Cos'è e dove fare il Torggelen in Alto Adige
In Trentino Alto Adige dopo l’estate viene il Törggelen, la quinta stagione del Südtirol, che prepotentemente ruba la scena all’autunno e fugge via poco prima dell’inverno, portando con sé i profumi, i sapori, i sentori e i colori che rendono questa una delle tradizioni più suggestive di tutto il Nord Italia in grado di richiamare turisti da ogni parte d'Europa.
Di cosa si tratta esattamente? E, soprattutto, quando e dove si svolge il Törggelen? Perché a rispondere frettolosamente solo "Alto Adige" si corre il rischio di risultare imprecisi, visto che si tratta di una usanza culinaria autunnale della Valle d’Isarco, quell’angolo di paradiso che si apre a nord di Bolzano e si dipana come un gomitolo magico ai piedi delle Dolomiti, tra ordinati pergolati di viti che si arrampicano fino a 700 metri di altezza, boschi di querce e castagni e pareti di roccia mozzafiato con affaccio diretto su alcune delle cime più belle di tutto l’arco alpino.
Ho detto viti e castagni? Sì, perché il Törggelen, alla fine, altro non è che una serie ripetuta quasi all’infinito di piacevoli passeggiate in mezzo alla natura scenografica che c’è da queste parti. Attenzione, però, perché non si tratta di un passeggiare distratto, senza meta, tanto per fare un po’ di moto, ma di un viaggio nella tradizione enogastronomica stagionale, quella che ci serve, mentre siamo comodamente seduti ai tavoli di legno dei tipici masi contadini altoatesini, castagne arrostite sul fuoco, vino novello appena “spremuto” e tutte le altre succulente prelibatezze tirolesi. Quindi, tanto per essere precisi, il moto, in effetti, lo dobbiamo fare, ma più di mandibola e mascella che di gamba.
Sono certa che non vedete l’ora di partire ben armati di “pancia a capanna” e di buone intenzioni, ma prima soffermatevi un attimo a leggere questo articolo fino in fondo, perché vi darò tutte le indicazioni su dove fare il Törggelen in Alto Adige e su come parteciparvi nel migliore dei modi, proprio come si usava una volta, quando si sono cominciate a scrivere le regole di questa prolungata usanza folcloristica che dura quasi un’intera stagione.
Esattamente, cos’è il Törggelen? La traduzione ci aiuta a capirlo. I “Törggl”, la cui etimologia si può comunque far risalire al latino torquere - torcere, ruotare -, erano le presse di legno con cui i produttori di vino schiacciavano l’uva appena colta. Erano posizionati nelle cantine, dove avveniva la produzione del prezioso nettare, ed era proprio in quelle cantine che si recavano, per dare una mano al contadino e per assaggiare il vino novello, gli abitanti del luogo, gli amici, i parenti e chi il vino lo rivendeva.
La gente, però, non arrivava mai a mani vuote, ma portava cibi e prodotti della tavola, semplici e genuini; il contadino aggiungeva quello che aveva in dispensa e la giornata di lavoro si trasformava e diventava un’occasione di incontro e di condivisione.
E le castagne che c’entrano? Molto: sono il prodotto tipico della tradizione contadina locale più povera, perché da queste ci si tirava fuori una deliziosa farina che veniva usata come ingrediente base per molti piatti tipici, quegli stessi piatti che ancor oggi si vengono serviti durante la manifestazione.
Poi c’entrano anche le passeggiate e le escursioni giornaliere, in solitaria od organizzate che siano, per perlustrare le pendici dell’Altopiano del Salto o di quello del Renon o per lasciarsi guidare dai dolci pendii della Val Sarentino o, ancora, per incontrare la gente del posto, per farsi raccontare le leggende che animano la Valle e per imparare a conoscere gli usi e i costumi di questa gente in apparenza burbera e schiva, in grado, però, di consacrare due mesi dell’anno - il Törggelen dura dalla prima settimana di ottobre e alla prima domenica dell’Avvento - all'ospitalità e alla convivialità.
Questa era, e questo è ancora oggi, il Törggelen. Non si sa quando la l’abitudine di passeggiare per le vigne e i boschi durante il periodo della vendemmia fermandosi a sorseggiare in qua e in là il vino appena spremuto si sia trasformata nella manifestazione folcloristica più suggestiva di tutto il Trentino Alto Adige, ma poco importa, anche se esistono testimonianze scritte che ce la raccontano già importante e attesa dagli abitanti già alla fine del 1800.
Quel che è certo è che oggi il Törggelen è qualcosa di più di una semplice festa tradizionale ed è diventato un simbolo del Südtirol, un’usanza talmente sentita, golosa e incantevole che richiama ogni anno turisti da ogni dove, pronti a farsi incantare da questa stagione unica e preziosa che arriva a portar gioia in questo piccola regione di estremo confine che si ostina, con quella testardaggine sana tipica della gente di montagna, a proteggere i propri confini e ciò che racchiudono.
Si fa in fretta a dire Törggelen, ma non è così semplice come sembra. Sono, infatti, solo poco più di 20 le cantine, anzi, scusate, le Buschenschänke, che posseggono i requisiti di qualità necessari per offrire ai propri ospiti il vero Törggelen. tutte ubicate sul Sentiero del Castagno, che collega Bressanone a Bolzano, lungo la Strada dei Vini dell'Alto Adige, e tutte in grado di garantire tre cose fondamentali, ossia: le castagne servite sono di produzione locale, il vino bevuto è prodotto nel maso di proprietà e il cibo mangiato è cucinato dalle sapienti mani delle signore di casa. Una sorta di marchio di genuinità.
Come le riconoscete? Facile, facilissimo. Sono quelle locande caratteristiche che espongono sull’ingresso del maso un mazzo di frasche ornato da un fiocco rosso.
Come fate a trovarle? Semplice anche questo. Camminate e godetevi le meraviglie autunnali che la Eisacktal - la Valle d’Isarco - sa regalare, perdetevi dietro il profumo di legna bruciata o lasciatevi conquistare dai colori dell’autunno che da queste parti, chissà perché, sembrano farsi più brillanti. Ammirate senza fretta gli scorci panoramici che si intravedono ovunque, tra cime che s’impennano ad altezze incredibili e declivi di rilievi tappezzati di filari di viti che si godono l’ultimo e caldo sole dell’anno, prima che arrivi il silenzioso manto di neve che si fermerà per un bel po’ di tempo. Sono certa che il vostro cammino, aiutato dallo stomaco brontolante, porterà i vostri passi fin sotto una ghirlanda di frasche.
Se doveste avere difficoltà, guardate alla fine di questo articolo e consultate la guida con gli indirizzi di tutte le cantine che si stanno preparando al Keschtnfeuer, l’accensione del primo grande falò sul quale verranno arrostite le prime castagne, che dà il via al “Törggelen Originale”.
Sulla guida trovate anche le indicazioni per prenotare il vostro posto a tavola, visto che sono limitati e l’affluenza è sempre molto alta.
Le castagne e il vino novello ve li ho già presentati perché, diciamo così, sono i protagonisti tradizionali del Törggelen, ma non voglio far torto agli squisiti co-protagonisti che troverete in tavola ad accogliervi, che, ve lo garantisco, non sono da meno.
Qualche esempio? Probabilmente nel bel mezzo del tavolo rigorosamente in legno a cui siederete svetterà un trionfante piatto di carne mista affumicata, accompagnata magari da crauti e patate, oppure un vassoio di affettati misti - avete presente lo Speck dell’Alto Adige o la Mortandela della Val di Non? - posizionati con grazia accanto ad assaggi dei tanti formaggi di malga tipici della zona, come il Vezzena, piccantino e genuino, il Graukase, granuloso e dal sapore intenso, il Puzzone di Moena, decisamente saporito, e il Casolet, presidio Slow Food.
Troverete, poi, anche qualche wurstel, che da queste parti è un vera specialità, porzioni abbondanti di canederli, asciutti o in brodo, calde zuppe ristoratrici in cui intingere il nero pane di segale tradizionale, piatti di gnocchi di castagne o ravioli. D’obbligo, sul finale, qualche morso a un krapfen o a una fetta di strudel, per citare solo i due dolci più famosi della cucina tirolese.
Per annaffiare le ugole abbiamo una sventagliata di birre artigianali - ovviamente c’è anche quella alla castagna -, succhi di mela genuini per i più piccini, ma soprattutto bicchieri di Süßen, il mosto d’uva, e calici di Nuien, il vino novello, che, se volete vivere il Törggelen della vera tradizione, vi ricordo che deve essere prodotto rigorosamente nel maso in cui vi trovate. Al termine dei sontuosi pasti, che vi faranno accumulare tutte le calorie necessarie per affrontare il freddo inverno, un bicchierino di grappa ci vuole per forza. Del resto siamo in Trentino Alto Adige, la terra dove la grappa viene ancora prodotta secondo i metodi più antichi e state tranquilli che il vostro palato se ne accorgerà.
Oltre all’abbuffata, però, è importante entrare nello spirito della tradizione, nell’anima conviviale della festa. L'obiettivo è quello di riunirsi, di farsi compagnia, di gustare insieme i frutti del duro lavoro dei contadini e dei pastori, di godere delle bellezze che la natura propone, prima del suo spegnersi invernale, di tributare rispetto alle tradizioni, agli avi e a questa terra che gli altoatesini proteggono da sempre come fosse una figlia e la mantengono, così come gli è stata consegnata, intatta e quasi rarefatta, come l’aria che qui si respira.
Per maggiori informazioni: guida del Törggelen Originale.
Di cosa si tratta esattamente? E, soprattutto, quando e dove si svolge il Törggelen? Perché a rispondere frettolosamente solo "Alto Adige" si corre il rischio di risultare imprecisi, visto che si tratta di una usanza culinaria autunnale della Valle d’Isarco, quell’angolo di paradiso che si apre a nord di Bolzano e si dipana come un gomitolo magico ai piedi delle Dolomiti, tra ordinati pergolati di viti che si arrampicano fino a 700 metri di altezza, boschi di querce e castagni e pareti di roccia mozzafiato con affaccio diretto su alcune delle cime più belle di tutto l’arco alpino.
Ho detto viti e castagni? Sì, perché il Törggelen, alla fine, altro non è che una serie ripetuta quasi all’infinito di piacevoli passeggiate in mezzo alla natura scenografica che c’è da queste parti. Attenzione, però, perché non si tratta di un passeggiare distratto, senza meta, tanto per fare un po’ di moto, ma di un viaggio nella tradizione enogastronomica stagionale, quella che ci serve, mentre siamo comodamente seduti ai tavoli di legno dei tipici masi contadini altoatesini, castagne arrostite sul fuoco, vino novello appena “spremuto” e tutte le altre succulente prelibatezze tirolesi. Quindi, tanto per essere precisi, il moto, in effetti, lo dobbiamo fare, ma più di mandibola e mascella che di gamba.
Sono certa che non vedete l’ora di partire ben armati di “pancia a capanna” e di buone intenzioni, ma prima soffermatevi un attimo a leggere questo articolo fino in fondo, perché vi darò tutte le indicazioni su dove fare il Törggelen in Alto Adige e su come parteciparvi nel migliore dei modi, proprio come si usava una volta, quando si sono cominciate a scrivere le regole di questa prolungata usanza folcloristica che dura quasi un’intera stagione.
Il Törggelen: cos’è e traduzione
Esattamente, cos’è il Törggelen? La traduzione ci aiuta a capirlo. I “Törggl”, la cui etimologia si può comunque far risalire al latino torquere - torcere, ruotare -, erano le presse di legno con cui i produttori di vino schiacciavano l’uva appena colta. Erano posizionati nelle cantine, dove avveniva la produzione del prezioso nettare, ed era proprio in quelle cantine che si recavano, per dare una mano al contadino e per assaggiare il vino novello, gli abitanti del luogo, gli amici, i parenti e chi il vino lo rivendeva.
La gente, però, non arrivava mai a mani vuote, ma portava cibi e prodotti della tavola, semplici e genuini; il contadino aggiungeva quello che aveva in dispensa e la giornata di lavoro si trasformava e diventava un’occasione di incontro e di condivisione.
E le castagne che c’entrano? Molto: sono il prodotto tipico della tradizione contadina locale più povera, perché da queste ci si tirava fuori una deliziosa farina che veniva usata come ingrediente base per molti piatti tipici, quegli stessi piatti che ancor oggi si vengono serviti durante la manifestazione.
Poi c’entrano anche le passeggiate e le escursioni giornaliere, in solitaria od organizzate che siano, per perlustrare le pendici dell’Altopiano del Salto o di quello del Renon o per lasciarsi guidare dai dolci pendii della Val Sarentino o, ancora, per incontrare la gente del posto, per farsi raccontare le leggende che animano la Valle e per imparare a conoscere gli usi e i costumi di questa gente in apparenza burbera e schiva, in grado, però, di consacrare due mesi dell’anno - il Törggelen dura dalla prima settimana di ottobre e alla prima domenica dell’Avvento - all'ospitalità e alla convivialità.
Questa era, e questo è ancora oggi, il Törggelen. Non si sa quando la l’abitudine di passeggiare per le vigne e i boschi durante il periodo della vendemmia fermandosi a sorseggiare in qua e in là il vino appena spremuto si sia trasformata nella manifestazione folcloristica più suggestiva di tutto il Trentino Alto Adige, ma poco importa, anche se esistono testimonianze scritte che ce la raccontano già importante e attesa dagli abitanti già alla fine del 1800.
Quel che è certo è che oggi il Törggelen è qualcosa di più di una semplice festa tradizionale ed è diventato un simbolo del Südtirol, un’usanza talmente sentita, golosa e incantevole che richiama ogni anno turisti da ogni dove, pronti a farsi incantare da questa stagione unica e preziosa che arriva a portar gioia in questo piccola regione di estremo confine che si ostina, con quella testardaggine sana tipica della gente di montagna, a proteggere i propri confini e ciò che racchiudono.
Törggelen Originale: le Buschenschänke
Si fa in fretta a dire Törggelen, ma non è così semplice come sembra. Sono, infatti, solo poco più di 20 le cantine, anzi, scusate, le Buschenschänke, che posseggono i requisiti di qualità necessari per offrire ai propri ospiti il vero Törggelen. tutte ubicate sul Sentiero del Castagno, che collega Bressanone a Bolzano, lungo la Strada dei Vini dell'Alto Adige, e tutte in grado di garantire tre cose fondamentali, ossia: le castagne servite sono di produzione locale, il vino bevuto è prodotto nel maso di proprietà e il cibo mangiato è cucinato dalle sapienti mani delle signore di casa. Una sorta di marchio di genuinità.
Come le riconoscete? Facile, facilissimo. Sono quelle locande caratteristiche che espongono sull’ingresso del maso un mazzo di frasche ornato da un fiocco rosso.
Come fate a trovarle? Semplice anche questo. Camminate e godetevi le meraviglie autunnali che la Eisacktal - la Valle d’Isarco - sa regalare, perdetevi dietro il profumo di legna bruciata o lasciatevi conquistare dai colori dell’autunno che da queste parti, chissà perché, sembrano farsi più brillanti. Ammirate senza fretta gli scorci panoramici che si intravedono ovunque, tra cime che s’impennano ad altezze incredibili e declivi di rilievi tappezzati di filari di viti che si godono l’ultimo e caldo sole dell’anno, prima che arrivi il silenzioso manto di neve che si fermerà per un bel po’ di tempo. Sono certa che il vostro cammino, aiutato dallo stomaco brontolante, porterà i vostri passi fin sotto una ghirlanda di frasche.
Se doveste avere difficoltà, guardate alla fine di questo articolo e consultate la guida con gli indirizzi di tutte le cantine che si stanno preparando al Keschtnfeuer, l’accensione del primo grande falò sul quale verranno arrostite le prime castagne, che dà il via al “Törggelen Originale”.
Sulla guida trovate anche le indicazioni per prenotare il vostro posto a tavola, visto che sono limitati e l’affluenza è sempre molto alta.
A cena nei masi contadini: il Törggelen in tavola
Le castagne e il vino novello ve li ho già presentati perché, diciamo così, sono i protagonisti tradizionali del Törggelen, ma non voglio far torto agli squisiti co-protagonisti che troverete in tavola ad accogliervi, che, ve lo garantisco, non sono da meno.
Qualche esempio? Probabilmente nel bel mezzo del tavolo rigorosamente in legno a cui siederete svetterà un trionfante piatto di carne mista affumicata, accompagnata magari da crauti e patate, oppure un vassoio di affettati misti - avete presente lo Speck dell’Alto Adige o la Mortandela della Val di Non? - posizionati con grazia accanto ad assaggi dei tanti formaggi di malga tipici della zona, come il Vezzena, piccantino e genuino, il Graukase, granuloso e dal sapore intenso, il Puzzone di Moena, decisamente saporito, e il Casolet, presidio Slow Food.
Troverete, poi, anche qualche wurstel, che da queste parti è un vera specialità, porzioni abbondanti di canederli, asciutti o in brodo, calde zuppe ristoratrici in cui intingere il nero pane di segale tradizionale, piatti di gnocchi di castagne o ravioli. D’obbligo, sul finale, qualche morso a un krapfen o a una fetta di strudel, per citare solo i due dolci più famosi della cucina tirolese.
Per annaffiare le ugole abbiamo una sventagliata di birre artigianali - ovviamente c’è anche quella alla castagna -, succhi di mela genuini per i più piccini, ma soprattutto bicchieri di Süßen, il mosto d’uva, e calici di Nuien, il vino novello, che, se volete vivere il Törggelen della vera tradizione, vi ricordo che deve essere prodotto rigorosamente nel maso in cui vi trovate. Al termine dei sontuosi pasti, che vi faranno accumulare tutte le calorie necessarie per affrontare il freddo inverno, un bicchierino di grappa ci vuole per forza. Del resto siamo in Trentino Alto Adige, la terra dove la grappa viene ancora prodotta secondo i metodi più antichi e state tranquilli che il vostro palato se ne accorgerà.
Oltre all’abbuffata, però, è importante entrare nello spirito della tradizione, nell’anima conviviale della festa. L'obiettivo è quello di riunirsi, di farsi compagnia, di gustare insieme i frutti del duro lavoro dei contadini e dei pastori, di godere delle bellezze che la natura propone, prima del suo spegnersi invernale, di tributare rispetto alle tradizioni, agli avi e a questa terra che gli altoatesini proteggono da sempre come fosse una figlia e la mantengono, così come gli è stata consegnata, intatta e quasi rarefatta, come l’aria che qui si respira.
Per maggiori informazioni: guida del Törggelen Originale.
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