: sito ufficiale
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La variopinta mescolanza di popoli provenienti da 140 nazioni dona a Melbourne una varietà di ‘villaggi’ etnici. Chi ha voglia di visitare un altro paese non deve prendere l’aereo ma il tram, per spostarsi su vecchie rotaie verso un altro mondo (maggiori informazioni).
Gli italiani hanno fatto di Lygon Street la Via Veneto degli antipodi. Gli spagnoli di Melbourne hanno aperto i loro tapas-bar in Johnston Street, sirtaki e souvlaki sono a disposizione in Lonsdale Street (la comunità greca è la più nutrita della città). E’ possibile trovare i classici dim sum in Little Bourke Street a Chinatown, una pasta in brodo come a Ho Chi Minh City in Victoria Street a Richmond, torte di formaggio polacche e torte Dobosch nelle vetrine delle pasticcerie aperte dagli immigrati ebrei in Acland Street a St.Kilda. Ma ovunque è possibile respirare il mélange proveniente da ogni angolo del mondo… senza dimenticare, però, gli originari abitanti della zona: i Kulin. Per immaginare con l’aiuto di un affascinante narratore aborigeno, il fiume Yarra quando era circondato da paludi, animali, piante del bush e non dai grattacieli odierni, seguite un programma ‘Walkin’ Birrarung – The Yarra River’ organizzato dal Koorie Heritage Trust (maggiori informazioni): un’esperienza multi-sensoriale che evoca ancestrali e vibranti memorie dell’originario paesaggio naturale e culturale dell’area oggi occupata dalla città.
La variopinta mescolanza di popoli provenienti da 140 nazioni dona a Melbourne una varietà di ‘villaggi’ etnici. Chi ha voglia di visitare un altro paese non deve prendere l’aereo ma il tram, per spostarsi su vecchie rotaie verso un altro mondo (maggiori informazioni).
Gli italiani hanno fatto di Lygon Street la Via Veneto degli antipodi. Gli spagnoli di Melbourne hanno aperto i loro tapas-bar in Johnston Street, sirtaki e souvlaki sono a disposizione in Lonsdale Street (la comunità greca è la più nutrita della città). E’ possibile trovare i classici dim sum in Little Bourke Street a Chinatown, una pasta in brodo come a Ho Chi Minh City in Victoria Street a Richmond, torte di formaggio polacche e torte Dobosch nelle vetrine delle pasticcerie aperte dagli immigrati ebrei in Acland Street a St.Kilda. Ma ovunque è possibile respirare il mélange proveniente da ogni angolo del mondo… senza dimenticare, però, gli originari abitanti della zona: i Kulin. Per immaginare con l’aiuto di un affascinante narratore aborigeno, il fiume Yarra quando era circondato da paludi, animali, piante del bush e non dai grattacieli odierni, seguite un programma ‘Walkin’ Birrarung – The Yarra River’ organizzato dal Koorie Heritage Trust (maggiori informazioni): un’esperienza multi-sensoriale che evoca ancestrali e vibranti memorie dell’originario paesaggio naturale e culturale dell’area oggi occupata dalla città.
Fonte: Melbourne Victoria Tourist Board
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