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Le isole e gli arcipelaghi della Puglia, quali sono?

È il tacco dello stivale italiano, una striscia di terra che racconta antiche origini, dalla preistoria sino ai fasti del barocco.
Castelli che costeggiano il mare e borghi pittoreschi con capolavori dell’artigianato ma anche spiagge di sabbia e scogliere; la Puglia, con i suoi siti dichiarati Patrimonio Mondiale dall’UNESCO, è celebre in tutto il mondo per i trulli di Alberobello, l’architettura medievale fatta erigere da Federico II di Hohenstaufen, i santuari di Padre Pio, la cucina e la musica popolare.

Così per i suoi paesaggi naturali, paradisi in miniatura disseminati lungo centinaia e centinaia di chilometri di costa, parchi nazionali, le doline di Altamura, le gravine di Laterza e le isole.
Sparse fra le acque cristalline, di un blu ancora più intenso dove Ionio e Adriatico s’incontrano, le isole della Puglia, fra le province di Brindisi, Foggia, Lecce e Taranto, sono una delle perle di questa regione del Sud Italia.

Isole Tremiti, Foggia


Conosciute anche come Isole Diomedèe, le Tremiti si trovano una ventina di chilometri a nord dal promontorio del Gargano, nel Mar Adriatico.
Inserito nel Parco Nazionale del Gargano, l’arcipelago è abitato da poco più di 500 persone e forma il comune sparso delle isole Tremiti con capoluogo San Nicola, nell’isola omonima.
La più grande per estensione, circa 208 ettari, la più ricca di vegetazione e, per molti, anche quella con i paesaggi naturalistici più suggestivi è San Domino, ricoperta da una pineta di pini d’Aleppo che giunge a strapiombo sul mare. Ma non mancano neppure specie della macchia mediterranea con mirto e ginepro in primis e poi viti e olivi.

Lungo il litorale dell’isola si aprono grotte e insenature raggiungibili in barca: c’è la Cala delle Arene con la spiaggia di sabbia, Cala Matana a cui Lucio Dalla dedicò l’omonimo album discografico, lo Scoglio dell’Elefante per via della forma che ricorda il grande pachiderma. E poi la Grotta delle Murene e delle Rondinelle, la Punta del Vapore e quella del Diamante, luogo più a nord dell’isola. Sul versante meridionale di San Domino si trova invece la celebre Grotta delle Viole, chiamata così per le migliaia di fiori selvatici che fioriscono al suo interno.

È anche il territorio dell’arcipelago con la presenza umana più antica, risalente all’epoca neolitica; in contrada Prato Don Michele ma anche verso Cala degli Inglesi sono stati ritrovati resti di villaggi e di zone sepolcrali. Fu colonia penale nei primi decenni del Regno d’Italia (già lo era stata assieme alle Tremiti in generale ai tempi del Regno di Napoli) mentre durante il fascismo venne adibita a carcere per i prigionieri omosessuali.

Disabitata anche l’isola di Capraia (o Caprara), seconda per grandezza nell’arcipelago tremitese. Il suo nome deriva dalla presenza di capre selvatiche sul suo territorio sin dall’epoca degli antichi greci, primi ad accorgersene e a chiamare l’isola Aegylon, cioè terra delle capre. Lungo il suo perimetro si trovano, in senso orario, Punta dello Straccione, Cala dei Turchi, Punta Secca, Cala dei Pesci e Cala del Falconetto.
A 14 metri di profondità nelle acque dell’Adriatico che lambiscono questo territorio c’è una statua di Padre Pio, opera di Domenico Norcia, la più grande al mondo dedicata al santo con i suoi 3 metri di altezza.

C’è poi l’Isola di San Nicola con la sua forma stretta e lunga, le rocce a picco sul mare e la costa frastagliata protetta da grandi scogli: è la terza per superficie (circa 42 ettari) con uno sviluppo costiero di 3700 metri. Sede municipale e amministrativa dell’arcipelago, l’isola si può raggiungere dal porto dominato dall’abbazia di Santa Maria a Mare edificata nell’XI secolo.
Si possono ammirare il castello, fortificato per volere di Carlo d’Angiò, e la chiesa dedicata alla Vergine ricostruita nel 1045 dai monaci benedettini di Montecassino sui resti di un precedente edificio religioso. Dal porto di San Nicola di Tremiti si può proseguire in direzione dell’acquedotto (una vasca scavata nella roccia viva), passando per un tratto di costa a falesia erosa dalle mareggiate e arrivando sino a Cala della Punta del Cimitero e alla Muratta, un promontorio che deve il suo nome alla presenza dei murattiani all’epoca di Napoleone.

Punto più a nord della Puglia, l’isola di Pianosa è una distesa pianeggiante di pietraia che digrada verso sud proprio dove le rocce calcaree si tuffano nel mare mentre sul versante opposto il territorio è a falesia. Alta poco più di 15 metri, quest’isola viene quasi completamente sommersa dall’acqua durante le mareggiate. Spugne, gorgonie, alghe, polpi e murene (ma anche tante altre specie) hanno trovato il loro habitat naturale nelle acque che circondano l’isola mentre flora e fauna sono caratterizzate da macchia mediterranea, rettili, conigli selvatici, falchi e rondoni.
Parte della riserva marina integrale delle Tremiti, a Pianosa non è possibile l’approdo così come sono vietate pesca e immersioni se non accompagnati da guide autorizzate. Per visitare l’isola è comunque necessario l’autorizzazione dell’ente gestore. Infine il Cretaccio, l’isola più piccola dell’arcipelago (4 ettari) tanto da essere considerata più che altro uno scoglio; completamente disabitata, si estende per 400 metri in lunghezza e 200 in larghezza.

Le Tremiti – San Nicola e San Domino - si possono raggiungere in traghetto o aliscafo con partenze da diversi porti fra cui Pescara e Vasto (Abruzzo), Termoli (Molise), Peschici, Rodi Garganico e Manfredonia (Puglia). Fra le compagnie marittime che effettuano questi collegamenti c’è Tirrenia che utilizza la nave veloce Isola di Capraia.
Solo i residenti sulle Tremiti possono sbarcare sulle due isole principali dell’arcipelago con auto al seguito, per gli altri passeggeri è richiesta invece un’autorizzazione specifica. Info su www.tirrenia.it

Isole Pedagne, Brindisi


Sono sei lembi di terra di fronte al porto di Brindisi e formano il piccolo arcipelago delle Isole Pedagne.
La più grande è Sant’Andrea, già nota all’epoca di Plinio il Vecchio.
Il nome lo deve proprio all’apostolo a cui venne dedicato nel 1062 un piccolo monastero (i resti sono conservati al Museo Archeologico Provinciale Francesco Ribezzo di Brindisi). Qui i Normanni costruirono un avamposto per difendere la città brindisina e nel 1558 Filippo II fece erigere il Forte dell’Isola, la cui costruzione durò ben 46 anni. Ospitò poi sul suo territorio un faro e negli anni del Primo Conflitto Mondiale fu adibita a deposito per mine della Marina Militare.
Via Torpediniera Climene collega quest’isola, dal 1984 di proprietà dello Stato, alla terraferma.

Pedagna Grande, con i suoi 8,63 ettari, è per dimensione la seconda isola dell’arcipelago ed è collegata da Strada delle Pedagne che conduce all’area industriale di Brindisi. Zona militare, accoglie la batteria Fratelli Bandiera istituita nel lontano 1916 e viene utilizzata per addestramento e come base operativa del 1° Reggimento San Marco.

C’è poi l’isola Giorgio Treviso che si estende fra Pedagna Grande e La Chiesa. Grande poco più di 2.200 metri quadrati, è pianeggiante e anch’essa zona militare.
Poco più di 1,20 ettari per l’isolotto su cui si trova la celebre Grotta dell’Eremita con i suoi affreschi sulla Natività (purtroppo in stato di grande degrado): La Chiesa è una delle isole minori delle Pedagne caratterizzata da fondali sabbiosi con qualche roccia isolata e ciuffi di piante acquatiche di poseidonia.

Le ultime due isole sono Traversa e Monacello: sulla prima si erge un faro, visibile a 13 metri di distanza, progettato nel 1834 ed entrato in funzione 25 anni più tardi. La seconda, di appena 600 metri quadrati, è la più piccola delle Pedagne ed è uno scoglio che affiora sulla superficie dell’acqua fra La Chiesa e Traversa.

Isola di Gallipoli, Lecce


Anche il centro storico della “Perla dello Ionio” sorge su un isolotto calcareo: a collegarla alla città nuova è un ponte in muratura seicentesco.
Gallipoli è uno scrigno di gioielli da scoprire; c’è il castello del XIII secolo, costruito durante la dominazione angioina e successivamente ristrutturato: quattro torri agli angoli di una base quadrata e una quinta, circolare, il Rivellino, più in avanti rispetto alla cinta difensiva come avanguardia nella difesa.

Tanti gli edifici religiosi: la basilica di Sant’Agata, capolavoro del barocco salentino, con le reliquie di San Fausto; la chiesa di San Francesco di Paola e quella del Santissimo Crocifisso.
Decine e decine di palazzi di origine barocca e rinascimentale fra cui Palazzo Pirelli, Palazzo Assanti-Aragona, Palazzo Tafuri e Palazzo Specolizzi. E poi ancora la Torre Civica dell’Orologio, il Museo Civico e la biblioteca comunale, il Teatro Garibaldi e i Frantoi Ipogei, uno con ingresso da via De Pace e l’altro sotto Palazzo Briganti, in via Angeli.

Entrando nel centro storico dalla Gallipoli nuova si trova, sulla sinistra, il Seno del Canneto, approdo per barche e pescherecci, mentre sulla destra, si affacciano il porto mercantile e più avanti il porticciolo San Giorgio.
Incastonata fra i bastioni, si trova inoltre la spiaggia della Purità, una distesa di sabbia lunga 300 metri; attorno all’isolotto scorre la Riviera, la strada litoranea da cui si possono ammirare panorami a dir poco pittoreschi.

Isola di Sant’Andrea, Lecce


Un faro alto 45 metri, prezioso riferimento per i pescatori, costruito nel 1866, gabbiani che nidificano e un fondale adatto agli appassionati di immersioni. Siamo sull’isola di Sant’Andrea, di fronte alla città di Gallipoli, a quasi 2 km dalla costa salentina.

Immersa nel Mar Ionio, quest’isola di 50 ettari un tempo veniva utilizzata dai residenti di Gallipoli per pascolare le greggi trasportate sino a lì con le barche.
Oggi, completamente disabitata, assieme a Punta Pizzo, fa parte di un parco naturale di interesse scientifico ma anche storico: è una tappa della migrazione di specie di avifauna e luogo botanico di grande valore; zona paludosa con giunchi, è importante anche per un’area archeologica risalente al periodo del Bronzo.
L’isola può essere visitata grazie a escursioni in barca con partenza dalla darsena Portolano o Rivellino (biglietti acquistabili anche in loco), condizioni meteo permettendo, a prezzi indicativi di circa 30 € per gli adulti; 15 € dai 4 ai 12 anni; gratis bimbi sino ai 3 anni. Le tariffe prevedono il tour all’isola di Sant’Andrea e Lido Pizzo, pranzo e sosta bagno. Info: www.salentonautica.it

Isola dei Conigli, Lecce


È l’atollo del Salento con spiagge dorate e fondali trasparenti.
Situata di fronte a Porto Cesareo, sulla costa ionica, a circa 1 km dalla terraferma, l’isola dei Conigli è un susseguirsi di macchia mediterranea, pini d’Aleppo, acacie e cipressi.
Fa parte dell’Area Marina Protetta di Porto Cesareo. Il nome con cui è conosciuta da tutti (quello sulle carte nautiche è isola Grande) lo deve all’abitudine del secolo scorso di allevare conigli. I suoi fondali sono fra i più apprezzati da chi pratica snorkeling e immersioni: si può nuotare fra coralli, polipi e branchi di pesci ma anche fra relitti di imbarcazioni affondate, colonne e marmi antichi.
Chi desidera approdare in questo lembo di terra salentina può imbarcarsi al grazioso porticciolo di Porto Cesareo, chiedere un passaggio su una barca dei pescatori o arrivarci a nuoto.
Per approfondimenti leggi anche il nostro articolo sulle spiagge più belle del Salento sulla costa ionica.

Isola della Malva, Lecce


A dare il nome a quest’isola incontaminata situata di fronte a Porto Cesareo è la malva arborea, con i suoi fiori a grappolo rosati.
È una lingua di sabbia che affiora a pelo d’acqua, con tratti di scogliera salmastra e pozze di acqua marina e un’incantevole spiaggetta.
Volete raggiungerla? Scegliete voi come: con un’imbarcazione oppure a piedi percorrendo prima l’insenatura e poi nuotando negli ultimi metri di mare.

Isola della Fanciulla, Lecce


È poco più che una fila di scogli con una forma rettangolare che sorge a sud-ovest della cittadina di Torre Pali, località balneare nelle vicinanze di Gallipoli e Santa Maria di Leuca.
La leggenda racconta che una giovane del luogo venne uccisa e gettata nel mare durante le incursioni piratesche del feroce Dragut e poi ritrovata dai pescatori nei pressi dell’isolotto che da allora prese il nome di isola della Fanciulla.
Si trova a un centinaio di metri dalla spiaggia e può essere raggiunta a nuoto o su un’imbarcazione.

Isola di Pazze, Lecce


Siamo a Ugento, nel basso Salento. Di fronte alle coste ioniche di questa città d’arte e turistica si trova la piccola isoletta di Pazze, raggiungibile anche a nuoto.
Proprio qui nel V secolo a.C. venne firmata la pace fra Taranto e Ugento e per questo è nota anche come isola della pace.
I 200 metri e poco più dell’isolotto sono di grande importanza per questo tratto di costa salentina perché fungono da barriera contro le onde del mare.

Isole Cheradi, Taranto


Un tempo erano tre – San Pietro, San Paolo e San Nicolicchio – ma oggi quest’ultima è scomparsa.
Il piccolo arcipelago delle Cheradi è il limite sud-ovest della darsena del Mar Grande di Taranto. Demanio militare, San Paolo è off-limits al pubblico mentre San Pietro è stata recentemente riaperta ai visitatori che ne frequentano soprattutto la spiaggia sabbiosa.

Proprio l’isola di San Pietro è ormai considerata una vera e propria area naturalistica con un interessante ecosistema: qui hanno trovato il loro habitat cormorani, beccacce di mare, martin pescatore e gechi e, dopo decenni di coltivazioni, è tornata a fiorire la vegetazione mediterranea con querce, platani, narcisi, erica, capperi, avena e trifoglio.
I bassi fondali sabbiosi e quelli di roccia nuda più a sud offrono riparo a una gran varietà di molluschi e pesci fra cui i delfini, avvistati più volte. Ricche entrambe dal punto di vista floreale e faunistico, San Pietro e San Paolo hanno anche un’altra caratteristica che le accomuna: l’interesse dei radioamatori che da qui effettuano collegamenti via radio verso tutto il mondo.

Nota anche come “u’ squegghie”, lo scoglio, l’isoletta di San Nicolicchio, nei pressi di Punta Rondinella, un tempo ospitava una piccola badia dedicata a San Nicola di Myra. L’ampliamento del porto mercantile ne ha portato purtroppo la scomparsa.

Da Taranto, la Città dei Due Mari, si possono raggiungere le isole Cheradi con motonavi e battelli che effettuano collegamenti e mini crociere con Amat (si parte da Piazzale Democrate e dalla rampa Leonardo da Vinci), oppure San Cataldo Real Estate.
Maggiori informazioni su www.amat.taranto.it e per la compagnia San Cataldo direttamente sul luogo dell’imbarco, alla discesa del Vasto, nella Città Vecchia di Taranto.

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