Tour nel Triangolo d'Oro dell'India
Il profumo del pane naan, gli eleganti colori del saari, la chiassosa e irrequieta umanità delle strade e gli intarsi ipnotici dei palazzi reali…ed è subito India. Troppo vasto per essere riassunto in poche parole e così vario nelle sue diversità, questo subcontinente non si esaurisce certo in un viaggio, ma per un assaggio che apra il cuore e la mente suggeriamo il triangolo d’oro, quel lembo di terra che si stende a sud di Delhi e si protende tra Nepal e Pakistan attraversando l’Uttar Pradesh e il Rajastan.
Da fare anche in poco meno di una settimana, con volo diretto per Nuova Delhi – tariffe convenienti con Air Italy – e, proprio per non sprecare neanche un minuto, scegliendo un tour pensato su misura da un operator affidabile sulla meta come Mistral Tour.
Con bel oltre 16 milioni di abitanti, accarezzata dal fiume Yamuna, affluente del Gange, Delhi ti investe in pieno con i clacson che non smettono mai di gracchiare per la strada – qui si suona sempre come suggeriscono le scritte “horn please” che compaiono spesso sul retro delle auto –; camminare per strada può diventare un’impresa perché la precedenza è di chi se la prende, ma lo slalom tra auto, tuk tuk e le apicar multicolore fanno parte dell’esperienza indiana.
Se si sceglie di dormire in uno degli alberghi intorno a Connaught place, un’enorme rotonda da cui diramano ben otto viali, tra cui Parliament Street che porta dritto al palazzo del Presidente della Repubblica, si rimarrà sorpresi dalla quantità di spazi verdi che caratterizza New Delhi. A nord di Connaught place, cuore del distretto finanziario e commerciale della città, si trova uno dei monumenti simboli della città, il Forte Rosso (Lal Quila), suggestivo complesso di arenaria rossa, già Patrimonio Unesco.
A sud si estende il frenetico mercato di Chandni Chowk con i banchi stracolmi di frutta e oggettistica, il vociare della gente, i profumi di spezie e oli essenziali, i colori vivaci delle stoffe e il luccichio dei gioielli.
Siamo già nella città vecchia dove sorge in tutta la sua magnificenza Jama Masijd, la più grande moschea del paese; anche qui arenaria rossa e alti minareti ad abbracciare uno spazio che può contenere fino a 25 mila persone. Basta salire la scalinata della Moschea del venerdì per sentirsi fuori dal tempo, lontani da quel frastuono prepotente che arriva dalla strada, e respirare un’aria di assoluta pace.
Una quiete solenne, la stessa che ci colpisce in visita al Gurudwara, il tempio Sikh della capitale indiana. Per visitare questo grande complesso fatto di bianco e oro, si entra solo a piedi nudi e con il capo coperto; alle spalle l’immensa piscina che serve per le abluzioni prima della preghiera – attenzione solo i fedeli possono avvicinarsi al bordo –; chiunque può visitare il tempio e nella grande mensa allestita all’interno, i pellegrini trovano un pasto gratuito tre volte al giorno, un luogo di convivialità prima ancora che di assistenza.
Un po’ ovunque si vedono spuntare i turbanti colorati che insieme ad altri cinque tratti distintivi – capelli lunghi che non vengono mai tagliati, un pettine nella chioma, un braccialetto di ferro, mutande lunghe fino al ginocchio e un pugnale – caratterizzano la vita dei sikh, comunità religiosa originaria del Punjab.
Usciti da Nuova Delhi si scopre un’altra India fatta di piccoli villaggi e campi coltivati davvero sterminati; si procede così verso Agra, porta dell’Uttar Pradesh, sull’arteria autostradale principale, ma non vi stupite se ogni tanto vedrete camminare delle persone sul ciglio della strada. Questo viaggiare on the road ci piace davvero, permette di vedere panorami e persone sfrecciare fuori dal finestrino, ma soprattutto di ascoltare i racconti della nostra guida indiana che ci accompagna nel viaggio; Prasanna parla benissimo italiano ed è una delle tante guide professionali e preparate che Mistral Tour assicura nei suoi viaggi organizzati, come ci spiega Anil Kumar della SenKay Tours & Travel.
Sono proprio i racconti di Prasanna a farci tornare con l’immaginazione al tempo dall'imperatore moghul Shah Jahan, talmente inconsolabile per la perdita della moglie da farle costruire un intero mausoleo. Di un bianco accecante, capace di assumere sfumature differenti a seconda delle ore del giorno, il monumentale complesso del Taj Mahal si staglia alla fine di un lungo viale che solca il giardino dalla tipica forma di charbagh. Raffinato custode della tomba dell’amata Mumtaz Mahal, è un capolavoro di simmetria ed eleganza raffinata, anche se leggenda vuole che i quattro minareti siano impercettibilmente inclinati verso l’esterno per garantire, in caso di terremoto, una caduta capace di preservare l’edificio posto al centro. Patrimonio Unesco e icona indiana per eccellenza, il complesso iniziato nel 1632 e terminato più di vent’anni dopo, è circondato da due edifici simmetrici poste ai lati, una moschea e una casa per gli ospiti.
Ora del giorno (all’alba o al tramonto) e punto di vista (dal portale d’ingresso o ancora dall’altra parte del fiume Yamuna) possono cambiare la percezione di questo immenso capolavoro, regalando ad ognuno la propria personale esperienza. Se si è in cerca di una sosta romantica, sappiate che dalle camere del lussuoso Oberoi di Agra lo sguardo si spinge fino alle architetture del Taj Mahal.
Da Agra si parte alla volta di Jaipur, del capoluogo del Rajastan, conosciuta anche come la città rosa per via delle sfumature di colore che caratterizzano gli edifici a partire dal Palazzo dei Venti (Hawa Mahal), pura arenaria rosa.
Non lontano dalla città, si staglia Fort Amber, un complesso racchiuso da circa 32 chilometri di mura difensive, chiamato così per via del colore tra il giallo e l’arancio degli edifici; immerso in un paesaggio dominato dai Monti Aravalli, si raggiunge a dorso di elefante o anche in jeep. Intarsi sublimi, giochi di luce, vetro smaltato, arenaria e marmo sono le componenti principali del complesso che sviluppa su più livelli e quattro cortili interni collegati da un dedalo di corridoi; e così ci piace ripercorrerli come facevano le tante mogli del maharaja.
La straordinaria ricchezza di decorazioni si ritrova anche nel Palazzo Reale di Jaipur, che comprende due edifici principali, Chandra Mahal e Mubarak Mahal, e il famoso padiglione dei pavoni con quattro porte decorate e istoriate a tal punto da restituire un caleidoscopio di colori unico.
Ma la bellezza qui a Jaipur ha davvero tanti volti, e capita che la maestosità dell’arte moghul si sposi con il fascino dell’architettura coloniale come al Rambagh Palace, costruito nel 1835 e oggi hotel di charme nelle cui camere hanno pernottato ospiti famosi da Jackie Kennedy alla regina Elisabetta II.
Dopo la sosta all’interessante osservatorio astronomico a cielo aperto, con quattordici strumenti fatti tutti in pietra tra cui una meridiana tra le più grandi al mondo, consigliamo un giro sui risciò tra le vie della città, in un brulicare di ambulanti, negozietti e animali che bivaccano per strada.
La strada per tornare a Delhi ci regala altre due tappe sulle orme degli antichi maharaja, a un’ora di strada a nord di Jaipur il Samoda Palace, è la fusione perfetta tra arte rajput e moghul, un sontuoso edificio con oltre 500 anni di storia alle spalle, oggi trasformato in un hotel di lusso. Sale comuni, stanze e cortili suggeriscono atmosfere dalle mille e una notte, e la location lo rende perfetto per celebrare feste e banchetti di nozze.
Lungo l’autostrada che collega Jaipur a Delhi, arroccata su un costone, si scorge infine il Forte di Naamrana, hotel di lusso, ex residenza storica fuori dal tempo, costruita nel 1464.
Il volo fra Milano e Nuova Delhi è operativo tre volte a settimana (lunedì, giovedì e sabato), con comode connessioni da Roma, Napoli, Palermo, Catania, Lamezia Terme.
I nuovi aerei Airbus A330-200 dedicati al lungo raggio offrono 24 posti in Business Class (sedili completamente reclinabili, menu italiano servizio Wi-Fi) e 228 in Economy Class.
Sulla meta operano diversi tour operator, tra i quali segnaliamo Mistral Tour, uno dei fondatori di Quality Group, specialisti nei viaggi su misura e di gruppo. Con oltre quarant’anni di esperienza alle spalle, Mistral Tour muove tra i 3000 e 6000 viaggiatori l’anno sull’India, come ci conferma Marco Peci, Direttore Commerciale Quality Group.
Da fare anche in poco meno di una settimana, con volo diretto per Nuova Delhi – tariffe convenienti con Air Italy – e, proprio per non sprecare neanche un minuto, scegliendo un tour pensato su misura da un operator affidabile sulla meta come Mistral Tour.
Delhi, caos calmo
Con bel oltre 16 milioni di abitanti, accarezzata dal fiume Yamuna, affluente del Gange, Delhi ti investe in pieno con i clacson che non smettono mai di gracchiare per la strada – qui si suona sempre come suggeriscono le scritte “horn please” che compaiono spesso sul retro delle auto –; camminare per strada può diventare un’impresa perché la precedenza è di chi se la prende, ma lo slalom tra auto, tuk tuk e le apicar multicolore fanno parte dell’esperienza indiana.
Se si sceglie di dormire in uno degli alberghi intorno a Connaught place, un’enorme rotonda da cui diramano ben otto viali, tra cui Parliament Street che porta dritto al palazzo del Presidente della Repubblica, si rimarrà sorpresi dalla quantità di spazi verdi che caratterizza New Delhi. A nord di Connaught place, cuore del distretto finanziario e commerciale della città, si trova uno dei monumenti simboli della città, il Forte Rosso (Lal Quila), suggestivo complesso di arenaria rossa, già Patrimonio Unesco.
A sud si estende il frenetico mercato di Chandni Chowk con i banchi stracolmi di frutta e oggettistica, il vociare della gente, i profumi di spezie e oli essenziali, i colori vivaci delle stoffe e il luccichio dei gioielli.
Siamo già nella città vecchia dove sorge in tutta la sua magnificenza Jama Masijd, la più grande moschea del paese; anche qui arenaria rossa e alti minareti ad abbracciare uno spazio che può contenere fino a 25 mila persone. Basta salire la scalinata della Moschea del venerdì per sentirsi fuori dal tempo, lontani da quel frastuono prepotente che arriva dalla strada, e respirare un’aria di assoluta pace.
Una quiete solenne, la stessa che ci colpisce in visita al Gurudwara, il tempio Sikh della capitale indiana. Per visitare questo grande complesso fatto di bianco e oro, si entra solo a piedi nudi e con il capo coperto; alle spalle l’immensa piscina che serve per le abluzioni prima della preghiera – attenzione solo i fedeli possono avvicinarsi al bordo –; chiunque può visitare il tempio e nella grande mensa allestita all’interno, i pellegrini trovano un pasto gratuito tre volte al giorno, un luogo di convivialità prima ancora che di assistenza.
Un po’ ovunque si vedono spuntare i turbanti colorati che insieme ad altri cinque tratti distintivi – capelli lunghi che non vengono mai tagliati, un pettine nella chioma, un braccialetto di ferro, mutande lunghe fino al ginocchio e un pugnale – caratterizzano la vita dei sikh, comunità religiosa originaria del Punjab.
Il Taj Mahal, un amore senza fine
Usciti da Nuova Delhi si scopre un’altra India fatta di piccoli villaggi e campi coltivati davvero sterminati; si procede così verso Agra, porta dell’Uttar Pradesh, sull’arteria autostradale principale, ma non vi stupite se ogni tanto vedrete camminare delle persone sul ciglio della strada. Questo viaggiare on the road ci piace davvero, permette di vedere panorami e persone sfrecciare fuori dal finestrino, ma soprattutto di ascoltare i racconti della nostra guida indiana che ci accompagna nel viaggio; Prasanna parla benissimo italiano ed è una delle tante guide professionali e preparate che Mistral Tour assicura nei suoi viaggi organizzati, come ci spiega Anil Kumar della SenKay Tours & Travel.
Sono proprio i racconti di Prasanna a farci tornare con l’immaginazione al tempo dall'imperatore moghul Shah Jahan, talmente inconsolabile per la perdita della moglie da farle costruire un intero mausoleo. Di un bianco accecante, capace di assumere sfumature differenti a seconda delle ore del giorno, il monumentale complesso del Taj Mahal si staglia alla fine di un lungo viale che solca il giardino dalla tipica forma di charbagh. Raffinato custode della tomba dell’amata Mumtaz Mahal, è un capolavoro di simmetria ed eleganza raffinata, anche se leggenda vuole che i quattro minareti siano impercettibilmente inclinati verso l’esterno per garantire, in caso di terremoto, una caduta capace di preservare l’edificio posto al centro. Patrimonio Unesco e icona indiana per eccellenza, il complesso iniziato nel 1632 e terminato più di vent’anni dopo, è circondato da due edifici simmetrici poste ai lati, una moschea e una casa per gli ospiti.
Ora del giorno (all’alba o al tramonto) e punto di vista (dal portale d’ingresso o ancora dall’altra parte del fiume Yamuna) possono cambiare la percezione di questo immenso capolavoro, regalando ad ognuno la propria personale esperienza. Se si è in cerca di una sosta romantica, sappiate che dalle camere del lussuoso Oberoi di Agra lo sguardo si spinge fino alle architetture del Taj Mahal.
Jaipur, rosso d’arenaria e vetro smaltato
Da Agra si parte alla volta di Jaipur, del capoluogo del Rajastan, conosciuta anche come la città rosa per via delle sfumature di colore che caratterizzano gli edifici a partire dal Palazzo dei Venti (Hawa Mahal), pura arenaria rosa.
Non lontano dalla città, si staglia Fort Amber, un complesso racchiuso da circa 32 chilometri di mura difensive, chiamato così per via del colore tra il giallo e l’arancio degli edifici; immerso in un paesaggio dominato dai Monti Aravalli, si raggiunge a dorso di elefante o anche in jeep. Intarsi sublimi, giochi di luce, vetro smaltato, arenaria e marmo sono le componenti principali del complesso che sviluppa su più livelli e quattro cortili interni collegati da un dedalo di corridoi; e così ci piace ripercorrerli come facevano le tante mogli del maharaja.
La straordinaria ricchezza di decorazioni si ritrova anche nel Palazzo Reale di Jaipur, che comprende due edifici principali, Chandra Mahal e Mubarak Mahal, e il famoso padiglione dei pavoni con quattro porte decorate e istoriate a tal punto da restituire un caleidoscopio di colori unico.
Ma la bellezza qui a Jaipur ha davvero tanti volti, e capita che la maestosità dell’arte moghul si sposi con il fascino dell’architettura coloniale come al Rambagh Palace, costruito nel 1835 e oggi hotel di charme nelle cui camere hanno pernottato ospiti famosi da Jackie Kennedy alla regina Elisabetta II.
Dopo la sosta all’interessante osservatorio astronomico a cielo aperto, con quattordici strumenti fatti tutti in pietra tra cui una meridiana tra le più grandi al mondo, consigliamo un giro sui risciò tra le vie della città, in un brulicare di ambulanti, negozietti e animali che bivaccano per strada.
Di rientro a New Delhi: decori e fasti dell’arte moghul
La strada per tornare a Delhi ci regala altre due tappe sulle orme degli antichi maharaja, a un’ora di strada a nord di Jaipur il Samoda Palace, è la fusione perfetta tra arte rajput e moghul, un sontuoso edificio con oltre 500 anni di storia alle spalle, oggi trasformato in un hotel di lusso. Sale comuni, stanze e cortili suggeriscono atmosfere dalle mille e una notte, e la location lo rende perfetto per celebrare feste e banchetti di nozze.
Lungo l’autostrada che collega Jaipur a Delhi, arroccata su un costone, si scorge infine il Forte di Naamrana, hotel di lusso, ex residenza storica fuori dal tempo, costruita nel 1464.
Come arrivare nel Triangolo d'Oro:
Diversi i vettori che effettuano voli diretti dall’Italia, tra questi Air Italy che ha inaugurato a dicembre del 2018 la tratta Milano Malpensa – New Delhi e Milano Malpensa – Mumbai.Il volo fra Milano e Nuova Delhi è operativo tre volte a settimana (lunedì, giovedì e sabato), con comode connessioni da Roma, Napoli, Palermo, Catania, Lamezia Terme.
I nuovi aerei Airbus A330-200 dedicati al lungo raggio offrono 24 posti in Business Class (sedili completamente reclinabili, menu italiano servizio Wi-Fi) e 228 in Economy Class.
Come organizzare la visita:
Per informazioni generali sul paese consigliamo il sito dell’ambasciata indiana a Roma e il sito della FarnesinaSulla meta operano diversi tour operator, tra i quali segnaliamo Mistral Tour, uno dei fondatori di Quality Group, specialisti nei viaggi su misura e di gruppo. Con oltre quarant’anni di esperienza alle spalle, Mistral Tour muove tra i 3000 e 6000 viaggiatori l’anno sull’India, come ci conferma Marco Peci, Direttore Commerciale Quality Group.