Itinerario lungo la Strada dei Vini del Monte Rosa
Quando si entra in Valle d’Aosta l’atmosfera si elettrizza, i polmoni si aprono all’aria buona che circola da queste parti e gli occhi cominciano a catturare quadri paesaggistici suggestivi, all’interno dei quali le montagne si alzano imponenti verso il cielo, superando senza troppi problemi i 4.000 metri.
È in questo scenario che si snoda il nostro itinerario lungo la Strada dei Vini del Monte Rosa, nella parte più “bassa” della regione, dove le vigne sono arrampicate sull’adret, le pendici sassose della sinistra orografica della valle su cui il sole batte tutto il giorno e l’uva cresce succosa.
I dodici comuni che si adagiano ai piedi del Monte Rosa e nella Valle centrale del Monte Avic, Perloz, Pont-Saint-Martin, Donnas, Bard, Hône, Arnad, Verrès, Issogne, Challand-Saint-Victor, Champdepraz, Montjovet ed Estaod, sono il regno indiscusso del Picotendro, il robusto Nebbiolo della Valle di Donnas, vino pregiato dalle origine antichissime.
Qui, su un itinerario di poco più di 25 km, vi accompagniamo alla scoperta di borghi antichi, spettacolari castelli medievali e uno dei paesaggi vitivinicoli più incredibili di tutto lo Stivale. Ovviamente lungo il percorso ci preoccuperemo di farvi assaggiare le succulente specialità locali, servite sia nel piatto sia in calice. Partiamo!
Una piccola e meritata digressione la dedichiamo ai preziosi vini che vengono prodotti nella Bassa Valléè, grazie alle preziose vigne terrazzate che si trovano sui terreni aspri e accidentati che la piccola e montuosa regione mette a disposizione per la coltivazione della vite. Non esistono altri luoghi in tutta Europa in cui si riesce a coltivare questa delicata pianta a tali altezze e solo l’esperienza e l’attitudine al sacrificio che il popolo valdostano ha sempre dimostrato di possedere, permettono questo miracolo.
Tutti i vini della regione rientrano sotto un’unica Denominazione d’Origine Controllata, che porta l'inequivocabile nome di Valle d’Aosta o Vallée d’Aoste, ma sono numerose le sottodenominazioni o di vitigno o di indicazione geografica.
Cominciamo, quindi, con i vini rossi, tra cui il Donnas si conquista il podio e l’appellativo di “fratello montano del Barolo” per la sua importanza, il suo corpo e il sapore intenso, che viene vinificato con uve Nebbiolo, per un minimo dell’85%; grappoli dello stesso vitigno lo troviamo anche nell’Arnad-Montjovet, l’altro DOC di zona che si abbina perfettamente con un’altra delle eccellenze locali, il morbidissimo Lardo di Arnad, e nel Nebbiolo Rosato.
Abbiamo, infine, i 5 DOC di vitigno, ovvero il Valle d’Aosta Nebbiolo DOC, il Valle d’Aosta Gamay DOC, il Valle d’Aosta Merlot DOC, il Valle d’Aosta Pinot Nero DOC e il Valle d’Aosta Syrah DOC, prodotti con un minimo dell’85% del vitigno di riferimento.
Quattro sono le sottodenominazioni DOC di vitigno a bacca bianca: il fresco e fruttato Valle d’Aosta Chardonnay DOC, così versatile che è indicato a tutte le portate del pasto, l’aromatico Valle d’Aosta Müller Thurgau DOC, che si accompagna con piatti di pesce ed entrées importanti, il delicatissimo Valle d’Aosta Petite Arvine DOC, perfetto con antipasti leggeri, pesce e come aperitivo e l’intenso e sempre elegante Valle d’Aosta Pinot Grigio DOC, ideale con la fonduta e antipasti importanti.
Terminiamo la nostra esperienza sensoriale con i due Passiti prodotti con uve Chardonnay e Pinot Grigio tardive, da abbinare a prodotti di pasticceria e formaggi molto erborinati, e con la Grappa di Nebbiolo, forte e intensa, per riscaldarsi un po’ quando le temperature si fanno troppo rigide.
Sette vini rossi, quattro bianchi, due Passiti e una grappa rappresentano un ricco patrimonio e richiamano piatti importanti, dal gusto intenso che affondano le loro origini nelle tradizioni più antiche della regione, a vocazione agricola, pastorale e, ovviamente, montana.
In Valle d’Aosta, per esempio, non ci sono coltivazioni di frumento e troviamo, quindi, il pane di segale, con cui accompagniamo la famosa Zuppa Valdostana, con cavoli e fontina, la Polenta, condita con gli elaborati sughi di carne e capriolo, o il Riso con Castagne.
Prima di buttarci sui primi piatti con tanta foga, però, proviamo ad assaggiare anche qualche antipasto, come il celeberrimo Sformato di Patate, arricchito con latte e formaggi fusi, il Lard d’Arnad, famoso in tutto il mondo per il suo gusto unico e per la sua morbidezza, il Prosciutto Crudo di Saint Marcel, aromatizzato con le erbe di montagna, o la Motzetta, la tipica carne essiccata vallese, giusto per farci un po’ la bocca a sapori corposi che ci sono da queste parti.
Tra i secondi piatti la medaglia d’oro la dobbiamo consegnare al Capriolo alla Valdostana, anche se la Fondue, la crema di Fontina DOP in cui si inzuppano crostini di pane abbrustolito, gliela contende con vigore; imperdibile anche la Fricandeau, l’arrosto di vitello con cipolla, e gli Involtini di Fénis, ripieni di motzetta e fontina. Capitolo a parte lo dedichiamo ai prodotti caseari che sono veramente tanti, a partire dalla celebre Fontina d’Aosta DOP, famosa in tutto il mondo, per arrivare al Salignoùn, la tipica ricotta piccante che viene prodotto da pochi caseifici, e le varie tipologie di Burro, condimento che in Valle d’Aosta rimpiazza completamente l’oro verde italiano, l’Olio Extravergine d’Oliva.
Concludiamo con il trionfo rappresentato dai dolci valdostani, che risentono fortemente delle influenze in arrivo dalla vicina Francia, e il Blanc Manger, il budino a base di panna, e il Montblanc, il sontuoso dolce di castagne, ne sono una felice testimonianza. Una menzione d’onore la dobbiamo tributare anche alle Tegole Valdostane, sottilissimi biscotti di pasta di mandorle a forma, appunto, di tegola, ai Torcetti al burro, i fragranti biscotti attorcigliati con zucchero e miele, e la Micòoula di Hône, il succulento pane di segale dolce con noci, fichi secchi e uva passa.
Per quanto riguarda i prodotti tipici troviamo i già citati più volte la Fontina d’Aosta DOP e il Lard d’Arnad DOP, a cui aggiungiamo la Mela Renetta, la Castagna della Valle del Lys, il Miele di castagno, da assaggiare sul pane di segale accompagnato da un leggero velo di burro e una fettina di motzetta.
Partiamo da Pont-Saint-Martin, la “porta della Valle d’Aosta”, situato all’ingresso della Valle di Gressoney, che ci accoglie mostrandoci subito il suo monumento più suggestivo, il Ponte Romano, risalente al I secolo a.C. e fulgida testimonianza della romanizzazione a cui la regione è stata sottoposta.
Interessanti anche le vestigia del Castello dei Signori di Bard, o Castello Vecchio, e il Castello Baraing, in stile neogotico, oggi sede della Comunità Montana Mont Rose, mentre per gli appassionati di escursioni c’è a disposizione la Riserva dello Stagno di Holey, piccolo bacino lacustre prezioso per le specie animali e vegetali che ospita. Interessante anche ricordare che in questo grazioso borgo ha luogo ogni anno il Carnevale Storico, uno dei più importanti carnevali della Valle d’Aosta, a cui assistere assolutamente se organizzate il vostro tour durante la festività.
Cominciamo ora a inoltrarci nella regione, seguendo il corso della Dora Baltea per qualche chilometro, finché non incontriamo Donnas, il borgo più “basso” di tutta la Vallée, con i suoi 322 metri s.l.m.
Ubicato sulla Via delle Gallie, l’antica strada consolare romana sulla quale è stato in seguito fatto passare il percorso della Via Francigena, presenta ancora un lungo tratto della strada originaria, intagliata nella roccia viva e introdotta da un imponente Arco in pietra spesso 4 metri. Merita senz’altro una passeggiata nel cuore del borgo, ad ammirare le antiche case e Palazzo Enrielli, che con la sua bella Torre cilindrica regala una bella emozione.
Prima di ripartire alla volta della prossima tappa, l’ultima della prima parte del nostro tour, ci fermiamo, però, ad assaggiare il “principe nero” della zona, il Picotendro, e lo facciamo visitando le Caves Coopératives de Donnas, la nota Cooperativa che del Nebbiolo valdostano è una delle maggiori produttrici.
Un’altra manciata scarsa di chilometri, sempre seguendo la strada principale, e arriviamo a Bard, uno borgo-goiello fortificato, situato alla confluenza di tre vallate sulle cui pendici troviamo rinomate località sciistiche della Val d’Aosta.
Il borgo è anche noto per l’imponente Fortezza dell'XI secolo che evoca atmosfere cavalleresche e attira ogni anno moltissimi visitatori, anche perché ospita il Museo delle Alpi, importante tributo alla bellezza del mondo alpino.
Passeggiare per il minuscolo centro storico medievale vi permetterà di incontrare la Chiesa dell’Assunzione di Maria e il suo campanile, suggestivo nelle sue linee pulite, tipiche dello stile romanico di cui è testimonianza. Se volete, infine, viaggiare ancora più nel tempo, potete dare un’occhiata al geosito archeologico che si trova nei pressi del centro abitato, dove potrete ammirare delle incisioni rupestri dell’Età del Ferro e le famose “marmitte dei giganti”, immense cavità scavate nella roccia dai depositi subglaciali e dal tempo.
È ora di mangiare, lo sappiamo, e magari di bere qualche calice di vino DOC della Valle d’Aosta, giusto? Bene, facciamolo accomodandoci ai tavolini di Ad Gallias, dove i nostri palati potranno trovare un po’ di soddisfazione. Godiamoci il pranzo con calma.
Appena rientrati in possesso del controllo dei nostri sensi, ci rimettiamo in macchina e proseguiamo l’esplorazione della regione, percorrendo la strada che costeggia la Dora Baltea. Dopo circa 5 km arriviamo ad Arnad, uno dei più bei borghi della Valle d’Aosta, nonché la patria del succulento lardo DOP locale, noto in tutta Europa.
Spettacolare la Parrocchiale di San Martino, con le sue volte gotiche e l’imponenza degna di una vera Cattedrale, e altrettanto straordinario il Ponte di Echallod, con la sua triplice arcata. La canonica passeggiata nel centro storico non vi lascerà delusi, ve lo garantiamo, così come sapranno conquistarvi i tre castelli ubicati in zona, a presidio del centro abitato, soprattutto il Castello di Valleise che, con il suo bel parco a terrazza rappresenta un eccellente punto di affaccio sulla vallata sottostante.
Qualche altro chilometro, seguendo sempre la stessa direttrice, e arriviamo a Verrès, dove possiamo ammirare l’ennesimo imponente Castello, abbarbicato su uno spuntone di roccia che sembra chiudere l’accesso alla Val d’Ayas che si apre appena superato il borgo abitato. La possente struttura di pietra, esempio altissimo di architettura medievale, ben si abbina con le linee pulite e austere della Collegiata di Saint-Gilles, risalente all’XI secolo ma rimaneggiata negli anni successivi, che conserva una trifora in pietra che rappresenta uno degli esempi più interessanti dell’arte gotica in Valle d’Aosta.
Proseguiamo il nostro viaggio alla scoperta del patrimonio, in questo caso naturalistico, di questo piccolo borgo avventurandoci all’esterno del centro abitato per raggiungere l’Arboretum Borna di Laou, un giardino botanico particolarissimo che ospita specie vegetali rarissime e offre piazzole panoramiche attrezzate da cui è possibile spaziare con gli occhi su buona parte della Bassa Valle d’Aosta.
Dedichiamoci ora a Montjovet, l’ultima tappa del nostro viaggio che culminerà con una gustosissima cena per ritemprare spirito, fisico e palato.
Prima di sederci al tavolo del Ristorante Monte di Giove, però, dove potremo gustare le vere specialità valdostane accompagnate dalle migliori etichette, visitiamo il piccolo borgo che, come molti paesi valdostani, è dominato da un maniero possente, il Castello di Chenal e la sua Torre, accanto al quale si trova anche un sito archeologico di notevole valore che conserva incisioni rupestri risalenti al Neolitico.
Interessanti anche il tratto della Via delle Gallie che affiora in località Montquert, la stessa strada in pietra viva che avevamo già incontrato a Donnas, la Chiesa della Natività di Maria, di recente costruzione, anche se conserva il campanile cinquecentesco di pregevole fattura, e una passeggiata per l’Ancien Bourg, il centro storico, caratterizzato da grandi portali monumentali in pietra e da antiche facciate gotiche di alcune case private; da non perdere, infine, una piccola escursione sulle colline circostanti, costellate dai caratteristici vigneti da cui si ricava uno dei vini DOC di zona di questa itinerario.
Lunghezza percorso: 27 km.
Cosa vediamo: Ponte Romano, Castello dei Signori di Bard, Castello Baraing (Pont-Saint-Martin), Via delle Gallie, Arco Romano, Palazzo Enrielli, Torre cilindrica (Donnas), Fortezza, Chiesa dell’Assunzione di Maria, Campanile (Bard), Parrocchiale di San Martino, Ponte di Echallod, centro storico, Castello di Valleise (Arnad), Castello, Collegiata di Saint-Gilles (Verrès), Castello di Chenal, Torre di Chenal, Via delle Gallie, Chiesa della Natività di Maria, Ancien Bourg (Montjovet).
Cosa assaggiamo: Pane di Segale, la Zuppa Valdostana, la Polenta, il Riso con Castagne, lo Sformato di Patate, il Lard d’Arnad, il Prosciutto Crudo di Saint Marcel, la Motzetta, il Capriolo alla Valdostana, la Fondue, la Fricandeau, gli Involtini di Fénis, Fontina la Salignoùn, Burro, il Blanc Manger, il Montblanc, le Tegole Valdostane, i Torcetti al Burro, la Micòoula di Hône, la Mela Renetta, la Castagna della Valle del Lys, il Miele di Castagno.
Enoteche, cantine e ristoranti dove fare degustazione: Caves Coopératives de Donnas (Donnas), Ad Gallias (Bard), Ristorante Monte di Giove (Montjovet).
Musei e attrazioni: Riserva dello Stagno di Holey (Pont-Saint-Martin), Museo delle Alpi e Geosito Archeologico (Bard), Arboretum Borna di Laou (Verrès), sito archeologico (Montjovet).
Sul sito ufficiale si possono trovare maggiori informazioni sulla Strada dei Vini del Monte Rosa.
Se ti interessa l'argomento visita il nostro canale dedicato agli itinerari in Valle d'Aosta.
È in questo scenario che si snoda il nostro itinerario lungo la Strada dei Vini del Monte Rosa, nella parte più “bassa” della regione, dove le vigne sono arrampicate sull’adret, le pendici sassose della sinistra orografica della valle su cui il sole batte tutto il giorno e l’uva cresce succosa.
I dodici comuni che si adagiano ai piedi del Monte Rosa e nella Valle centrale del Monte Avic, Perloz, Pont-Saint-Martin, Donnas, Bard, Hône, Arnad, Verrès, Issogne, Challand-Saint-Victor, Champdepraz, Montjovet ed Estaod, sono il regno indiscusso del Picotendro, il robusto Nebbiolo della Valle di Donnas, vino pregiato dalle origine antichissime.
Qui, su un itinerario di poco più di 25 km, vi accompagniamo alla scoperta di borghi antichi, spettacolari castelli medievali e uno dei paesaggi vitivinicoli più incredibili di tutto lo Stivale. Ovviamente lungo il percorso ci preoccuperemo di farvi assaggiare le succulente specialità locali, servite sia nel piatto sia in calice. Partiamo!
I vini della Bassa Valle
Una piccola e meritata digressione la dedichiamo ai preziosi vini che vengono prodotti nella Bassa Valléè, grazie alle preziose vigne terrazzate che si trovano sui terreni aspri e accidentati che la piccola e montuosa regione mette a disposizione per la coltivazione della vite. Non esistono altri luoghi in tutta Europa in cui si riesce a coltivare questa delicata pianta a tali altezze e solo l’esperienza e l’attitudine al sacrificio che il popolo valdostano ha sempre dimostrato di possedere, permettono questo miracolo.
Tutti i vini della regione rientrano sotto un’unica Denominazione d’Origine Controllata, che porta l'inequivocabile nome di Valle d’Aosta o Vallée d’Aoste, ma sono numerose le sottodenominazioni o di vitigno o di indicazione geografica.
Cominciamo, quindi, con i vini rossi, tra cui il Donnas si conquista il podio e l’appellativo di “fratello montano del Barolo” per la sua importanza, il suo corpo e il sapore intenso, che viene vinificato con uve Nebbiolo, per un minimo dell’85%; grappoli dello stesso vitigno lo troviamo anche nell’Arnad-Montjovet, l’altro DOC di zona che si abbina perfettamente con un’altra delle eccellenze locali, il morbidissimo Lardo di Arnad, e nel Nebbiolo Rosato.
Abbiamo, infine, i 5 DOC di vitigno, ovvero il Valle d’Aosta Nebbiolo DOC, il Valle d’Aosta Gamay DOC, il Valle d’Aosta Merlot DOC, il Valle d’Aosta Pinot Nero DOC e il Valle d’Aosta Syrah DOC, prodotti con un minimo dell’85% del vitigno di riferimento.
Quattro sono le sottodenominazioni DOC di vitigno a bacca bianca: il fresco e fruttato Valle d’Aosta Chardonnay DOC, così versatile che è indicato a tutte le portate del pasto, l’aromatico Valle d’Aosta Müller Thurgau DOC, che si accompagna con piatti di pesce ed entrées importanti, il delicatissimo Valle d’Aosta Petite Arvine DOC, perfetto con antipasti leggeri, pesce e come aperitivo e l’intenso e sempre elegante Valle d’Aosta Pinot Grigio DOC, ideale con la fonduta e antipasti importanti.
Terminiamo la nostra esperienza sensoriale con i due Passiti prodotti con uve Chardonnay e Pinot Grigio tardive, da abbinare a prodotti di pasticceria e formaggi molto erborinati, e con la Grappa di Nebbiolo, forte e intensa, per riscaldarsi un po’ quando le temperature si fanno troppo rigide.
Il Monte Rosa in tavola
Sette vini rossi, quattro bianchi, due Passiti e una grappa rappresentano un ricco patrimonio e richiamano piatti importanti, dal gusto intenso che affondano le loro origini nelle tradizioni più antiche della regione, a vocazione agricola, pastorale e, ovviamente, montana.
In Valle d’Aosta, per esempio, non ci sono coltivazioni di frumento e troviamo, quindi, il pane di segale, con cui accompagniamo la famosa Zuppa Valdostana, con cavoli e fontina, la Polenta, condita con gli elaborati sughi di carne e capriolo, o il Riso con Castagne.
Prima di buttarci sui primi piatti con tanta foga, però, proviamo ad assaggiare anche qualche antipasto, come il celeberrimo Sformato di Patate, arricchito con latte e formaggi fusi, il Lard d’Arnad, famoso in tutto il mondo per il suo gusto unico e per la sua morbidezza, il Prosciutto Crudo di Saint Marcel, aromatizzato con le erbe di montagna, o la Motzetta, la tipica carne essiccata vallese, giusto per farci un po’ la bocca a sapori corposi che ci sono da queste parti.
Tra i secondi piatti la medaglia d’oro la dobbiamo consegnare al Capriolo alla Valdostana, anche se la Fondue, la crema di Fontina DOP in cui si inzuppano crostini di pane abbrustolito, gliela contende con vigore; imperdibile anche la Fricandeau, l’arrosto di vitello con cipolla, e gli Involtini di Fénis, ripieni di motzetta e fontina. Capitolo a parte lo dedichiamo ai prodotti caseari che sono veramente tanti, a partire dalla celebre Fontina d’Aosta DOP, famosa in tutto il mondo, per arrivare al Salignoùn, la tipica ricotta piccante che viene prodotto da pochi caseifici, e le varie tipologie di Burro, condimento che in Valle d’Aosta rimpiazza completamente l’oro verde italiano, l’Olio Extravergine d’Oliva.
Concludiamo con il trionfo rappresentato dai dolci valdostani, che risentono fortemente delle influenze in arrivo dalla vicina Francia, e il Blanc Manger, il budino a base di panna, e il Montblanc, il sontuoso dolce di castagne, ne sono una felice testimonianza. Una menzione d’onore la dobbiamo tributare anche alle Tegole Valdostane, sottilissimi biscotti di pasta di mandorle a forma, appunto, di tegola, ai Torcetti al burro, i fragranti biscotti attorcigliati con zucchero e miele, e la Micòoula di Hône, il succulento pane di segale dolce con noci, fichi secchi e uva passa.
Per quanto riguarda i prodotti tipici troviamo i già citati più volte la Fontina d’Aosta DOP e il Lard d’Arnad DOP, a cui aggiungiamo la Mela Renetta, la Castagna della Valle del Lys, il Miele di castagno, da assaggiare sul pane di segale accompagnato da un leggero velo di burro e una fettina di motzetta.
Gli eventi del nostro itinerario
Tra i numerosi eventi della Valle d’Aosta disponibili abbiamo selezionato quelli che troverete sul vostro itinerario:- Fiera di Sant’Orso di Donnas (gennaio)
- Fiera del Legno di Donnas (gennaio)
- Carnevale Storico di Verrès (febbraio)
- Antica e Grande Fiera di Pont-Saint-Martin (maggio)
- Festa delle Cascine di Pont-Saint-Martin (maggio)
- Festa del Lardo di Arnad (agosto)
- Sagra dell’Uva di Donnas (settembre)
- Festa Medievale di Verrès (settembre)
- Festa Patronale di Montjovet (settembre)
- Sagra della Castagna di Donnas (ottobre)
- Marché au Fort di Bard (ottobre)
- Festa della Micòoula di Hône (dicembre)
Prima parte dell’itinerario: da Pont-Saint-Martin a Bard
Partiamo da Pont-Saint-Martin, la “porta della Valle d’Aosta”, situato all’ingresso della Valle di Gressoney, che ci accoglie mostrandoci subito il suo monumento più suggestivo, il Ponte Romano, risalente al I secolo a.C. e fulgida testimonianza della romanizzazione a cui la regione è stata sottoposta.
Interessanti anche le vestigia del Castello dei Signori di Bard, o Castello Vecchio, e il Castello Baraing, in stile neogotico, oggi sede della Comunità Montana Mont Rose, mentre per gli appassionati di escursioni c’è a disposizione la Riserva dello Stagno di Holey, piccolo bacino lacustre prezioso per le specie animali e vegetali che ospita. Interessante anche ricordare che in questo grazioso borgo ha luogo ogni anno il Carnevale Storico, uno dei più importanti carnevali della Valle d’Aosta, a cui assistere assolutamente se organizzate il vostro tour durante la festività.
Cominciamo ora a inoltrarci nella regione, seguendo il corso della Dora Baltea per qualche chilometro, finché non incontriamo Donnas, il borgo più “basso” di tutta la Vallée, con i suoi 322 metri s.l.m.
Ubicato sulla Via delle Gallie, l’antica strada consolare romana sulla quale è stato in seguito fatto passare il percorso della Via Francigena, presenta ancora un lungo tratto della strada originaria, intagliata nella roccia viva e introdotta da un imponente Arco in pietra spesso 4 metri. Merita senz’altro una passeggiata nel cuore del borgo, ad ammirare le antiche case e Palazzo Enrielli, che con la sua bella Torre cilindrica regala una bella emozione.
Prima di ripartire alla volta della prossima tappa, l’ultima della prima parte del nostro tour, ci fermiamo, però, ad assaggiare il “principe nero” della zona, il Picotendro, e lo facciamo visitando le Caves Coopératives de Donnas, la nota Cooperativa che del Nebbiolo valdostano è una delle maggiori produttrici.
Un’altra manciata scarsa di chilometri, sempre seguendo la strada principale, e arriviamo a Bard, uno borgo-goiello fortificato, situato alla confluenza di tre vallate sulle cui pendici troviamo rinomate località sciistiche della Val d’Aosta.
Il borgo è anche noto per l’imponente Fortezza dell'XI secolo che evoca atmosfere cavalleresche e attira ogni anno moltissimi visitatori, anche perché ospita il Museo delle Alpi, importante tributo alla bellezza del mondo alpino.
Passeggiare per il minuscolo centro storico medievale vi permetterà di incontrare la Chiesa dell’Assunzione di Maria e il suo campanile, suggestivo nelle sue linee pulite, tipiche dello stile romanico di cui è testimonianza. Se volete, infine, viaggiare ancora più nel tempo, potete dare un’occhiata al geosito archeologico che si trova nei pressi del centro abitato, dove potrete ammirare delle incisioni rupestri dell’Età del Ferro e le famose “marmitte dei giganti”, immense cavità scavate nella roccia dai depositi subglaciali e dal tempo.
È ora di mangiare, lo sappiamo, e magari di bere qualche calice di vino DOC della Valle d’Aosta, giusto? Bene, facciamolo accomodandoci ai tavolini di Ad Gallias, dove i nostri palati potranno trovare un po’ di soddisfazione. Godiamoci il pranzo con calma.
Continua l'itinerario: da Bard a Montjovet
Appena rientrati in possesso del controllo dei nostri sensi, ci rimettiamo in macchina e proseguiamo l’esplorazione della regione, percorrendo la strada che costeggia la Dora Baltea. Dopo circa 5 km arriviamo ad Arnad, uno dei più bei borghi della Valle d’Aosta, nonché la patria del succulento lardo DOP locale, noto in tutta Europa.
Spettacolare la Parrocchiale di San Martino, con le sue volte gotiche e l’imponenza degna di una vera Cattedrale, e altrettanto straordinario il Ponte di Echallod, con la sua triplice arcata. La canonica passeggiata nel centro storico non vi lascerà delusi, ve lo garantiamo, così come sapranno conquistarvi i tre castelli ubicati in zona, a presidio del centro abitato, soprattutto il Castello di Valleise che, con il suo bel parco a terrazza rappresenta un eccellente punto di affaccio sulla vallata sottostante.
Qualche altro chilometro, seguendo sempre la stessa direttrice, e arriviamo a Verrès, dove possiamo ammirare l’ennesimo imponente Castello, abbarbicato su uno spuntone di roccia che sembra chiudere l’accesso alla Val d’Ayas che si apre appena superato il borgo abitato. La possente struttura di pietra, esempio altissimo di architettura medievale, ben si abbina con le linee pulite e austere della Collegiata di Saint-Gilles, risalente all’XI secolo ma rimaneggiata negli anni successivi, che conserva una trifora in pietra che rappresenta uno degli esempi più interessanti dell’arte gotica in Valle d’Aosta.
Proseguiamo il nostro viaggio alla scoperta del patrimonio, in questo caso naturalistico, di questo piccolo borgo avventurandoci all’esterno del centro abitato per raggiungere l’Arboretum Borna di Laou, un giardino botanico particolarissimo che ospita specie vegetali rarissime e offre piazzole panoramiche attrezzate da cui è possibile spaziare con gli occhi su buona parte della Bassa Valle d’Aosta.
Dedichiamoci ora a Montjovet, l’ultima tappa del nostro viaggio che culminerà con una gustosissima cena per ritemprare spirito, fisico e palato.
Prima di sederci al tavolo del Ristorante Monte di Giove, però, dove potremo gustare le vere specialità valdostane accompagnate dalle migliori etichette, visitiamo il piccolo borgo che, come molti paesi valdostani, è dominato da un maniero possente, il Castello di Chenal e la sua Torre, accanto al quale si trova anche un sito archeologico di notevole valore che conserva incisioni rupestri risalenti al Neolitico.
Interessanti anche il tratto della Via delle Gallie che affiora in località Montquert, la stessa strada in pietra viva che avevamo già incontrato a Donnas, la Chiesa della Natività di Maria, di recente costruzione, anche se conserva il campanile cinquecentesco di pregevole fattura, e una passeggiata per l’Ancien Bourg, il centro storico, caratterizzato da grandi portali monumentali in pietra e da antiche facciate gotiche di alcune case private; da non perdere, infine, una piccola escursione sulle colline circostanti, costellate dai caratteristici vigneti da cui si ricava uno dei vini DOC di zona di questa itinerario.
Il nostro tour in sintesi
Itinerario: Pont Saint Martin - Donnas - Bard - Arnad- Verrès- Montjovet.Lunghezza percorso: 27 km.
Cosa vediamo: Ponte Romano, Castello dei Signori di Bard, Castello Baraing (Pont-Saint-Martin), Via delle Gallie, Arco Romano, Palazzo Enrielli, Torre cilindrica (Donnas), Fortezza, Chiesa dell’Assunzione di Maria, Campanile (Bard), Parrocchiale di San Martino, Ponte di Echallod, centro storico, Castello di Valleise (Arnad), Castello, Collegiata di Saint-Gilles (Verrès), Castello di Chenal, Torre di Chenal, Via delle Gallie, Chiesa della Natività di Maria, Ancien Bourg (Montjovet).
Cosa assaggiamo: Pane di Segale, la Zuppa Valdostana, la Polenta, il Riso con Castagne, lo Sformato di Patate, il Lard d’Arnad, il Prosciutto Crudo di Saint Marcel, la Motzetta, il Capriolo alla Valdostana, la Fondue, la Fricandeau, gli Involtini di Fénis, Fontina la Salignoùn, Burro, il Blanc Manger, il Montblanc, le Tegole Valdostane, i Torcetti al Burro, la Micòoula di Hône, la Mela Renetta, la Castagna della Valle del Lys, il Miele di Castagno.
Enoteche, cantine e ristoranti dove fare degustazione: Caves Coopératives de Donnas (Donnas), Ad Gallias (Bard), Ristorante Monte di Giove (Montjovet).
Musei e attrazioni: Riserva dello Stagno di Holey (Pont-Saint-Martin), Museo delle Alpi e Geosito Archeologico (Bard), Arboretum Borna di Laou (Verrès), sito archeologico (Montjovet).
Sul sito ufficiale si possono trovare maggiori informazioni sulla Strada dei Vini del Monte Rosa.
Se ti interessa l'argomento visita il nostro canale dedicato agli itinerari in Valle d'Aosta.
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