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Salento, cosa visitare? Itinerario tra paesi e spiagge

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È una delle questioni più dibattute tra chi di turismo se ne intende davvero: dove si trova il Salento? Perché si fa in fretta dire che è la parte più meridionale della Puglia, soprattutto da quando, negli ultimi vent'anni, è diventato una delle mete più amate dai turisti di tutto i mondo.

Il Salento, infatti, non è solo una splendida terra delimitata da specifici confini, ma è più un’identità culturale cui si è orgogliosi di appartenere; case bianche a picco sul mare, terra rossa che abbraccia ulivi secolari, che a guardarli da lontano sembrano vecchi centenari anchilosati dal tempo, taranta danzata in piazza insieme a sconosciuti, tra un capolavoro barocco e un affaccio sul mare mozzafiato, la Puccia, il Pasticciotto, la Frisella e le Sagne, accompagnati magari da un calice di Negroamaro, e il sole ovunque, a illuminare le albe sull’Adriatico e i tramonti sullo Jonio. Tanto per cominciare l'elenco dellle cose che solo in Salento si possono trovare.
Perché il Salento è la penisola nella penisola, la lingua di terra tra i due mari, il paese dei due sguardi, uno rivolto a oriente - le coste dell’Albania si vedono in lontananza - e uno che ritorna verso casa.

Voi capite che non potevo sottrarmi al compito di scrivere una guida su cosa fare e cosa vedere in Salento, perché tra tutti i posti meravigliosi che il mondo sa proporre, questo è uno dei più magici e, sono sicura, vi incanterà.
Partiamo, quindi, alla scoperta del territorio salentino, delle sue spiagge, del suo entroterra e dei sapori della sua tradizione culinaria attraverso un itinerario del Salento imperdibile che ci porterà a toccare luoghi meravigliosi, diventati ormai ambite mete turistiche per i viaggiatori buongustai di tutto il pianeta.

Il Salento: il territorio


Affrontiamo subito il problema dei confini geografici. Dal punto di vista squisitamente territoriale, il Salento comprende tutta la provincia di Lecce, buona parte della provincia di Brindisi e la parte più orientale del territorio tarantino, lungo una linea ideale, situata lì dove finiscono le Murge, che va da Lizzano, in provincia di Taranto, fino a Carovigno, poco a sud di Ostuni.
Da lì in giù è tutto Salento, anche se i cultori del tema tendono a spostare il confine un po’ più a sud, individuando nella cultura leccese il vero core dell’anima salentina.

Lungi da me cercare di sciogliere questa controversia che dura da decenni, sia chiaro, anche perché, detto fra me e voi, poco importa dove cade l’esatto confine tra il Salento e il resto del mondo, vista la bellezza dei luoghi che ci accingiamo a visitare, e che sono spesso meta di gite domenicali fuori porta in Puglia.
Siamo, difatti, nell’antica Terra d’Otranto o, se volete andare più indietro sulla linea della storia, siamo nell’ancora più antica Calabria Messapica, da sempre terra di dominazioni di popoli stranieri, melting pot culturale di raro fascino, le cui influenze si ritrovano nei piatti tradizionali e nelle tradizioni folcloristiche, da annoverarsi tra gli eventi della Puglia più caratteristici e suggestivi.

Distese pianeggianti - il rilievo più significativo è quello di Sant'Eleuterio a Parabita, un costone roccioso che sfiora a stento i 200 metri di altezza - di vegetazione rigogliosa, puntellate da filari ordinati di olivi giganteschi, capolavori scolpiti dal tempo e dalla natura, e di viti robuste. Non solo: agrumeti, campi coltivati a fichi d’india recintati da antichissimi muretti di pietra a secco e i monumenti megalitici che contraddistinguono il Salento, come i dolmen, i menhir e le specchie; 250 km di costa che si alternano tra spiagge di sabbia quasi impalpabile su cui svettano le numerosissime torri di avvistamento costruite per difendersi dagli attacchi dei pirati, calette rocciose nascoste da fitte pinete verde scuro e grotte che fanno la felicità dell’appassionato di snorkeling più esigente.
Insomma, un’autentica meraviglia. Pronti a partire?

Le spiagge più belle del Salento


Cominciamo dalle coste. Dire che gli itinerari sul mare in Salento sono infiniti è riduttivo: la quantità e la qualità dell’offerta proposta dalle località balneari della Puglia sono, infatti, rinomate in tutto il mondo e il Salento rappresenta il fiore all’occhiello di tutta la regione. È pertanto difficile scegliere le migliori spiagge del Salento, perché il rischio è di dover compilare una lista troppo lunga per questo articolo.
Vi rimando, quindi, ai nostri articoli di approfondimento sulle spiagge più belle della costa jonica e quello delle migliori spiagge della costa adriatica, leggendo i quali potrete soddisfare tutte le vostre curiosità, e mi riservo il piacere di indicarvi quello che per me, tra gli itinerari spiagge del Salento, è davvero imperdibile.

Si parte da oriente, da Roca Vecchia, per l’esattezza, dove si trova la Grotta della Poesia, una delle piscine naturali più belle di tutto il mondo, si prosegue verso sud, in direzione dei Laghi Alimini, percorso lungo il quale troviamo prima Torre dell’Orso, con le sue Due Sorelle, gli scogli quasi gemelli diventati uno dei simboli salentini, e il Lido degli Alimini, una delle più belle lingue di spiaggia di tutta la zona, e l’arcinota Baia dei Turchi, immacolata e intatta.

Passata Otranto obbligatorio fermarsi almeno a Porto Badisco e visitare la Grotta dei Cervi, dove, secondo la leggenda, sbarcò Enea in persona in fuga da Troia, e a Santa Cesarea Terme, uno dei più importanti stabilimenti termali della Puglia, dove, nel caso ne sentiste il desiderio, potete prendervi qualche ora di relax in una delle superbe piscine con affaccio sul mare,
Eleggendo come nostra prossima meta Santa Maria di Leuca, nota perché qui il Mare Adriatico e il Mar Jonio si abbracciano in un trionfo di blu, spendiamo l’ultima tappa alla Baia del Ciolo, una cristallina insenatura sormontata da alte barriere rocciose, amatissima dagli appassionati di tuffi.

Cambiamo mare e direzione cardinale, dirigendoci verso nord-ovest, dritto verso Gallipoli, altra perla salentina; lungo i 46 chilometri che dividono le due cittadine, mete obbligatorie, anche solo per una fotografia, sono Torre Vado, sabbia finissima e una delle più belle torri di avvistamento della costa, Pescoluse, che si è guadagnata l'appellativo di Maldive del Salento, tanto per farvi venire l’acquolina in bocca, e Torre Mozza, una delle più belle spiagge di questo tratto di costa.
C’è poi il tratto di mare che orna scenograficamente il territorio della bella Καλή Πόλις - la “città bella” -, ossia Gallipoli, dove troviamo la selvaggia Posto Rosso, ideale per chi ama la Natura intatta, il Lido di Punta Suina, con le sua acque caraibiche, e Baia Verde, altra big locale.

Dai su, ci manca più solo l’ultimo tratto, quello che si arrampica verso Taranto...pronti? Si parte con la Baia di Porto Selvaggio, promontorio verde, ricoperto da una lussureggiante pineta che termina poco prima delle splendide acque antistanti la costa, ideale per i turisti un po’ wild, e si prosegue con Sant’Isidoro, Porto Cesareo, Torre Lapillo, Lido degli Angeli e Punta Prosciutto - per i puristi uno dei vertici storici del vero Salento - dove, ve lo garantisco, la sabbia sembra borotalco, il mare se la gioca con le gradazioni cromatiche che vanno dal turchese al verde smeraldo, le dune si alzano fino a sei-sette metri di altezza e un tripudio di profumi - lentisco, rosmarino, salvia, ginepro e timo - si leva dalla macchia mediterranea che cresce allegra un po’ ovunque.

Il Salento in tavola


Ora che abbiamo assaporato le bellezze che ci propone la costa ci prepariamo a partire per un itinerario per visitare il Salento anche nel suo esiguo entroterra, scrigno di capolavori artistici che neanche vi immaginate.
Prima, però, voglio regalarvi un piccolo excursus nella tradizione gastronomica locale, perché tanto lo so che mentre si viaggia vien fame e desidero tranquillizzarvi: ciò che troverete sulle tavole imbandite vi stordirà dalla bontà. Non opponete resistenza e tutto andrà per il meglio.

Cominciamo con la colazione.
Signori e Signore vi presento Sua Maestà il Pasticciotto, pasciuto involucro di deliziosa pasta frolla ripiena di succulenta crema pasticcera...se visitate il Salento senza assaggiare almeno un pasticciotto non lo raccontate in giro, mi raccomando.
Non vi piace la crema pasticcera? Tranquilli, lo potete trovare anche ripieno di marmellata, mandorle o pistacchio. Non avete scampo. Ah, se siete soliti fare la colazione con il caffè, chiedete al barista di prepararvi un Caffè Salentino: caffè espresso, ghiaccio e latte di mandorle. Delizioso. Altro? Anche no.

Pranzo o cena per gli appassionati di piatti di mare.
Per veri appassionati, però, perché in Salento il pesce si mangia anche crudo, come i Gamberetti Viola di Gallipoli o i Ricci di Mare di Otranto, considerati delle vere prelibatezze da intenditore.
Linguine e Cavatelli con frutti di mare, la Simulata di Cozze, U’ Purpu alla Pignata, la Scapece Gallipolina e le Seppie Ripiene sono le specialità che vi consiglio, invece, come prosieguo. Nel calice? Un Salice Salentino Bianco, delicato e gradevolmente fruttato.

Pranzo e cena per gli appassionati di piatti di terra, un trionfo per il palato.
Tanto per cominciare tutti i prodotti della terra, melanzane, pomodori, zucchine, peperoni, olive, vengono fritti, messi in agrodolce, arrostiti e chi più ne ha più ne metta. Potete mangiarne a volontà come antipasto, mentre aspettate piatti come i Ciciri e Tria, pasta e ceci, le Fae Nette e Foje, fave e cicorie, le Municeddhe, piccole lumache dal guscio marrone che vengono cucinate con cipolle, sugo e peproncino, gli Gnommareddhi, succulenti bocconcini di interiora di agnello alla griglia, Pezzetti di Cavallo, la Pitta di Patate, le Rape ‘Nfucate e i gustosissimi Panzerotti, crocchette di patate a forma di sigaro aromatizzate con foglie di menta. Primitivo di Manduria, Aleatico di Puglia DOC e Negramaro per annaffiare le ugole, anche perché l’acqua non basta per accompagnare sapori tanti intensi.

Pucce, Friselle & C.
Un capitolo a parte va dedicato ai carboidrati, vere bombe ipercaloriche che conquistano i ghiottoni di ogni età: le Pittule, palline di pasta di pane fritte, il Rustico Leccese, dischi di pasta sfoglia ripiena di mozzarella, besciamella e noce moscata, i Taralli e le Friselle - devo veramente dirvi cosa sono? -, la Puccia con le Olive e l’Uliata, panini di grano duro conditi con diversi ingredienti.
Avete preso la forchetta? Allora partiamo.

Itinerario in 6 tappe da Lecce a Porto Cesareo

Tra Lecce e Porto Cesareo ci sono, in linea d’aria, solo una trentina di chilometri, ma noi ne faremo molti di più per compiere il nostro itinerario. I paesi da visitare nel Salento che ho scelto per voi ci porteranno, infatti, a spasso lungo la punta più estrema del Tacco d’Italia.

Primo giorno: Lecce


Si parte dalla “Firenze del Sud”, anche se forse l'appellativo non rende giustizia alla perla barocca della Puglia. Per carità, non che il paragone con la capitale del Rinascimento non sia abbastanza prestigioso, ma potrebbe essere fuorviante, perché non c’è altra città in Italia che possa vantare un patrimonio artistico barocco di così alta qualità.

Lecce è, inoltre, sicuramente nella top five della lista di cosa vedere in Salento in inverno: la sua bellezza, infatti, non è direttamente legata alla fama delle sue non lontane coste, ma piuttosto ai capolavori artistici che custodisce e alla frizzante vita notturna che offre in qualsiasi stagione. Si rivela, quindi, meta perfetta quando si è alla ricerca di dove alloggiare in Salento, perché la sua posizione geografica risulta particolarmente indicata per raggiungere tutte le principali destinazioni della regione.

... Pagina 2/2 ... Cosa bisogna visitare per forza in città prima di crollare sfiniti di fronte a una qualche specialità enogastronomica? La Basilica di Santa Croce, ovviamente, un tripudio di marmi finemente scolpiti che è diventata l’emblema del Barocco Leccese, e la Cattedrale di Santa Maria Assunta, il Duomo cittadino, anch’esso esempio dell’esuberante stile che decora tutta la città.
L’Anfiteatro e il Teatro Romano, infine, daranno del filo da torcere a quei turisti che amano l’arte più antica: l’anfiteatro, en conservato, poteva contenere fino a 25.000 persone, mentre il teatro si “limitava” a ospitare 5.000 spettatori, quando la vita animava le strade della vecchia Lupiae, la Lecce Romana.

Secondo giorno: la Grecìa Salentina


Il secondo giorno lo dedichiamo alla Grecìa Salentina, rigorosamente con l’accento sulla i, dove ancora si parla il griko, una delle due minoranze linguistiche greche che l’Italia conserva - l’altra è il grecanico calabrese - e dove i comuni che ne fanno parte hanno caratteristiche peculiari, diverse da quelle che accomunano gli altri paesi di questa zona.

Come Calimera, 20 km a sud di Lecce, che già con il suo nome - καλημέρα in greco moderno significa “buongiorno” - denuncia la sua appartenenza culturale. Da ammirare la Stele di marmo bianco donata direttamente da Atene, e la Chiesa Madre, dedicata a San Brizio, patrono della città, all’interno della quale è conservata una bella tela del XVII secolo che propone una versione suggestiva della maternità della Madonna. Interessanti, infine, da vedere anche i dolmen che si trovano poco fuori l’abitato, decisamente imponenti.

Abbiamo ancora il tempo di fare un salto 10 km più a sud, dove si trova Corigliano d’Otranto, altra piccola perla dell’entroterra del Salento.
Cosa vedere? Sicuramente il Castello De Monti, d’impianto medievale ma con notevoli sovrascrizioni barocche, immenso, nei suoi oltre 700 metri quadrati di superficie, ed elegantissimo, con il suo bellissimo balcone che sovrasta l’entrata principale, e l’antichissimo portale conosciuto con il nome di Arco Lucchetti, realizzato nel XV secolo dal proprietario della casa di cui l’arco rappresenta l’ingresso e particolarmente interessante per le incisioni, le raffigurazioni e i rilievi che propone, dal simbolico significato ancor oggi non del tutto svelato.

Terzo giorno: Otranto


Ci spingiamo sulla costa per raggiungere la nostra terza tappa, da annoverarsi senza dubbio tra i capolavori del Salento: Otranto, la Città dei Martiri, la punta più orientale del nostro Stivale e, senza ombra di dubbio, uno dei borghi più belli di tutta la Puglia.

Al di là del mare - comunque spettacolare - infatti, la piccola ma suggestiva città fortificata è un sapiente mix di bellezza naturalistica, arte, cultura e fascino. Prendetevi tutta la giornata per visitarla, perché da che attraverserete Porta Alfonsina, il varco di accesso al centro storico che si trova all’interno delle mura, vi accorgerete di quanto sia densa la storia di questa piccola cittadina, edificata dagli antichi Greci e conquistata nel corso dei secoli da tutti i popoli che si sono trovati a passare da queste parti.
Passeggiare per gli stretti vicoli lastricati che si inerpicano verso l’alto su cui si affacciano case di un bianco accecante, è un’esperienza sensoriale unica, un viaggio nel tempo e nello spazio che vi proietterà in una sorta di scenario magico, d’un fascino fuori misura.

La prima tappa è l'imponente Castello Aragonese, simbolo della città, e la seconda è la poco distante Cattedrale di Santa Maria Annunziata, nota per il pavimento musivo, capolavoro che rappresenta l’albero della vita, e perché conserva i resti degli 800 martiri che nel 1480 furono massacrati dai Turchi perché si rifiutarono di rinnegare il loro dio.

Non dimenticatevi di terminare la giornata con una passeggiata nella zona del porto, dove potrete gustare anche un delizioso gelato artigianale mentre ammirate i colori che qui hanno una brillantezza particolare, tra l’azzurro del cielo, il turchese del mare e il bianco luminoso dell’agglomerato urbano che si alza alle vostre spalle.

Quarto giorno: Castro e Specchia


Restiamo sulla costa per la prima destinazione del nostro quarto giorno di viaggio. Partendo da Otranto costeggiamo il Mare Adriatico per circa 15 km e arriviamo a Castro, uno degli approdi turistici più suggestivi di tutto il Salento. La piccola cittadina è divisa in due parti, quella balneare e portuale e quella arroccata sul piccolo rilievo che si erge alle spalle, che rappresenta il nucleo urbano più antico e il cui simbolo è il grande Castello Angioino.

Obbligatoria una visita a entrambe le anime della città: presso il porto potrete assaporare il'atmosfera del classico borgo marinaro, con le barche dei pescatori attraccate al molo e la vivacità rumorosa tipica delle zone portuali, mentre nella città vecchia potrete trovare capolavori dell’arte antica, come, ad esempio, la Cattedrale, risalente al XII secolo. Escursione raccomandata: la grotta marina della Zinzulusa.

Specchia, la nostra prossima meta, si trova, invece, nell’entroterra, e dobbiamo percorrere 15 km in direzione sud ovest per raggiungerla. Splendido il centro storico, tanto da far meritare a Specchia l’onore di essere annoverato tra i borghi più belli d’Italia: stradine strette e arzigogolate e scalinate bianche che collegano i vari livelli urbani fanno sì che l’accesso al traffico sia interdetto nella parte più antica della cittadina.

Mal di poco, perché arrampicarsi a piedi verso la parte alta del borgo ci permette di incontrare l’elegante Piazza del Popolo sulla quale si affacciano i prestigiosi palazzi signorili, la Chiesa Matrice e le altre numerose chiesette che caratterizzano la cittadina. Imperdibile, infine, una visita ai frantoi ipogei, una sorta di vera e propria città sotterranea, testimonianza della “cultura dell’olivo” che contraddistingue in modo indelebile questa zona del nostro paese

Quinto giorno: Alessano e Presicce


Per il nostro quinto giorno di viaggio restiamo nell’entroterra e ci dedichiamo ad altre due gettonatissime mete turistiche in Salento: Alessano e Presicce, entrambe ubicate sulle dolci pendici della Serra di Pozzomauro, rigonfiamento sassoso del terreno - la sua altezza non supera i 150 metri s.l.m. - ricoperta di macchia mediterranea e distese di ulivi secolari.
L’olio è il comune denominatore che lega i due piccoli borghi nel nostro mirino: a Macurano, frazione di Alessano, sono presenti ancora due frantoi in superficie, mentre Presicce è a tutti gli effetti la capitale dei frantoi ipogei, visto che ne possiede oltre 20 per una superficie complessiva di più di 1000 metri quadrati.

In superficie possiamo ammirare il centro storico di Alessano, che propone il bellissimo Palazzo Legari, il Palazzo Ducale e la Collegiata, ed il groviglio di stradine di Presicce, che, se seguite, vi porteranno ad ammirare la Chiesa Parrocchiale di Sant’Andrea Apostolo e il Monastero dei Carmelitani, risalente al XVI secolo.
La vera bellezza di entrambi i borghi, però, è l’atmosfera rurale, tra terrazzamenti, muretti a secco, vigneti e distese verdi che corrono a perdifiato su quello che è uno dei “monti” più alti di tutto il Salento, terra di orizzonti che vanno all’infinito, tra cielo, terra e mare.

Sesto giorno: Nardò e Porto Cesareo


Il nostro viaggio volge al termine e ci riporta verso il Mar Jonio, e per la precisione verso l’antichissima Nardò, una delle patrie dei Messapi, la popolazione che qui si stanziò ancor prima dell’arrivo degli antichi Greci e dei Romani, e da sempre fervente centro culturale della zona, tanto da essere considerata una delle principali mete tra le visite in Salento.

Al pari del suo capoluogo, infatti, Nardò è un trionfo di monumenti barocchi: la luminosissima Piazza Salandra ospita, ad esempio, la Guglia dell’Immacolata, alta 19 metri, eretta per volere del popolo dopo il tremendo terremoto del 1763, il Palazzo della Pretura, con le sue sette bianche e imponenti colonne marmoree, e il Palazzo del Sedile, edificato, come sede del governo civico, alla fine del Rinascimento ma arricchito da numerose decorazioni barocche, tra le poche testimonianze storico-artistiche sopravvissute al sisma citato poco più su.

Ecco infine Porto Cesareo, località che troverete messa in evidenza su qualsiasi cartina del Salento che si rispetti.
Segni particolari? Diciassette chilometri di spiaggia bianca come lo zucchero, uno specchio d’acqua turchese chiaro in cui si trovano, beatamente affogati, numerosi isolotti - il più noto ha preso il nome di Isola dei Conigli - ambita meta per chi fa snorkeling e non solo.

Porto Cesareo è così nota come una delle località balneari più rinomate di tutta Italia che spesso ci si scordano le sue origini antichissime, databili fino al V secolo a.C., che si devono, molto probabilmente, agli abitanti di Saseno, piccola isola albanese, che qui arrivarono e si stanziarono, diventando uno dei popoli di pescatori e commercianti più importanti della zona.
Suggestiva una passeggiata lungo le banchine del porto, anch’esso antichissimo, teatro di importanti ritrovamenti archeologici; per finire la giornata in allegria, tra aperitivi in riva al mare, cene a lume di candela e, per i più giovani, i pub e le discoteche che animano le notti di questa piccola penisola magica, che, una volta vista, rapisce e resta per sempre nel cuore.

Cosa fare in Salento quando piove

Lu Salentu: lu sule, lu mare, lu ientu...è un detto caro agli abitanti del Tacco d'Italia perché ben sintetizza i tre aspetti fondamentali che rendono questa lingua di terra così unica e particolare.
E se piove? Niente paura perché mi sono preparata anche per indicarvi cosa visitare in Salento quando piove.
Partiamo da Lecce, giusto? Andiamo di corsa a visitare il Museo della Cartapesta, allestito nelle sale del Castello Carlo V: già da solo il castello con i suoi sotterranei merita la visita, anche se il museo non è da meno, con i suoi tributi artistici e storici a quella che è una delle lavorazioni artigianali più originali locali.

Se la pioggia dovesse, invece, sorprendervi mentre siete nella zona di Castro o Otranto non vi fate prendere dal panico perché ci vogliono davvero pochi chilometri per arrivare agli stabilimenti termali di Santa Cesarea; sì, vero, ve ne ho già parlato quando vi ho descritto l'itinerario tra le spiagge più belle del Salento...volevo solo ricordarvi che ci sono piscine e trattamamenti benessere anche al chiuso, ideali per rovinare i piani a Giove Pluvio quando è seriamente intenzionato a rovinarvi la giornata.
Proseguiamo con il consiglio salva-gioranta per chi si trova nei pressi di Nardò: fare un salto a Santa Maria al Bagno, delizioso borgo marino che ospita l'Acquario del Salento, piccolo ma attrezzatissimo: le specie marine ospitate nelle vasche sono caratteristiche dei mari salentini, vengono qui portate direttamente dai pescatori locali e dopo un po' di tempo vengono rimesse in libertà.

Concludiamo con quello che non stento a definire il mio asso pigliatutto: una visita a una delle rinomate cantine salentine, dove potrete assaggiare le specialità enogastronomiche locali e affogare la tristezza in qualche calice del corposo vino che si produce da queste parti: ricco, intenso e tremendamente unico, come la terra che lo nutre.

Se ti interessa l'argomento, visita il nostro canale dedicato agli itinerari in Puglia.

 Pubblicato da il 20/05/2024 - - ® Riproduzione vietata

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