La Mostra su Man Ray al Castello di Conversano
Attenzione, evento concluso!
Se verrà riproposto aggiorneremo le date!
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Ignorare le regole, per mostrare la realtà con ironia, talento ed eleganza. Questo è l’insegnamento che si può trarre osservando le opere di Man Ray, al Castello di Conversano (Bari) dal 15 luglio 2017 al 19 novembre 2018, nella mostra “Man Ray. L’uomo infinito”.
Nel suggestivo scenario del castello aragonese di Conversano (a circa 30 chilometri da Bari) l’Associazione Culturale Artes ha allestito un’interessante mostra che riunisce oltre cento opere di Man Ray, artista poliedrico e padre, con il collega Duchamp, del dadaismo americano.
Fotografie, disegni, acquerelli, serigrafie, litografie e una scultura, in un percorso che si snoda attraverso cinque sale e suddivisa in otto aree tematiche che, in ordine cronologico, analizzano i diversi stili e le differenti tecniche con le quali l’artista si è cimentato. Man Ray infatti, nel corso della sua carriera si è confrontato con diverse forme espressive, dalla fotografia al cinema, passando per la pittura e la scultura.
La prima sezione della mostra si intitola “New York 1912-1921” ed espone le opere del primo periodo, quello americano, quando l’artista rifiutò una borsa di studio in architettura per dedicarsi completamente all’arte. Fu in quegli anni che cominciò a firmare le sue opere grafiche con lo pseudonimo di “Man Ray” (all’anagrafe infatti l’artista è registrato come Emmanuel Rudzitsky).
La seconda sezione, “Il rapporto con Marcel Duchamp”, racconta il legame che legò Man Ray ad uno degli artisti più innovativi, ironici e controversi del XX secolo. Insieme, Man Ray e Duchamp diedero vita a New York al movimento Dada americano, seguendo le orme di Tristian Tzara che aveva fondato il movimento a Parigi qualche anno prima. Nel 1921 tuttavia Man Ray affermò: "il Dada non può vivere a New York". Per questo motivo, lui e il collega e amico Duchamp fecero le valige per trasferirsi in Francia.
Il percorso espositivo della mostra, lungo le sale del castello di Conversano, si sviluppa attraverso le due sezioni “Gli amici artisti e autoritratti” e “Muse e Modelle”, che evidenziamo la grande abilità dell’artista nel ritrarre le persone che lo ispiravano. Non a caso Man Ray fu l’autore di uno dei più celebri ritratti fotografici del Novecento: Le violon d ingres (1924), in cui l’artista ritrae la celebre Kiki de Montparnasse di spalle, con due “f" sulla schiena che richiamavano gli intagli del violino, per sottolineare, in modo semplice e immediato, la somiglianza tra le curve femminili e la forma di un violoncello.
La sesta area tematica “Dadaismo ed avanguardie” racconta l’adesione di Man Ray ai movimenti che rivoluzionarono l’arte nei primi decenni del Novecento: dadaismo, fauvismo, surrealismo. Man Ray fu un artista eclettico, che aderì con entusiasmo ai cambiamenti che miravano a rinnovare l’arte, per rompere le regole e restituirle la carica propulsiva che è linfa vitale della creatività.
La mostra al castello di Conversano prosegue poi con la sezione “Realtà e finzione – voyeurismo e sadismo”, in cui vengono esposti i famosi “rayographs”, ovvero immagini fotografiche ottenute poggiando oggetti direttamente sulla carta sensibile, senza l’uso della macchina fotografica. In questo modo, anche oggetti quotidiani come forbici o lampadine assumevano un aspetto surreale e misterioso.
Il percorso si conclude con le ultime due sezioni “Juliet” e “Ritorno in Francia”. La prima è dedicata a Juliet Browner, ballerina e modella che sposò l’artista nel 1946 e che rimase al suo fianco tutta la vita. La seconda racconta gli ultimi anni di vita dell’artista che, nel 1940 fu costretto a lasciare Parigi a causa della Seconda Guerra Mondiale, per poi farvi ritorno al termine del conflitto.
2. Nato da una famiglia di immigrati russi di origini ebraiche, Man Ray (all’anagrafe Emmanuel Rudzitsky) cresce a New York. Da ragazzo rifiuta una borsa di studio da architetto per dedicarsi alle arti grafiche. Fondamentale sarà l’incontro con l’artista Marcel Duchamp nel 1915. Insieme danno vita al ramo americano del movimento dadaista.
3. Nel 1921 segue l’amico Duchamp a Parigi, dove conoscono i principali artisti dell’epoca. Nella capital francese diventa famoso soprattutto come fotografo. Sono celebri infatti i suoi ritratti di Breton, Dalì, Hemigway e Mirò. Soprattutto, è diventato un’icona il suo ritratto Le violon d ingres, con la bella Kiki de montparnasse nelle vesti (poche, a dire il vero) di un elegante violoncello.
4. Man Ray aderì con entusiasmo al movimento surrealista, diventando il primo fotografo del Surrealismo, grazie anche ai suoi famosi 'rayographs', immagini fotografiche ottenute poggiando oggetti direttamente sulla carta sensibile, rendedoli in questo modo misteriosi e spettrali.
5. Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Man Ray, a causa delle sue origini ebraiche fu costretto a lasciare Parigi per ripararsi negli Stati Uniti. Tornerà in Francia al termine della guerra, per terminare i suoi giorni a Montparnasse, il quartiere degli artisti.
Dove: Castello di Coversano, Piazza della Conciliazione, Conversano (Bari)
Date: dal 15 luglio 2017 al 19 novembre 2017
Orari: Dal lunedì alla domenica 9:30-13:30 / 17:00-21:00.
Biglietti: € 10 intero, € 6 ridotto
Maggiori informazioni: sito ufficiale
Nel suggestivo scenario del castello aragonese di Conversano (a circa 30 chilometri da Bari) l’Associazione Culturale Artes ha allestito un’interessante mostra che riunisce oltre cento opere di Man Ray, artista poliedrico e padre, con il collega Duchamp, del dadaismo americano.
La mostra “Man Ray. L’uomo infinito”
La mostra prende il titolo dall’opera l’Homme Infini’, realizzata dall’artista nel 1970 e che riassume, in un certo senso, la poetica di un artista che ha sempre sfidato la realtà con le sue regole, alla ricerca di un mondo nascosto al di là della sfera del razionale.Fotografie, disegni, acquerelli, serigrafie, litografie e una scultura, in un percorso che si snoda attraverso cinque sale e suddivisa in otto aree tematiche che, in ordine cronologico, analizzano i diversi stili e le differenti tecniche con le quali l’artista si è cimentato. Man Ray infatti, nel corso della sua carriera si è confrontato con diverse forme espressive, dalla fotografia al cinema, passando per la pittura e la scultura.
La prima sezione della mostra si intitola “New York 1912-1921” ed espone le opere del primo periodo, quello americano, quando l’artista rifiutò una borsa di studio in architettura per dedicarsi completamente all’arte. Fu in quegli anni che cominciò a firmare le sue opere grafiche con lo pseudonimo di “Man Ray” (all’anagrafe infatti l’artista è registrato come Emmanuel Rudzitsky).
La seconda sezione, “Il rapporto con Marcel Duchamp”, racconta il legame che legò Man Ray ad uno degli artisti più innovativi, ironici e controversi del XX secolo. Insieme, Man Ray e Duchamp diedero vita a New York al movimento Dada americano, seguendo le orme di Tristian Tzara che aveva fondato il movimento a Parigi qualche anno prima. Nel 1921 tuttavia Man Ray affermò: "il Dada non può vivere a New York". Per questo motivo, lui e il collega e amico Duchamp fecero le valige per trasferirsi in Francia.
Il percorso espositivo della mostra, lungo le sale del castello di Conversano, si sviluppa attraverso le due sezioni “Gli amici artisti e autoritratti” e “Muse e Modelle”, che evidenziamo la grande abilità dell’artista nel ritrarre le persone che lo ispiravano. Non a caso Man Ray fu l’autore di uno dei più celebri ritratti fotografici del Novecento: Le violon d ingres (1924), in cui l’artista ritrae la celebre Kiki de Montparnasse di spalle, con due “f" sulla schiena che richiamavano gli intagli del violino, per sottolineare, in modo semplice e immediato, la somiglianza tra le curve femminili e la forma di un violoncello.
La sesta area tematica “Dadaismo ed avanguardie” racconta l’adesione di Man Ray ai movimenti che rivoluzionarono l’arte nei primi decenni del Novecento: dadaismo, fauvismo, surrealismo. Man Ray fu un artista eclettico, che aderì con entusiasmo ai cambiamenti che miravano a rinnovare l’arte, per rompere le regole e restituirle la carica propulsiva che è linfa vitale della creatività.
La mostra al castello di Conversano prosegue poi con la sezione “Realtà e finzione – voyeurismo e sadismo”, in cui vengono esposti i famosi “rayographs”, ovvero immagini fotografiche ottenute poggiando oggetti direttamente sulla carta sensibile, senza l’uso della macchina fotografica. In questo modo, anche oggetti quotidiani come forbici o lampadine assumevano un aspetto surreale e misterioso.
Il percorso si conclude con le ultime due sezioni “Juliet” e “Ritorno in Francia”. La prima è dedicata a Juliet Browner, ballerina e modella che sposò l’artista nel 1946 e che rimase al suo fianco tutta la vita. La seconda racconta gli ultimi anni di vita dell’artista che, nel 1940 fu costretto a lasciare Parigi a causa della Seconda Guerra Mondiale, per poi farvi ritorno al termine del conflitto.
Chi era Man Ray? Lo raccontiamo in 5 punti
1. Man Ray (1890 – 1976) è stato un pittore, fotografo e grafico statunitense. Può considerarsi, con Duchamp, il padre del dadaismo americano.2. Nato da una famiglia di immigrati russi di origini ebraiche, Man Ray (all’anagrafe Emmanuel Rudzitsky) cresce a New York. Da ragazzo rifiuta una borsa di studio da architetto per dedicarsi alle arti grafiche. Fondamentale sarà l’incontro con l’artista Marcel Duchamp nel 1915. Insieme danno vita al ramo americano del movimento dadaista.
3. Nel 1921 segue l’amico Duchamp a Parigi, dove conoscono i principali artisti dell’epoca. Nella capital francese diventa famoso soprattutto come fotografo. Sono celebri infatti i suoi ritratti di Breton, Dalì, Hemigway e Mirò. Soprattutto, è diventato un’icona il suo ritratto Le violon d ingres, con la bella Kiki de montparnasse nelle vesti (poche, a dire il vero) di un elegante violoncello.
4. Man Ray aderì con entusiasmo al movimento surrealista, diventando il primo fotografo del Surrealismo, grazie anche ai suoi famosi 'rayographs', immagini fotografiche ottenute poggiando oggetti direttamente sulla carta sensibile, rendedoli in questo modo misteriosi e spettrali.
5. Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Man Ray, a causa delle sue origini ebraiche fu costretto a lasciare Parigi per ripararsi negli Stati Uniti. Tornerà in Francia al termine della guerra, per terminare i suoi giorni a Montparnasse, il quartiere degli artisti.
Informazioni utili, date, orari, prezzo dei biglietti
Mostra “Man Ray. L’uomo infinito”Dove: Castello di Coversano, Piazza della Conciliazione, Conversano (Bari)
Date: dal 15 luglio 2017 al 19 novembre 2017
Orari: Dal lunedì alla domenica 9:30-13:30 / 17:00-21:00.
Biglietti: € 10 intero, € 6 ridotto
Maggiori informazioni: sito ufficiale
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Attenzione: evento terminato!
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