Geirsstadakirkja: la chiesa in torba nell'Islanda orientale
Nella zona orientale dell’Islanda ogni giorno molti turisti raggiungono un luogo isolato, nel mezzo di una desolata campagna, per visitare la Geirsstaðakirkja, una replica realizzata tra il 1999 e il 2001 di una chiesa in torba che fu costruita qui in epoca vichinga (930-1262 d.C.).
I viaggiatori visitano la Geirsstaðakirkja attratti dal fascino di una costruzione che sembra mimetizzarsi fondendosi con l’ambiente circostante, ma in realtà questo tipo di edificio era piuttosto comune in Islanda nei secoli scorsi.
Nell’antichità, data la scarsità di materiali più “comodi”, come poteva essere il semplice legno, ci si arrangiava con quello che si aveva a disposizione. Così sorgevano abitazioni, fattorie e, appunto, chiese, edificate con mattoni di torba.
La torba è un deposito di resti vegetali e organici che, accumulandosi nel suolo, non riesce a decomporsi totalmente. Si tratta quindi di un materiale 100% naturale. Non potendo contare su altro, questa sostanza era quanto di meglio si potesse utilizzare per isolare gli ambienti interni dal rigido clima islandese.
Nell'estate del 1997 uno studio archeologico condotto sul posto ha rivelato la presenza di un piccolo nucleo abitativo che comprendeva un muretto di cinta circolare e alcuni edifici, tutti rigorosamente di torba, tra cui un’antica fattoria e le rovine di una piccola chiesa risalente ai primi secoli della diffusione del cristianesimo nel Paese.
La vasta area tra i fiumi Lagarfljót e Jökulsá á Brú che confluiscono nel Nord Atlantico è oggi chiamata Hróarstunga e si ritiene che la chiesa in questione fosse ad uso esclusivo di una sola famiglia, nello specifico quella di Hróar, figlio di un colono danese, tale Una.
In seguito alle ricerche nacque il progetto di ricostruire la Geirsstaðakirkja, che in due anni e sotto la guida del falegname Gunnar Bjarnason, dell’esperto di edifici di torba Gudjons Kristinsson e del direttore dell’East Iceland Museum, grazie anche ai fondi provenienti in parte dall’Unione Europea, ha dato nuova vita a questo luogo dove l’archeologia incontra il turismo culturale.
La Geirsstaðakirkja fu benedetta nell'estate del 2001 dal sacerdote distrettuale di Hróarstunga, Jóhanna Sigmarsdóttir, e in quella stessa estate si tenne anche il primo battesimo.
Visitandola se ne può ammirare la tecnica di costruzione – veramente essenziale – dove la torba, i sassi e il legno sono gli unici materiali presenti.
All’interno c’è spazio solo per un altare di legno su cui poggia una croce e un libro degli ospiti, mentre una piccola finestrella aperta sopra l'altare fa entrare un raggio di luce.
Accanto all’edificio si trova un’opera fatta con i sassi che riproduce una nave vichinga, realizzata dallo scozzese Donald Gunn. Un tavolino con due panche permette inoltre di fermarsi e godersi il paesaggio, magari facendo un picnic.
In Islanda si vedono ancora molte case e fattorie costruite con metodi tradizionali e con un tetto sul quale nasce l’erba, che deve essere irrigata e tagliata quando cresce. Attualmente rimangono però pochissime chiese di torba in tutto il Paese.
Alcune sono repliche – come la Geirsstaðakirkja o quella visibile presso il Museo Árbæjarsafn a Reykjavík, mentre tra quelle “originali” la più grande è la Saurbæjarkirkja; la Víðimýrarkirkja è considerata la più bella, la Grafarkirkja (foto) è invece la più antica dell'Islanda e la Hofskirkja è la più giovane. La Núpsstaðakirkja, infine, è la più piccola in assoluto.
La Geirsstaðakirkja sorge nell’Austurland, nell’Islanda orientale, circa 32 km a nord-ovest di Egilsstaðir, che con 2500 abitanti è la principale località della regione.
La chiesa si trova nella campagna all’altezza dell’incrocio tra le strade 925 e 926, di fronte alla fattoria Litli-Bakki e a circa 10 km dalla centrale idroelettrica di Lagarfossvirkjun
La capitale Reykjavík dista 620 km percorrendo la Hrinvegur (Ring Road 1) passando da nord.
I viaggiatori visitano la Geirsstaðakirkja attratti dal fascino di una costruzione che sembra mimetizzarsi fondendosi con l’ambiente circostante, ma in realtà questo tipo di edificio era piuttosto comune in Islanda nei secoli scorsi.
Nell’antichità, data la scarsità di materiali più “comodi”, come poteva essere il semplice legno, ci si arrangiava con quello che si aveva a disposizione. Così sorgevano abitazioni, fattorie e, appunto, chiese, edificate con mattoni di torba.
La torba è un deposito di resti vegetali e organici che, accumulandosi nel suolo, non riesce a decomporsi totalmente. Si tratta quindi di un materiale 100% naturale. Non potendo contare su altro, questa sostanza era quanto di meglio si potesse utilizzare per isolare gli ambienti interni dal rigido clima islandese.
Nell'estate del 1997 uno studio archeologico condotto sul posto ha rivelato la presenza di un piccolo nucleo abitativo che comprendeva un muretto di cinta circolare e alcuni edifici, tutti rigorosamente di torba, tra cui un’antica fattoria e le rovine di una piccola chiesa risalente ai primi secoli della diffusione del cristianesimo nel Paese.
La vasta area tra i fiumi Lagarfljót e Jökulsá á Brú che confluiscono nel Nord Atlantico è oggi chiamata Hróarstunga e si ritiene che la chiesa in questione fosse ad uso esclusivo di una sola famiglia, nello specifico quella di Hróar, figlio di un colono danese, tale Una.
In seguito alle ricerche nacque il progetto di ricostruire la Geirsstaðakirkja, che in due anni e sotto la guida del falegname Gunnar Bjarnason, dell’esperto di edifici di torba Gudjons Kristinsson e del direttore dell’East Iceland Museum, grazie anche ai fondi provenienti in parte dall’Unione Europea, ha dato nuova vita a questo luogo dove l’archeologia incontra il turismo culturale.
La Geirsstaðakirkja fu benedetta nell'estate del 2001 dal sacerdote distrettuale di Hróarstunga, Jóhanna Sigmarsdóttir, e in quella stessa estate si tenne anche il primo battesimo.
Visitandola se ne può ammirare la tecnica di costruzione – veramente essenziale – dove la torba, i sassi e il legno sono gli unici materiali presenti.
All’interno c’è spazio solo per un altare di legno su cui poggia una croce e un libro degli ospiti, mentre una piccola finestrella aperta sopra l'altare fa entrare un raggio di luce.
Accanto all’edificio si trova un’opera fatta con i sassi che riproduce una nave vichinga, realizzata dallo scozzese Donald Gunn. Un tavolino con due panche permette inoltre di fermarsi e godersi il paesaggio, magari facendo un picnic.
Le chiese di torba in Islanda
In Islanda si vedono ancora molte case e fattorie costruite con metodi tradizionali e con un tetto sul quale nasce l’erba, che deve essere irrigata e tagliata quando cresce. Attualmente rimangono però pochissime chiese di torba in tutto il Paese.
Alcune sono repliche – come la Geirsstaðakirkja o quella visibile presso il Museo Árbæjarsafn a Reykjavík, mentre tra quelle “originali” la più grande è la Saurbæjarkirkja; la Víðimýrarkirkja è considerata la più bella, la Grafarkirkja (foto) è invece la più antica dell'Islanda e la Hofskirkja è la più giovane. La Núpsstaðakirkja, infine, è la più piccola in assoluto.
Come arrivare alla Geirsstaðakirkja
La Geirsstaðakirkja sorge nell’Austurland, nell’Islanda orientale, circa 32 km a nord-ovest di Egilsstaðir, che con 2500 abitanti è la principale località della regione.
La chiesa si trova nella campagna all’altezza dell’incrocio tra le strade 925 e 926, di fronte alla fattoria Litli-Bakki e a circa 10 km dalla centrale idroelettrica di Lagarfossvirkjun
La capitale Reykjavík dista 620 km percorrendo la Hrinvegur (Ring Road 1) passando da nord.
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