I borghi abbandonati del Veneto, paesi fantasma da visitare
Eventi naturali catastrofici, economie locali in trasformazione, isolamento territoriale e interventi antropici poco rispettosi del territorio sono le principali cause dell’abbandono che i paesi fantasma del Veneto hanno subito e continuano a subire.
Abitazioni consunte dal tempo, strade in rovina, vegetazione che avanza e si insinua nelle stanze, dentro le quali, fino a non molti anni fa, risuonavano voci e la vita scorreva scandendo il ritmo delle giornate di chi in quelle stanze e questi borghi viveva.
Diverse sono le ragioni che hanno causato lo spopolamento di quelle che vengono soprannominate “ghost town”, ma uguale per tutte è il fascino immortale di cui sono custodi, un marchio di fabbrica che le rende uniche, tanto da essere elette come meta da quei viaggiatori curiosi che amano esplorare non solo i luoghi ma anche il tempo nelle loro gite domenicali fuori porta nel Veneto.
Preparatevi, quindi, a partire alla volta dei borghi abbandonati da visitare del Veneto, regione che ne conta solo quattro, ma, permettetemi di dirlo, uno più incantevole dell’altro.
Partiamo dalle Dolomiti bellunesi, dove si trovano le più importanti mete sciistiche venete, per poi scendere più a valle, dove le montagne lasciano spazio alle dolci colline dell'Alta Valle dell'Agno, e terminiamo con l'immancabile laguna veneziana, che merita sempre una visita
Intorno a Belluno, dove salgono imponenti gli scenografici Monti Pallidi e si trovano piccoli gioielli architettonici come Feltre, uno dei borghi più belli del Veneto, incontriamo Fumegai, vecchio alpeggio montano abbandonato spontaneamente dai suoi abitanti per l’isolamento geografico del luogo. È necessaria, infatti, una bella camminata di più di 4 chilometri per arrivare al gruppo di case diroccate, circa una decina, che compongono l’antica borgata desolata.
A Fumegai, però, la storia ha dato una seconda possibilità, quando, negli anni ‘70, un gruppo di colorati Figli dei Fiori elesse l’affascinante borgo a sua dimora e a luogo in cui sperimentare l’atmosfera di rivoluzionaria libertà che ha caratterizzato quegli anni. Tuttavia, dopo qualche anno di “nuova” vita, il villaggio fu di nuovo abbandonato e oggi è possibile entrare nelle case, alcune delle quali sono ancora arredate e attrezzate con materassi, mobili da cucina, suppellettili e oggetti personali.
Diversa, invece, la storia di California di Gosaldo, antico borgo minerario sorto intorno a un’osteria chiamata appunto California, tanto per rievocare il leggendario periodo della “corsa all’oro”. In realtà qui si estraeva mercurio più che oro, che una volta esaurito gettò il paese nella disperazione; negli anni ‘50 gli abitanti cercarono di convertire la vocazione del paese, trasformandolo in un’attrazione turistica con la locanda come meta di maggior appeal, ma l’alluvione del ‘66, quella che travolse anche città più importanti come Firenze e Venezia, ne segnò la definitiva e tragica fine.
Visitare California non è semplice: un pericolante ponticino in legno deve essere attraversato per giungere nel borgo, dove, tra l’altro, la vegetazione dei boschi circostanti si è ripresa gli spazi che le erano stati sottratti quando furono costruiti gli edifici, di cui oggi restano solo poche macerie.
Qui visitiamo Orsetti, microscopico borgo minerario ormai abbandonato, sorto all’altezza di una delle due cave da cui si estraeva materiale lapideo. Si tratta di una manciata di case ormai invase dalla vegetazione, superate le quali si trova il sentiero che sale fino alla cava principale, anch’essa risucchiata dalla Natura, al punto che la spaccatura lungo le pendici del monte Scandolara da cui si estraeva il materiale non è quasi più visibile.
Di particolare impatto è la storia di Renzo, minatore che si rifiutò di abbandonare la sua abitazione, finché nel 1989 un incendio doloso distrusse ciò che ne restava, fiaccando definitivamente la stoica resistenza dell’uomo.
Terminiamo il nostro tour tra le ghost town venete con Poveglia, l’isola a forma di ottagono ubicata nella spettacolare laguna di Venezia che si è guadagnata gli appellativi di “isola dei fantasmi” o “isola dei morti”. Certo non sono soprannomi rassicuranti, me ne rendo conto, ma gli appassionati di mistero saranno contenti di sapere che Poveglia è considerata uno dei luoghi più infestati del mondo, tanto da guadagnarsi addirittura gli onori della cronaca internazionale e da convincere diversi team di esperti di fenomeni paranormali a farle visita.
Del resto l’isola non ha mai avuto una vita facile: avamposto militare nel 1300, divenne nel 1600 lazzaretto per i malati della devastante peste che falcidiò l’Europa intera, la stessa del Manzoni, che qui trovarono impietosa morte.
Finita così? No. Nel 1900 si mormora sia stato edificato un manicomio segreto, tramandato come luogo di feroci torture perpetrate dai medici sui malati di mente, i quali venivano utilizzati come cavie per sperimentazioni non autorizzate ufficialmente.
Se siete abbastanza coraggiosi da avventurarvi sulla sfortunata isola, mettete in conto di procurarvi un’imbarcazione per attraversare la laguna, perché non esistono traghetti del servizio pubblico disponibili ad accompagnarvi.
Ti piace viaggiare? Visita il nostro canale dedicato agli itinerari in Veneto.
Abitazioni consunte dal tempo, strade in rovina, vegetazione che avanza e si insinua nelle stanze, dentro le quali, fino a non molti anni fa, risuonavano voci e la vita scorreva scandendo il ritmo delle giornate di chi in quelle stanze e questi borghi viveva.
Diverse sono le ragioni che hanno causato lo spopolamento di quelle che vengono soprannominate “ghost town”, ma uguale per tutte è il fascino immortale di cui sono custodi, un marchio di fabbrica che le rende uniche, tanto da essere elette come meta da quei viaggiatori curiosi che amano esplorare non solo i luoghi ma anche il tempo nelle loro gite domenicali fuori porta nel Veneto.
Preparatevi, quindi, a partire alla volta dei borghi abbandonati da visitare del Veneto, regione che ne conta solo quattro, ma, permettetemi di dirlo, uno più incantevole dell’altro.
Partiamo dalle Dolomiti bellunesi, dove si trovano le più importanti mete sciistiche venete, per poi scendere più a valle, dove le montagne lasciano spazio alle dolci colline dell'Alta Valle dell'Agno, e terminiamo con l'immancabile laguna veneziana, che merita sempre una visita
Fumegai e California, borghi abbandonati delle Dolomiti venete
Intorno a Belluno, dove salgono imponenti gli scenografici Monti Pallidi e si trovano piccoli gioielli architettonici come Feltre, uno dei borghi più belli del Veneto, incontriamo Fumegai, vecchio alpeggio montano abbandonato spontaneamente dai suoi abitanti per l’isolamento geografico del luogo. È necessaria, infatti, una bella camminata di più di 4 chilometri per arrivare al gruppo di case diroccate, circa una decina, che compongono l’antica borgata desolata.
A Fumegai, però, la storia ha dato una seconda possibilità, quando, negli anni ‘70, un gruppo di colorati Figli dei Fiori elesse l’affascinante borgo a sua dimora e a luogo in cui sperimentare l’atmosfera di rivoluzionaria libertà che ha caratterizzato quegli anni. Tuttavia, dopo qualche anno di “nuova” vita, il villaggio fu di nuovo abbandonato e oggi è possibile entrare nelle case, alcune delle quali sono ancora arredate e attrezzate con materassi, mobili da cucina, suppellettili e oggetti personali.
Diversa, invece, la storia di California di Gosaldo, antico borgo minerario sorto intorno a un’osteria chiamata appunto California, tanto per rievocare il leggendario periodo della “corsa all’oro”. In realtà qui si estraeva mercurio più che oro, che una volta esaurito gettò il paese nella disperazione; negli anni ‘50 gli abitanti cercarono di convertire la vocazione del paese, trasformandolo in un’attrazione turistica con la locanda come meta di maggior appeal, ma l’alluvione del ‘66, quella che travolse anche città più importanti come Firenze e Venezia, ne segnò la definitiva e tragica fine.
Visitare California non è semplice: un pericolante ponticino in legno deve essere attraversato per giungere nel borgo, dove, tra l’altro, la vegetazione dei boschi circostanti si è ripresa gli spazi che le erano stati sottratti quando furono costruiti gli edifici, di cui oggi restano solo poche macerie.
Orsetti, i ruderi del borgo minerario vicentino
Ci spostiamo in provincia di Vicenza, esattamente nel territorio di Recoaro Terme, dove si trova uno dei più importanti stabilimenti termali del Veneto e d’Italia.Qui visitiamo Orsetti, microscopico borgo minerario ormai abbandonato, sorto all’altezza di una delle due cave da cui si estraeva materiale lapideo. Si tratta di una manciata di case ormai invase dalla vegetazione, superate le quali si trova il sentiero che sale fino alla cava principale, anch’essa risucchiata dalla Natura, al punto che la spaccatura lungo le pendici del monte Scandolara da cui si estraeva il materiale non è quasi più visibile.
Di particolare impatto è la storia di Renzo, minatore che si rifiutò di abbandonare la sua abitazione, finché nel 1989 un incendio doloso distrusse ciò che ne restava, fiaccando definitivamente la stoica resistenza dell’uomo.
Poveglia, l’isola abbandonata della laguna veneziana
Terminiamo il nostro tour tra le ghost town venete con Poveglia, l’isola a forma di ottagono ubicata nella spettacolare laguna di Venezia che si è guadagnata gli appellativi di “isola dei fantasmi” o “isola dei morti”. Certo non sono soprannomi rassicuranti, me ne rendo conto, ma gli appassionati di mistero saranno contenti di sapere che Poveglia è considerata uno dei luoghi più infestati del mondo, tanto da guadagnarsi addirittura gli onori della cronaca internazionale e da convincere diversi team di esperti di fenomeni paranormali a farle visita.
Del resto l’isola non ha mai avuto una vita facile: avamposto militare nel 1300, divenne nel 1600 lazzaretto per i malati della devastante peste che falcidiò l’Europa intera, la stessa del Manzoni, che qui trovarono impietosa morte.
Finita così? No. Nel 1900 si mormora sia stato edificato un manicomio segreto, tramandato come luogo di feroci torture perpetrate dai medici sui malati di mente, i quali venivano utilizzati come cavie per sperimentazioni non autorizzate ufficialmente.
Se siete abbastanza coraggiosi da avventurarvi sulla sfortunata isola, mettete in conto di procurarvi un’imbarcazione per attraversare la laguna, perché non esistono traghetti del servizio pubblico disponibili ad accompagnarvi.
Ti piace viaggiare? Visita il nostro canale dedicato agli itinerari in Veneto.