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I borghi abbandonati della Liguria, paesi fantasma da visitare

A volte non sono segnati neanche sulla carta stradale, eppure ci sono, proprio lì dove sono sempre stati. Ruderi dimenticati, ville una volta sfarzose e oggi dirute, scheletri di un passato che si ostina a restare e che non si arrende all'oblio. Di cosa sto parlando? Dei borghi abbandonati da visitare della Liguria, la nostra bella regione a forma di boomerang che al di là della quasi sterminata striscia di costa che la percorre da est a ovest, o viceversa, conserva nel suo esiguo entroterra paesaggi impervi e un territorio a volte difficile da amare.

Calamità naturali, esigenze economiche e isolamento geografico sono le principali cause che hanno portato allo spopolamento di questi piccoli e fascinosi paesini; il fenomeno ebbe il suo exploit dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando cominciò a emergere la differenza tra la qualità della vita offerta dalle città e quella più tradizionale dei borghi più decentrati, magari a vocazione agricola o montana.
Negli ultimi anni sono state numerose le iniziative - sia nazionali che regionali - volte al recupero, alla riqualificazione e al ripopolamento delle zone che sono state abbandonate. Ad esempio, lo sapete che ci sono dei borghi abbandonati in vendita in Italia? Piccoli gioielli architettonici che possono essere acquistati in blocco, a patto che ci si prenda cura di loro.

La Liguria è la regione che registra uno dei più alti numeri di borghi e di città fantasma - ecco uno degli inquietanti appellativi con cui vengono spesso ricordati i borghi abbandonati - e con questo articolo voglio affrontare una sorta di viaggio virtuale tra le più belle per farmi raccontare dalle vecchie case diroccate la storia e le leggende misteriose che ancora vivono lungo i vicoli abbandonati o nelle piazze deserte. Voi siete pronti per accompagnarmi?

Abbandoni dolorosi: Canate di Marsiglia e Scandolaro


Comincio con il raccontarvi la storia di Canate di Marsiglia, ricco borgo dell’Alta Val Bisagno abbandonato alla fine degli anni ‘60 perché fu interrotta la costruzione della strada che l’avrebbe collegato al resto del mondo; gli oltre 250 abitanti si ritrovarono quindi completamente isolati e fu a malincuore che abbandonarono le loro casette in pietra che ancora oggi occhieggiano da lassù.

Sulla strada che porta fino a Canate, attraverso un sentiero-scala che pretende gambe allenate, s’incontra a un certo punto Scandolaro, una manciata di case che si tengono strette le une alle altre e resistono con coraggio al tempo che scorre. Di particolare suggestione sono alcuni interni ancora discretamente conservati: tavoloni di legno, decorazioni sui muri, mobili sfasciati in cui sono ancora riposti pezzi di vasellame e addirittura giacche e vestiti appesi, a sciogliere definitivamente i dubbi di chi spera che l’allontanamento degli abitanti sia stato indolore.

Balestrino e il suo castello


Ci spostiamo ora in provincia di Savona per ammirare quello che è da considerarsi uno dei borghi più belli della Liguria: Balestrino, così incantevole da essere stato prescelto anche come set del film Inkheart - La leggenda di Cuore di Inchiostro.
Splendidamente abbarbicato su uno sperone roccioso e protetto dall’imponente castello medievale che svetta ancora imperioso, racconta la storia di un abbandono difficile e doloroso, anche in questo caso dovuto più agli eventi sismici ripetuti e alla friabilità del terreno sui cui poggiano le fondamenta degli edifici che alla volontà dei suoi abitanti, i quali si sono spostati comunque poco più in là e ogni giorno possono dare un’occhiata ai ruderi delle loro antiche abitazioni che chiedono solo di non essere dimenticate.

Lavazzuoli e i borghi abbandonati della Valbrevenna


La Valbrevenna è un angolo di paradiso che si apre ai piedi del Monte Antola, noto per la miriade di fiori colorati - ànthos in greco antico significa per l’appunto fiore - che in primavera ne tappezzano le pendici. Nonostante la sua indiscutibile bellezza, però, questa striscia di entroterra genovese è considerata da decenni luogo da cui fuggire e numerose sono le frazioni ormai completamente disabitate. Negli ultimi anni si è assistito, ad opera di qualche nostalgico appassionato, al recupero di alcune abitazioni, trasformate in ristoranti o in imprese ricettive, con l’obiettivo di attirare i turisti, i quali, però, si spingono fin qui solo in estate, quando l’aria pura tipica di queste parti diventa una valida alternativa al caldo torrido della costa.

Tra le tante frazioni, almeno una merita una menzione: Lavazzuoli è un piccolo gioiello ubicato a 1145 metri di altitudine, proprio sotto la punta del monte. Il borgo è minuscolo e delizioso, anche grazie al lavoro di una famiglia che, dopo avere restaurato qualche abitazione, ha deciso di trasferirsi qui, dove i prati corrono a perdifiato e l’acqua sgorga pura e cristallina dalle sorgenti di montagna.

Cravarezza e la sua miniera

Terminiamo il nostro viaggio tornando nel Savonese, a Cravarezza per la precisione, ghost town che ha nella dismissione della miniera di grafite, su cui si reggeva l’economia di tutta la zona paese, la causa principale della sua odierna desolazione, che viene allegramente infranta il 29 agosto di ogni anno, quando gli abitanti di Calice Ligure raggiungono in processione i ruderi della vecchia chiesa dedicata a San Giovanni Battista Martire e riportano un po' di vita nel piccolo borgo.

Cerchi altre idee per una scampagnata? Leggi il nostro articolo dedicato alle gite domenicali fuori porta in Liguria.
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 Pubblicato da il 14/03/2024 - - ® Riproduzione vietata

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