Dolomiti: cosa vedere e cosa fare estate ed inverno
Le Dolomiti sono state definite “le montagne più belle della Terra” - non a caso sono state inserite nel Patrimonio Mondiale dell’UNESCO - e sono infatti meravigliosi giganti di roccia monumentali che si snodano in successione disordinata nelle Alpi Orientali, per più di 90 km da nord a sud e per 100 km da est a ovest.
Se vi state per caso chiedendo in quale regione si trovano le Dolomiti, sappiate che la risposta non è così semplice e immediata: sono infatti ben tre le regioni - Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia - sul cui territorio si ergono fieri gli imponenti massicci montuosi dolomitici. I confini naturali li possiamo trovare nel fiume Rienza e nella Val Pusteria a nord, nei fiumi Isarco e Adige a ovest, nel fiume Brenta a sud e nel fiume Piave a est.
Tuttavia, al di là dei confini geografici entro i quali ci aggiriamo, la meraviglia è il comune denominatore che caratterizza i cosiddetti Monti Pallidi: un ventaglio di colori incredibile incornicia ovunque il paesaggio, reso particolarmente suggestivo dal potente contrasto tra le linee sinuose delle morbide valli e le pareti verticali dei rilievi, nude e spoglie, che si alzano puntute ed irregolari; pensate che lo scenario è talmente incantevole da essere stato preso come archetipo assoluto, come modello ideale di montagna, quasi a dire che tutte le altre, per quanto magnifiche e imponenti siano, non riescono ad avere il medesimo fascino.
Vi ho fatto venire l’acquolina in bocca, vero? Bene. Se siete alla ricerca di consigli su dove andare in vacanza in montagna d’estate o, più in generale, su cosa fare e cosa vedere sulle Dolomiti in qualsiasi stagione dell’anno, leggete con attenzione questa guida nella quale ho raccolto consigli, suggerimenti e curiosità, al fine di aiutarvi ad organizzare al meglio le vostre vacanze sulle Dolomiti.
Come sono nate le Dolomiti? È, infatti, proprio la loro storia geologica che permette di comprendere la particolarità dello scenario che ha conquistato i cultori di tutti il mondo. Si parte da molto lontano, ossia da quando, circa 280 milioni di anni fa, secolo più secolo meno, da queste parti vi era un grande mare caldo che, con calma pachidermica, depositava grandi quantità di sedimenti di magnesio e di calcio sul suo fondale e vedeva proliferare coralli di ogni foggia e dimensione; è, però, solo alla fine del Cretacico - a spanne tra 75 e 50 milioni di anni fa - che, a causa dello scontro tra Africa ed Europa, si sono formate le Alpi e con esse le Dolomiti.
Ma perchè si chiamano Dolomiti? Queste montagne si contraddistinguono dalle altre Alpi proprio per la particolare roccia da cui sono formate: la dolomia - termine che deriva dal geologo francese Déodat de Dolomieu - che spiega con efficacia del perché si chiamano Dolomiti, risultato della mineralizzazione con abbondanza di magnesio e calcio dei sedimenti ricchi di organismi marini, quali alghe, conchiglie e coralli, che abbondavano nel mare originario.
Tutto ciò fa sì che le Dolomiti possano essere considerate a tutti gli effetti un vero e proprio arcipelago fossile, caratteristica che le rende così particolari e uniche; la dolomia, infatti, dona alle montagne quel colore bianco-grigiastro che le fa risplendere sotto i raggi del sole - da cui l’appellativo Monti Pallidi - e i fossili marini che fanno ormai parte del tessuto litico dei rilievi sono i responsabili della colorazione rosa/rossastra che le rocce assumono quando il sole sorge o cala, fenomeno noto con il nome di enrosadira, che spiega perché le Dolomiti sono rosa.
Sono ben 15 i massicci montuosi che fanno parte del sistema dolomitico, ma solo 9 di essi, i più significativi sotto il profilo geologico e storico-paesaggistico, il 26 giugno 2009 sono stati iscritti nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità, con il fine di conservarne e tutelarne il territorio, le tradizioni e la potenzialità turistica.
Separati tra di loro da valli, fiumi e passi appenninici, ogni sistema montuoso che andremo a visitare rappresenta un’isola unica nel suo genere che conserva le sue peculiarità, anche se condivide con le altre ‘isole’ di questo arcipelago litico le caratteristiche principali cui ho accennato nel paragrafo precedente.
Questo mi permette di affermare che, nonostante siano ben cinque i comuni fortunati - Belluno, Trento, Bolzano, Pordenone e Udine - che ospitano le nostre cattedrali di pietra, le Dolomiti appartengono a tutto il genere umano che ha, però, l’onore e l’onere di preservarle e consegnarle intatte alle generazioni future.
Vediamo insieme quali sono i nove gruppi montuosi Patrimonio UNESCO, le montagne che tutto il mondo ci invidia, per capire dove si trovano e quali sono le vette più rinomate, in modo che abbiate a disposizione una piccola guida se siete alla ricerca di dove andare a sciare sulle Dolomiti in inverno o di cosa vedere sulle Dolomiti in estate.
Il Pelmo - Croda da Lago è il primo sistema dolomitico ed è l’unico a ricadere totalmente in territorio bellunese. Composto dal Massiccio del Pelmo (3.168 metri), uno dei più celebrati delle Dolomiti intere, affettuosamente chiamato il Caregon del Padreterno - il trono del Padreterno - per la particolare conformazione a sedile, sul quale pare che Dio in persona si sia seduto per riposare dopo aver creato le Dolomiti, e dal gruppo composto da Croda da Lago (2.701 metri), dal Monte Formin (2.657 metri) e dal Monte Cernera (2.664 metri) che propone paesaggi vertiginosi e importanti testimonianze fossili marini di grande spettacolarità.
Escursione consigliata: giro della Croda di Lago. Giro ad anello con partenza e arrivo al Ponte di Rucurto, attraverso il sentiero numero 437 e sosta al Rifugio Croda di Lago.
Ci spostiamo poco più a ovest per incontrare la Marmolada, conosciuta anche con l’appellativo di “Regina delle Dolomiti”, è un sistema montuoso che si estende tra le province di Trento e Belluno e ospita non solo i ghiacciai più estesi di tutte le Dolomiti ma anche le cime più alte, tra cui merita una menzione speciale Punta Penia, con i suoi 3.343 metri in assoluto la più alta, per gli scenari mozzafiato che propone.
Punta Rocca, Punta Serauta e il Grande e il Piccolo Vernel, tutte cime che superano in scioltezza i 3.000 metri di altezza, fanno compagnia a Punta Penia nella parte più settentrionale del gruppo montuoso, mentre le Cime di Ombretta, il Sasso Vernale e il Sasso di Valfredda, che i 3.000 metri si accontentano solo di sfiorarli o di superarli di poco, costellano la parte più a sud.
Di particolare suggestione è la particolare conformazione della Marmolada che si presenta con declivi dolci, verdeggianti e accoglienti nella parte più bassa ma si erge spaventosa e spoglia nella parte più alta, regalando bianchissimi dirupi mozzafiato.
Escursione consigliata: salita della parete nord-est fino alla Forcella Marmolada. Partenza e arrivo dal Passo Fedaia: si copre un dislivello di 1.300 metri, si arriva al ghiacciaio e si ridiscende attraverso la via ferrata. Rifugio di riferimento: Capanna Punta Penia.
Il terzo sistema dolomitico UNESCO si trova a sud dei primi due ed è uno dei più vasti, con i suoi 31.666 ettari di estensione.
Siamo sempre a cavallo del territorio provinciale di Trento e Belluno e partendo dai rilievi più orientali troviamo un primo gruppo montuoso formato da le Pale di San Martino, con la Cima della Vezzana (3.192 metri), il Cimon della Pala (3.184 metri), lo spettacolare Altopiano Lunare che si apre al di là delle creste più alte, e le Pale di San Lucano, con il Monte Agner (2.872 metri), ai piedi del quale si trova Falcade, una delle più rinomate località sciistiche venete.
Proseguendo verso ovest si trova il secondo arcipelago montuoso del sistema, con i gruppi della Civetta (3.220 metri) e della Moiazza, con le sue due Torri che superano i 2.800 metri, nella parte più settentrionale e i Monti del Sole e le Vette Feltrine che si allungano verso sud-est e ospitano le cime meno imponenti, come il Monte Pavione (2.335 metri) e il Piz del Mezzodì (2.240 metri).
La vastità del territorio regala scenari e paesaggi di diversa ma pur sempre magica suggestione, tanto che si è sentita la necessità di tutelare il territorio dando vita a due Aree Naturali Protette: il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi e il Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino.
Escursione consigliata: da San Martino di Castrozza al Ghiacciaio Fradusta. Escursione facile, con prima parte in cabinovia/funivia, fino a Cima Rosetta, dove si trova il Rifugio Rosetta, e parte finale tra i sassi dell’altopiano, seguendo le indicazioni del Segnavia CAI 707, fino al lago glaciale.
Anche le montagne del quarto gruppo montuoso, distribuite tra le province di Pordenone, Udine e, in minima parte, di Belluno, sono caratterizzate da territori di notevole pregio che meritano tutela, garantita dai confini, istituiti nell’ormai lontano 1996, del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, all’interno del quale, pensate un po’, non vi è sistema viario stradale. Siamo, infatti, nella parte più selvaggia del patrimonio dolomitico, quella caratterizzata da un basso livello di antropizzazione, meta ideale, quindi, per chi fra di voi ha il cuore più wild.
Tra le vette più importanti vi ricordo il Cridola (2.581 metri), alle cui pendici troviamo Forni di Sopra, una delle località sciistiche più importanti del Friuli-Venezia Giulia, Cima Monfalcon (2.548 metri), il suggestivo Campanile di Val Montanaia (2.173 metri) e la Cima Preti (2.706 metri), autorevoli custodi di panorami mozzafiato.
Escursione consigliata: traversata della Val Cimoliana. Partenza da Cimolais e arrivo a Forni di Sopra seguendo le indicazioni del Segnavia CAI 361. Rifugi di riferimento: Rifugio Pordenone, Casera Val Binon, il più alto in quota, e il Rifugio Giaf.
Il più vasto dei sistemi dolomitici UNESCO è il quinto, che, con i suoi 53.586 ettari compresi tra le province di Belluno e di Bolzano, custodisce alcune tra le cime più rinomate di tutte le Dolomiti, come le Tre Cime di Lavaredo, tre gigantesche dita di roccia che puntano verso il cielo, il Monte Cristallo (3.221 metri), parte integrante dello scenografico skyline di Cortina d’Ampezzo, le Tre Tofane, le tre imponenti vette che superano i 3.200 metri, Punta Sorapiss, che con “il Dito di Dio” arriva a toccare i 3.205 metri di altezza, e il Monte Antelao, la seconda cima più alta delle Dolomiti.
Sono ben tre i Parchi Naturali che tutelano questi territori: Il Parco Naturale Fanes-Senes-Braies, in provincia di Bolzano, istituito nel 1980, caratterizzato da morbidi altopiani e verdeggianti pascoli punteggiati da numerose malghe, il Parco Naturale Tre Cime, che prende ovviamente il nome dalle Tre Cime di Lavaredo, area di rilevanza naturalistica sia per il patrimonio geologico che conserva e sia per l’habitat naturale che ospita uccelli come l’Aquila Reale e la Pernice Bianca, e Il Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo, istituito nel 1990 e ubicato nel comune di Cortina d’Ampezzo, anch’esso scrigno prezioso di un patrimonio geologico, faunistico e floristico di rara bellezza.
Escursione consigliata: giro alle Tre Cime di Lavaredo. Partenza da Dobbiaco e arrivo sulle Tre Cime. Possibilità di arrivare in macchina fino al Lago di Misurina e al Rifugio Auronzo, da cui poi si parte per seguire il Sentiero 101, per arrivare prima al Rifugio Lavaredo e alla Forcella Lavaredo poi.
Interamente ubicato nel territorio altoatesino è il Sistema di Puez-Odle, anch’esso ricompreso nei confini del un Parco Naturale omonimo, altrimenti detto il "libro di storia della Terra", per il patrimonio geologico millenario che conserva, istituito nel 1978 e delimitato dalla Val Gardena a sud, dalla Val di Funes a nord e dalla Val Badia ad est.
Qui si trovano alcune delle più rinomate stazioni sciistiche del Trentino Alto Adige, ambite mete dagli appassionati di sport invernali provenienti da tutta Europa, come Santa Cristina in Val Gardena, Santa Magdalena, Ortisei e Badia, tanto per fare qualche importante esempio.
Le cime più note di questo gruppo montuoso sono il Col de Puez (2.725 metri), il simpaticissimo Col de la Sonè (2.633 metri), che, visto da lontano, sembra un enorme montagna di sabbia, il Sass de Putia (2.875 metri) e il Sass Rigais, che con i suoi 3.025 metri è la vetta più alta del sistema.
Escursione consigliata: al Lago Crespëina. Partenza e arrivo alla cabinovia per il Rifugio Pradat, percorso lungo i sentieri numero 4 e numero 2 fino al lago e ridiscesa lungo la stessa via.
Spostandoci leggermente più a sud troviamo il terzultimo gruppo montuoso che si snoda tra le province di Bolzano e Trento, formato da due Massicci, quello dello Sciliar e quello del Latemar, uniti tra di loro dal Catinaccio, una cresta scoscesa e a tratti spaventosa che vanta cime di spettacolare suggestione.
Il primo massiccio, compreso tra la Val Gardena e la Valle d’Isarco, è un vero e proprio emblema del Trentino Alto Adige, con quel suo buffo aspetto di enorme “panettone”: il tetto dello Sciliar, infatti, è pianeggiante, fatta eccezione per le due Punte, la Santner e l’Euringer, e propone paesaggi mozzafiato.
Il Catinaccio, invece, è stretto e lungo ed è anche noto per essere no dei rilievi montuosi dolomitici sulle cui pendici il fenomeno dell’enrosadira dà il meglio di sé; tra le vette che rappresentano una meta imperdibile si trovano sicuramente la Croda dei Cirmei, un picco di dolomia che arriva fino ai 2.900 metri di altezza, e le spettacolari Torri del Vajolet, sette guglie rocciose che svettano proprio nel centro della catena montuosa.
Chiudiamo il trittico con il Massiccio del Latemar, comodamente adagiato tra la Val di Fassa e la Val di Fiemme, imperioso massiccio che presenta guglie calcaree impressionanti, tra cui vale la pena citare i Campanili del Latemar (2.842 metri), lo Schenon (2.791 metri) e il Molignon (2.820 metri).
Ovviamente anche tutto questo ben di Dio è tutelato grazie all’istituzione del Parco Naturale Sciliar-Catinaccio, un paradiso in terra puntellato di laghetti cristallini, boschi e caratteristiche malghe ed abitato da esemplari di camoscio, di aquila reale e di gallo cedrone.
Escursione consigliata: al Rifugio Tschafon. Da San Sebastiano a Tires fino alla Cima Völsegg.
Il Bletterbach, penultimo sistema dolomitico UNESCO ubicato interamente nella provincia di Bolzano, con i suoi 271 ettari di estensione è il più piccolo di tutti, ma è indubbiamente uno dei più suggestivi.
Si tratta, infatti, di un vero e proprio canyon inciso nei millenni dal torrente omonimo che si è incuneato fino a 400 metri di profondità tra gli strati di roccia del Corno Bianco (2.317 metri), diventando un museo a cielo aperto che conserva la storia geologica di tutta l’area dolomitica.
Escursione consigliata: il modo migliore per visitare la gola è quello di affidarsi a una delle tante escursioni guidate organizzate dal Geoparc Bletterbach, durante le quali potrete ammirare i resti fossili - piante, molluschi e orme di antichi predatori - e le numerose stratificazioni rocciose che raccontano gli ultimi 40 milioni di vita del nostro meraviglioso pianeta Terra.
Terminiamo il nostro excursus con l’ultimo dei gruppi montuosi riconosciuti dalla World Heritage List: le Dolomiti di Brenta.
Dove si trovano esattamente? Situate nel territorio provinciale di Trento, sono le più occidentali, oltre la Val d'Adige, adagiate tra la Val di Sole, la Val di Non e la Val Rendena, e si contraddistinguono da tutte le altre anche per la morfologia, imponente e massiccia, anche se le guglie di roccia modellate dal vento e dagli agenti atmosferici non mancano.
Numerose le vette che superano i 3.000 metri di altezza, tra le quali meritano di essere ricordate la Cima Tosa (3.173 metri), la Cima Brenta (3.151 metri) e la Cima Ambiez (3.102)
Da aggiungere, prima di concludere, che le Dolomiti del Brenta sono sicuramente amatissime dagli alpinisti e dagli appassionati di trekking d’alta quota, ma si rivelano ideali anche per chi è alla ricerca di cosa vedere in Trentino Alto Adige in estate grazie alla ricca offerta turistica e alle numerose strutture ricettive.
Poteva mancare l’istituzione di un Parco Naturale a tutela di cotanta bellezza? Certo che no, of course. Istituito nel 1988, il Parco Naturale Adamello Brenta è la più vasta area protetta del Trentino, con i suoi oltre 62.000 ettari di estensione, e ospita numerosi laghi alpini ed esemplari floristici e faunistici di grande interesse, tra i quali non posso non raccontarvi della comunità di Orsi Bruni che vive nei boschi di queste montagne.
Escursione consigliata: percorso ad anello intorno al Massiccio del Brenta. Trekking di 2/3 giorni, a seconda dei gradi di difficoltà, con partenza da Molveno e punti di appoggio nel Rifugio Croz dell’Altissimo (1.480 metri), nel Rifugio Pedrotti-Tosa (2.491 metri) e nel Rifugio Brentei (2.182 metri).
C’è un vecchio e simpatico detto che dice che sulle Dolomiti “manca solo il mare”, proprio per sottolineare le numerose possibilità di godersi i Monti Pallidi in ogni stagione dell’anno.
Abbiamo visto che gli appassionati di neve, di sport invernali e di trekking spericolato hanno solo l’imbarazzo della scelta, tra vie ferrate, piste da sci di ogni colore e livello di difficoltà, i numerosi rifugi da cui partire per conquistare le vette più alte e impenetrabili e i percorsi per i bikers a due ruote che si inerpicano su strade panoramiche, tra gole di roccia e brulli altipiani.
Non tutti, però, hanno voglia di arrampicarsi su pareti rocciose a picco nel vuoto o di coprire dislivelli epici in poche ore. Se appartenete anche voi a questa categoria di turisti, non vi allarmate, perché sulle Dolomiti c’è veramente posto per tutti e quasi infinite sono le possibilità per chi preferisce fare una vacanza più rilassante e meno impegnativa sotto il profilo muscolare.
Apericene chic, movida, serate danzanti, manifestazioni culturali, eventi mondani, serate romantiche, degustazioni tipiche e tanto altro ancora...c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Tra le indiscutibili perle delle Dolomiti troviamo, infatti, nomi della caratura di Cortina d’Ampezzo, nel cuore delle Dolomiti Settentrionali, star internazionale che riesce a soddisfare anche il turista più esigente, Ortisei, ubicata nel sistema Puez-Odle, imperdibile meta per i malati di shopping e di artigianato locale, Vigo di Fassa, da cui parte la funivia che porta in pochi minuti alla meravigliosa terrazza panoramica naturale con vista in 3d sulle creste del Catinaccio e su buona parte delle Dolomiti, Madonna di Campiglio e Folgarida, gioielli delle Dolomiti del Brenta, capitale della mondanità e del relax a cinque stelle la prima, più intima ed accogliente la seconda.
Non solo le migliori località sciistiche italiane, però, perché una vacanza sulle Dolomiti è ideale anche per gli appassionati d’arte e cultura. Non sono pochi, infatti, i borghi medievali, tra i più belli di tutto lo Stivale, che meritano una vostra attenta occhiata.
Il Trentino-Alto Adige, ad esempio, ci propone Chiusa, antica dogana medievale e capitale del Romanticismo, quando tutti gli artisti europei qui si riunivano per scrivere, dipingere, comporre e corteggiare le belle figlie dell’oste che gestiva l’antica Locanda Lampl, e Castelrotto, altro gioiello annoverato tra i borghi più belli del Trentino Alto Adige, che con il suo imponente campanile, alto ben 88 metri, le case antiche e affrescate, le pittoresche locande in cui mangiare un piatto di Canederli accompagnato, magari, da un Tortel di Patate con Confettura di Mirtilli Rossi, saprà conquistare cuori e palati.
Se avete, invece, organizzato una gita sulle Dolomiti bellunesi, potrete sbirciare tra le strette stradine di Sottoguda, piccolo borgo-presepe, tra i più belli del Veneto, situato ai piedi della Marmolada che sembra rimasto scolpito nel tempo, con quei suoi antichi fienili in legno perfettamente conservati.
Potete anche addentrarvi tra i vicoli di Mel e ammirare gli antichi palazzi nobiliari e le ricchezze architettoniche che evocano i fasti della cittadina, appartenuta alla Serenissima Signoria di Venezia, senza dimenticare di fermarvi in una delle pittoresche locande cittadine ad assaggiare un piatto di casunziei alla barbabietola o di polenta con schiz, il tipico formaggio di malga bellunese, con “sgnapa” alla genziana a chiudere il pasto e a favorire una sana e sicura digestione.
Sulle Dolomiti più orientali, infine, imperdibile una visita a Forni di Sopra, piccolo e antichissimo capolavoro architettonico, uno dei borghi più belli del Friuli Venezia Giulia, con le sue abitazioni rurali in pietra e legno e la quattrocentesca Chiesa di San Floriano, e a Poffabro, in Val Còlvera, incantevole in tutte le stagioni dell’anno ma particolarmente magico nel periodo natalizio, quando si trasforma in un presepe a cielo aperto, grazie all’allestimento di numerosi presepi illuminati all’interno delle caratteristiche corti in pietra durante la ormai celebre manifestazione annuale, tra gli eventi del Friuli Venezia Giulia uno dei più suggestivi: “Poffabro, il presepe tra i presepi”.
Frico con la patate, gustoso tortino a basa di patate e montasio, il formaggio simbolo delle malghe friulane, cjarsons, squisiti ravioli con mela, fichi e cannella, e brovada e muset, il piatto tipico della tradizione culinaria locale a base di muso di maiale e rape messe a macerare nelle vinacce, per dare soddisfazione anche alle vostre papille gustative, con obbligatorio accompagno di qualche calice di vino friulano, ché, si sa, sulle Dolomiti gli astemi non sono visti di buon occhio.
Se vi state per caso chiedendo in quale regione si trovano le Dolomiti, sappiate che la risposta non è così semplice e immediata: sono infatti ben tre le regioni - Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia - sul cui territorio si ergono fieri gli imponenti massicci montuosi dolomitici. I confini naturali li possiamo trovare nel fiume Rienza e nella Val Pusteria a nord, nei fiumi Isarco e Adige a ovest, nel fiume Brenta a sud e nel fiume Piave a est.
Tuttavia, al di là dei confini geografici entro i quali ci aggiriamo, la meraviglia è il comune denominatore che caratterizza i cosiddetti Monti Pallidi: un ventaglio di colori incredibile incornicia ovunque il paesaggio, reso particolarmente suggestivo dal potente contrasto tra le linee sinuose delle morbide valli e le pareti verticali dei rilievi, nude e spoglie, che si alzano puntute ed irregolari; pensate che lo scenario è talmente incantevole da essere stato preso come archetipo assoluto, come modello ideale di montagna, quasi a dire che tutte le altre, per quanto magnifiche e imponenti siano, non riescono ad avere il medesimo fascino.
Vi ho fatto venire l’acquolina in bocca, vero? Bene. Se siete alla ricerca di consigli su dove andare in vacanza in montagna d’estate o, più in generale, su cosa fare e cosa vedere sulle Dolomiti in qualsiasi stagione dell’anno, leggete con attenzione questa guida nella quale ho raccolto consigli, suggerimenti e curiosità, al fine di aiutarvi ad organizzare al meglio le vostre vacanze sulle Dolomiti.
Le Dolomiti: storia e geologia
Come sono nate le Dolomiti? È, infatti, proprio la loro storia geologica che permette di comprendere la particolarità dello scenario che ha conquistato i cultori di tutti il mondo. Si parte da molto lontano, ossia da quando, circa 280 milioni di anni fa, secolo più secolo meno, da queste parti vi era un grande mare caldo che, con calma pachidermica, depositava grandi quantità di sedimenti di magnesio e di calcio sul suo fondale e vedeva proliferare coralli di ogni foggia e dimensione; è, però, solo alla fine del Cretacico - a spanne tra 75 e 50 milioni di anni fa - che, a causa dello scontro tra Africa ed Europa, si sono formate le Alpi e con esse le Dolomiti.
Ma perchè si chiamano Dolomiti? Queste montagne si contraddistinguono dalle altre Alpi proprio per la particolare roccia da cui sono formate: la dolomia - termine che deriva dal geologo francese Déodat de Dolomieu - che spiega con efficacia del perché si chiamano Dolomiti, risultato della mineralizzazione con abbondanza di magnesio e calcio dei sedimenti ricchi di organismi marini, quali alghe, conchiglie e coralli, che abbondavano nel mare originario.
Tutto ciò fa sì che le Dolomiti possano essere considerate a tutti gli effetti un vero e proprio arcipelago fossile, caratteristica che le rende così particolari e uniche; la dolomia, infatti, dona alle montagne quel colore bianco-grigiastro che le fa risplendere sotto i raggi del sole - da cui l’appellativo Monti Pallidi - e i fossili marini che fanno ormai parte del tessuto litico dei rilievi sono i responsabili della colorazione rosa/rossastra che le rocce assumono quando il sole sorge o cala, fenomeno noto con il nome di enrosadira, che spiega perché le Dolomiti sono rosa.
Le Dolomiti: Patrimonio Mondiale dell’Umanità
Sono ben 15 i massicci montuosi che fanno parte del sistema dolomitico, ma solo 9 di essi, i più significativi sotto il profilo geologico e storico-paesaggistico, il 26 giugno 2009 sono stati iscritti nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità, con il fine di conservarne e tutelarne il territorio, le tradizioni e la potenzialità turistica.
Separati tra di loro da valli, fiumi e passi appenninici, ogni sistema montuoso che andremo a visitare rappresenta un’isola unica nel suo genere che conserva le sue peculiarità, anche se condivide con le altre ‘isole’ di questo arcipelago litico le caratteristiche principali cui ho accennato nel paragrafo precedente.
Questo mi permette di affermare che, nonostante siano ben cinque i comuni fortunati - Belluno, Trento, Bolzano, Pordenone e Udine - che ospitano le nostre cattedrali di pietra, le Dolomiti appartengono a tutto il genere umano che ha, però, l’onore e l’onere di preservarle e consegnarle intatte alle generazioni future.
Vediamo insieme quali sono i nove gruppi montuosi Patrimonio UNESCO, le montagne che tutto il mondo ci invidia, per capire dove si trovano e quali sono le vette più rinomate, in modo che abbiate a disposizione una piccola guida se siete alla ricerca di dove andare a sciare sulle Dolomiti in inverno o di cosa vedere sulle Dolomiti in estate.
1. Pelmo - Croda da Lago
Il Pelmo - Croda da Lago è il primo sistema dolomitico ed è l’unico a ricadere totalmente in territorio bellunese. Composto dal Massiccio del Pelmo (3.168 metri), uno dei più celebrati delle Dolomiti intere, affettuosamente chiamato il Caregon del Padreterno - il trono del Padreterno - per la particolare conformazione a sedile, sul quale pare che Dio in persona si sia seduto per riposare dopo aver creato le Dolomiti, e dal gruppo composto da Croda da Lago (2.701 metri), dal Monte Formin (2.657 metri) e dal Monte Cernera (2.664 metri) che propone paesaggi vertiginosi e importanti testimonianze fossili marini di grande spettacolarità.
Escursione consigliata: giro della Croda di Lago. Giro ad anello con partenza e arrivo al Ponte di Rucurto, attraverso il sentiero numero 437 e sosta al Rifugio Croda di Lago.
2. Marmolada
Ci spostiamo poco più a ovest per incontrare la Marmolada, conosciuta anche con l’appellativo di “Regina delle Dolomiti”, è un sistema montuoso che si estende tra le province di Trento e Belluno e ospita non solo i ghiacciai più estesi di tutte le Dolomiti ma anche le cime più alte, tra cui merita una menzione speciale Punta Penia, con i suoi 3.343 metri in assoluto la più alta, per gli scenari mozzafiato che propone.
Punta Rocca, Punta Serauta e il Grande e il Piccolo Vernel, tutte cime che superano in scioltezza i 3.000 metri di altezza, fanno compagnia a Punta Penia nella parte più settentrionale del gruppo montuoso, mentre le Cime di Ombretta, il Sasso Vernale e il Sasso di Valfredda, che i 3.000 metri si accontentano solo di sfiorarli o di superarli di poco, costellano la parte più a sud.
Di particolare suggestione è la particolare conformazione della Marmolada che si presenta con declivi dolci, verdeggianti e accoglienti nella parte più bassa ma si erge spaventosa e spoglia nella parte più alta, regalando bianchissimi dirupi mozzafiato.
Escursione consigliata: salita della parete nord-est fino alla Forcella Marmolada. Partenza e arrivo dal Passo Fedaia: si copre un dislivello di 1.300 metri, si arriva al ghiacciaio e si ridiscende attraverso la via ferrata. Rifugio di riferimento: Capanna Punta Penia.
3. Pale di San Martino, San Lucano, Dolomiti Bellunesi, Vette Feltrine
Il terzo sistema dolomitico UNESCO si trova a sud dei primi due ed è uno dei più vasti, con i suoi 31.666 ettari di estensione.
Siamo sempre a cavallo del territorio provinciale di Trento e Belluno e partendo dai rilievi più orientali troviamo un primo gruppo montuoso formato da le Pale di San Martino, con la Cima della Vezzana (3.192 metri), il Cimon della Pala (3.184 metri), lo spettacolare Altopiano Lunare che si apre al di là delle creste più alte, e le Pale di San Lucano, con il Monte Agner (2.872 metri), ai piedi del quale si trova Falcade, una delle più rinomate località sciistiche venete.
Proseguendo verso ovest si trova il secondo arcipelago montuoso del sistema, con i gruppi della Civetta (3.220 metri) e della Moiazza, con le sue due Torri che superano i 2.800 metri, nella parte più settentrionale e i Monti del Sole e le Vette Feltrine che si allungano verso sud-est e ospitano le cime meno imponenti, come il Monte Pavione (2.335 metri) e il Piz del Mezzodì (2.240 metri).
La vastità del territorio regala scenari e paesaggi di diversa ma pur sempre magica suggestione, tanto che si è sentita la necessità di tutelare il territorio dando vita a due Aree Naturali Protette: il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi e il Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino.
Escursione consigliata: da San Martino di Castrozza al Ghiacciaio Fradusta. Escursione facile, con prima parte in cabinovia/funivia, fino a Cima Rosetta, dove si trova il Rifugio Rosetta, e parte finale tra i sassi dell’altopiano, seguendo le indicazioni del Segnavia CAI 707, fino al lago glaciale.
4. Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave
Anche le montagne del quarto gruppo montuoso, distribuite tra le province di Pordenone, Udine e, in minima parte, di Belluno, sono caratterizzate da territori di notevole pregio che meritano tutela, garantita dai confini, istituiti nell’ormai lontano 1996, del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, all’interno del quale, pensate un po’, non vi è sistema viario stradale. Siamo, infatti, nella parte più selvaggia del patrimonio dolomitico, quella caratterizzata da un basso livello di antropizzazione, meta ideale, quindi, per chi fra di voi ha il cuore più wild.
Tra le vette più importanti vi ricordo il Cridola (2.581 metri), alle cui pendici troviamo Forni di Sopra, una delle località sciistiche più importanti del Friuli-Venezia Giulia, Cima Monfalcon (2.548 metri), il suggestivo Campanile di Val Montanaia (2.173 metri) e la Cima Preti (2.706 metri), autorevoli custodi di panorami mozzafiato.
Escursione consigliata: traversata della Val Cimoliana. Partenza da Cimolais e arrivo a Forni di Sopra seguendo le indicazioni del Segnavia CAI 361. Rifugi di riferimento: Rifugio Pordenone, Casera Val Binon, il più alto in quota, e il Rifugio Giaf.
5. Dolomiti Settentrionali
Il più vasto dei sistemi dolomitici UNESCO è il quinto, che, con i suoi 53.586 ettari compresi tra le province di Belluno e di Bolzano, custodisce alcune tra le cime più rinomate di tutte le Dolomiti, come le Tre Cime di Lavaredo, tre gigantesche dita di roccia che puntano verso il cielo, il Monte Cristallo (3.221 metri), parte integrante dello scenografico skyline di Cortina d’Ampezzo, le Tre Tofane, le tre imponenti vette che superano i 3.200 metri, Punta Sorapiss, che con “il Dito di Dio” arriva a toccare i 3.205 metri di altezza, e il Monte Antelao, la seconda cima più alta delle Dolomiti.
Sono ben tre i Parchi Naturali che tutelano questi territori: Il Parco Naturale Fanes-Senes-Braies, in provincia di Bolzano, istituito nel 1980, caratterizzato da morbidi altopiani e verdeggianti pascoli punteggiati da numerose malghe, il Parco Naturale Tre Cime, che prende ovviamente il nome dalle Tre Cime di Lavaredo, area di rilevanza naturalistica sia per il patrimonio geologico che conserva e sia per l’habitat naturale che ospita uccelli come l’Aquila Reale e la Pernice Bianca, e Il Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo, istituito nel 1990 e ubicato nel comune di Cortina d’Ampezzo, anch’esso scrigno prezioso di un patrimonio geologico, faunistico e floristico di rara bellezza.
Escursione consigliata: giro alle Tre Cime di Lavaredo. Partenza da Dobbiaco e arrivo sulle Tre Cime. Possibilità di arrivare in macchina fino al Lago di Misurina e al Rifugio Auronzo, da cui poi si parte per seguire il Sentiero 101, per arrivare prima al Rifugio Lavaredo e alla Forcella Lavaredo poi.
6. Puez-Odle
Interamente ubicato nel territorio altoatesino è il Sistema di Puez-Odle, anch’esso ricompreso nei confini del un Parco Naturale omonimo, altrimenti detto il "libro di storia della Terra", per il patrimonio geologico millenario che conserva, istituito nel 1978 e delimitato dalla Val Gardena a sud, dalla Val di Funes a nord e dalla Val Badia ad est.
Qui si trovano alcune delle più rinomate stazioni sciistiche del Trentino Alto Adige, ambite mete dagli appassionati di sport invernali provenienti da tutta Europa, come Santa Cristina in Val Gardena, Santa Magdalena, Ortisei e Badia, tanto per fare qualche importante esempio.
Le cime più note di questo gruppo montuoso sono il Col de Puez (2.725 metri), il simpaticissimo Col de la Sonè (2.633 metri), che, visto da lontano, sembra un enorme montagna di sabbia, il Sass de Putia (2.875 metri) e il Sass Rigais, che con i suoi 3.025 metri è la vetta più alta del sistema.
Escursione consigliata: al Lago Crespëina. Partenza e arrivo alla cabinovia per il Rifugio Pradat, percorso lungo i sentieri numero 4 e numero 2 fino al lago e ridiscesa lungo la stessa via.
7. Sciliar, Catinaccio e Latemar
Spostandoci leggermente più a sud troviamo il terzultimo gruppo montuoso che si snoda tra le province di Bolzano e Trento, formato da due Massicci, quello dello Sciliar e quello del Latemar, uniti tra di loro dal Catinaccio, una cresta scoscesa e a tratti spaventosa che vanta cime di spettacolare suggestione.
Il primo massiccio, compreso tra la Val Gardena e la Valle d’Isarco, è un vero e proprio emblema del Trentino Alto Adige, con quel suo buffo aspetto di enorme “panettone”: il tetto dello Sciliar, infatti, è pianeggiante, fatta eccezione per le due Punte, la Santner e l’Euringer, e propone paesaggi mozzafiato.
Il Catinaccio, invece, è stretto e lungo ed è anche noto per essere no dei rilievi montuosi dolomitici sulle cui pendici il fenomeno dell’enrosadira dà il meglio di sé; tra le vette che rappresentano una meta imperdibile si trovano sicuramente la Croda dei Cirmei, un picco di dolomia che arriva fino ai 2.900 metri di altezza, e le spettacolari Torri del Vajolet, sette guglie rocciose che svettano proprio nel centro della catena montuosa.
Chiudiamo il trittico con il Massiccio del Latemar, comodamente adagiato tra la Val di Fassa e la Val di Fiemme, imperioso massiccio che presenta guglie calcaree impressionanti, tra cui vale la pena citare i Campanili del Latemar (2.842 metri), lo Schenon (2.791 metri) e il Molignon (2.820 metri).
Ovviamente anche tutto questo ben di Dio è tutelato grazie all’istituzione del Parco Naturale Sciliar-Catinaccio, un paradiso in terra puntellato di laghetti cristallini, boschi e caratteristiche malghe ed abitato da esemplari di camoscio, di aquila reale e di gallo cedrone.
Escursione consigliata: al Rifugio Tschafon. Da San Sebastiano a Tires fino alla Cima Völsegg.
8. Bletterbach
Il Bletterbach, penultimo sistema dolomitico UNESCO ubicato interamente nella provincia di Bolzano, con i suoi 271 ettari di estensione è il più piccolo di tutti, ma è indubbiamente uno dei più suggestivi.
Si tratta, infatti, di un vero e proprio canyon inciso nei millenni dal torrente omonimo che si è incuneato fino a 400 metri di profondità tra gli strati di roccia del Corno Bianco (2.317 metri), diventando un museo a cielo aperto che conserva la storia geologica di tutta l’area dolomitica.
Escursione consigliata: il modo migliore per visitare la gola è quello di affidarsi a una delle tante escursioni guidate organizzate dal Geoparc Bletterbach, durante le quali potrete ammirare i resti fossili - piante, molluschi e orme di antichi predatori - e le numerose stratificazioni rocciose che raccontano gli ultimi 40 milioni di vita del nostro meraviglioso pianeta Terra.
9. Dolomiti di Brenta
Terminiamo il nostro excursus con l’ultimo dei gruppi montuosi riconosciuti dalla World Heritage List: le Dolomiti di Brenta.
Dove si trovano esattamente? Situate nel territorio provinciale di Trento, sono le più occidentali, oltre la Val d'Adige, adagiate tra la Val di Sole, la Val di Non e la Val Rendena, e si contraddistinguono da tutte le altre anche per la morfologia, imponente e massiccia, anche se le guglie di roccia modellate dal vento e dagli agenti atmosferici non mancano.
Numerose le vette che superano i 3.000 metri di altezza, tra le quali meritano di essere ricordate la Cima Tosa (3.173 metri), la Cima Brenta (3.151 metri) e la Cima Ambiez (3.102)
Da aggiungere, prima di concludere, che le Dolomiti del Brenta sono sicuramente amatissime dagli alpinisti e dagli appassionati di trekking d’alta quota, ma si rivelano ideali anche per chi è alla ricerca di cosa vedere in Trentino Alto Adige in estate grazie alla ricca offerta turistica e alle numerose strutture ricettive.
Poteva mancare l’istituzione di un Parco Naturale a tutela di cotanta bellezza? Certo che no, of course. Istituito nel 1988, il Parco Naturale Adamello Brenta è la più vasta area protetta del Trentino, con i suoi oltre 62.000 ettari di estensione, e ospita numerosi laghi alpini ed esemplari floristici e faunistici di grande interesse, tra i quali non posso non raccontarvi della comunità di Orsi Bruni che vive nei boschi di queste montagne.
Escursione consigliata: percorso ad anello intorno al Massiccio del Brenta. Trekking di 2/3 giorni, a seconda dei gradi di difficoltà, con partenza da Molveno e punti di appoggio nel Rifugio Croz dell’Altissimo (1.480 metri), nel Rifugio Pedrotti-Tosa (2.491 metri) e nel Rifugio Brentei (2.182 metri).
Itinerari sulle Dolomiti
C’è un vecchio e simpatico detto che dice che sulle Dolomiti “manca solo il mare”, proprio per sottolineare le numerose possibilità di godersi i Monti Pallidi in ogni stagione dell’anno.
Abbiamo visto che gli appassionati di neve, di sport invernali e di trekking spericolato hanno solo l’imbarazzo della scelta, tra vie ferrate, piste da sci di ogni colore e livello di difficoltà, i numerosi rifugi da cui partire per conquistare le vette più alte e impenetrabili e i percorsi per i bikers a due ruote che si inerpicano su strade panoramiche, tra gole di roccia e brulli altipiani.
Non tutti, però, hanno voglia di arrampicarsi su pareti rocciose a picco nel vuoto o di coprire dislivelli epici in poche ore. Se appartenete anche voi a questa categoria di turisti, non vi allarmate, perché sulle Dolomiti c’è veramente posto per tutti e quasi infinite sono le possibilità per chi preferisce fare una vacanza più rilassante e meno impegnativa sotto il profilo muscolare.
Dolomiti: le località più belle e i borghi medievali
Apericene chic, movida, serate danzanti, manifestazioni culturali, eventi mondani, serate romantiche, degustazioni tipiche e tanto altro ancora...c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Tra le indiscutibili perle delle Dolomiti troviamo, infatti, nomi della caratura di Cortina d’Ampezzo, nel cuore delle Dolomiti Settentrionali, star internazionale che riesce a soddisfare anche il turista più esigente, Ortisei, ubicata nel sistema Puez-Odle, imperdibile meta per i malati di shopping e di artigianato locale, Vigo di Fassa, da cui parte la funivia che porta in pochi minuti alla meravigliosa terrazza panoramica naturale con vista in 3d sulle creste del Catinaccio e su buona parte delle Dolomiti, Madonna di Campiglio e Folgarida, gioielli delle Dolomiti del Brenta, capitale della mondanità e del relax a cinque stelle la prima, più intima ed accogliente la seconda.
Non solo le migliori località sciistiche italiane, però, perché una vacanza sulle Dolomiti è ideale anche per gli appassionati d’arte e cultura. Non sono pochi, infatti, i borghi medievali, tra i più belli di tutto lo Stivale, che meritano una vostra attenta occhiata.
Il Trentino-Alto Adige, ad esempio, ci propone Chiusa, antica dogana medievale e capitale del Romanticismo, quando tutti gli artisti europei qui si riunivano per scrivere, dipingere, comporre e corteggiare le belle figlie dell’oste che gestiva l’antica Locanda Lampl, e Castelrotto, altro gioiello annoverato tra i borghi più belli del Trentino Alto Adige, che con il suo imponente campanile, alto ben 88 metri, le case antiche e affrescate, le pittoresche locande in cui mangiare un piatto di Canederli accompagnato, magari, da un Tortel di Patate con Confettura di Mirtilli Rossi, saprà conquistare cuori e palati.
Se avete, invece, organizzato una gita sulle Dolomiti bellunesi, potrete sbirciare tra le strette stradine di Sottoguda, piccolo borgo-presepe, tra i più belli del Veneto, situato ai piedi della Marmolada che sembra rimasto scolpito nel tempo, con quei suoi antichi fienili in legno perfettamente conservati.
Potete anche addentrarvi tra i vicoli di Mel e ammirare gli antichi palazzi nobiliari e le ricchezze architettoniche che evocano i fasti della cittadina, appartenuta alla Serenissima Signoria di Venezia, senza dimenticare di fermarvi in una delle pittoresche locande cittadine ad assaggiare un piatto di casunziei alla barbabietola o di polenta con schiz, il tipico formaggio di malga bellunese, con “sgnapa” alla genziana a chiudere il pasto e a favorire una sana e sicura digestione.
Sulle Dolomiti più orientali, infine, imperdibile una visita a Forni di Sopra, piccolo e antichissimo capolavoro architettonico, uno dei borghi più belli del Friuli Venezia Giulia, con le sue abitazioni rurali in pietra e legno e la quattrocentesca Chiesa di San Floriano, e a Poffabro, in Val Còlvera, incantevole in tutte le stagioni dell’anno ma particolarmente magico nel periodo natalizio, quando si trasforma in un presepe a cielo aperto, grazie all’allestimento di numerosi presepi illuminati all’interno delle caratteristiche corti in pietra durante la ormai celebre manifestazione annuale, tra gli eventi del Friuli Venezia Giulia uno dei più suggestivi: “Poffabro, il presepe tra i presepi”.
Frico con la patate, gustoso tortino a basa di patate e montasio, il formaggio simbolo delle malghe friulane, cjarsons, squisiti ravioli con mela, fichi e cannella, e brovada e muset, il piatto tipico della tradizione culinaria locale a base di muso di maiale e rape messe a macerare nelle vinacce, per dare soddisfazione anche alle vostre papille gustative, con obbligatorio accompagno di qualche calice di vino friulano, ché, si sa, sulle Dolomiti gli astemi non sono visti di buon occhio.
Le 10 località più belle delle Dolomiti
- Cortina d’Ampezzo (Belluno)
- San Martino di Castrozza (Trento)
- Ortisei (Bolzano)
- Canazei (Trento)
- Corvara in Badia (Bolzano)
- Selva di Val Gardena (Bolzano)
- Forni di Sopra (Udine)
- San Candido (Bolzano)
- Arabba (Belluno)
- Castelrotto (Bolzano)