Daunia cosa vedere? Visitare la regione storica della Puglia
La Daunia è quella Puglia che non ti aspetti, singolare, defilata, quasi timorosa di fronte a giganti del turismo internazionale come il Gargano e il Salento, che si trovano lì, a portata di chilometro, ma che così poco assomigliano a questa zona del Tacco d’Italia che non ama troppo mostrarsi al pubblico.
Una natura rigogliosa e generosa, borghi che sembrano presepi, abbarbicati su suggestivi spuntoni di roccia, numerose zone che conservano habitat naturalistici tutelati, dove è possibile organizzare escursioni in grado di soddisfare anche il trekker più esigente, importanti testimonianze artistiche e archeologiche, leggende (alcune misteriose), che accompagnano i passi dei viaggiatori più temerari e una tradizione enogastronomica che si rivela perfetta per le papille gustative dei turisti buongustai. Insomma, non manca niente.
Sui Monti Dauni il turismo non è ancora molto sviluppato anche se sempre più numerose sono le iniziative delle amministrazioni locali per far conoscere quest'incantevole angolo di Puglia, dove arte, cultura, paesaggi mozzafiato e ospitalità autentica si mischiano con raffinatezza ed eleganza.
Abbiamo deciso, quindi, di raccogliere in questa piccola guida le informazioni, i suggerimenti e le curiosità più originali su cosa fare e cosa vedere nella Daunia.
Scarpe da trekking nello zaino, quindi, e occhi pronti a immortalare immagini straordinarie. Forza, partiamo!
Si è detto che storicamente la Daunia racchiude, nella sua varietà, molteplici e diversissimi paesaggi, nel suo estendersi dai monti più occidentali della Puglia settentrionale fino alla costa adriatica, tra i lussureggianti boschi di salici, pioppi e querce che tappezzano le pendici delle alture più occidentali, gli ordinati filari di viti e ulivi che si rincorrono là dove i declivi cominciano a farsi più dolc. Ancora: i biondi campi di grano del Tavoliere, i silenziosi sentieri della Foresta Umbra e del Monte Calvo, e le rinomate spiagge del Gargano, considerate tra le più belle di tutta la Puglia. Troppo per trovare spazio in un’unica guida.
Ecco perché ci concentreremo sulla zona più caratteristica e meno celebre, ossia la fascia montuosa del Subappennino, quell’area geografica che ha meglio conservato le tracce degli Japigi, l’antica popolazione proveniente dall’Illiria che qui si stabilì tra il I e il II millennio a.C, testimonianze della Daunia dei tempi remoti.
Pensate che un terzo del patrimonio vegetale di tutta la regione si trova qui, così come gran parte delle risorse idriche che servono la parte più occidentale di questa assetata zona del nostro Stivale. Numerosi i SIC - Siti di Interesse Comunitario - tra cui non possiamo non citare il Bosco Ramitelli e il Bosco Faeto, con il suo Monte Cornacchia che rappresenta la vetta più alta del Tacco d’Italia, i borghi storici, alcuni tra i più belli di tutto il paese, e i monumenti che raccontano la storia ruvida e controversa di questa terra.
Due i percorsi ideali che abbiamo intenzione di raccontarvi.
Il primo itinerario ci accompagnerà alla scoperta dei borghi più belli della Daunia, tra basiliche, castelli e gioielli architettonici di rara bellezza, mentre il secondo ci porterà nei boschi della Daunia, a diretto contatto con la natura, per soddisfare chi è più appassionato di escursioni e percorsi di trekking. Il tutto senza perdere di vista le tradizioni folcloristiche locali e le specialità enogastronomiche che troveremo nel piatto e nel calice.
Il viaggio si snoda lungo un percorso ideale di oltre 100 km che tocca quattro borghi unici, considerati tra i Borghi più belli d’Italia o, nella peggiore delle ipotesi, insigniti della Bandiera Arancione del Touring Club, tanto per capire cosa ci aspetta.
Partiamo dall’area geografica in cui la Puglia confina con il Molise, dove si trova uno dei borghi più belli della Puglia, ovvero Pietramontecorvino.
Cosa vedere? Tutto, perché questo pugno di case che si raccolgono in cerchio, a guisa di bomboniera, vi conquisterà all’istante. Passeggiate lentamente lungo le stradine irte e tortuose del quartiere Terravecchia, dove antiche abitazioni scavate direttamente nel tufo cattureranno sicuramente il vostro sguardo e la vostra curiosità. A un certo punto troverete i tre monumenti principali della cittadina che si tengono stretti e troneggiano fieri sulle case sottostanti ordinatamente disposte a pettine mentre digradano verso valle.
Sicuramente suggestivo il colpo d’occhio regalato dalla Torre Normanna, alta 30 metri e collegata attraverso un muraglione di pietra al cinquecentesco Palazzo Ducale, sulla cui facciata spicca lo stemma degli Angiò, a sua volta connesso, attraverso il suggestivo giardino pensile, alla Chiesa Madre di Santa Maria Assunta. Per non farvi mancare nulla arrampicatevi infine su per la scala a chiocciola che si trova all’interno della Torre e godetevi il panorama che si apre a ventaglio, mentre, magari, vi gustate un boccale della rinomata birra artigianale che si produce solo qui.
Qualche decina di chilometri più a sud, dove comincia a correre il confine con la Campania si trova, abbarbicato a oltre 700 metri s.l.m, Alberona, piccolo borgo medievale affidato nel XIV secolo ai Cavalieri Templari e territorio di conquista dei briganti dopo la fine del Regno di Napoli, nel XIX secolo.
La Torre del Priore, ubicata nel cuore della cittadina è collegata, attraverso misteriosi passaggi sotterranei, alla Chiesa Priorale, che ospita le spoglie sacre di San Vitale Martire. Immancabile, sembra banale sottolinearlo, una passeggiata lenta tra i vicoli del centro storico su cui si affacciano le deliziose case in pietra imbiancate di calce che luccicano sotto il sole pugliese; consigliatissima infine, a quei viaggiatori appassionati di storia e arte, una visita all’Antiquarium Comunale, incantevole museo che ospita reperti archeologici risalenti agli antichi Japigi.
Per concludere in modo piacevole la visita al borgo consigliamo di fare una ritemprante passeggiata nella natura incontaminata che lo circonda, prima di accasciarvi sulla sedia di un’enoteca tipica e degustare un tagliere di salumi - tra cui non possono mancare assaggi di prosciutto crudo di Faeto, di pancetta affumicata di Bovino e di salsiccia al maiale nero - formaggi - come il pecorino, il cacioricotta e il caciocavallo locali - e qualche calice di Cacc’e Mmitte DOC, l’elegante vino rosso tipico del territorio.
Posate i calici perché è ora di partire per la prossima imperdibile tappa del nostro itinerario della Daunia: Bovino, il borgo che a tutti gli effetti è da considerarsi il capoluogo della zona.
Piccolo, elegante e dal passato nobile vanta origine antichissime; viene, infatti, citato da Plinio in persona come avamposto militare per la sua posizione strategica di passaggio obbligato dall’Adriatico al Tirreno - o viceversa - e sembra addirittura che Annibale si sia accampato qui prima di annientare l’esercito romano nella battaglia di Canne. Il perimetro urbano a pianta romana testimonia i millenni di storia che Bovino ha accumulato sui suoi tetti.
Fortificato in seguito dai Bizantini, di cui la Cattedrale di Santa Maria Assunta è significativa traccia, ed espugnato in seguito dai Normanni, i quali edificarono l’imponente è bellissimo Castello Ducale che domina la valle, il borgo “degli ottocento portali di pietra” - appellativo conquistato grazie ai pregiatissimi portali che ornano le case e gli edifici nobiliari - propone ai visitatori un’atmosfera d’altri tempi che vi lascerà a bocca aperta.
Anche i dintorni di Bovino meritano la vostra attenzione, non fosse altro che per l’incantevole mulino ad acqua sul torrente Cervaro, appena al di fuori dell’abitato, edificato nell’Ottocento e ancora perfettamente funzionante.
Pausa pranzo? Orecchiette con i marasciuoli, un’erba spontanea che cresce da queste pparti, un’abbondante porzione di soffritto di maiale accompagnato da asparagi locali, un must della tradizione culinaria dei Monti Dauni, e qualche calice di Monte Nero di Troia DOCG.
L’ultimo borgo del nostro itinerario è Sant’Agata di Puglia, conosciuto anche con l’appellativo di “Loggia delle Puglie” vista la posizione più che strategica in cui è ubicato, lì dove Puglia, Basilicata e Campania si incontrano.
Abbarbicati a più di 800 metri di altezza, le casette in pietra, le logge e gli edifici storici tappezzano il cucuzzolo dell’altura che ospita la cittadina e regalano un panorama a 360°, con il Tavoliere delle Puglie che si stende, biondo e piano, verso est e il suggestivo e scuro Vulture che si erge silenzioso verso ovest.
Passeggiate lungo i saliscendi spettacolari di Sant’Agata, percorrete le ripide scalinate, ammirate la doppia cinta muraria che abbraccia gli edifici che si posizionano a spirale seguendo la pendenza del crinale, fermatevi a visitare il seicentesco Frantoio Ipogeo che rappresenta uno dei monumenti industriali più caratteristici dell’intera regione, e arrivate, infine, in cima, dove si trova il Castello Imperiale, simbolo di Sant’Agata e di tutta la Daunia, dal piazzale del quale potrete lasciare vagare lo sguardo verso innumerevoli orizzonti.
Una volta che avete saziato la vostra vista, dedichiamoci alla pancia, perché solo qui potete gustare gli autentici Ciccecuòtte, i dolci a base di grano bollito, vino cotto, noci e melograno in grado di conquistare i golosi di ogni età.
Pensate che la preparazione di questi succulenti dolcetti è talmente caratteristica che la Sagra dei Ciccecuòtte, che si tiene ogni anno in autunno, è uno dei più importanti eventi della Puglia intera.
Giù le forchette e fuori le scarpe da trekking che avevamo raccomandato di mettere nello zaino, perché non si può dire di conoscere i Monti Dauni se non ci si immerge nella sontuosa natura che li rende una delle mete più interessanti sia che siate turisti sportivi o che siate alla ricerca di una gita domenicale fuori porta in Puglia.
Partiamo con il celeberrimo Bosco di Faeto, uno dei tanti SIC presenti in quest’area, che sui suoi 121 ettari ospita alberi immensi e prati di orchidee.
Ubicato alle falde del Monte Chilone, a pochi chilometri dal borgo omonimo, il bosco propone passeggiate meravigliose, adatte a grandi e piccini, grazie anche ai numerosi percorsi attrezzati; la partenza è fissata al Piano alla Noci, da cui si diparte il percorso ad anello che vi porterà alla scoperta del prezioso ecosistema. Occhi aperti, perché potrebbe capitare di imbattersi in un picchio verde o rosso impegnato a picchiettare sonoramente con il becco sul tronco di un albero.
Il percorso prosegue verso Castelluccio Valmaggiore, da cui parte un sentiero battuto che arriva sul “Tetto della Puglia”, ossia il Monte Cornacchia che, con i suoi 1.152 metri di altezza, è il monte più alto della regione. La passeggiata si presenta ideale per chi desidera fare trekking sui Monti Dauni perché tra pascoli verdeggianti e boschi di profumatissime conifere, in 20 minuti si arriva sulle sponde del Lago Pescara, piccolo bacino lacustre naturale, l’unico del Subappennino che stiamo esplorando, dove godersi qualche ora di meritato relax protetti dai maestosi voli dei Falchi Pellegrini che vi guardano dall'alto.
Poco più a nord, a cavallo tra Puglia e Molise, si trova un percorso più impegnativo, ossia quello che vi porta sul Lago di Occhito, uno dei laghi più belli della Puglia, imponente bacino artificiale realizzato grazie alla costruzione, avvenuta negli anni ‘50, della diga omonima, una delle più grandi d’Italia.
Il muro di sbarramento è particolarmente suggestivo: si staglia in una stretta gola a picco sul fiume Fortore e regge la portata di ben 330 milioni di metri cubi d’acqua. Da togliere il fiato.
Di diversa difficoltà i percorsi, da affrontare sia a piedi che in mountain bike, che si snodano lungo le pendici del Monte Sambuco e portano fino alla diga e alle placide acque del lago, meta ambitissima per gli appassionati di pesca sportiva.
Concludiamo l'excursus tra le aree naturalistiche della Daunia con quello che dei SIC pugliesi forse ci affascina di più e si estende per più di 3.000 ettari nei territori di Accadia, Deliceto, Panni e Sant’Agata di Puglia.
Due le tappe imperdibili da scovare tra le praterie di alta quota punteggiate di fiori selvatici e i fitti boschi di faggi e roverelle.
La prima, raggiungibile in poco più di mezz’ora dal centro di Accadia, è rappresentata dalle Gole di Punta di Pietra, altrimenti conosciute come Gole di Accadia, due lame di roccia bianca che si stagliano prepotenti verso l’alto e chiudono, a guisa di portone, le acque del Torrente Frugno. Un vero spettacolo della natura.
La seconda è il percorso ad anello che parte da e arriva a Panni, passando per Rascagatti e Pagliara, e accompagna il turista alla scoperta di boschi di faggi e cerri e campi coltivati a frumento, in uno scenario di magica suggestione immutato da secoli. Per la mitologia più antica, infatti, questi monti appartengono al Dio Pan e la prova sarebbe la particolare zampogna autoctona qui prodotta, che assomiglia proprio a quella che lo stesso dio metà uomo e metà capra era solito suonare quando felice seduceva le ninfe dei boschi.
Se ti interessa l'argomento visita anche il nostro canale dedicato agli itinerari in Puglia.
Dove si trova la Daunia?
Siamo in provincia di Foggia, nella parte più settentrionale della regione, al confine con Molise, Campania e Basilicata, dove corre con precisione la catena appenninica dei Monti Dauni prima di degradare verso il Tavoliere delle Puglie e il Gargano, e dove, nel corso dei secoli, si è scritta una storia che ha un’identità unica, declinata secondo canoni archetipici che richiamano al rispetto per il territorio - splendido - e per le tradizioni folcloristiche che gettano le loro radici nell'antichità.Una natura rigogliosa e generosa, borghi che sembrano presepi, abbarbicati su suggestivi spuntoni di roccia, numerose zone che conservano habitat naturalistici tutelati, dove è possibile organizzare escursioni in grado di soddisfare anche il trekker più esigente, importanti testimonianze artistiche e archeologiche, leggende (alcune misteriose), che accompagnano i passi dei viaggiatori più temerari e una tradizione enogastronomica che si rivela perfetta per le papille gustative dei turisti buongustai. Insomma, non manca niente.
Sui Monti Dauni il turismo non è ancora molto sviluppato anche se sempre più numerose sono le iniziative delle amministrazioni locali per far conoscere quest'incantevole angolo di Puglia, dove arte, cultura, paesaggi mozzafiato e ospitalità autentica si mischiano con raffinatezza ed eleganza.
Abbiamo deciso, quindi, di raccogliere in questa piccola guida le informazioni, i suggerimenti e le curiosità più originali su cosa fare e cosa vedere nella Daunia.
Scarpe da trekking nello zaino, quindi, e occhi pronti a immortalare immagini straordinarie. Forza, partiamo!
La Daunia e il suo territorio
Si è detto che storicamente la Daunia racchiude, nella sua varietà, molteplici e diversissimi paesaggi, nel suo estendersi dai monti più occidentali della Puglia settentrionale fino alla costa adriatica, tra i lussureggianti boschi di salici, pioppi e querce che tappezzano le pendici delle alture più occidentali, gli ordinati filari di viti e ulivi che si rincorrono là dove i declivi cominciano a farsi più dolc. Ancora: i biondi campi di grano del Tavoliere, i silenziosi sentieri della Foresta Umbra e del Monte Calvo, e le rinomate spiagge del Gargano, considerate tra le più belle di tutta la Puglia. Troppo per trovare spazio in un’unica guida.
Ecco perché ci concentreremo sulla zona più caratteristica e meno celebre, ossia la fascia montuosa del Subappennino, quell’area geografica che ha meglio conservato le tracce degli Japigi, l’antica popolazione proveniente dall’Illiria che qui si stabilì tra il I e il II millennio a.C, testimonianze della Daunia dei tempi remoti.
Pensate che un terzo del patrimonio vegetale di tutta la regione si trova qui, così come gran parte delle risorse idriche che servono la parte più occidentale di questa assetata zona del nostro Stivale. Numerosi i SIC - Siti di Interesse Comunitario - tra cui non possiamo non citare il Bosco Ramitelli e il Bosco Faeto, con il suo Monte Cornacchia che rappresenta la vetta più alta del Tacco d’Italia, i borghi storici, alcuni tra i più belli di tutto il paese, e i monumenti che raccontano la storia ruvida e controversa di questa terra.
Due i percorsi ideali che abbiamo intenzione di raccontarvi.
Il primo itinerario ci accompagnerà alla scoperta dei borghi più belli della Daunia, tra basiliche, castelli e gioielli architettonici di rara bellezza, mentre il secondo ci porterà nei boschi della Daunia, a diretto contatto con la natura, per soddisfare chi è più appassionato di escursioni e percorsi di trekking. Il tutto senza perdere di vista le tradizioni folcloristiche locali e le specialità enogastronomiche che troveremo nel piatto e nel calice.
I borghi più belli della Daunia
Il viaggio si snoda lungo un percorso ideale di oltre 100 km che tocca quattro borghi unici, considerati tra i Borghi più belli d’Italia o, nella peggiore delle ipotesi, insigniti della Bandiera Arancione del Touring Club, tanto per capire cosa ci aspetta.
Partiamo dall’area geografica in cui la Puglia confina con il Molise, dove si trova uno dei borghi più belli della Puglia, ovvero Pietramontecorvino.
Cosa vedere? Tutto, perché questo pugno di case che si raccolgono in cerchio, a guisa di bomboniera, vi conquisterà all’istante. Passeggiate lentamente lungo le stradine irte e tortuose del quartiere Terravecchia, dove antiche abitazioni scavate direttamente nel tufo cattureranno sicuramente il vostro sguardo e la vostra curiosità. A un certo punto troverete i tre monumenti principali della cittadina che si tengono stretti e troneggiano fieri sulle case sottostanti ordinatamente disposte a pettine mentre digradano verso valle.
Sicuramente suggestivo il colpo d’occhio regalato dalla Torre Normanna, alta 30 metri e collegata attraverso un muraglione di pietra al cinquecentesco Palazzo Ducale, sulla cui facciata spicca lo stemma degli Angiò, a sua volta connesso, attraverso il suggestivo giardino pensile, alla Chiesa Madre di Santa Maria Assunta. Per non farvi mancare nulla arrampicatevi infine su per la scala a chiocciola che si trova all’interno della Torre e godetevi il panorama che si apre a ventaglio, mentre, magari, vi gustate un boccale della rinomata birra artigianale che si produce solo qui.
Qualche decina di chilometri più a sud, dove comincia a correre il confine con la Campania si trova, abbarbicato a oltre 700 metri s.l.m, Alberona, piccolo borgo medievale affidato nel XIV secolo ai Cavalieri Templari e territorio di conquista dei briganti dopo la fine del Regno di Napoli, nel XIX secolo.
La Torre del Priore, ubicata nel cuore della cittadina è collegata, attraverso misteriosi passaggi sotterranei, alla Chiesa Priorale, che ospita le spoglie sacre di San Vitale Martire. Immancabile, sembra banale sottolinearlo, una passeggiata lenta tra i vicoli del centro storico su cui si affacciano le deliziose case in pietra imbiancate di calce che luccicano sotto il sole pugliese; consigliatissima infine, a quei viaggiatori appassionati di storia e arte, una visita all’Antiquarium Comunale, incantevole museo che ospita reperti archeologici risalenti agli antichi Japigi.
Per concludere in modo piacevole la visita al borgo consigliamo di fare una ritemprante passeggiata nella natura incontaminata che lo circonda, prima di accasciarvi sulla sedia di un’enoteca tipica e degustare un tagliere di salumi - tra cui non possono mancare assaggi di prosciutto crudo di Faeto, di pancetta affumicata di Bovino e di salsiccia al maiale nero - formaggi - come il pecorino, il cacioricotta e il caciocavallo locali - e qualche calice di Cacc’e Mmitte DOC, l’elegante vino rosso tipico del territorio.
Posate i calici perché è ora di partire per la prossima imperdibile tappa del nostro itinerario della Daunia: Bovino, il borgo che a tutti gli effetti è da considerarsi il capoluogo della zona.
Piccolo, elegante e dal passato nobile vanta origine antichissime; viene, infatti, citato da Plinio in persona come avamposto militare per la sua posizione strategica di passaggio obbligato dall’Adriatico al Tirreno - o viceversa - e sembra addirittura che Annibale si sia accampato qui prima di annientare l’esercito romano nella battaglia di Canne. Il perimetro urbano a pianta romana testimonia i millenni di storia che Bovino ha accumulato sui suoi tetti.
Fortificato in seguito dai Bizantini, di cui la Cattedrale di Santa Maria Assunta è significativa traccia, ed espugnato in seguito dai Normanni, i quali edificarono l’imponente è bellissimo Castello Ducale che domina la valle, il borgo “degli ottocento portali di pietra” - appellativo conquistato grazie ai pregiatissimi portali che ornano le case e gli edifici nobiliari - propone ai visitatori un’atmosfera d’altri tempi che vi lascerà a bocca aperta.
Anche i dintorni di Bovino meritano la vostra attenzione, non fosse altro che per l’incantevole mulino ad acqua sul torrente Cervaro, appena al di fuori dell’abitato, edificato nell’Ottocento e ancora perfettamente funzionante.
Pausa pranzo? Orecchiette con i marasciuoli, un’erba spontanea che cresce da queste pparti, un’abbondante porzione di soffritto di maiale accompagnato da asparagi locali, un must della tradizione culinaria dei Monti Dauni, e qualche calice di Monte Nero di Troia DOCG.
L’ultimo borgo del nostro itinerario è Sant’Agata di Puglia, conosciuto anche con l’appellativo di “Loggia delle Puglie” vista la posizione più che strategica in cui è ubicato, lì dove Puglia, Basilicata e Campania si incontrano.
Abbarbicati a più di 800 metri di altezza, le casette in pietra, le logge e gli edifici storici tappezzano il cucuzzolo dell’altura che ospita la cittadina e regalano un panorama a 360°, con il Tavoliere delle Puglie che si stende, biondo e piano, verso est e il suggestivo e scuro Vulture che si erge silenzioso verso ovest.
Passeggiate lungo i saliscendi spettacolari di Sant’Agata, percorrete le ripide scalinate, ammirate la doppia cinta muraria che abbraccia gli edifici che si posizionano a spirale seguendo la pendenza del crinale, fermatevi a visitare il seicentesco Frantoio Ipogeo che rappresenta uno dei monumenti industriali più caratteristici dell’intera regione, e arrivate, infine, in cima, dove si trova il Castello Imperiale, simbolo di Sant’Agata e di tutta la Daunia, dal piazzale del quale potrete lasciare vagare lo sguardo verso innumerevoli orizzonti.
Una volta che avete saziato la vostra vista, dedichiamoci alla pancia, perché solo qui potete gustare gli autentici Ciccecuòtte, i dolci a base di grano bollito, vino cotto, noci e melograno in grado di conquistare i golosi di ogni età.
Pensate che la preparazione di questi succulenti dolcetti è talmente caratteristica che la Sagra dei Ciccecuòtte, che si tiene ogni anno in autunno, è uno dei più importanti eventi della Puglia intera.
Itinerari naturalistici in Daunia
Giù le forchette e fuori le scarpe da trekking che avevamo raccomandato di mettere nello zaino, perché non si può dire di conoscere i Monti Dauni se non ci si immerge nella sontuosa natura che li rende una delle mete più interessanti sia che siate turisti sportivi o che siate alla ricerca di una gita domenicale fuori porta in Puglia.
Partiamo con il celeberrimo Bosco di Faeto, uno dei tanti SIC presenti in quest’area, che sui suoi 121 ettari ospita alberi immensi e prati di orchidee.
Ubicato alle falde del Monte Chilone, a pochi chilometri dal borgo omonimo, il bosco propone passeggiate meravigliose, adatte a grandi e piccini, grazie anche ai numerosi percorsi attrezzati; la partenza è fissata al Piano alla Noci, da cui si diparte il percorso ad anello che vi porterà alla scoperta del prezioso ecosistema. Occhi aperti, perché potrebbe capitare di imbattersi in un picchio verde o rosso impegnato a picchiettare sonoramente con il becco sul tronco di un albero.
Il percorso prosegue verso Castelluccio Valmaggiore, da cui parte un sentiero battuto che arriva sul “Tetto della Puglia”, ossia il Monte Cornacchia che, con i suoi 1.152 metri di altezza, è il monte più alto della regione. La passeggiata si presenta ideale per chi desidera fare trekking sui Monti Dauni perché tra pascoli verdeggianti e boschi di profumatissime conifere, in 20 minuti si arriva sulle sponde del Lago Pescara, piccolo bacino lacustre naturale, l’unico del Subappennino che stiamo esplorando, dove godersi qualche ora di meritato relax protetti dai maestosi voli dei Falchi Pellegrini che vi guardano dall'alto.
Poco più a nord, a cavallo tra Puglia e Molise, si trova un percorso più impegnativo, ossia quello che vi porta sul Lago di Occhito, uno dei laghi più belli della Puglia, imponente bacino artificiale realizzato grazie alla costruzione, avvenuta negli anni ‘50, della diga omonima, una delle più grandi d’Italia.
Il muro di sbarramento è particolarmente suggestivo: si staglia in una stretta gola a picco sul fiume Fortore e regge la portata di ben 330 milioni di metri cubi d’acqua. Da togliere il fiato.
Di diversa difficoltà i percorsi, da affrontare sia a piedi che in mountain bike, che si snodano lungo le pendici del Monte Sambuco e portano fino alla diga e alle placide acque del lago, meta ambitissima per gli appassionati di pesca sportiva.
Concludiamo l'excursus tra le aree naturalistiche della Daunia con quello che dei SIC pugliesi forse ci affascina di più e si estende per più di 3.000 ettari nei territori di Accadia, Deliceto, Panni e Sant’Agata di Puglia.
Due le tappe imperdibili da scovare tra le praterie di alta quota punteggiate di fiori selvatici e i fitti boschi di faggi e roverelle.
La prima, raggiungibile in poco più di mezz’ora dal centro di Accadia, è rappresentata dalle Gole di Punta di Pietra, altrimenti conosciute come Gole di Accadia, due lame di roccia bianca che si stagliano prepotenti verso l’alto e chiudono, a guisa di portone, le acque del Torrente Frugno. Un vero spettacolo della natura.
La seconda è il percorso ad anello che parte da e arriva a Panni, passando per Rascagatti e Pagliara, e accompagna il turista alla scoperta di boschi di faggi e cerri e campi coltivati a frumento, in uno scenario di magica suggestione immutato da secoli. Per la mitologia più antica, infatti, questi monti appartengono al Dio Pan e la prova sarebbe la particolare zampogna autoctona qui prodotta, che assomiglia proprio a quella che lo stesso dio metà uomo e metà capra era solito suonare quando felice seduceva le ninfe dei boschi.
Se ti interessa l'argomento visita anche il nostro canale dedicato agli itinerari in Puglia.