Tour tra i paesi della Sicilia da visitare
Per tre anni consecutivi le località della Sicilia hanno guadagnato il gradino più alto del podio nella classifica dei Borghi più belli d’Italia.
Nel 2014 è stata l’antica Gangi, adagiata sulle pendici dell’Etna fin dal Neolitico, a inaugurare quella che sembra essersi trasformata in una tradizione. Il 2015 ha premiato Montalbano Elicona, definito “il Tibet di Sicilia”, il quale incanta i turisti con l’imponente castello che domina la provincia di Messina.
Nel 2016 è invece stato il turno della località di Sambuca di Sicilia, fondata dall’emiro arabo di cui porta il nome.
Raggiungere questi deliziosi paesini è molto facile: dopo aver volato su Catania è possibile prenotare un’auto a noleggio all’aeroporto Fontanarossa e spostarsi attraverso itinerari che possono abbracciare la zona compresa fra Catania e Messina oppure quella più a sud, verso Siracusa.
Restando su Palermo (aeroporto Punta Raisi) l’area più significativa si apre a ventaglio con spostamenti compresi fra 80 e 150 km circa.
Per conoscere meglio queste zone e dedicargli una vacanza proponiamo un itinerario tra i più significativi borghi della Sicilia.
Dopo essere atterrati all’aeroporto Catania Fontanarossa e aver noleggiato un’auto, si può procedere verso nord.
La prima tappa del nostro viaggio si trova a 142 km da Catania in direzione Messina.
Si tratta della località di Castroreale, dominata dal castello che Federico d’Aragona fece erigere nel 1324 per premiare la fedeltà degli abitanti del paese.
Tra una forchettata di maccheroni di grano duro fatti rigorosamente in casa e un assaggio di “biscotti della badessa”, creati dalle monache che vivevano nel convento delle Clarisse, entrambi prodotti tipici, è possibile scoprire ciò che rende così particolare la località.
Dal castello, lo sguardo spazia un po’ ovunque, dalle Isole Eolie all’entroterra e premia i monumenti e gli edifici storici e sacri della località, come la chiesa della Candelora del XIV secolo o la chiesa del Santissimo Salvatore, di origine quattrocentesca.
A una manciata di chilometri, in direzione Sud Ovest, si trova Montalbano Elicona, il “Borgo dei Borghi 2015".
L’abitato, fondato nel IX secolo d.C. accanto al fiume Elicona, è dominato dal castello di origine bizantina che ha accolto in epoche successive influenze arabe normanne e aragonesi.
Federico II d’Aragona lo trasformò in una residenza estiva, scelta che lo ha preservato dalle incurie e trasformato in una delle testimonianze architettoniche più importanti del Medioevo. Nella cappella reale sembra sia sepolto Arnaldo da Villanova, medico e alchimista particolarmente noto e famoso nel 1300. Per chi ama concedersi una parentesi dolce ed esclusiva, sono da assaggiare i biscotti a ciminu, con i semi di anice, vera specialità del posto insieme ai formaggi, all’olio e ai legumi.
Da Montalbano Elicona a Novara di Sicilia, il passo è breve, appena 34 km.
Famosa per le sue costruzioni realizzate in pietra arenaria, il borgo conserva i ruderi dell’antico castello saraceno ancorato ancora oggi, nonostante l’usura del tempo e delle condizioni atmosferiche, allo strapiombo sul quale venne costruito. Fra i tanti edifici religiosi da visitare spicca la chiesa di Sant’Antonio, originaria del ‘500. A colpire l’attenzione è il portale normanno e i decori della torre campanaria.
Fra i piatti tipici spicca il maiorchino, un formaggio pecorino stagionato oltre otto mesi.
L’itinerario prosegue con Savoca, la terra del film “Il Padrino” e delle mummie.
Fino al 1876 infatti, era tradizione mummificare i cadaveri esattamente come facevano gli antichi egizi. Le catacombe e la cripta del convento dei Cappuccini dove si trovano i resti di alcuni dei personaggi più influenti dell’Ottocento, offrono esempi di questa tecnica.
Savoca è anche conosciuta come la città delle sette facce, per la varietà di paesaggi che si offrono ai visitatori. Il suo simbolo è la pianta di sambuco (savucu, in dialetto siciliano), da cui prende il nome e che un tempo era particolarmente diffusa nella zona.
La specialità del posto? Facile: la granita al limone da gustare con la zuccarata, il biscotto del luogo.
Tornando verso Catania è possibile visitare Castelmola, il paese del vino alla mandorla, dall’antico castello normanno costruito su una roccia a forma di “mola” – la macina – di pietra e da cui si può ammirare tutta la splendida zona di Taormina e Castiglione di Sicilia, 42 km da Catania, dal centro storico arroccato su una collina affacciata sul fiume Alcantara.
Nella direzione opposta, da Catania verso Siracusa sono almeno quattro i paesi da non perdere in un’area piuttosto concentrata.
La visita inizia dal paese di Ferla, a 74 km da Catania in direzione sud.
Estremamente medievale nella struttura e nell’atmosfera, Ferla riesce ad affascinare: sembra di compiere un viaggio a ritroso nel tempo, in quella Sicilia arcaica che tanto ha ispirato i film. Nelle vecchie porte di legno spesso compare ancora una piccola apertura per guardare senza essere visti.
Le chiese più importanti del paese si affacciano tutte sulla strada principale, via Vittorio Emanuele, chiamata anche “via sacra” per questa caratteristica.
Percorrendola si può visitare la chiesa del Carmine, quella di San Sebastiano, la Chiesa Madre, di Sant’Antonio e di Santa Maria caratterizzate da stili e architetture referenti a periodi storici diversi.
Dopo aver gustato una focaccia ripiena di bietole selvatiche il viaggio prosegue a Palazzolo Acreide, fondata nel XII secolo a.C. e completamente distrutta dal terremoto del 1693.
La ricostruzione avvenne sui resti delle antiche strutture medievali. Il barocco siciliano, diffuso nella zona, emerge in tutta la sua potenza dalla facciata della chiesa di San Sebastiano e da molti degli edifici che ne popolano il centro.
Nel 2014 è stata l’antica Gangi, adagiata sulle pendici dell’Etna fin dal Neolitico, a inaugurare quella che sembra essersi trasformata in una tradizione. Il 2015 ha premiato Montalbano Elicona, definito “il Tibet di Sicilia”, il quale incanta i turisti con l’imponente castello che domina la provincia di Messina.
Nel 2016 è invece stato il turno della località di Sambuca di Sicilia, fondata dall’emiro arabo di cui porta il nome.
Raggiungere questi deliziosi paesini è molto facile: dopo aver volato su Catania è possibile prenotare un’auto a noleggio all’aeroporto Fontanarossa e spostarsi attraverso itinerari che possono abbracciare la zona compresa fra Catania e Messina oppure quella più a sud, verso Siracusa.
Restando su Palermo (aeroporto Punta Raisi) l’area più significativa si apre a ventaglio con spostamenti compresi fra 80 e 150 km circa.
Per conoscere meglio queste zone e dedicargli una vacanza proponiamo un itinerario tra i più significativi borghi della Sicilia.
Itinerario tra i borghi siciliani partendo da Catania
Dopo essere atterrati all’aeroporto Catania Fontanarossa e aver noleggiato un’auto, si può procedere verso nord.
La prima tappa del nostro viaggio si trova a 142 km da Catania in direzione Messina.
Si tratta della località di Castroreale, dominata dal castello che Federico d’Aragona fece erigere nel 1324 per premiare la fedeltà degli abitanti del paese.
Tra una forchettata di maccheroni di grano duro fatti rigorosamente in casa e un assaggio di “biscotti della badessa”, creati dalle monache che vivevano nel convento delle Clarisse, entrambi prodotti tipici, è possibile scoprire ciò che rende così particolare la località.
Dal castello, lo sguardo spazia un po’ ovunque, dalle Isole Eolie all’entroterra e premia i monumenti e gli edifici storici e sacri della località, come la chiesa della Candelora del XIV secolo o la chiesa del Santissimo Salvatore, di origine quattrocentesca.
A una manciata di chilometri, in direzione Sud Ovest, si trova Montalbano Elicona, il “Borgo dei Borghi 2015".
L’abitato, fondato nel IX secolo d.C. accanto al fiume Elicona, è dominato dal castello di origine bizantina che ha accolto in epoche successive influenze arabe normanne e aragonesi.
Federico II d’Aragona lo trasformò in una residenza estiva, scelta che lo ha preservato dalle incurie e trasformato in una delle testimonianze architettoniche più importanti del Medioevo. Nella cappella reale sembra sia sepolto Arnaldo da Villanova, medico e alchimista particolarmente noto e famoso nel 1300. Per chi ama concedersi una parentesi dolce ed esclusiva, sono da assaggiare i biscotti a ciminu, con i semi di anice, vera specialità del posto insieme ai formaggi, all’olio e ai legumi.
Da Montalbano Elicona a Novara di Sicilia, il passo è breve, appena 34 km.
Famosa per le sue costruzioni realizzate in pietra arenaria, il borgo conserva i ruderi dell’antico castello saraceno ancorato ancora oggi, nonostante l’usura del tempo e delle condizioni atmosferiche, allo strapiombo sul quale venne costruito. Fra i tanti edifici religiosi da visitare spicca la chiesa di Sant’Antonio, originaria del ‘500. A colpire l’attenzione è il portale normanno e i decori della torre campanaria.
Fra i piatti tipici spicca il maiorchino, un formaggio pecorino stagionato oltre otto mesi.
L’itinerario prosegue con Savoca, la terra del film “Il Padrino” e delle mummie.
Fino al 1876 infatti, era tradizione mummificare i cadaveri esattamente come facevano gli antichi egizi. Le catacombe e la cripta del convento dei Cappuccini dove si trovano i resti di alcuni dei personaggi più influenti dell’Ottocento, offrono esempi di questa tecnica.
Savoca è anche conosciuta come la città delle sette facce, per la varietà di paesaggi che si offrono ai visitatori. Il suo simbolo è la pianta di sambuco (savucu, in dialetto siciliano), da cui prende il nome e che un tempo era particolarmente diffusa nella zona.
La specialità del posto? Facile: la granita al limone da gustare con la zuccarata, il biscotto del luogo.
Tornando verso Catania è possibile visitare Castelmola, il paese del vino alla mandorla, dall’antico castello normanno costruito su una roccia a forma di “mola” – la macina – di pietra e da cui si può ammirare tutta la splendida zona di Taormina e Castiglione di Sicilia, 42 km da Catania, dal centro storico arroccato su una collina affacciata sul fiume Alcantara.
Nella direzione opposta, da Catania verso Siracusa sono almeno quattro i paesi da non perdere in un’area piuttosto concentrata.
La visita inizia dal paese di Ferla, a 74 km da Catania in direzione sud.
Estremamente medievale nella struttura e nell’atmosfera, Ferla riesce ad affascinare: sembra di compiere un viaggio a ritroso nel tempo, in quella Sicilia arcaica che tanto ha ispirato i film. Nelle vecchie porte di legno spesso compare ancora una piccola apertura per guardare senza essere visti.
Le chiese più importanti del paese si affacciano tutte sulla strada principale, via Vittorio Emanuele, chiamata anche “via sacra” per questa caratteristica.
Percorrendola si può visitare la chiesa del Carmine, quella di San Sebastiano, la Chiesa Madre, di Sant’Antonio e di Santa Maria caratterizzate da stili e architetture referenti a periodi storici diversi.
Dopo aver gustato una focaccia ripiena di bietole selvatiche il viaggio prosegue a Palazzolo Acreide, fondata nel XII secolo a.C. e completamente distrutta dal terremoto del 1693.
La ricostruzione avvenne sui resti delle antiche strutture medievali. Il barocco siciliano, diffuso nella zona, emerge in tutta la sua potenza dalla facciata della chiesa di San Sebastiano e da molti degli edifici che ne popolano il centro.
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Palazzolo è anche un importante centro archeologico.
L’area degli scavi offre testimonianze dell’antica Akrai, ripresa nel nome del borgo, fondata dai Greci che popolavano la vicina Siracusa. Da provare è la salsiccia di Palazzolo fatta inserendo nel budello naturale la carne di maiale impastata con spezie e vino rosso. Anche se esagerate, non preoccupatevi.
La tappa successiva è a poco più di una ventina di chilometri. Si tratta di Monterosso Almo, in provincia di Ragusa.
Anche in questo caso, edifici religiosi e civili rimandano al barocco fiorito in zona. Sulla piazza S. Antonio si ergono due chiese, la Chiesa Madre, originaria del ‘200 poi ricostruita dopo il terremoto in stile neogotico e quella dedicata a S. Antonio Abate, dove a far la parte del leone è il portale tardo barocco.
Per i temerari che hanno voglia di affrontare qualche chilometro in più, ad oltre 50 km da Palazzolo Acreide, dopo Noto, c’è ad aspettarli la località di Marzameni, frazione di Pachino, uno dei centri di lavorazione del tonno più importanti, location del film “Sud” di Gabriele Salvatores, e famosa per la sua varietà di pomodori.
Cefalù, a quasi 80 km da Palermo, conserva ancora le mura del V secolo a.C. insieme ai resti del tempo megalitico di Diana eretto sulla roccia chiamata dai Fenici “promontorio di Ercole”, entrambi tracce dell’importanza rivestita dal centro in quell’epoca.
A colpire è soprattutto la cattedrale, voluta dal re normanno Ruggero II.
Fra mare e alture, la cattedrale affida il suo fascino alle condizioni che ne determinarono la nascita. A costruirla secondo precetti bizantini e cattolici furono maestranze islamiche. Un’opera da scoprire e assaporare, che Ruggero volle trasformare anche nella sua tomba.
Cefalù è nota per la sua tradizione di meta balneare e anche per aver offerto i paesaggi al film Nuovo Cinema Paradiso.
Lungo i 119 km che separano Cefalù da Sutera le tappe si susseguono inarrestabili.
C’è il paese di Geraci Siculo, che lega il nome al termine greco – Jerax – per l’ampia fortificazione che lo accerchiava e lo rendeva agli occhi dei nemici impenetrabile, ora soltanto intuibile dai ruderi sopravvissuti sulla collina densa di alberi da sughero.
C’è Petralia Soprana, sede di tre meravigliosi luoghi dai quali poter osservare i territori vicini, il belvedere di Loreto, del Carmine e di Piazza Duomo, e ancora Gangi, dove le testimonianze più antiche dell’abitato risalgono al Neolitico, epoca a cui appartengono le tombe a forno o grotticella rinvenute durante gli scavi.
Sutera è nota per il quartiere arabo detto Rabato – sobborgo – fondato nell’860 d.C. che, nel tempo, ha conservato tutte le caratteristiche legate alla cultura che lo ha generato e che si respira percorrendo le strade, strette e intricate.
Spostandosi a ovest, verso Agrigento, è d’obbligo visitare visitare Sambuca di Sicilia, il "Borgo dei Borghi 2016", fondato dall’emiro Al-Zabut da cui pare abbia preso il nome, per alcuni legato più alla pianta di sambuco che non alle origini storiche della località.
Ovviamente le influenze arabe sono intuibili anche se molti dei palazzi e degli edifici risalgono ad epoche più recenti, come il ‘500 e l’800.
Il nostro itinerario termina a Salemi, in provincia di Trapani.
La storia di quest’ultimo bellissimo borgo risale all’epoca dei Sicani e si lega in epoche successive alle sorti degli arabi che raggiunsero l’isola, ma l'impianto è comunque medievale.
Ciò che distingue il borgo è la lavorazione dei pani devozionali prodotti in occasione delle tante feste sacre che si celebrano durante l’anno e il castello, uscito quasi indenne dai quattro terremoti che hanno interessato la Sicilia al punto da essere considerato ancora oggi uno dei più belli e meglio conservati.
Palazzolo è anche un importante centro archeologico.
L’area degli scavi offre testimonianze dell’antica Akrai, ripresa nel nome del borgo, fondata dai Greci che popolavano la vicina Siracusa. Da provare è la salsiccia di Palazzolo fatta inserendo nel budello naturale la carne di maiale impastata con spezie e vino rosso. Anche se esagerate, non preoccupatevi.
La tappa successiva è a poco più di una ventina di chilometri. Si tratta di Monterosso Almo, in provincia di Ragusa.
Anche in questo caso, edifici religiosi e civili rimandano al barocco fiorito in zona. Sulla piazza S. Antonio si ergono due chiese, la Chiesa Madre, originaria del ‘200 poi ricostruita dopo il terremoto in stile neogotico e quella dedicata a S. Antonio Abate, dove a far la parte del leone è il portale tardo barocco.
Per i temerari che hanno voglia di affrontare qualche chilometro in più, ad oltre 50 km da Palazzolo Acreide, dopo Noto, c’è ad aspettarli la località di Marzameni, frazione di Pachino, uno dei centri di lavorazione del tonno più importanti, location del film “Sud” di Gabriele Salvatores, e famosa per la sua varietà di pomodori.
Itinerario tra i borghi siciliani partendo da Palermo
Se per l’atterraggio la scelta ricade su Palermo (aeroporto di Punta Raisi, dove noleggeremo la nostra automobile), i borghi facilmente raggiungibili sono diversi, sia per caratteristiche sia per i panorami che offrono.Cefalù, a quasi 80 km da Palermo, conserva ancora le mura del V secolo a.C. insieme ai resti del tempo megalitico di Diana eretto sulla roccia chiamata dai Fenici “promontorio di Ercole”, entrambi tracce dell’importanza rivestita dal centro in quell’epoca.
A colpire è soprattutto la cattedrale, voluta dal re normanno Ruggero II.
Fra mare e alture, la cattedrale affida il suo fascino alle condizioni che ne determinarono la nascita. A costruirla secondo precetti bizantini e cattolici furono maestranze islamiche. Un’opera da scoprire e assaporare, che Ruggero volle trasformare anche nella sua tomba.
Cefalù è nota per la sua tradizione di meta balneare e anche per aver offerto i paesaggi al film Nuovo Cinema Paradiso.
Lungo i 119 km che separano Cefalù da Sutera le tappe si susseguono inarrestabili.
C’è il paese di Geraci Siculo, che lega il nome al termine greco – Jerax – per l’ampia fortificazione che lo accerchiava e lo rendeva agli occhi dei nemici impenetrabile, ora soltanto intuibile dai ruderi sopravvissuti sulla collina densa di alberi da sughero.
C’è Petralia Soprana, sede di tre meravigliosi luoghi dai quali poter osservare i territori vicini, il belvedere di Loreto, del Carmine e di Piazza Duomo, e ancora Gangi, dove le testimonianze più antiche dell’abitato risalgono al Neolitico, epoca a cui appartengono le tombe a forno o grotticella rinvenute durante gli scavi.
Sutera è nota per il quartiere arabo detto Rabato – sobborgo – fondato nell’860 d.C. che, nel tempo, ha conservato tutte le caratteristiche legate alla cultura che lo ha generato e che si respira percorrendo le strade, strette e intricate.
Spostandosi a ovest, verso Agrigento, è d’obbligo visitare visitare Sambuca di Sicilia, il "Borgo dei Borghi 2016", fondato dall’emiro Al-Zabut da cui pare abbia preso il nome, per alcuni legato più alla pianta di sambuco che non alle origini storiche della località.
Ovviamente le influenze arabe sono intuibili anche se molti dei palazzi e degli edifici risalgono ad epoche più recenti, come il ‘500 e l’800.
Il nostro itinerario termina a Salemi, in provincia di Trapani.
La storia di quest’ultimo bellissimo borgo risale all’epoca dei Sicani e si lega in epoche successive alle sorti degli arabi che raggiunsero l’isola, ma l'impianto è comunque medievale.
Ciò che distingue il borgo è la lavorazione dei pani devozionali prodotti in occasione delle tante feste sacre che si celebrano durante l’anno e il castello, uscito quasi indenne dai quattro terremoti che hanno interessato la Sicilia al punto da essere considerato ancora oggi uno dei più belli e meglio conservati.
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