Weekend sui Colli Euganei ad Arquà Petrarca e dintorni
In provincia di Padova, bastano solo 10 minuti di treno per raggiungere la fermata “Terme Euganee-Abano Montegrotto” e da lì solo 15 minuti d’auto, bus o transfer per raggiungere Arquà Petrarca, eletto qualche anno fa come secondo borgo più bello d’Italia, ai Piedi del Monte Piccolo, e il Monte Ventolone.
Qui la natura esplode fra boschi e vigne e questo magnetismo piacque anche a Francesco Petrarca che scelse la zona per far costruire la sua ultima dimora, incorniciata dai verdi Colli Euganei. Si contano oltre 100 rilievi e queste terre votate oggi al vino e alle terme, con scorci naturalistici di indubbia bellezza e angoli ancora nascosti da scoprire e valorizzare hanno molto da offrire.
Per questo itinerario nei dintorni di Arquà Petrarca bastano appena due giorni, ma chi vuole può prolungare il viaggio concedendosi altri giorni di terapie, massaggi, fanghi e pause-detox in uno degli hotel e alberghi di Abano o Montegrotto, con terme e trattamenti di benessere, da secoli considerati un elisir di bellezza e salute.
Oggi è considerato non solo uno dei borghi più belli del Veneto, ma è anche parte dell'associazione dei Borghi più belli d’Italia; arroccato tra i Colli Euganei pare sin dall’Età del Bronzo, Arquà Petrarca vive la sua epoca di splendore nel Medioevo, tempo in cui venne costruito un castello abitato da Rodolfo Normanno, vassallo del marchese d’Este.
Piano piano si inizia a popolare il nucleo abitativo dell’antica Arquada, caratterizzato dalla presenza di due luoghi di culto, la Pieve di S.Maria Assunta, costruita in stile romanico con all’interno alcuni affreschi di scuola veneto-bizantina, davanti alla quale si può vedere la tomba monumentale di Francesco Petrarca, fatta redigere dal genero e velata di misteri, profanazioni e sparizioni: pare che nei secoli l’apertura della tomba per studiare il corpo ne abbia causato la perdita del teschio e la leggenda si intreccia se si pensa che in epoca moderna, al posto della testa del Petrarca sembra essere comparso il cranio di una donna.
Il sagrato attorno al sepolcro è spesso palcoscenico per manifestazioni artistiche, teatrali e musicali e passeggiando si può anche ammirare il panorama in quanto la piazza funge da terrazza sopraelevata. Dopo aver fatto una visita e una preghiera nella Chiesa si può continuare l’itinerario, andando in salita, leggendo i pannelli del Parco Letterario Petrarca e cercando poi l’Oratorio della Santissima Trinità, prediletto per la preghiera dal poeta che amava attraversare la Loggia dei Vicari, vicina alla sua casa, poi inginocchiarsi dentro la cappella di fronte ai suoi affreschi preferiti. Interessante, al centro dell’altare, il polittico di Sant’Agostino, autore delle Confessioni, opera preferita dal Petrarca: la datazione dell’opera fa pensare che il poeta, abbia potuto esserne l’ispiratore o ne possa aver suggerito il soggetto. L’impianto dell’edificio è romanico a un’unica navata con travature scoperte e tetto a capanna e rappresenta per il borgo un sito monumentale di grande interesse storico e culturale.
Caratteristico anche l’alto campanile del XII secolo che ne caratterizza il panorama, più volte rimaneggiato sino al 1928 quando un restauro lo ha riportato alla presunta forma originaria, ricavata dalle stampe del Seicento (l’oratorio è visitabile solo prenotando: tel. 0429 777327).
Negli anni il controllo del borgo passò dal Comune di Padova alla Signoria dei Da Carrara, epoca di distruzione del castello e dell’elevazione a sede Vicaria. Proprio l’acquisizione di questo privilegio favorì l’arrivo nel borgo di Francesco Petrarca, che era uomo di cultura ecclesiastica: il celebre poeta toscano infatti si innamorò del luogo, che probabilmente gli ricordava la terra natale, e terminò la sua vita fra le stanze del suo palazzo fino alla morte nell’anno 1374.
La fama di Arquà da quel momento divenne indissolubilmente legata alla figura del Petrarca, la cui casa e il cui monumento funebre sono ancor oggi meta di pellegrinaggi letterari e visite culturali.
Nel 1405 il dominio passò alla Repubblica di Venezia, portando un lungo periodo di benessere e splendore durante il quale molte famiglie veneziane e padovane, attirate dalla fama del luogo decisero di edificare ad Arquà raffinate residenze estive. Quando nel 1866 il Veneto fu annesso al Regno d’Italia, la città cambiò nome in Arquà Petrarca, onorando il suo più illustre cittadino.
Info ai seguenti siti: Comune di Arquà Petrarca, Colli Euganei e Pagina Facebook Colli Euganei.
Da non perdere il ricco calendario di visite guidate gratuite con guide turistiche che accompagnano i visitatori alla scoperta del territorio. Tutti gli appuntamenti sul sito nella sezione Storia e Territorio Colli Euganei
Inoltre per i ragazzi è in programma il Progetto di Turismo didattico sull’identità rurale, per scoprire le risorse locali con le scuole, i ragazzi e famiglie.
Per chi ha voglia di farsi accompagnare alla scoperta del territorio c’è Lovivo Tour Experience, un giovane tour operator, che si occupa di proporre itinerari nella zona o di cucire piccoli viaggi con accompagnatori, guide e driver a disposizione dei piccoli e grandi gruppi di turisti.
“Se tu la vedessi, non vorresti più allontanartene”, così Petrarca descriveva la bucolica Arquà, città che il poeta scelse per costruire la sua casa. Entrando nel borgo e passeggiando fra le sue stradine lastricate potrete godere degli scorci e dei messaggi del Parco Letterario Francesco Petrarca e dei Colli Euganei, che ripercorre come in un itinerario verso la casa dello scrittore tutti i luoghi e gli angoli più suggestivi. La “piccola casa, decorosa e nobile”, come la descriveva il proprietario è una piccola villa immersa nel verde e circondata dalle antiche case, un luogo in cui il tempo sembra essersi fermato. Al suo interno si ritrovano quadri, stampe e cimeli, al piano superiore le stanze affrescate nel Cinquecento da un proprietario successivo raccontano simpaticamente aneddoti e momenti allegorici della vita dell’artista. Fra i tesori del piano terra c’è anche la teca con la fedele “gatta”, che può sembrare macabra in quanto mummificata, ma che riporta ironiche iscrizioni, che faranno sorridere i più piccoli. Altre info sul sito dei Parchi Letterari.
Come vuole la tradizione veneta nel borgo di Arquà Petrarca si beve e mangia molto bene e questo grazie alla forte tradizione eno-gastronomica del territorio. Qui non sarà difficile incontrare vigne e frantoi dove gli appassionati proprietari condividono storie di generazioni e tradizioni secolari.
La tappa golosa si fa nella pittoresca Osteria Al Guerriero, che offre un menù veneto in un locale molto caldo e accogliente, arredato con mobiletti di legno, fra il camino e le mura con i mattoni a vista: fra le specialità non perdete l’ottima insalata di gallina padovana, gli appetitosi bigoli all’anatra e la carta con ottimi vini delle vicine cantine.
Qui non sarà difficile incontrare piccole aziende dove si produce un eccellente olio extra vergine di oliva, come il Frantoio Evo del Borgo o il Frantoio Colli del Poeta.
Fra le chicche non perdete il tipico Brodo di Giuggiole, un liquore ricavato dal succo degli omonimi alberi, qui davvero numerosi e fertili: insieme al brodo ci sono conserve, marmellate e altre delizie tipiche, realizzate dall’Azienda Agricola Scarpon, riportate alla luce da un giovane produttore che vi spiegherà le modalità di preparazione, aneddoti e usi moderni di questi antichi sapori.
Tappa obbligata per l’acquisto di bottiglie-souvenir, che uniscono il buon vino all’estetica delle poetiche etichette che riportano i versi e i ritratti del sommo poeta, è l’azienda vinicola Loreggian, con le sue vigne panoramiche e l’angolo degustazioni, che vi aiuteranno meglio a conoscere gli storici vitigni e la passione della famiglia che da quattro generazioni dedica la sua vita ai frutti delle uve euganee: da non perdete le passeggiate con l’enologa sorridente Lisa e l’appetitoso aperitivo in cantina.
Per dormire non perdete l’occasione di alloggiare immersi fra le vigna e con vista su Arquà Petrarca presso l’Agriturismo Franciscus, dove l’accoglienza è calorosa e la conduzione familiare garantisce le coccole ed esaudisce volentieri le richieste degli ospiti: notte con colazione per due da 70 euro.
Probabilmente il Veneto è una delle regioni d’Italia a più alto tasso di ville storiche e spettacolari da visitare. Una da non perdere si trova in località Valsanzibio, nel territorio di Galzignano Terme (Padova): si tratta di Villa Barbarigo, con il suo maestoso Giardino Monumentale, che da sola vale il viaggio. La splendida villa fu acquistata nel XV secolo dalla famiglia Contarini, per poi passare a quella dei Barbarigo a fine XVI secolo, a cui si deve la realizzazione del famoso giardino che si estende su una superficie di ben 150.000 metri quadrati. L’opera, ideata dall'architetto Luigi Bernini, rappresenta uno degli esempi più significativi di giardino simbolico del Seicento: il suo complesso monumentale costituito da fontane, ruscelli, cascate, scherzi d’acqua e peschiere, evoca una sorta di percorso spirituale, un “viaggio” che indica all’uomo la via verso la purificazione e la salvezza, un’idea rafforzata dalla presenza dell’incredibile labirinto di bossi che si sviluppa per circa un chilometro e mezzo esistente da oltre 400 anni e considerato fra i più antichi al mondo, eletto fra i 20 giardini più significativi d’Europa.
Partendo all’esterno, dal Portale di Diana, dove un tempo le barche potevano accedere mediante la valle di pesca di Santo Eusebio (da cui il nome Valsanzibio), oggi trasformato in un grazioso laghetto, si può ammirare la sontuosa facciata arricchita da statue, fontane e bassorilievi in onore di Diana-Luna, entrati si oltrepassa l’Arco Sileno e si entra nel giardino dove si incontrano la peschiera denominata Bagno di Diana, la Fontana dell’Iride (con i suoi quattro zampilli che ricreano lo spettacolo dell’arcobaleno) e la Peschiera dei Venti, in un colpo d’occhio scenografico. Raggiunta la Fontana della Pila, si accede al Gran Viale lungo il quale sono presenti fontane, statue e giochi d’acqua che conducono verso la scalinata delle Lonze e fino al piazzale principale della Villa, dove sono collocate le otto figure allegoriche e la Fontana dell’Estasi. Lungo il percorso si incontrano anche il labirinto e soprattutto la dolcissima Isola dei Conigli, che piace ai piccoli e simboleggia il superamento dei limiti dell’uomo attraverso la procreazione. Infine il giro si conclude con la Statua del Tempo, che raffigura Kronos con le grandi ali e il cosaedro sulla schiena, che rappresenta lo scorrere delle stagioni e ricorda agli ospiti di vivere l’istante e godere appieno la propria vita. Info e prezzi su Villa Barbarigo.
Qui la natura esplode fra boschi e vigne e questo magnetismo piacque anche a Francesco Petrarca che scelse la zona per far costruire la sua ultima dimora, incorniciata dai verdi Colli Euganei. Si contano oltre 100 rilievi e queste terre votate oggi al vino e alle terme, con scorci naturalistici di indubbia bellezza e angoli ancora nascosti da scoprire e valorizzare hanno molto da offrire.
Per questo itinerario nei dintorni di Arquà Petrarca bastano appena due giorni, ma chi vuole può prolungare il viaggio concedendosi altri giorni di terapie, massaggi, fanghi e pause-detox in uno degli hotel e alberghi di Abano o Montegrotto, con terme e trattamenti di benessere, da secoli considerati un elisir di bellezza e salute.
Visita di Arquà Petrarca, uno dei borghi più belli d’Italia
Oggi è considerato non solo uno dei borghi più belli del Veneto, ma è anche parte dell'associazione dei Borghi più belli d’Italia; arroccato tra i Colli Euganei pare sin dall’Età del Bronzo, Arquà Petrarca vive la sua epoca di splendore nel Medioevo, tempo in cui venne costruito un castello abitato da Rodolfo Normanno, vassallo del marchese d’Este.
Piano piano si inizia a popolare il nucleo abitativo dell’antica Arquada, caratterizzato dalla presenza di due luoghi di culto, la Pieve di S.Maria Assunta, costruita in stile romanico con all’interno alcuni affreschi di scuola veneto-bizantina, davanti alla quale si può vedere la tomba monumentale di Francesco Petrarca, fatta redigere dal genero e velata di misteri, profanazioni e sparizioni: pare che nei secoli l’apertura della tomba per studiare il corpo ne abbia causato la perdita del teschio e la leggenda si intreccia se si pensa che in epoca moderna, al posto della testa del Petrarca sembra essere comparso il cranio di una donna.
Il sagrato attorno al sepolcro è spesso palcoscenico per manifestazioni artistiche, teatrali e musicali e passeggiando si può anche ammirare il panorama in quanto la piazza funge da terrazza sopraelevata. Dopo aver fatto una visita e una preghiera nella Chiesa si può continuare l’itinerario, andando in salita, leggendo i pannelli del Parco Letterario Petrarca e cercando poi l’Oratorio della Santissima Trinità, prediletto per la preghiera dal poeta che amava attraversare la Loggia dei Vicari, vicina alla sua casa, poi inginocchiarsi dentro la cappella di fronte ai suoi affreschi preferiti. Interessante, al centro dell’altare, il polittico di Sant’Agostino, autore delle Confessioni, opera preferita dal Petrarca: la datazione dell’opera fa pensare che il poeta, abbia potuto esserne l’ispiratore o ne possa aver suggerito il soggetto. L’impianto dell’edificio è romanico a un’unica navata con travature scoperte e tetto a capanna e rappresenta per il borgo un sito monumentale di grande interesse storico e culturale.
Caratteristico anche l’alto campanile del XII secolo che ne caratterizza il panorama, più volte rimaneggiato sino al 1928 quando un restauro lo ha riportato alla presunta forma originaria, ricavata dalle stampe del Seicento (l’oratorio è visitabile solo prenotando: tel. 0429 777327).
Negli anni il controllo del borgo passò dal Comune di Padova alla Signoria dei Da Carrara, epoca di distruzione del castello e dell’elevazione a sede Vicaria. Proprio l’acquisizione di questo privilegio favorì l’arrivo nel borgo di Francesco Petrarca, che era uomo di cultura ecclesiastica: il celebre poeta toscano infatti si innamorò del luogo, che probabilmente gli ricordava la terra natale, e terminò la sua vita fra le stanze del suo palazzo fino alla morte nell’anno 1374.
La fama di Arquà da quel momento divenne indissolubilmente legata alla figura del Petrarca, la cui casa e il cui monumento funebre sono ancor oggi meta di pellegrinaggi letterari e visite culturali.
Nel 1405 il dominio passò alla Repubblica di Venezia, portando un lungo periodo di benessere e splendore durante il quale molte famiglie veneziane e padovane, attirate dalla fama del luogo decisero di edificare ad Arquà raffinate residenze estive. Quando nel 1866 il Veneto fu annesso al Regno d’Italia, la città cambiò nome in Arquà Petrarca, onorando il suo più illustre cittadino.
Info ai seguenti siti: Comune di Arquà Petrarca, Colli Euganei e Pagina Facebook Colli Euganei.
Da non perdere il ricco calendario di visite guidate gratuite con guide turistiche che accompagnano i visitatori alla scoperta del territorio. Tutti gli appuntamenti sul sito nella sezione Storia e Territorio Colli Euganei
Inoltre per i ragazzi è in programma il Progetto di Turismo didattico sull’identità rurale, per scoprire le risorse locali con le scuole, i ragazzi e famiglie.
Per chi ha voglia di farsi accompagnare alla scoperta del territorio c’è Lovivo Tour Experience, un giovane tour operator, che si occupa di proporre itinerari nella zona o di cucire piccoli viaggi con accompagnatori, guide e driver a disposizione dei piccoli e grandi gruppi di turisti.
La visita alla Casa di Francesco Petrarca
“Se tu la vedessi, non vorresti più allontanartene”, così Petrarca descriveva la bucolica Arquà, città che il poeta scelse per costruire la sua casa. Entrando nel borgo e passeggiando fra le sue stradine lastricate potrete godere degli scorci e dei messaggi del Parco Letterario Francesco Petrarca e dei Colli Euganei, che ripercorre come in un itinerario verso la casa dello scrittore tutti i luoghi e gli angoli più suggestivi. La “piccola casa, decorosa e nobile”, come la descriveva il proprietario è una piccola villa immersa nel verde e circondata dalle antiche case, un luogo in cui il tempo sembra essersi fermato. Al suo interno si ritrovano quadri, stampe e cimeli, al piano superiore le stanze affrescate nel Cinquecento da un proprietario successivo raccontano simpaticamente aneddoti e momenti allegorici della vita dell’artista. Fra i tesori del piano terra c’è anche la teca con la fedele “gatta”, che può sembrare macabra in quanto mummificata, ma che riporta ironiche iscrizioni, che faranno sorridere i più piccoli. Altre info sul sito dei Parchi Letterari.
I sapori di Arquà Petrarca e l’ospitalità fra i colli
Come vuole la tradizione veneta nel borgo di Arquà Petrarca si beve e mangia molto bene e questo grazie alla forte tradizione eno-gastronomica del territorio. Qui non sarà difficile incontrare vigne e frantoi dove gli appassionati proprietari condividono storie di generazioni e tradizioni secolari.
La tappa golosa si fa nella pittoresca Osteria Al Guerriero, che offre un menù veneto in un locale molto caldo e accogliente, arredato con mobiletti di legno, fra il camino e le mura con i mattoni a vista: fra le specialità non perdete l’ottima insalata di gallina padovana, gli appetitosi bigoli all’anatra e la carta con ottimi vini delle vicine cantine.
Qui non sarà difficile incontrare piccole aziende dove si produce un eccellente olio extra vergine di oliva, come il Frantoio Evo del Borgo o il Frantoio Colli del Poeta.
Fra le chicche non perdete il tipico Brodo di Giuggiole, un liquore ricavato dal succo degli omonimi alberi, qui davvero numerosi e fertili: insieme al brodo ci sono conserve, marmellate e altre delizie tipiche, realizzate dall’Azienda Agricola Scarpon, riportate alla luce da un giovane produttore che vi spiegherà le modalità di preparazione, aneddoti e usi moderni di questi antichi sapori.
Tappa obbligata per l’acquisto di bottiglie-souvenir, che uniscono il buon vino all’estetica delle poetiche etichette che riportano i versi e i ritratti del sommo poeta, è l’azienda vinicola Loreggian, con le sue vigne panoramiche e l’angolo degustazioni, che vi aiuteranno meglio a conoscere gli storici vitigni e la passione della famiglia che da quattro generazioni dedica la sua vita ai frutti delle uve euganee: da non perdete le passeggiate con l’enologa sorridente Lisa e l’appetitoso aperitivo in cantina.
Per dormire non perdete l’occasione di alloggiare immersi fra le vigna e con vista su Arquà Petrarca presso l’Agriturismo Franciscus, dove l’accoglienza è calorosa e la conduzione familiare garantisce le coccole ed esaudisce volentieri le richieste degli ospiti: notte con colazione per due da 70 euro.
Alla scoperta di Villa Barbarigo (Valsanzibio)
Probabilmente il Veneto è una delle regioni d’Italia a più alto tasso di ville storiche e spettacolari da visitare. Una da non perdere si trova in località Valsanzibio, nel territorio di Galzignano Terme (Padova): si tratta di Villa Barbarigo, con il suo maestoso Giardino Monumentale, che da sola vale il viaggio. La splendida villa fu acquistata nel XV secolo dalla famiglia Contarini, per poi passare a quella dei Barbarigo a fine XVI secolo, a cui si deve la realizzazione del famoso giardino che si estende su una superficie di ben 150.000 metri quadrati. L’opera, ideata dall'architetto Luigi Bernini, rappresenta uno degli esempi più significativi di giardino simbolico del Seicento: il suo complesso monumentale costituito da fontane, ruscelli, cascate, scherzi d’acqua e peschiere, evoca una sorta di percorso spirituale, un “viaggio” che indica all’uomo la via verso la purificazione e la salvezza, un’idea rafforzata dalla presenza dell’incredibile labirinto di bossi che si sviluppa per circa un chilometro e mezzo esistente da oltre 400 anni e considerato fra i più antichi al mondo, eletto fra i 20 giardini più significativi d’Europa.
Partendo all’esterno, dal Portale di Diana, dove un tempo le barche potevano accedere mediante la valle di pesca di Santo Eusebio (da cui il nome Valsanzibio), oggi trasformato in un grazioso laghetto, si può ammirare la sontuosa facciata arricchita da statue, fontane e bassorilievi in onore di Diana-Luna, entrati si oltrepassa l’Arco Sileno e si entra nel giardino dove si incontrano la peschiera denominata Bagno di Diana, la Fontana dell’Iride (con i suoi quattro zampilli che ricreano lo spettacolo dell’arcobaleno) e la Peschiera dei Venti, in un colpo d’occhio scenografico. Raggiunta la Fontana della Pila, si accede al Gran Viale lungo il quale sono presenti fontane, statue e giochi d’acqua che conducono verso la scalinata delle Lonze e fino al piazzale principale della Villa, dove sono collocate le otto figure allegoriche e la Fontana dell’Estasi. Lungo il percorso si incontrano anche il labirinto e soprattutto la dolcissima Isola dei Conigli, che piace ai piccoli e simboleggia il superamento dei limiti dell’uomo attraverso la procreazione. Infine il giro si conclude con la Statua del Tempo, che raffigura Kronos con le grandi ali e il cosaedro sulla schiena, che rappresenta lo scorrere delle stagioni e ricorda agli ospiti di vivere l’istante e godere appieno la propria vita. Info e prezzi su Villa Barbarigo.
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